Ne rimarrà solo 1 (!!!1!11!!!)

I monologhisti da tubo catodico tendono, spesso e volentieri, a dimenticare che ad ascoltarli non c’è solo un pubblico variamente adorante. Ma anche chi potrebbe non gradire i loro sermoni.
Ed avere gli argomenti per smontarli.
Se questo accadrà anche nella diatriba tra Piero Grasso e Marco Travaglio, è da vedere.
Soprattutto perchè quest’ultimo, ancora, non ha raccolto la sfida lanciatagli dal nuovo Presidente del Senato.
Ammetto di non aver visto (ancora) il filmato con l’episodio incriminato, ma spulciando qua e là per la rete ho trovato un articolo che ritengo interessante, e porto quindi alla vostra attenzione.
Buona lettura.

Tratto da Europa quotidiano.

Ieri sera, a Servizio Pubblico ( 13,45% % di share per 3,1 milioni di spettatori) è nato il prossimo confronto fra Travaglio e Grasso. Lo ha chiesto il secondo, reduce dai lavori del Senato, sentendosi diffamato dal primo.
Mentre stiamo scrivendo non sappiamo se e dove Mentana, invocato da Santoro, sia riuscito a organizzare l’evento. Lì, carte alla mano (come ha detto Grasso) verificheremo la tenuta nel confronto diretto di Travaglio che è il re del monologo, una forma retorica la cui forza ed efficacia risiede nel pieno controllo del tempo narrativo da parte dell’attore.Tanto più che l’arte di Travaglio consiste non tanto nel far parlare i singoli fatti, quanto nel comporli in una sequenza da cui scaturisca la “visione illuminante” che qualsiasi ascoltatore penserebbe di saperne trarre se avesse le medesime informazioni e il tempo di dedicarcisi.
Da questo punto di vista, Travaglio ha con gli spettatori lo stesso rapporto da simile a simile che aveva il primo eroe pop della tv italiana, il Mike Bongiorno analizzato da Umberto Eco negli anni ’60. Se il confronto ci sará, Travaglio troverá in Grasso il suo opposto, il campione della prova provata e dei piedi per terra.
Che non per nulla, a quanto si sa, e checché ne dica Travaglio, è riuscito, altro che chiacchiere, a spedire in carcere Cuffaro e una lunga lista di capi mafiosi (come non manca sempre di sottolineare una fonte eccellente, come Massimo Bordin di Radio Radicale).
Il vantaggio di Travaglio sta nel fatto di giocare dentro il mezzo perfetto per la informazione “suggestiva”, lo svantaggio sará quello che non essendo solo non potrà costrire l’usuale incanto.
Piero Grasso, da parte sua, si scontrerà con i tempi della televisione, che non amano incisi e precisazioni. Diamo per scontato che sia sicuro del fatto suo. Ma, anche se è brutto dirlo, dovrà mirare a distruggere la retorica dell’altro, come fece la sera della Resurrezione quella lenza esperta di Berlusconi, più che a contrapporre il proprio all’altrui racconto.

Ecco le accuse di Travaglio e l’intervento di Grasso.

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