Ucraina: la presidenza Kuchma

Fino ad ora abbiamo visto quanto è accaduto sotto il presidente Kuchma fino all’approvazione della Costituzione nel Giugno del 1996.

A questo punto Kuchma aveva ancora molta popolarità, il tipo di popolarità con cuoi puoi rischiare un plebiscito. Era riuscito a ritagliare nella costituzione un ruolo di primo piano per la presidenza, ma anche il parlamento si era preso il suo spazio creando un sistema sufficientemente bilanciato e, come abbiamo visto nell’ultima puntata, creando un sistema dove è molto difficile governare se presidente e primo ministro non la pensano allo stesso modo.

Tra oriente e occidente

Kuchma durante l’arco dei suoi due mandati ha guardato con interesse all’Europa e agli Stati Uniti. Kuchma comincia a preparare le carte per entrare nell’Unione Europea. L’idea è l’ingresso entro il 2011. Contemporaneamente però Kuchma firma un trattato di amicizia e cooperazione con la Russia, e apre negoziati all’interno del CSI. Kuchma vuole una Ucraina europea a far da ponte verso la Russia

Sono convinto che l’Ucraina potrà assumersi un ruolo predominante nell’integrazione economica euroasiatica

Leonid Kuchma

Sul fronte militare Kuchma firma un trattato di partnership con la NATO, e negozia per entrare nel patto atlantico. Nel 2003 l’Ucraina farà parte della Coalizione che invaderà l’Iraq, e questa sarà la prima operazione militare all’estero dell’Ucraina Indipendente.

Il governo Lazarenko e l’ascesa di Yulia Timoshenko

Il primo governo sotto Kuchma è quello Lazarenko, insediatosi con il Dohovir, e confermato dal parlamento dopo l’entrata in vigore della costituzione. Il suo nome sarà sempre legato alla corruzione, e vedremo più avanti come andrà a finire.

Lazarenko durante il suo governo ha particolarmente favorito, in cambio di tangenti, la United Energy Systems of Ukraine (UESU) la compagnia petrolifera dell’oligarca Yulia Timoshenko, maggiore importatore di gas di Gazprom in Ucraina.

Sotto Lazarenko l’UESU ottiene il sostanziale monopolio e – stando alla Pravda Ucraina – arriva a controllare il “25% dell’economia Ucraina” nel 1997 e comincia anche a diversificare entrando nel mercato dell’acciaio andando a competere con il “Clan di Donetsk” un conglomerato di oligarchi legati al settore siderurgico che ha preso potere dopo l’indipendenza nell’est del paese.

Ora intendiamoci su cosa sono esattamente gli “oligarchi” nel sistema post sovietico e negli anni 90. Stiamo parlando di corruttori, evasori, legati alla politica, e che non si fanno scrupoli ad usare le maniere forti.

Parlando di maniere forti Lazarenko sopravvive ad un attentato nel luglio del ’96.

Nel mentre Yulia Timoshenko non ha solo successo economico, ma comincia a costruirsi la sua immagine pubblica e a farsi amare dal popolo. Ha la sua linea di moda, la sua squadra di calcio… se cominciate a vedere una somiglianza con Berlusconi e Craxi non siete gli unici.

Yulia Tymoshenko and her family. Yulia Timoshenko
Yulia Tymoshenko negli anni ’90 quando ancora portava la “Rechel” al posto della sua iconica corona bionda

Nel 1996 Timoshenko scende in campo e viene eletta in parlamento con una elezione suppletiva prendendo 92% dei voti.

Kuchma per anni non ha problemi con la corruzione di Lazarenko, ma a metà del 1997 teme che stia diventando troppo influente e che potrebbe diventare un avversario alle Presidenziali, quindi lo costringe alle dimissioni e lo sostituisce con Pustovoitenko.

La caduta di Lazarenko segna la fine dell’enorme successo economico di Timoshenko.

Le elezioni politiche del 1998

Le prime elezioni politiche sotto la nuova costituzione si svolsero nel 1998 quando il parlamento viene rinnovato. A questo giro il sistema elettorale è misto, per certi versi simile al mattarellum: 225 seggi sono assegnati con il maggioritario, e 225 sono assegnati con il proporzionale a partiti o coalizioni che superano la soglia del 4%

Il vento del cambiamento non soffia particolarmente forte in Ucraina e anche queste elezioni sono dominate ancora dal Partito Comunista che si assicura 122 seggi; Ruhk è il secondo partito con 46 seggi; il blocco socialista se ne assicura 35; Hromada – il partito di Lazarenko e Tymoshenko – 23; 105 seggi invece sono presi da indipendenti candidati al maggioritario mentre 5 seggi rimangono vacanti per i palesi brogli di alcune circoscrizioni.

Considerando che la maggioranza è 226 questo parlamento è lontano dall’esprimere governi forti.

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Il nuovo parlamento non ha problemi con il governo Pustovoitenko e questo rimane al suo posto fino alle nuove elezioni presidenziali del 1999.

Le elezioni presidenziali del 1999

Tra i candidati che potevano sfidare Kuchma c’era naturalmente Chornovil, il fondatore di Ruhk, che già aveva partecipato alle prime presidenziali. Il fato volle però che proprio nell’anno delle elezioni Chornovil morì in un incidente d’auto. Una fatalità, almeno secondo le inchieste, ma è facile capire come ci siano molte teorie del complotto su questo evento.

