Renzi: genio o pisquano?

E così Renzi sembra essere il nuovo Presidente del Consiglio.
Da domani ci saranno le consultazioni e il nome praticamente dato per scontato è il suo.

Le scuole di pensiero che si sono delineate in queste ore sono sostanzialmente due: una che dice che Renzi è un genio (tipicamente i fan di Renzi, i suoi collaboratori e pochi altri) e chi dice che sia un pisquano (più o meno tutti gli altri).

La domanda che si fanno tutti, anche Romano Prodi, per dirne uno, è “ma perchè adesso?”.
O anche “ma che bisogno c’era?”, o il commento “ma che figura di m…” riferendosi all’intera vicenda.

Partiamo dalla critica: Renzi sui media fa principalmente la figura dell’arrivista assetato di potere che, poco dopo aver vinto le primarie concordando che il segretario di partito è una funzione distinta da quella di premier, pretende di ottenere pure il posto di premier.
Ben esplicativo è il meme che gira in queste ore sulla famosa frase “Enrico stai sereno”, ripresa perfino da Fabio Fazio, che sta organizzando Sanremo. E se ci si fa prendere in giro pure da Fazio, la figura che si è fatti non dev’essere positiva affatto.

Oltre alla sensazione che Renzi ha dato di sè mediaticamente, c’è da tenere conto dell’apparente inopportunità politica: siamo in un periodo di crisi (l’aumento irrisorio del PIL e la notizia di uscita dalla recessione non sono sufficienti per cantare vittoria), il Parlamento è un pandemonio, c’è Grillo che delira.
E soprattutto il PD non ha la maggioranza in Senato.

Che ci azzecca quindi, come direbbe il politicamente defunto Tonino, una manovra politica da squalo in questo momento? Per ottenere cosa, un mandato da Presidente del Consiglio praticamente impossibile da svolgere decentemente?
E’ giustificato il timore degli elettori del PD (e di Prodi) di vedere un Renzi “bruciato” prima ancora di andare alle urne?

La risposta è sì, il timore è ben giustificato.
Ma non è detto che tutto il male venga per nuocere, tanto per citare un proverbio, che è solitamente cosa orrenda da fare in un articolo.

Prendiamo lo scenario “classico”, quello in cui Renzi attende pazientemente la fine della legislatura per potersi candidare. Il piano quindi sarebbe di andare a votare con una legge elettorale che il Parlamento dovrebbe approvare da ora alle nuove elezioni. Ma quale legge elettorale? E’ realistico pensare che la legge che verrebbe votata sarebbe una legge decente?
Dobbiamo ricordarci che Berlusconi e il centro-destra in generale, come molti partiti del mondo, si fanno le leggi elettorali ad hoc per ottenere qualcosa. Il Porcellum è un famoso esempio: è stato fatto per impedire la governabilità in caso di vittoria del centro-sinistra e ha funzionato perfettamente.

Davvero riteniamo che il centro-destra avrebbe lasciato passare una legge ben funzionante, che avrebbe lasciato vincere Renzi tutto tranquillo come sembrava dai sondaggi (e nel centro-destra c’è Uno che coi sondaggi ci campa)?
E’ possibile che Renzi avrebbe potuto in qualche modo fatto passare qualcosa di decente, ma è molto probabile che non sarebbe bastato per assicurare la sua governabilità nel caso di vittoria. E quindi, in questo caso più probabile, lo stesso Renzi avrebbe dovuto creare nuovamente le “larghe intese” con Berlusconi, il cui effetto mediatico sarebbe la “dimostrazione che Renzi non è diverso dagli altri”.
Grillo, grande alleato di Berlusconi, griderebbe all’inciucio come al solito, lanciando hashtag e mandando Dibba in TV senza contraddittorio a recitare, e il tutto rischierebbe di neutralizzare Renzi.
Dall’interno della maggioranza il centro-destra potrebbe fare un’opposizione molto efficace al governo (come sta già facendo) e impaludarlo in infinite trattative, costringendolo all’inefficacia e concludendo la dimostrazione che “Renzi in fondo è la solita promessa mancata tipica Italiana”.

Di fronte a questo scenario pessimo, è ipotizzabile che Renzi abbia deciso di prendere tutti in contropiede, cercando di arrivare alla Presidenza del Consiglio subito.

A questo punto, per capire cosa farà, bisognerebbe essere nella testa di Renzi stesso, quindi possiamo solo ipotizzare.
Per brevità, ipotizzo lo scenario che mi sembra migliore e la strategia che mi sembra la più efficace.

Renzi eredita una maggioranza divisa, che al Senato si poggia sui voti del centro-destra. NcD non è molto numeroso in Parlamento e potrebbe non essere sufficiente a sostenere una maggioranza stabile. Inoltre NcD è un partito di centro-destra e l’ultima cosa che vogliono è di far buona pubblicità a Renzi.
Forza Italia è di Berlusconi, e sappiamo di parlare di una persona che fa solo il proprio interesse.
Sostanzialmente, non c’è speranza per Renzi di governare decentemente, ed è proprio quello il punto forte di queste ipotetica strategia.

Renzi si mostra pubblicamente come “uomo del rinnovamento”: dice di voler portare politiche nuove, riorganizzazioni radicali, tutto quanto di coraggioso l’Italia ha bisogno.
Parlando di Renzi al governo, questo ci si aspetta da lui.

A questo punto, nessuno vieta a Renzi di proporle, queste riforme (pregando in Aramaico che siano buone per davvero) e starà al centro-destra decidere se appoggiarle o meno.
Se le appoggerà, Renzi dimostrerà di aver mantenuto le promesse e di aver saputo governare in una situazione difficile e di aver preso il potere per buona causa. La sua immagine ne risentirà positivamente e molto probabilmente guadagnerà voti.
Se il centro-destra non le appoggerà, Renzi potrebbe invadere le TV (o farle invadere dai suoi) a gridare ai quattro venti che “noi le riforme le volevamo fare, sono loro che ce lo impediscono”.

Ricorda niente? E’ la solita strategia di Berlusconi per giustificare il fatto che nel governo precedente non si è fatto un fico secco. Ovviamente la ragione vera era che il PdL (e tutte le precedenti incarnazioni) si occupavano solo degli affari del padrone, tralasciando quelli degli Italiani (o danneggiandoli direttamente e indirettamente, spesso), ma i nostri compratrioti minorati lo hanno sempre votato.

Se Renzi usasse la stessa strategia, potrebbe forse accadere che quegli stessi minorati lo votino?

Ma questa è solo un’ipotesi e la domanda resta.

Renzi sarà un genio o un pisquano?

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