La Carta di Intenti del Centrosinistra

Prima di tutto, voglio ringraziare il leader capra per lo spazio che mi concede in questo blog che dovrebbe essere “la centrale dei troll pagati dal PD”.

Cominciamo con il dire che questo articolo riflette le mie idee e non quelle del Movimento Caproni e vuole essere un modo per cominciare una critica sui contenuti del programma del centrosinistra un po’ allo stesso modo in cui abbiamo criticato i programmi dell’M5S.

Mettiamo un paio di punti in chiaro prima di cominciare: sono un attivista del PD, sono uno dei volontari che potete vedere dietro al bancone delle feste o ai banchetti o agli eventi pubblici.
Non ricopro attualmente alcun ruolo all’interno del partito o all’interno delle istituzioni; non percepisco compensi di alcun tipo per la mia attività (ok per dirla tutta avevo un forte sconto sulle consumazioni durante la festa del PD nella quale partecipavo come volontario).

Come attivista riconosco la struttura del partito ma non credo assolutamente sia infallibile: credo che possa essere perfezionata attraverso l’impegno dei partecipanti e attraverso la democrazia interna a tutti i livelli, pur mantenendo una chiara gerarchia che lega il nostro circolo alla direzione nazionale.

Messi in chiaro questi punti possiamo andare a cominciare.

Come saprete il prossimo 25 novembre si svolgeranno le primarie della coalizione di centrosinistra: per partecipare alle primarie occorre pre registrarsi e riconoscersi nella carta di intenti di Italia Bene Comune, che poi sarebbe il nome della coalizione.

Ma cosa dice la carta di intenti?
La carta di intenti è una traccia, o una serie di linee guida che dovrà essere seguita da ogni candidato alla presidenza del consiglio, quindi, indipendentemente da chi vincerà questa carta sarà comunque il solco entro al quale dovrà andarsi a collocare il programma del candidato premier. Se vogliamo partire con una critica questo solco è abbastanza stretto rispetto alla libertà di azione che potrebbe avere un candidato alle presidenziali americane.

Si ma cosa dice questa carta di intenti?
Oh come siete impazienti. Va bene, cominciamo. Qui potete leggere il documento per intero ma dato che si tratta di un documento abbastanza corposo provo a riassumervelo e in punti chiave per poi commentarlo secondo il mio punto di vista (che non è completamente aderente a quello della coalizione, pur restando parecchio vicino)

Il documento parte con una introduzione: è un po’ una supercazzola, quindi mi prendo la libertà di saltarla a piè pari. Eccoci al primo punto

Europa

La coalizione riconosce a pieno l’europa come l’unica via da percorrere: nel proprio governo si adopererà per attuare un “coordinamento delle politiche economiche e fiscali” e “nuove istituzioni comuni, dotate di una legittimazione popolare e diretta” per arrivare al compimento di una vera unione federale europea.

In questo ambito i partiti si coordineranno con le altre forze democratiche progressiste e liberali europee.

Ok ci siamo capiti? Sei per la sovranità nazionale e monetaria? Sei nazionalista e non europeista? Ok, cerca un altro partito. Il PD e la coalizione si muoveranno all’interno dello schema europeo, cercando di migliorarlo. Non ritorneranno alla lira e anzi cercheranno di passare alcuni poteri ad istituzioni comuni legittimate popolarmente.

Democrazia

“Dobbiamo sconfiggere l’ideologia della fine della politica e delle virtù prodigiose di un uomo solo al comando” è una bellissima frase; è un punto preciso di quello che è sempre stato per me il partito democratico. Non posso però non notare l’ironia di leggere questa frase in un documento relativo all’elezione dell’uomo solo al comando della nostra coalizione. La frase comunque è riferita ai partiti personalistici e ai vari uomini della provvidenza: il PD cerca di limitare questo fenomeno ricorrendo allo strumento del voto il più possibile; possiamo discutere di quanto sia goffo molto spesso nelle sue operazioni ma non possiamo negare che il PD e le coalizioni del PD tendono a scegliere attraverso le primarie i propri candidati alle cariche più alte.

Gli altri punti sono
Riconoscimento del ruolo femminile (quote rosa) che mi trova d’accordo solo se non regolamentato attraverso leggi.
Lotta alla corruzione e alla mafia nelle istituzioni

Sulla riforma dell’assetto istituzionale, siamo favorevoli a un sistema parlamentare semplificato e rafforzato, con un ruolo incisivo del governo e la tutela della funzione di equilibrio assegnata al Presidente della Repubblica.

