capracampa

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  • in risposta a: Il thread delle immagini #7670
    capracampa
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    in risposta a: Il thread delle immagini #7658
    capracampa
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    cominciamo subito: emendamento e giravolta su reato di clandestinità dal sacroblogghe: il primo post è dell’account “senatoM5S”, l’altro è a firma di Bep&Gian

    in risposta a: Il topic delle prenotazioni! #7362
    capracampa
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    prenotato un articolo per domani pomeriggio alle 15.

    in risposta a: Il topic delle prenotazioni! #6845
    capracampa
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    prenotato per stasera alle undici un pezzo. Se è troppo presto ditemelo che lo rimando

    in risposta a: Una modesta proposta #6829
    capracampa
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    Dimentico spesso che la mia tendenza all’iperbole può causare fraintendimenti. Con “loro hanno torto e noi ragione” intendevo rimarcare come questo spazio sia impostato nell’ottica dell’antigrillismo militante e come spesso questo comporti rigidezze speculari a quelle dei grillini. Come dicevo prima, alcune loro affermazioni meriterebbero di essere approfondite o discusse anche con la controparte grillina, che però nei termini in cui si è presentata e sta agendo sui commenti scoraggia qualunque interazione (salvo per quelli che si divertono a insultare i nostri amici troll).

    in risposta a: Una modesta proposta #6824
    capracampa
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    Sono ottime proposte la cui applicazione più adeguata si può valutare, ma il problema secondo me è sostanzialmente ideologico: o censuri (e moderare è di fatto una censura) o lasci via libera ai troll e ai bimbiminkia che gli forniscono cibo in nome della totale libertà di espressione. Il nostro amato-odiato fatto quotidiano è noto per censurare tutte le opinioni non allineate col grillismo militante, e per questo è stato mollato dalla maggior parte di noi, salvo quelli che amano farsi del male leggendo il panzanificio in cui si è trasformato per metterne a parte gli amici e suscitare scandalo in una catarsi collettiva che consiste sostanzialmente nel dire “noi non siamo come loro!”; per cui cosa succede se lo diventiamo?

    A voler filosofeggiare, l’idea che così facendo la differenza tra noi e i grillini diventi impercettibile non è del tutto peregrina: certo, loro hanno torto e noi ragione, ma alcune loro affermazioni sarebbero anche state degne di discussione, se se ne fosse intravista la minima utilità: è ovvio che, in quanto troll, loro non sono qui per discutere di alcunchè ma solo per disturbare: è una giustificazione morale sufficiente? Se la risposta è sì, procediamo pure: blocco ai commenti e link al forum dove si apre il topic relativo al post, moderatori la cui imparzialità consiste nel brasare anche il fuoco amico quando serve, e pazienza per la libertà di espressione.

    in risposta a: Proposta post approfondimento argomento 'troll' #5592
    capracampa
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    la trattazione esaustiva sui troll dovrebbe rifarsi a concetti di sociologia: si parte dall’ipotesi che una comunità, virtuale o meno, funziona secondo meccaniche a cui l’individuo si adegua/non si adegua, e viene percepito dal gruppo come elemento interno o esterno, ovviamente con varie sfumature nella percezione reciproca.
    In questo senso si fa in fretta a definirlo: troll è chi (per ragioni più o meno razionali e volontarie) si comporta in modo da introdurre nella relazione delle dinamiche che la perturbano, e non c’è verso di trovare un punto d’incontro.
    Su internet questo comportamento viene esasperato: il troll internettiano risente dell’impossibilità di un confronto diretto in cui, dal contesto e da una serie di segnali non verbali, l’interlocutore riuscirebbe a farsi un’idea più precisa delle sue intenzioni e sostanzialmente a ricondurlo nel novero dei comportamenti noti, ottenendone rassicurazione o al contrario accentuando le cautele. Esempio scemo: una persona ti viene addosso e ti spintona ma
    – sei a un concerto e state pogando. Situazione normale, tutto ok.
    – sei per strada e il tizio è chiaramente ubriaco: gira alla larga.
    Che il tizio del secondo esempio lo faccia perchè ha serie intenzioni di scatenare una rissa o perchè lo diverte spaventare i passanti a te non interessa, reagisci istintivamente confinandolo o allontanandoti o attaccandolo per primo.

    Ma nel grillismo siamo molto più indietro. La base del grillismo non è “internettiana” in senso stretto: il movimento in definitiva è stato fondato da un pubblicitario che tra i primi in Italia ha intuito le potenzialità della rete quando ancora nessuno dei suoi clienti ci avrebbe investito su, tempi in cui robe come il marketing virale e i social network erano semplicemente inesistenti, e perseverando nel mantenere salda la posizione si è trovato in un momento storico in cui finalmente può dire di averci pensato prima di tutti. In questo contesto “Internet” viene usato come termine magico acchiappacitrulli senza averne una reale conoscenza (le considerazioni di vari esperti informatici in merito all’insufficienza della struttura del sito beppegrillo.it e al suo collasso nel momento chiave delle votazioni per il quirinale spiegano molto bene la questione), così come altri termini chiave del mondo www vengono usati in senso generalista: “hacker” e “troll” sono parole che girano da anni sui giornali sempre basandosi sul principio che chi legge non abbia che un’idea vaga di cosa si sta parlando e non insistendo troppo sui tecnicismi, che è già difficile mantenere i lettori, figurati se li fai anche sentire degli imbecilli.

    Il grillino commentatore del fatto quotidiano, quando ti accusa di essere un troll, usa un termine di cui non comprende appieno il significato che gli si associa comunemente in rete, per cui gliene ne assegna uno diffuso nel suo gruppo ristretto. E quel significato gli arriva dall’alto, cioè da Casaleggio, come puro e semplice slogan pubblicitario: troll è chi non è grillino, quindi è “male” in confronto a te che sei “bene”.

    La leva è molto semplice e viene usata con una consapevolezza che personalmente trovo il vero efferato crimine del grillismo: prendere una massa di sprovveduti e vendergli un prodotto col massimo cinismo e disinteresse per le conseguenze. Nessuno pretende che un pubblicitario abbia un’etica, ma sebbene molte scelte commerciali di grande portata abbiano sicuramente contribuito a cambiare la società (talvolta anche in meglio: ad esempio la diffusione degli elettrodomestici e dei detersivi migliorando le condizioni generali di igiene ha contribuito a un miglioramento delle nostre condizioni di vita), in questo caso si è veramente giocato a fare gli apprendisti stregoni con dei chiarissimi segnali che indicavano che sarebbe finita male.

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