Proposta post approfondimento argomento 'troll'

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  • Questo topic ha 4 risposte, 3 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 11 anni fa da capracampa.
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  • #5427
    Anonimo
    Inattivo

    Un saluto alla stalla,

    in conseguenza di quanto scritto qui: http://movimentocaproni.altervista.org/blog/cricketjuice-cricketjuice-cricketjuice/#comment-843712907 non vorrei lanciare il sasso e nascondere la mano 😀

    Propongo un post (magari collettivo, scritto a più zampe) che analizzi la questione che ha avuto una certa rilevanza negli utlimi giorni.

    Prima di mettermi al lavoro e buttare giù qualcosa, deposito i materiali da lavoro che ho trovato:

    Si parte dalla stretta attualità: http://www.pionero.it/2013/03/25/grillo-la-rete-e-i-troll-persecuzione-o-paranoie-digitali/

    Riprendo anche un post di Giovanna Cosenza, semiologa che cura un blog anche sul fatto: http://giovannacosenza.wordpress.com/2012/06/27/27-modi-per-difendersi-dai-troll/. Attenzione, perché questo post rimanda a un altro post che analizza in dettaglio alcuni comportamenti tipici: http://nuovoeutile.it/27-modi-per-insultarsi-con-efficacia-e-sabotare-le-discussioni-in-rete/

    (il che introduce il problema di come identificare un troll, dato che i comportamenti elencati sno diffusi anche tra chi non è usualmente identificato come troll. E sul blog del guru (e del fatto), soggetti di questo tipo fanno il bello e il cattivo tempo)

    Può non piacere la fonte, ma interessante punto di vista: http://www.loccidentale.it/node/120938

    Non so se affronterò il nodo nickname vs nome_reale, se merita o no occuparsene.

    Non sono esperto di sociologia o dinamiche di gruppo. Spero possiate segnalarmi qualcosa in merito.

    Ho già dato un’occhiata al link postato da contezero. L’ho letto velocemente, ma vorrei guardarlo tutto con attenzione.

    A chiudere, non devono mancare anche le ‘frivolezze’ (sì, mi piacciono sopratutto quelle :P), tipo mi piacerebbe riesumare la tradizione del ‘video che non c’entra niente del giorno’.Riguardo l’immagine a corredo del post, candido: http://blog.getsatisfaction.com/2011/04/27/infographic-the-hard-knock-life-of-an-internet-troll/?view=socialstudies

    Oppure questa: http://www.zakiscorner.com/2013/01/new-gremlins-on-way.html

    (non linko direttamente le immagini perché teoricamente potrebbe essere impostato un bloccoagli hotlink)

    P.S. Gli stralci di scritto che posterò sono ovviamente ‘emendabilissimi’. Delle bozze da sottoporre a revisione.

    #5428
    Anonimo
    Inattivo

    Ops, mi sono scordato una cosa. Da uno dei link postati, volevo riportare il commento di Luca:

    «Al momento la modalità che mi piace di più è quella di Cruciani alla Zanzara. Si prende la telefonata dell’ascoltatore, si attendono 5 secondi, se non dice nulla (caso prevalente) si incalza con un triplo “E allora?” e si fa apparire inetto, se dice qualcosa lo si riassume svilendo e si conclude comunque con “E allora?” per farlo apparire irrilevante. Si insiste (fino a 1 minuto e mezzo) finchè l’interlocutore si intimidisce o si confonde (inetto) oppure si arrabbia (cafone antisociale). Tutto ciò si ripete 10 volte a puntata da mesi, ma mi piace sempre. Deve essere lo stesso meccanismo primordiale delle barzellette escatologiche. Non capisco come ci sia ancora gente che chiama.»

    #5449
    Anonimo
    Inattivo

    Ok, si parte.

    «Non essendo un esperto, tenterò di affrontare l’argomento dal punto di vista del senso comune. Ora, chi frequenta la Rete, bene o male, ha avuto a che fare con un personaggio dal sapore fantasy: il Troll.

    Con il termine troll,  nell’ambito informatico, si definisce chi posta in forum, chat e gruppi di discussione messaggi di contenuto provocatorio, irritante o senza senso. Beh, non è detto che il troll diventi tale consapevolmente ma  il suo comportamento produce – indubbiamente – lo stesso effetto sui propri interlocutori, che lo sia o meno.