Non so bene cosa voglia dire: a mio parere se rafforzi il parlamento non puoi avere un governo incisivo, e viceversa. Mi piacerebbe capire se siamo per l’esecutivo forte o per il parlamento forte: io sono per il parlamento forte con elezione diretta proporzionale attraverso collegi uninominale e questi eletti dovranno rispondere sempre e comunque al proprio seggio; questa è la mia idea, ma mi sembra ancora lontana da quella del mio partito. Idea che appunto al momento non capisco fino in fondo.

Quindi abbiamo, riduzione dei costi della politica, meno soldi ai partiti, meno invadenza della politica nei campi non di sua competenza (non specificati). Inoltre rivedere la macchina burocratica in modo da renderla più efficiente.

Insomma: i partiti della coalizione si sono accorti che la macchina politica costa troppo e produce poco e si impegna a cambiare le cose. E combattere la corruzione mentre fa questo.

Qualcuno è contrario a questi punti? Nessuno? Andiamo avanti.

Lavoro

Fulcro di quel conflitto non è più solo l’antagonismo classico tra impresa e operai, ma il mondo complesso dei produttori, cioè delle persone che…

Quando si parte così a me girano le balle. Capisco che il vintage funzioni bene, ma basta parlare di “conflitto” quando si parla di lavoro. Non è una lotta tra masse di diseredati sporchi di carbone contro opulenti ricchi con cappello a cilindro, monocolo e panciotto. Smettiamo di vedere il lavoro come una lotta. Non è una lotta, è un mercato ma non è una lotta. Quindi

La battaglia per la dignità e l’autonomia del lavoro, infatti, riguarda oggi la lavoratrice precaria come l’operaio sindacalizzato, il piccolo imprenditore o artigiano non meno dell’impiegato pubblico, il giovane professionista sottopagato al pari dell’insegnante o della ricercatrice universitaria.

E quindi quale è il nemico comune dell’operaio sindacalizzato, della precaria e del piccolo imprenditore (che è il “padrone” della precaria e dell’operaio sindacalizzato)? Contro chi si combatte la battaglia? Contro Bilderberg in persona? (lo so non è una persona, era per fare una battuta)

Una volta chiarito questo punto possiamo vedere le proposte:
Alleggerire il sistema fiscale che grava sui lavoratori recuperando i soldi dai patrimoni finanziari e immobiliari. Fuck yea, in particolare per i patrimoni immobiliari sfitti.

Contrastare le scelte della destra che hanno svalutato il lavoro precario. Su questo punto non mi sento d’accordo: il valore del lavoro deve essere determinato dal mercato del lavoro, possiamo mettere dei minimi salariali e rivedere per l’ennesima volta i contratti a progetto ma più di tanto non si può fare. Lo dico da lavoratore che passa da un contratto a progetto all’altro. Al massimo possiamo provare a fornire più tutele per i precari, magari rivedere la disoccupazione.

Incentivo al lavoro femminile attraverso gli asili nido: direi che qui si prende una bella parte del problema. Proseguiamo:

Occorre una legge sulla rappresentanza che consenta l’esercizio effettivo della democrazia per chi lavora. Non possiamo consentire né che si continui con l’arbitrio della condotta di aziende che discriminano i lavoratori, né che ci sia una rappresentanza sindacale che prescinda dal voto dei lavoratori sui contratti.

Anche no: per me non occorre mettere altre leggi e vincoli su come debbano funzionare le aziende: limitiamoci a creare i presupposti per avere abbastanza richiesta di lavoro da permettere ai lavoratori di andarsene dai posti dove non si sentono trattati bene.

Uguaglianza

Su questo punto abbiamo più un ragionamento ideale: ciascuno deve essere messo in condizione di poter competere; in particolare donne e sud Italia.

In questo punto si evidenzia come occorra una riforma della giustizia rivolta verso i più deboli.

Libertà

Il nostro progetto non sarà retoricamente per i giovani, ma dovrà essere soprattutto di giovani

Noi siamo i giovani. Con i blue jeans. Ok ma in concreto?
In concreto si vuole andare oltre gli anni del Berlusconismo dove gli interessi privati e i clientelismi si sono messi in mezzo tra i giovani meritevoli e la loro realizzazione. Questo punto mi fa un po’ paura: non tanto per l’andare correttamente contro i vari clientelismi, ma più per il fatto della meritocrazia.

