Monologo di Grillo, Travaglio fa il microfono

L’umano Grillo rilascia un’intervista all’umano Travaglio. Quest’ultimo è un noto giornalista indomito, il quale gli rivolge domande assestate di sangue. Apre l’intervista prendendo alla sprovvista Grillo con “Come te lo immagini, il prossimo Parlamento?“, poi gli rifila un colpo basso come “Chiunque governi, non ha mai un euro in cassa. Voi che fareste?” e infine gli spezza le reni con “Ma il programma?“, con Grillo che stramazza e rantola “Intanto ne abbiamo uno che non è niente male“. Meraviglioso momento di giornalismo ficcante e tagliente. Grillo di certo non si riprenderà presto da questo scontro.

L’intervista può essere letta da qualunque caprone volenteroso. Quello su cui vogliamo soffermarci sono alcune dichiarazioni particolari di Grillo.

Ricordate Tavolazzi, detto anche “l’inibito”? Alla domanda al fulmicotone di Travaglio “Ma nel movimento in Emilia ancora brucia l’espulsione di Tavolazzi“, che non è neanche una domanda, Grillo argomenta “…fa politica da troppi anni, ha la testa a forma di partito: faceva riunioni, parlava ai nostri ragazzi di votazioni, organismi interni, cariche, strutture verticali…“.

Cioè Tavolazzi stava organizzando meglio il Movimento. Doveva veramente volergli male, al Movimento, per cercare di organizzarlo meglio. Dopotutto alle prossime elezioni politiche manca ben un anno. C’è tutto il tempo di formare una nuova classe politica durante la grigliata di Ferragosto e nelle vacanze di Natale, tra un panettone e l’altro. O magari il posto di organizzatore è già stato preso da Willer “Willy” Bordon, il Passaparola più sbavante del West. Chissà.

Da notare c’è un’altra cosa: Grillo, come ricorderete, ha motivato l’inibizione di Tavolazzi dicendo che “ha violato il Non-Statuto“. Questa volta però non parla di Non-Statuto, ma dice che “faceva riunioni, parlava di votazioni“. Ora la domanda è: perchè inibire Tavolazzi? Le sue riunioni sarebbero sfociate verosimilmente in proposte. Non sarebbe bastato bocciargli le proposte, democraticamente, con una votazione che coinvolgesse il Movimento? La domanda la lasciamo ai posteri. Fatto sta che Tavolazzi resterà fuori dal Movimento, presumibilmente per sempre.

Nemmeo Travaglio però è pago di questa risposta, e si lancia alla giugulare del povero Grillo, opponendosi ferocemente con “Sta di fatto che Pizzarotti voleva farlo assessore e ha rinunciato“. Di fronte a questo assalto sanguinario, Grillo vacilla e ammette “Tu puoi non credermi, ma da quando è stato eletto Pizzarotti non l’ho più visto né sentito. Nemmeno al telefono. Qui non mi telefona mai nessuno, a parte Casaleggio che chiama sette volte al giorno per il blog“.

Cosa manca in tutto questo? Manca un piccolo, grande particolare: Pizzarotti in realtà telefonò, ma non a Grillo, bensì a Casaleggio. Un caprone malfidente può trarre la seguente conclusione: se Grillo dice la verità, lui stesso non ha potere di gestione del Movimento, nè vuole averne. Quello che non è mai stato detto è che ce l’ha Casaleggio, che si occupa non solo del blog, ma anche dei candidati e delle loro scelte politiche.

Grillo aggiunge anche “…se [i candidati, ndr] non chiamano, vuol dire che se la cavano da soli. Se poi han bisogno, siamo qui coi nostri consulenti.“. Evidentemente si riferisce a Casaleggio, che fa “da consulente” ai candidati. Il quale evidentemente ha il potere di “consigliare caldamente” cosa fare e cosa non fare, visto che Tavolazzi non è mai stato integrato nell’organico del comune di Parma.

Dopotutto Casaleggio ha già emesso una lunga intervista al Corriere della Sera, in cui asserisce di non essere “mai stato dietro a Beppe Grillo, ma al suo fianco”. Lasciamo trarre le dovute conclusioni ai nostri lettori caproni.

Giusto per finire, ricordo che secondo il Non-Statuto del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Piero Grillo non è candidabile (in quanto pregiudicato). Ma candidabile è invece Gian Roberto Casaleggio.

Alla prossima ruminata, cari caproni.

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