La parola PACE

Era il settembre del 2001, e avevo 14 anni.
Le Torri Gemelle erano appena crollate, prima ancora che il fumo si depositasse già cominciavano a sentire nei TG la voglia di guerra, e contemporaneamente anche quella di pace.

Una nazione era stata aggredita dal fanatismo terrorista, e questo la spedì diretta nella paranoia e nella voglia di vendetta.

Sensazioni comprensibili, ma che quasi mai portano a qualcosa di utile.

All’epoca, ero troppo piccolo e ignorante per sapere qualcosa di veramente fattuale sulla situazione (con l’internet del 2001 poi…) ma mi stavo accorgendo di un fatto.

Le molte voci della pace, stranamente, ripetevano esattamente le stesse cose della propaganda avversa, la propaganda degli assassini fanatici.

Ma chissene, papà mi ha regalato la Xbox.

Afghanistan? vabbè, io c’ho Halo da finire.


Due anni dopo, ricominciò la solfa.

E con 100 volte più vigore.

C’era la propaganda, ridicola anche per un pirla sedicenne come me, americana che sparava balle sulle armi di distruzione di massa di Saddam.

All’epoca però, venni assalito da un deja-vù.

Per la seconda volta, la propaganda per la pace ripeteva le stesse esatte parole del peggior dittatore all’epoca in circolazione, e le presentava in chiave anti-americana.

Ma chissene, che è uscito Rise of Nations.

Iraq? No guarda, al massimo c’è Babilonia fra le civiltà giocabili…



Anni dopo, ormai nel 2010, ero già un baldo giovinotto di 23 anni, e un minimo di storia e politica l’avevo appresa, anche perchè ormai la 56k di famiglia l’avevo dismessa per una molto più dignitosa 6 megabit.

Fra una puntata di Star Trek presa da Emule e l’altra, ritornò il controcanto di guerra Vs pace.

Stavolta, non ci fu alcun “chissene” da parte mia.

Perchè i cortei, recanti enormi bandiere multicolori della pace ripetevano a pappagallo le farneticazioni di un dittatore assassino?

Si nonno, poi ti svegli sudato…



E così mi venne un sospetto, che ora pare abbastanza fondato.

Quella gente, che lo sapesse (sappia, ad oggi) o no, non vuole la pace, ma la PACIEH.

La PACIEH è una parola codarda, ammantata di belle speranze, e che denota una profonda ignoranza.

Chi la professa, benchè suoni come la sua controparte nobile, non si rende conto di essere un utile idiota delle peggiori dittature.

Non aveva senso, nel 2001, chiedere la PACIEH definendo gli USA come dei mostri assetati di petrolio, senza manco darsi la pena di fornire un minimo di dovuto cordoglio ai 3000 morti delle Twin Towers.

Non aveva senso, nel 2003, contestare le baggianate di Bush e Powell con idiozie anche peggiori le quali era prese di peso dalla propaganda di Saddam.

Non aveva senso, nel 2010, parlare di Libia come se fosse il paradiso terrestre e di Gheddafi come un santo, pur di infastidire la NATO.

Non ha senso, oggi, dirsi pacifisti e rifiutarsi di inviare armi a un popolo aggredito, tanto per professarsi anti-NATO.

La PACIEH è quello che succede quando per non “violare” la Costituzione, non invii armi a un popolo che ha bisogno di aiuto militare.

La PACIEH è quello che ottieni quando assecondi Putin, che si sente “minacciato” da un’alleanza difensiva quale è la NATO.

La PACIEH è come la liBBertà, completamente storpiata da decenni di compiacenza e servilismo occidentale, ormai scollegata dalla realtà.

Speriamo nel trionfo della PACE, quella vera, quella che si fa contrastando seriamente i dittatori aggressori e assassini, come sta facendo il popolo ucraino, e che non ha bisogno di like sui social, o comparsate in TV, o sciocchezze simili.

La pace vera, purtroppo, si fa con le armi.




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