    Prima o poi, è inevitabile imbattersi in una situazione di questo tipo, per chi naviga in Rete. E le reazioni possono essere molteplici. L’argomento è balzato agli onori delle cronache con l’invettiva di Beppe Grillo dalle colonne del suo blog (la ‘chiamata alle armi’ è contenuta in uno degli appositi Post Scriptum, ai quali ci ha abituato più volte: http://www.corriere.it/politica/13_marzo_25/grillo-lancia-la-caccia-ai-troll-sul-suo-blog_796b25de-953e-11e2-84c1-f94cc40dd56b.shtml).

    Perciò, vorrei tentare una riflessione per permettere a chi legge di orientarsi meglio e farsi la propria idea sulla questione. Comincio col dire che i troll esistono da sempre e non sono un’invenzione tirata fuori ad arte dagli ‘adepti ‘ pentastellati, sebbene non è troll tutto quel che luccica. Certo, Grillo (e gli ‘influencer’ grillini prima di lui) è bravo a sfruttare il pericolo troll come tecnica di repressione del dissenso. E non a caso, l’ha fatto personalmente quando, nell’ultimo periodo, le critiche alla sua linea erano emerse con così grande forza che non si potevan o più ignorare, riuscendo a rompere la barriera della censura da sempre presente nel blog del ‘guru’.

    Dicevo, il troll è una figura ancestrale della Rete,  ed egli può avere o meno l’obiettivo di distruggere una comunità per i più svariati motivi, oppure ritiene di dover imporre la propria opinione, o ancora cercare di ritagliarsi un ruolo nel mondo digitale, a cui fa da contraltare una presenza marginale e insignificante nella quotidianità, la società moderna. Insomma,  una rivincita, i quindici minuti di celebrità da conquistare in qualche modo.»

     

    Ho altre cose da scrivere, ma preferisco completare con calma 🙂

    #5460
    Anonimo
    Inattivo

    Eccomi 😀
    Non ho capito bene una cosa: che ruolo ha nel tuo discorso la cretinata di Grillo? Solo di spunto per approfondimento sul “troll” o intendi affrontare anche la sua “caccia alle streghe”?
    Purtroppo non conosco bene l’argomento. Non ho mai frequentato tante chat/forum. E le rare volte mi è capitato di rimanere vittima di questi individui con altri che, a mo’ di insegnante di sostegno, mi spiegavano che non dovevo rispondere e perché x-D
    Dall’articolo “i 27 modi” scopro a posteriori di avere avuto a che fare con un altro trollone. A dire il vero sentivo che c’era qualcosa che non andava nel suo modo di porsi, ma non avrei saputo spiegarlo razionalmente. Poi un giorno accadde una cosa un po’ sgamata: un nick diverso che diceva “buongiorno, sono il cugino di X, sono venuto a trovarlo da O.; è molto triste e non capisco perché, qualcuno me lo spiega?”. Da allora ho pensato “Questo ci sta sfottendo” e l’ho lasciato perdere; nell’articolo ci sono diversi elementi che lo riguardano, quindi credo di avere la prova del nove…

    Bando alle divagazioni. Non ho capito se vuoi semplicemente prendere spunto dal drammatico appello di Grillo contro i troll o se vuoi un po’ parlare anche di questo tragico episodio di invasione trollina del povero grillino. In caso non mi piacciono molto gli articoli che hai postato sull’argomento. Danno per scontato che abbia ragione Grillo, mentre sappiamo benissimo che i cosidetti “troll” si sono limitati a chiedere il voto di fiducia a Bersani. Ci sarà anche qualche disturbatore (che dubito riesca a raggiungere i livelli di maleducazione di molti grillini); ma ho letto da molte parti che di solito questi commenti sono seri e articolati. Basta vedere il sito che li colleziona per farsene un’idea…

    Ti segnalo anche due video con gli interventi di Federico Mello (uno su cui vorrei scrivere due righe aprendo magari un altro 3d):