Lazarenko a questo punto non è più competitivo e l’unica persona che rimane tra Kuchma e la rielezione è il leader del Partito Comunista Petro Symonenko. Vincerà Kuchma al secondo turno con 56% contro 38%.

Guardate un momento la mappa e confrontatela con quella della prima elezione.

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Notate come Kuchma non solo ha preso tutto l’ovest più liberale con percentuali Bulgare, ma ha vinto pure Donetsk.

Donetsk è la “Stalingrado” di Symonenko: come ha fatto a perdere?

Semplice: Kuchma si è accordato con il Clan di Donetsk garantendo di chiudere un occhio sulla corruzione nella regione, e sul loro modo di fare affari. In cambio di questa vittoria elettorale arriverà addirittura ad instituire una zona di esenzione fiscale.

Il Referendum

Sfruttando la “luna di miele” derivante dal successo elettorale Kuchma prova ancora una volta la via del referendum per modificare la costituzione rendendola più presidenzialista con le seguenti variazioni

  • Maggiori opzioni per sciogliere il parlamento
  • Rimozione dell’immunità parlamentare
  • Riduzione del numero di parlamentari da 450 a 300
  • Istituzione della camera delle regioni

I referendum hanno successo, ma vengono considerati incostituzionali per il modo in cui sono stati posti, quindi la costituzione non viene modificata.

Il governo Yushchenko

Come abbiamo visto il primo ministro si deve dimettere prima delle elezioni presidenziale. Il parlamento non è più disponibile a sostenere Pustovoitenko e quindi Kuchma estrae dal cilindro un nome indipendente e di prestigio, quello di Viktor Yushchenko, che a questo punto era il Direttore della Banca Centrale Ucraina. Un Mario Draghi della situazione chiamato per bilanciare un parlamento a maggioranza comunista, e il presidente che aveva appena battuto i comunisti.

Yulia Timoshenko è nominata vice primo ministro per le questioni di carburante ed energia.

Ed è proprio sulle questioni delle miniere di carbone che il governo Yushchenko cadrà nell’Aprile 2001 in seguito alla sfiducia di Comunisti fiancheggiati da un folto gruppo di Oligarchi Indipendenti.

Il nuovo governo viene affidato a Anatoliy Kinakh.

Lo scandalo delle cassette

Se Kuchma aveva goduto di una enorme popolarità durante i primi anni del suo mandato nel secondo mandato si troverà molto presto tutto il paese contro. Nel Novembre del 2000 emergono alcune audiocassette registrate da una guardia del corpo di Kuchma.

In queste registrazioni si sente il Presidente ordinare il rapimento del giornalista Georgiy Gongadze che era stato ritrovato decapitato pochi mesi prima.

Oltre a questo crimine le cassette contengono molte altre discussioni incriminanti compresa quella della vendita sottobanco a Saddam Hussein di alcuni sistemi antiaerei.

Come è facile intuire questo provoca proteste e manifestazioni in patria e congela quasi completamente i trattati con l’Unione Europea e la NATO, ed è proprio probabilmente per cercare di riprendere credibilità con Bush che l’Ucraina parteciperà all’invasione dell’Iraq.

Ma Kuchma naturalmente a questo punto è diventato un po’ troppo imbarazzante per l’ovest, ma naturalmente ad est c’è Putin con le braccia aperte pronto a perdonarlo.

Ed è in questo contesto che si avvicinano le nuove elezioni politiche

Le elezioni politiche del 2002 e l’ascesa di Yanukovich

Con le elezioni del 2002 abbiamo finalmente un sostanziale cambiamento nei partiti in campo

Yushchenko ha naturalmente formato una sua coalizione- Nostra Ucraina – dopo l’esperienza di Primo Ministro; e la Tymoshenko ha pure lei la sua coalizione partito personale. Dopo il sostegno a Kuchma sta crescendo ad est un partito che fino a ora viaggiava sotto l’1%: si tratta del Partito delle Regioni, ovvero il partito Russofilo da cui proviene Victor Yanukovich.

In termini di voti vince Nostra Ucraina con 6 milioni di voti (25%) ma per il sistema maggioritario la coalizione più grossa sarà quella del Partito delle Regioni.

Il nuovo parlamento è quindi così composto 121 Coalizione del Partito delle Regioni, 112 Coalizione Nostra Ucraina (che contiene Ruhk), 65 al Partito Comunista, 27 ai social democratici, 22 ai socialisti, e 22 alla coalizione di Tymoshenko. 77 indipendenti, 3 vacanti.

Con questo nuovo parlamento finalmente strutturato attorno a dei partiti Yanukovich viene scelto da Kuchma come nuovo Primo Ministro. Il suo governo sposterà l’asse dell’Ucraina verso la Russia, seppure senza interrompere il processo di avvicinamento all’UE già in atto. Il governo Yanukovich bloccherà invece l’avvicinamento alla NATO, ma come abbiamo già visto questo non precluderà la partecipazione Ucraina all’invasione dell’Iraq.

Kuchma rimarrà presidente fino alle nuove presidenziali del 2004, dove finalmente arriviamo all’inizio della nostra storia.

(immagine di copertina della NATO presa da qui. Chiedono di dar credito a dove si è preso la foto e io diligentemente lo faccio perché non vorrei che la NATO decidesse di espandersi nel mio salotto)

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