Due parole sull’F-35

Forewords.

Visto che Pallacorda ha già sostenuto l’argomento dal punto di vista politico ed economico m’è sembrato giusto tornare sui tormentati aerei con un approfondimento che spieghi un attimino meglio qual’è la situazione dal punto di vista tecnico.

Io non sono un esperto d’esercito e questioni militari ma girando ed informandomi qualche idea me la sono fatta (specie sul versante tecnico, che è quello che conta) e la condivido volentieri. Anziché però partire da spiegazioni e simili preferisco iniziare dalle critiche:

L’Italia ripudia la guerra secondo la costituzione ed a me la guerra non piace.

A questa critica c’è poco da rispondere, se siete pacifisti convinti e non volete non solo gli F-35 ma qualsiasi arma allora semplicemente smettete di leggere qui visto che comunque c’è poco altro da aggiungere per farvi cambiare idea.

Nella pratica la sicurezza di un paese passa anche da una certa dose di deterrenza, il che vuol dire che avere un buon numero di armi è la miglior garanzia per assicurare che non verranno mai usate.

Oltre a questo c’è da dire che le forze armate servono anche per difendere il territorio nazionale (l’Italia) e per partecipare alle missioni di pace (come l’imposizione di no-fly zone) in base agli accordi internazionali.

 

Non ha senso, in questo periodo di crisi, spendere tanti soldi per materiale bellico.

L’Italia è un paese che partecipa alla NATO (un organizzazione sovranazionale che tutela i paesi membri ed assicura il mutuo soccorso in caso d’aggressione) e che come tale ha l’obbligo di spendere una certa percentuale del PIL (che non spende comunque, ma finge d’avvicinarsi) per restare fra essi, ma se anche così non fosse il problema è che le forze armate ne hanno bisogno.

 

Gli aerei li abbiamo già.

Un aereo non è un automobile, le automobili tipicamente durano al massimo dieci o vent’anni prima di dover essere rottamate… gli aerei li abbiamo già (vecchi ed inadatti) ma a breve non potranno più volare perché sono al limite della loro vita operativa (tipicamente la vita utile di un aereo militare si misura in migliaia di ore di volo, l’ F-16 ad esempio è stato progettato per “durare” 8.000 ore).

Oltre a questo un aereo assomiglia più ad un pezzo d’artigianato che ad un prodotto in serie, per cui man mano che un mezzo invecchia diventa sempre più difficile trovare pezzi di ricambio e spesso ci si riduce (non solo noi, tutte le aviazioni del mondo) a cannibalizzare alcuni aerei per tenerne in funzione altri… questo fa sì che gli aerei più invecchiano più diventano cari.

 

Ma non possiamo prendere aerei italiani ?

Attualmente l’Italia non ha in progetto o in vendita aerei che possano coprire i ruoli che dovrebbero coprire gli F-35.

 

Ma non possiamo fare a meno degli aerei ?

No. L’idea di rinunciare all’aeronautica ed avere solo esercito e marina non funziona neppure sulla carta… potremmo avere la migliore marina ed il migliore esercito di questo mondo, ma se ce li bombardassero impunemente dall’alto ci faremmo comunque poco… per questo è necessario avere un aviazione.

 

Ma non possiamo fare a meno dei bombardieri ?

No. Per difendere il territorio occorre poter bombardare, anche perché nel caso in cui ci si scontri con eserciti, marine o anche solo irregolari sul territorio bisogna mantenere la capacità di fornire supporto alle proprie unità.

 

Ed ora passiamo al cuore vero e proprio dell’articolo…

 

Il Lockheed-Martin F-35 è un aereo che nasce da un ragionamento molto sensato, tagliare i costi e razionalizzare le risorse dell’aviazione.

Nella pratica gli americani vent’anni fa si sono trovati a dover gestire troppi tipi di velivoli ed a spendere cifre altissime per la manutenzione, per questa ragione hanno pensato bene di progettare un aereo che sostituisse F-14, F/A-18, F-117, A-10 e AV-8B perché se un aereo può essere usato in quattro ruoli diversi basta averne la metà  per far tutto e perché è più facile fare manutenzione ad UN tipo d’aereo (pur con tutte le sue varianti) che dover tenere in piedi quattro tipi diversi, ognuno con i suoi pezzi di ricambio e le sue armi apposite.