    Vai direttamente al 17’40”, spiega che se anche fosse vera la denuncia di Grillo si tratterebbe di metodi che lui per primo ha adottato negli ultimi anni
    L’altro video: https://www.youtube.com/watch?v=GMooUGvifpE
    Vai alla fine: 1:37’20”, la giornalista dice una cosa che secondo me è fondamentale per capire quanto sia contraddittoria (oltre che FALSA) l’accusa di Grillo: a quanto pare in campagna elettorale ha invitato gli elettori a controllare il m5s e a partecipare. Se le critiche sulla fiducia non gli stanno bene, allora è l’ennesima dimostrazione che del cittadino non gliene frega una mazza se non è un cittadino allineato.
    Spero di non aver frainteso completamente. Il problema è che sull’argomento “troll” sono veramente impreparata, prova ne è che sono stata più volte loro “vittima” 😀

    #5592
    capracampa
    Partecipante

    la trattazione esaustiva sui troll dovrebbe rifarsi a concetti di sociologia: si parte dall’ipotesi che una comunità, virtuale o meno, funziona secondo meccaniche a cui l’individuo si adegua/non si adegua, e viene percepito dal gruppo come elemento interno o esterno, ovviamente con varie sfumature nella percezione reciproca.
    In questo senso si fa in fretta a definirlo: troll è chi (per ragioni più o meno razionali e volontarie) si comporta in modo da introdurre nella relazione delle dinamiche che la perturbano, e non c’è verso di trovare un punto d’incontro.
    Su internet questo comportamento viene esasperato: il troll internettiano risente dell’impossibilità di un confronto diretto in cui, dal contesto e da una serie di segnali non verbali, l’interlocutore riuscirebbe a farsi un’idea più precisa delle sue intenzioni e sostanzialmente a ricondurlo nel novero dei comportamenti noti, ottenendone rassicurazione o al contrario accentuando le cautele. Esempio scemo: una persona ti viene addosso e ti spintona ma
    – sei a un concerto e state pogando. Situazione normale, tutto ok.
    – sei per strada e il tizio è chiaramente ubriaco: gira alla larga.
    Che il tizio del secondo esempio lo faccia perchè ha serie intenzioni di scatenare una rissa o perchè lo diverte spaventare i passanti a te non interessa, reagisci istintivamente confinandolo o allontanandoti o attaccandolo per primo.

    Ma nel grillismo siamo molto più indietro. La base del grillismo non è “internettiana” in senso stretto: il movimento in definitiva è stato fondato da un pubblicitario che tra i primi in Italia ha intuito le potenzialità della rete quando ancora nessuno dei suoi clienti ci avrebbe investito su, tempi in cui robe come il marketing virale e i social network erano semplicemente inesistenti, e perseverando nel mantenere salda la posizione si è trovato in un momento storico in cui finalmente può dire di averci pensato prima di tutti. In questo contesto “Internet” viene usato come termine magico acchiappacitrulli senza averne una reale conoscenza (le considerazioni di vari esperti informatici in merito all’insufficienza della struttura del sito beppegrillo.it e al suo collasso nel momento chiave delle votazioni per il quirinale spiegano molto bene la questione), così come altri termini chiave del mondo www vengono usati in senso generalista: “hacker” e “troll” sono parole che girano da anni sui giornali sempre basandosi sul principio che chi legge non abbia che un’idea vaga di cosa si sta parlando e non insistendo troppo sui tecnicismi, che è già difficile mantenere i lettori, figurati se li fai anche sentire degli imbecilli.

    Il grillino commentatore del fatto quotidiano, quando ti accusa di essere un troll, usa un termine di cui non comprende appieno il significato che gli si associa comunemente in rete, per cui gliene ne assegna uno diffuso nel suo gruppo ristretto. E quel significato gli arriva dall’alto, cioè da Casaleggio, come puro e semplice slogan pubblicitario: troll è chi non è grillino, quindi è “male” in confronto a te che sei “bene”.

    La leva è molto semplice e viene usata con una consapevolezza che personalmente trovo il vero efferato crimine del grillismo: prendere una massa di sprovveduti e vendergli un prodotto col massimo cinismo e disinteresse per le conseguenze. Nessuno pretende che un pubblicitario abbia un’etica, ma sebbene molte scelte commerciali di grande portata abbiano sicuramente contribuito a cambiare la società (talvolta anche in meglio: ad esempio la diffusione degli elettrodomestici e dei detersivi migliorando le condizioni generali di igiene ha contribuito a un miglioramento delle nostre condizioni di vita), in questo caso si è veramente giocato a fare gli apprendisti stregoni con dei chiarissimi segnali che indicavano che sarebbe finita male.

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