Cos’è la meritocrazia? Come si riconosce un giovane meritevole? Dall’università che ha fatto? Dall’esperienza? Può succedere che un giovane studi una vita e non impari niente e non ci sono degli automatismi tra l’avere finito un percorso universitario e l’essere meritevoli.

Come si riconoscono questi meriti? Lasciando scegliere al mercato del lavoro. Penso che molti – giovani e meno giovani – siano bloccati in un posto di lavoro che non realizza a pieno il loro potenziale. La politica dovrebbe limitarsi a creare le condizioni per un mercato del lavoro dinamico che permetta a chiunque di spostarsi agevolmente da un lavoro all’altro fino a quando non trova quello che realizza il suo potenziale, o quello che preferisce per la sua vita (un part time se si vuole passare più tempo in famiglia o uno pieno di trasferte in tutto il mondo se si è inclini a viaggiare). Quella è la meritocrazia dal mio punto di vista.

Occorre superare gli aspetti giuridicamente insostenibili della legge 40 in materia di procreazione assistita e garantire piena applicazione alla legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza.

Pro choice e a favore della procreazione assistita. Si vede così tanto che in questa coalizione non c’è l’UDC?

Su temi che riguardano la vita e morte delle persone, la politica deve coltivare il senso del proprio
limite e il legislatore deve intervenire sempre sulla base di un principio di cautela e di laicità del
diritto.

Sì, direi che anche sul fine vita possiamo discutere serenamente.

Sapere

La coalizione riconosce la scuola e la ricerca come l’ambito principale del rilancio del paese e quindi è disposta ad investire, pur cercando di mantenere sotto controllo la spesa.

Gli interventi includono

un piano straordinario contro la dispersione scolastica, soprattutto nelle zone a più forte infiltrazione criminale, dal varo di misure operative per il diritto allo studio, da un investimento sulla ricerca avanzata nei settori trainanti e a più alto contenuto d’innovazione.

Sviluppo sostenibile

Una politica industriale “integralmente ecologica” è la prima e più rilevante di queste scelte.

Mmmh… no.

Mi fa parecchia paura l’idea di una politica industriale integralmente ecologica: hey, questo paese ha ancora un po’ di industria pesante, qualche acciaieria con seri problemi, qualche industria di auto e cose così: vediamo di non giocarci queste carte importanti economicamente verso una ideale paese dei puffi.

Beni comuni

Dall’acqua al patrimonio artistico indipendentemente

non può venir meno una responsabilità pubblica dei cicli e dei processi, che garantisca l’universalità di accesso e la sostenibilità nel lungo periodo.

ma

Non si tratta per questo di tornare al vecchio statalismo o a una diffidenza preventiva verso un mercato regolato. Il punto è affermare l’idea che questi beni riguardano il futuro dei nostri figli e chiedono pertanto una presa in carico da parte della comunità.

Quindi ben venga il mercato, purché estremamente regolamentato.

Diritti

Per punti

  • contrasto verso ogni violenza contro le donne
  • cittadinanza ai figli degli immigrati
  • riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali
  • legge contro l’omofobia

Chiaro?

Responsabilità

Fino ad ora abbiamo visto tante belle parole, ma nei fatti come sarà possibile realizzare un programma del genere senza che la coalizione del centrosinistra vada in frantumi come al solito?

La coalizione ci prova mettendo queste bellissime clausole vincolanti

  • Sostegno al premier per l’intero arco della legislatura
  • Il premier sceglierà il governo senza basarsi su un criterio di spartizione
  • Le controversie vanno risolte con una maggioranza qualificata dei gruppi parlamentari
  • Lealtà verso li impegni internazionali
  • appoggio dell’esecutivo nelle misure di ordine economico e istituzionale necessarie per procedere verso un governo federale dell’eurozona

In linea di principio queste clausole dovrebbero evitare i vari Scillipoti e Mastella.

Conclusioni

Nonostante i punti che ho evidenziato come divergenti rispetto alla mia idea considero questa carta di intenti un buon documento dove vengono prese delle posizioni: per l’europa, per il merito, per i diritti. Un buon documento che appunto vincola il prossimo candidato ad un progetto comune.

Certo: poi chi viene eletto come al solito potrà – come previsto dalla costituzione – esercitare senza vincolo di mandato la propria funzione, ma almeno c’è una carta che deve aver firmato che potrà essergli rinfacciata quando andrà contro questa serie di principi.

Penso non si possa realisticamente chiedere molto di più.

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