Oltre a questo le due “feature” interessanti dell’F-35 per l’aviazione italiana sono la capacità d’essere invisibile (o quasi) ai radar e la presenza di un modello STOVL (short take-off vertical landing, ad atterraggio verticale), una feature essenziale per le nostre forze armate che hanno portaerei “piccole” inadatte per gli appontaggi “classici” (quelli che si vedono nei film con gli aerei che vengono frenati tramite gancio e cavo).

I punti di forza degli F-35 non si fermano qui, la cosa più interessante del mezzo (non bastasse il resto) è il casco/sistema visuale che, grazie ad apposite telecamere, fa sì che il pilota, ovunque giri la testa, veda “fuori” come se l’aereo fosse trasparente.

 

I problemi.

I problemi dell’F-35 sono, purtroppo, ben più noti delle sue funzionalità… durante lo sviluppo l’aereo ha subito diversi ritardi e problemi che hanno portato all’aumento dei costi ed a continui slittamenti dei tempi di consegna.

Alcuni di questi problemi non interessano le versioni destinate alle forze armate italiane (ad esempio il problema al gancio d’atterraggio riguarda solo l’ F-35C che noi non abbiamo in ordine) mentre altri riguardano tutte le versioni (fra cui un eccessivo lag delle immagini visualizzate dal casco) e diversi rischiano d’essere seri (tipo i forti stress alle superfici, che hanno costretto i collaudatori a non superare mach 1 sui prototipi).

Nella pratica, comunque, nessun difetto ad oggi s’è rivelato tale da costringere i progettisti a dover cestinare il programma e l’aumento dei costi (che in aviazione è normale) non è così preoccupante (pensate che l’Austria oggi i suoi EF-2000 li paga 110 milioni di dollari l’uno).

 

Cosa vuol dire stealth.

Un aereo “stealth” è un aereo che risulta invisibile o quasi ai radar.

In ambito bellico la cosa ha un importanza primaria per i bombardieri perché spesso e volentieri questi aerei devono entrare in territorio nemico (dove, con tutta probabilità, ci saranno sistemi missilistici antiaerei)… se non sono visibili è facile che possano attaccare ed eliminare la contraerea senza rischiare d’essere abbattuti ma è utile anche per tutte le altre missioni perché i missili a medio e lungo raggio seguono il bersaglio tramite appositi radar.

Ora però spuntano i problemi… se è vero che un aereo può essere “invisibile” ai radar la stessa cosa non può dirsi per quello che gli si monta sotto (cioè per l’armamento, che tipicamente negli aerei viene montato in piloni sulle ali o sotto la “pancia”) e non ha molto senso fare un aereo stealth disarmato; per questa ragione l’F-35 (come l’ F-117A) monta “in pancia” una stiva in cui possono essere montate delle armi “internamente” all’aereo stesso.

Nello specifico il JSF può volare con le sole armi nelle stive (restando invisibile) o con un quelle più altre armi esternamente, diventando “meno invisibile”… a seconda dei compiti che deve svolgere.

 

La (non) alternativa.

L’Eurofighter Typhoon è un aereo antecedente come progettazione ed alcune feature ritenute utili al tempo (come la possibilità di superare mach 2) hanno oggi un importanza marginale, inoltre la progettazione dell’aereo è molto datata (i progetti si possono far risalire a prima dell’F-16) ed il suo ruolo principale è quello di fare da caccia puro (tant’è che solo gli ultimi modelli hanno iniziato ad avere limitate capacità d’attacco al suolo ed anche lì i problemi si vedono, non ultimo il fatto che le ali sono messe un po’troppo in basso per montarci agevolmente delle bombe):

 

Anche così l’EF-2000 è un ottimo caccia (leggo che come manovrabilità può giocarsela con l’F-22!) ma come multiruolo lascia parecchio a desiderare.

L’Eurofighter Typhoon è considerato un aereo “quasi stealth” ma non avendo stive interne la sua impronta radar dipende grandemente da quanto sono stealth le armi che monta.

 

Conclusioni.

Non m’addentro troppo in discorsi su presunte mazzette, interessi reconditi e via dicendo… l’ordinativo di F-35 è sceso al limite oltre al quale “tanto vale non prenderne” e, visti i limiti delle nostre portaerei, non ci sono alternative agli F-35 (per la precisione agli F-35B).

Last but not least la considerazione sulla produzione e sulle economie nazionali… accedere al programma F-35 come contributori ci permette d’avere un certo peso quando si va a discutere degli aerei d’addestramento, dove l’Italia ha un suo interesse (che si chiama Aermacchi M-346).

A seguito qualche termine tecnico ed il loro significato.

 

Cosa vuol dire “transonico”.

