Berlusconi condannato

Finalmente ieri, primo agosto 2013, è arrivato uno dei momenti tanto attesi dalle persone oneste e non cerebrolese di questo misero paese: una condanna in via definitiva per Berlusconi.

Tralasciamo il povero Mentana che non ha capito niente di ciò che si è detto e ridiamo di gusto guardando la reazione del cosiddetto “Esercito di Silvio”, una sorta di Armata Brancaleone in salsa Arcoriana.

“Apri la bottiglia”, “mi batte il cuore”, si sente in sottofondo.
“Eh, va in prescrizione” dice esultando il tizio dai capelli impomatati, per poi ricordarsi improvvisamente delle telecamere e correggersi “ehm, va in appello”.
“Confermata la condanna all’arr…rresto” dice il povero caporale di Silvio con la voce rotta.

“Silvio Silvio” ricominciano i soldati semplici.
“E’ una figuraccia”, “sembriamo deficienti” sono le sconsolate prese d’atto finali.

“Sembriamo”?

Questo è il ritratto di uno dei lati peggiori d’Italia, con persone che non conoscono l’Italiano nè lo capiscono, con tifosi pronti ad esultare a casaccio come cani di Pavlov appena sentono la parola d’ordine che tanto attendevano, con gente “permale” che gioisce se un colpevole usufruisce della prescrizione, con visionari che si inventano le cose e se ne convincono al punto di cercare di costringere gli altri a credere che i loro deliri siano reali.

Queste sono le persone che, con il loro voto scriteriato e scellerato, ci hanno portato a fondo.

Sono loro i principali responsabili di umiliazioni di questo calibro:

Ridevano di noi, e loro lo votavano.

Questa condanna è una rivincita, certo, ma è una vittoria parziale. E’ parziale perchè loro, quelli lì che abbiamo visto nei video precedenti, sono milioni. Sono milioni e votano per lui perchè credono che la magistratura ce l’abbia con lui, perchè con i condoni gli permetterà di vivere nel loro abuso edilizio preferito dentro la Valle dei Templi, perchè “ogni sera sistema cinque o sei belle fighe” (frase che ho realmente sentito più volte),  perchè così in tanti potranno continuare ad evadere le tasse.

E allora ridiamo, certo. Festeggiamo, anche.
Abbiamo tutto il diritto di sentirci sollevati e più forti, di sentire che la giustizia, per quanto attaccata, assediata e disastrata, ancora sopravvive e ci difende dallo schifo.

Ma dobbiamo ricordarci che sono ancora tutti lì, quelli che l’hanno votato, e che gran parte di loro voterà ancora lui o chiunque lui designerà come successore al regno sul Trono di Vermi.

E ricordatevi anche che questo è uno, ma c’è pure l’altro. Che non è nè meglio nè peggio, solo diverso.
Tendenzialmente onesto, sicuramente, ma non meno pericoloso.

E chi voterà la prossima volta tutta la gente che non voterà più PdL?
Voterà? Non voterà? Chi guadagnerà di più da un eventuale crollo del PdL, ammesso che ce ne sarà uno?

Questa condanna e ciò che seguirà è un evento da festeggiare, ne sono certo e ne sono contento, ma non è affatto detto che non sia l’inizio di qualcosa di perfino peggiore, in un modo o nell’altro.

Due parole forse vanno spese riguardo a “ciò che seguirà”.
A Prima vista una strategia vincente, potrebbe essere di forzare il PdL a fare tutto ciò che il PD vuole e far passare delle leggi decenti e concrete che rimangano nella mente delle persone, anche le meno dotate di neuroni.
Il problema è che il PdL è ora piuttosto disperato e di certo vorrà una contropartita: c’è il rischio che qualche frangia del PD, potenzialmente maggioritaria, ceda nuovamente all’accordo “per il bene del Paese”, salvando in qualche modo il condannato. Uno scambio “voti-salvacondotto” di qualche genere che affosserebbe il PD per un decennio.

Forse una strategia possibile è di rompere definitivamente con Berlusconi e attaccarlo immediatamente, cercando di capitalizzare il più possibile sulla sentenza e sul disordine tra le sue file, spingendo per elezioni il più presto possibile. Un attacco molto forte permetterebbe di mettere in secondo piano Grillo, che avrebbe difficoltà a ribadire ulteriormente la propaganda dell’inciucio e della connivenza, ultimamente già percepita come monotona.
Il problema in questo caso è che la sinistra è come al solito una gelatina informe che si fa la guerra da sola. Nonostante questo sia piuttosto normale in una democrazia, cionondimeno inserisce un’inerzia enorme in qualunque manovra la coalizione di sinistra voglia intraprendere.

Una strategia quasi sicuramente vincente è mettere improvvisamente Renzi al comando di tutto quanto, attaccare Berlusconi e andare ad elezioni subito, ma purtroppo Renzi non è di sinistra. Sarebbe quindi una destra che vince contro un’altra destra, entrambe piuttosto “atipiche”, tanto per usare un eufemismo.
Inoltre non si sa come governerebbe Renzi nè quale sia esattamente il suo programma quindi, per quanto quasi certamente vincerebbe le elezioni, resta comunque da chiedersi cosa ci guadagneremmo noi Italiani dalla sua elezione: un bravo governante o un altro berlusconiano bravo solo nella parlantina?

Probabilmente la strategia migliore sarebbe di “darsi una svegliata” e decidere il candidato premier, che dovrebbe essere Letta.
Nel frattempo attaccare Berlusconi e alleati con tutta la forza possibile, di modo da scoraggiare il suo elettorato e adombrare Grillo nella protesta. Usare lo slogan “avremmo voluto fare tante cose, ma Berlusconi non ce lo ha permesso”, che è stato provato essere il metodo migliore per giustificare qualunque cosa in politica e adesso funzionerebbe perfettamente.
E andare ad elezioni il prima possibile, per capitalizzare sul disordine a destra, sulla confusione e incapacità dei grillini, e di una campagna elettorale aggressiva e, si spera, propositiva.
La velocità a questo punto sarebbe auspicabile, anche perchè i grillini sono ancora più lenti e inefficaci del PD nel fare qualsiasi cosa, quindi non sarebbero assolutamente pronti ad elezioni anticipate in meno di uno-due mesi.

Vedremo cosa succederà.
Ricordiamoci però, prima di esultare troppo come hanno fatto i berluscones, che c’è tutto il tempo per finire di male in peggio.

A scanso di equivoci, io preparo le valigie e mi trasferisco all’estero a breve.

Quindi, cazzi vostri.

Affettuosamente, ovvio.

P.S: ascoltate Bisio che è tanto saggio.
“Votate bene”, aveva detto. S’è visto com’è andata.

P.P.S:

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