Parlamentari a cinque stelle

Il codice di comportamento che Beppe Grillo ha preparato per i futuri parlamentari del Movimento Cinque Stelle è scandito da alcune regole. L’ingresso a Montecitorio e Palazzo Madama delle nuove truppe stellate rischia di travolgere la vecchia la politica di Palazzo. I parlamentari più esperti se la ridono: «Senza conoscere i regolamenti potranno fare ben poco». Loro intanto si sono messi a studiare.

I parlamentari dovranno rifiutare l’appellativo di “onorevole” e optare per il termine “cittadina” o “cittadino”.

Basta con le gerarchie all’interno dei gruppi parlamentari. Tanto alla Camera quanto al Senato, i capigruppo dovranno cambiare ogni tre mesi. «Persone sempre differenti» si specifica nel documento. Vita dura per i presidenti delle due Camere, costretti a individuare ogni volta il rappresentante del movimento. Ma anche per i cittadini in cerca di leader ben riconoscibili: per i parlamentari grillini è previsto anche l’obbligo di «evitare la partecipazione ai talk show televisivi».

«Noi abbiamo gente preparata e motivata -dice Grillo– sono gli altri che non sono all’altezza: oggi un parlamentare schiaccia tasti, in base alle direttive di partito, su cose che non capisce o non conosce». (su questo punto i commenti dei Caproni si scateneranno! Queste dichiarazione le abbiamo ampliamente smentite, ad esempio negli articoli Vincolo di mandato, Io sono il programma, Scimmie ammaestrate ecc., ecc.)

Intanto ci si interroga sulle prima battaglie parlamentari del Movimento Cinque Stelle. Si parte dai venti punti «per uscire dal buio» che Grillo ha pubblicato sul suo blog. Dal reddito di cittadinanza, all’abolizione dei contributi pubblici ai partiti. Ma gli impegni non si esauriscono qui. Ogni iscritto potrà suggerire delle proposte di legge sul sito del movimento. Se saranno approvati almeno dal 20 per cento dei partecipanti, i documenti dovranno essere obbligatoriamente portati in Aula.

Leggi e non solo. Grillo assicura che uno dei primi provvedimenti sarà l’istituzione di una commissione di inchiesta sui rapporti tra Partito democratico e Mps. Il deputato di Centro democratico Pino Pisicchio è scettico. Più volte sottosegretario, eletto in Parlamento per la prima volta nel 1987, Pisicchio conosce bene le dinamiche di Palazzo. «La proposta è una cosa, l’approvazione è un’altra. I regolamenti parlamentari bisogna conoscerli. Ci vogliono anni prima di raggiungere le raffinatezze procedurali che usava Pannella in Parlamento». A sentire lui i grillini rischiano di scontare una grave impreparazione tecnica. Che potrebbe precluderne le capacità politiche. «Con un ricambio dell’80 per cento, nella prossima legislatura sarà molto difficile governare il Parlamento. Gli uomini di Grillo non conoscono le procedure d’Aula, non sanno come presentare un’interpellanza, non sanno come e quando prendere la parola. Che faranno, chiederanno ogni volta ausilio a Casaleggio?».

I futuri parlamentari assicurano di aver rimediato. «Stiamo studiando i regolamenti parlamentari già da qualche tempo – ammette Di Battista – Ho ripreso in mano anche i libri di diritto costituzionale».

Tra tante novità, qualche conferma. A supportare i non più onorevoli grillini resteranno i portaborse. Gli assistenti potranno continuare a passeggiare in Transatlantico con il tesserino rosso al bavero della giacca.

I deputati grillini non faranno più conferenze stampa a Montecitorio. «Lo strumento ufficiale per la divulgazione delle informazioni e la partecipazione dei cittadini – continua il codice di comportamento per i parlamentari – è il sito internet» Ogni giorno le votazioni in Aula e nelle commissioni saranno raccontate e motivate con un video pubblicato su youtube. Sul sito, invece, si troveranno i rendiconti delle spese mensili per l’attività di ogni parlamentare (la voce dello stipendio relativa alla diaria infatti non sarà abrogata, al contrario dell’assegno di fine mandato).

Pisicchio continua a non essere troppo convinto. «L’antipolitica e l’antiparlamentarismo, una volta eletti, finiscono per essere istituzionalizzati». Insomma, il ruolo dei grillini in Parlamento è un controsenso. «Alla fine si ridurrà a una macchietta».

Da LINKIESTA

I commenti sono chiusi.