Se si usano gli aerei anziché gli elicotteri è perché sono più veloci (il che vuol dire che possono essere sul bersaglio in tempi brevi) e perché hanno un maggiore raggio d’azione (il che vuol dire che possono coprire distanze maggiori); un aereo si dice “transonico” quando opera a velocità prossime a quelle della propagazione del suono nell’aria (muro del suono).

In particolare “supersonico” è un aereo che supera “di molto” la velocità del suono mentre “subsonico” è un aereo che resta abbastanza al di sotto della velocità del suono… quel “di molto” e quel “abbastanza” dipendono dal fatto che diverse superfici dell’aereo hanno diverse velocità, per cui un aereo “globalmente” subsonico potrebbe avere alcune superfici supersoniche ed un aereo “globalmente” supersonico potrebbe avere alcune superfici subsoniche a seconda della manovra e della posizione della superficie stessa.

 

Com’è fatto un motore d’aereo.

Tipicamente un motore “a reazione” (turbojet) è un sistema in cui le ventole anteriori girando comprimono l’aria incanalandola a forza in stretti condotti in cui raggiungono alte pressioni.

In queste camere l’aria viene miscelata al combustibile ed incendiata producendo una rapida espansione del volume; il gas così “espanso” trova un altissima resistenza da parte dei condotti da cui proviene e tende quindi a defluire verso la zona in cui c’è una minor pressione relativa, lo scarico, producendo di conseguenza una spinta.

Nel percorso degli scarichi è però presente una turbina (delle pale) che ostacolano l’uscita; queste pale vengono quindi mosse dai gas di scarico ed il moto prodotto si propaga lungo l’asse del motore a muovere le pale che producono la compressione a monte.

Detta facilmente: i gas di scarico fanno girare la turbina che fa girare le ventole che comprimono l’aria, che infiammandosi nella camera di combustione produce gas di scarico… e così via… nella pratica fino a quando avviene la combustione il sistema si sostenta da solo ed aumentando e diminuendo la quantità di combustibile (entro certi parametri operativi) è possibile regolare la spinta prodotta.

Un motore a turboventola (turbofan) è un motore a reazione in cui “davanti” c’è una (o più) ventola “grande” che comprime debolmente l’aria senza però canalizzarla nel “reattore”… in questo modo il flusso d’aria dello scarico è “costretto” dai flussi d’aria debolmente compressi che lo circondano; questo genera una maggiore spinta (a parità di carburante) e rende più “docile” il motore.

A questo gli aerei da guerra aggiungono i postbruciatori, che in pratica è un sistema di ugelli a valle degli scarichi che, mediante diversi accorgimenti, getta altro carburante nello scarico (che è ancora ricco d’aria incombusta) e lo fa infiammare “all’esterno” del reattore stesso (producendo le caratteristiche fiamme visibili dall’esterno):

I postbruciatori (afterburner) aumentano drasticamente la velocità raggiungibile dai motori (turbofan o turbojet) ma:

  • i consumi sono molto maggiori (il che vuol dire che usare i postbruciatori significa consumare molto più carburante)
  • l’intero propulsore è molto più sollecitato, di conseguenza l’utilizzo dei postbruciatori ne riduce di molto la vita operativa
  • un propulsore con postbruciatore è più complesso (dovendo avere il sistema di ugelli ed il necessario per mantenere la fiamma) e più pesante dell’equivalente senza postbruciatore
  • un propulsore con postbruciatore è meno efficiente (a parità di carburante bruciato) di uno senza postbruciatore anche quando il postbruciatore non viene usato
  • i postbruciatori sono a tutti gli effetti una fiamma all’aperto, il che vuol dire che qualsiasi sensore infrarosso (tipo quelli presenti su tutti i missili aria-aria a corto raggio) è in grado di vedere a km di distanza una freccia che dice “sono qui”, ragion per cui in un ottica stealth l’uso dei postbruciatori è sconsigliabile

 

Cosa vuol dire “supercrociera”.

Nella pratica la supercrociera (supercruise) è la capacità di alcuni aerei di viaggiare oltre il muro del suono senza usare i postbruciatori.

I motori dell’F-35 non sono progettati per la supercrociera (fonte : http://www.jsf.mil/contact/con_faqs.htm ) ma in base alle specifiche non dovrebbero aver problemi in quel reparto; altri aerei sono in grado di funzionare in supercrociera (F-22, Rafale, Gripen ed anche il Typhoon) ma non è dato conoscere i dati specifici.

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