Ci eravamo lasciati con l’elezione di Kravchuk, primo presidente dell’Ucraina indipendente nel Dicembre del 1991
Uno dei primi atti di politica estera di Kravchuk è già nel Maggio del 1992 quando incontra il Presidente USA Bush (padre) per negoziare il disarmo nucleare dell’Ucraina. L’ucraina infatti in questo momento è ancora una potenza nucleare dato che ha ereditato la parte di arsenale Sovietico che ancora era nel suo paese. In cambio Kravchuck porta a casa un primo round di investimenti occidentali nell’economia del paese.
Occorre ricordare un momento la situazione di quegli anni: l’Unione Sovietica si era dissolta ma al suo posto era stata creata la Comunità degli Stati Indipendenti (CSI) con obiettivi principalmente economici, ma anche di difesa aerea comune. La CSI esiste ancora oggi.
L’Ucraina è tra gli stati fondatori della CSI, ma non ha mai ratificato il trattato. La sua posizione all’interno della CSI in questi anni è quella di osservatore prima, e membro associato poi. Ovvero contribuisce al mercato comune, ma mantenendo la propria moneta, e non partecipa al piano di difesa comune. Nota a margine: la Moldavia è tutt’ora nella CSI.
Sarà in questo contesto che si tratterà il disarmo nucleare, che comincia con Bush nel ’91 e termina con il Memorandum di Budapest e Clinton alla Casa Bianca.
Un patto trilaterale viene concordato tra Ucraina, Russia, e Stati Uniti che dettaglia i passi del disarmo nucleare da concludersi prima del 2000.
In questo momento l’Ucraina ha la rassicurazione che la Russia e gli Stati Uniti non imporranno sanzioni economiche e non effettueranno operazioni militari che minaccino la sovranità e l’integrità territoriale del paese. Queste rassicurazioni però non prevedono dei meccanismi, o delle sanzioni di risposta, e di conseguenza abbiamo visto che questo accordo è carta straccia almeno fino dall’occupazione della Crimea nel 2014.
Volendo riassumere la politica estera di Kravchuk potremo dire che ha cercato in tutti i modi di mantenere una equidistanza e un bilanciamento perfetto tra le due forze in campo. Kravchuk dice di se stesso di non prendere l’ombrello quando piove perché è in grado di schivare tutte le gocce di pioggia. Un grande paraculo insomma.
La situazione interna
Oltre alle situazioni internazionali Kravchuk ha dovuto far fronte alle questioni interne al paese, e specificatamente alla situazione economica di una nazione post sovietica.
Questo si traduce in privatizzazioni con altissimi livelli di corruzione che portano alla nascita di un sistema di “oligarchi” simile a quello Russo; inflazione a quattro cifre; default del debito; stipendi statali non pagati; scioperi, proteste studentesche, minatori incazzati…
Le elezioni Politiche del 1994
A seguito della insostenibile situazione interna vengono indette elezioni anticipate nel Marzo del ’94. Sono ancora elezioni maggioritarie a doppio turno, ma con una particolarità: son valide solo se vota almeno il 50% dello popolazione, anche al secondo turno.
Come è immaginabile un sacco di collegi non raggiungono il quorum e di conseguenza 112 seggi non vengono assegnati.
Le gruppi nel nuovo parlamento Ucraino vedono i comunisti al primo posto con 83 seggi. Rukh otterra solo 27 seggi.
Kuchma e le presidenziali del 1994
In questi anni una nuovo contendente comincia a farsi strada: Leonid Kuchma.
Ingegnere missilistico che ha lavorato per l’Unione Sovietica al cosmodromo di Baikonur ed è stato direttore di una fabbrica di missili; ha buoni agganci politici, che nella cultura Sovietica vuol dire che ha sposato la figlia di un Ministro.
Detto questo è stato critico con il Partito Comunista fin dagli anni ’80 ed è sostanzialmente un buon amministratore: lo definiremmo probabilmente un tecnico.
Nominato primo ministro nel ’92 si dimetterà un anno dopo lamentando la lentezza delle riforme.
Si candiderà alle presidenziali: pur arrivando secondo al primo turno (32%) riuscirà a strappare la vittoria al secondo turno in particolare con i voti delle regioni ad est e della Crimea (52%).
La piattaforma di Kuchma è più orientata verso Mosca, ma sempre con l’idea di una indipendenza e una apertura al mercato. Vedremo nella prossima puntata come si realizzerà nel concreto.