“Il Grillo Canta Sempre Al Tramonto”

grillo

Editore Chiarelettere; brossurato, 200 pagine, euro 13.98
versione pdf (da me consultata, da cui ho tratto la copertina) 546 pp

C’era una volta un giornalista con colonna vertebrale dritta ed autocertificata; durante una chiacchierata con un caro amico, in quei tempi intento ad accreditarsi come (non) leader politico, fu tradito dall’istinto pavloviano. Cavati furtivamente di tasca blocchetto e penna, trascrisse il conciliabolo, lo aggiustò perché sembrasse un’intervista, e la sparò in prima pagina sul quotidiano di cui era vicedirettore. I lettori non la presero bene: non era un giornale indipendente, quello, che non faceva sconti a nessuno? “Certo, ma infatti non era un’intervista,era una cosa così”, cercò di spiegare il giornalista in un successivo editoriale. Purtroppo, non riuscì a persuadere il suo pubblico, da allora in via di riduziona a ritmo costante. Perché questo preambolo?
Perché “Il Grillo Canta Sempre Al Tramonto”, edito in formato cartaceo da Chiarelettere un paio di mesi fa, è la versione 2.0 di quella famigerata intervista.
Con alcuni accorgimenti tattici e contenutistici tesi a tenere lontani i soliti rompicoglioni che criticano Beppe. Intanto,come tutti i libri, ha un certo spessore. Proprio in senso fisico.
Quindi scoraggia già dallo scaffale il sostenitore abituato all’immediata leggerezza dello schermo del PC. E non solo in senso fisico. Occorrerà infatti un certo sforzo fisico-cognitivo ed una certa quantità di tempo da dedicare all’ultima opera del Guru, che qui non è solo.
Al suo fianco troviamo, infatti, Gianroberto Casaleggio e, soprattutto, Dario Fo. E qui sta la furbizia.
Lo scopo di Fo è, infatti, certificare l’alto livello culturale del volume; stiam parlando di Nobel alla letteratura, conosciuto in tutto il mondo, dopotutto. Mica uno che fai su così, con due chiacchiere.
Inoltre, proprio perché è probabile che queste pagine trasuderanno cultura ed aneddottica, non solo gli strepiti del Guru, il lettore svogliato se ne starà ben alla larga.
Una rapida scorsa al sommario, del resto, dovrebbe consentire un facile raggiungimento di questo risultato.
Il testo è infatti diviso in un prologo, cui fanno seguito otto capitoli:

– Censure e pregiudizi. Dalla Grecia antica alla rete
– L’invenzione delle parlamentaria
– I problemi sociali: carcere e immigrazione
– E qui comincia la rivoluzione
– La democrazia diretta
– La clutura in piazza
– Nella rete del MoVimento
– Cambio di prospettiva per fermare la crisi
– Tappa finale

più un’appendice, “Qui ad Atene noi facciamo così”, che ripropone il celebre discorso di Pericle.

Qualcosa di più articolato, insomma, rispetto al solito “porci-ladri-ka$ta-sietemortituttiacasa”.
Se ancora ci fossero dei temerari che osano avventurarsi oltre le (scarne) biografie degli autori, si manda avanti Dario Fo per dissuaderli definitivamente.
Nel prologo, infatti, il Presidente della Repubblica secondo il M5S parte subito citando Luciano di Samosata e la sua opera dal titolo “La nave ovvero I desideri”. Narra questo testo di una camminata dal porto del Pireo ad Atene nel corso della quale Luciano discorre con alcuni amici, tra cui Samippo e Timolao. Luciano incalza i compagni con domande provocatorie ed implacabili sui loro progetti, desideri, su come intendono realizzarli, nel contesto di una situazione socio-politica particolarmente grave per Atene e gran parte della Grecia (siamo nel I D.C.).
Allo stesso modo è strutturato questo libro; il terzetto dei protagonisti, in una Grecia fuori dal tempo e sovrapponibile all’odierna Italia, compiono un viaggio allegorico che li porterà ad ascoltare, una volta giunti al Partenone, il discorso di Pericle.
A questo punto, non dovrebbe essere rimasto più nessuno a leggere quello che si annuncia un tomo estremamente denso per contenuti, linguaggio e sottotesti.
Invece, quando tutto sembrava perduto, il Vero Credente può tirare un bel sospiro di sollievo.
Il dipanarsi del viaggio è, infatti, la somma di tre monologhi che solo raramente si troccano tra loro. E, quando ciò accade, gli esiti sono esilaranti per chiunque abbia più di un neurone.
Si parte con Dario Fo che cita alcuni grandi del passato, da Eratostene a Galileo, spesso ostracizzati per la loro ribellione al comune pensare.
Grillo e Casaleggio, convinti che si stia parlando di loro, si accostano agli uomini in questione, tracciando dei paralleli a dir poco arditi.
Fo intanto continua a parlare da solo, citando esempi di efficienza e lungimiranza presi qua e là dal Medioevo, dall’Arte, dalla cultura e lanciandosi ogni tanto in attacchi alla Chiesa in quanto tale.
I compagni di viaggio, sempre convinti che si parli di loro, si autocitano a sproposito, equiparandosi ai Comuni che respinsero Barbarossa o ai Comacini, costruttori che usavano varie conoscenze nell’arte dell’edilizia per edificare opere grandiose.
Soprattutto Casaleggio, ad un bel momento, parte per la tangente ed inizia a delirare di stati dove la mancanza di regole permette di vivere felici, mondi virtuali ed altre idee balorde.
E’ proprio tra quest’ultimo e Fo che avviene l’unico, vero scambio di opinioni degno di questo nome.
Casaleggio afferma, infatti, che tutto deve essere digitalizzato e messo in rete, che ogni cosa deve essere in grado di interagire con un’altra, dalla democrazia alla tazzina di caffè: questo è il suo sogno, il suo obiettivo supremo. Fo obietta, in un momento di lucidità che non dimostrerà più nel corso della camminata, che la Rete non è poi così sicura, che le notizie che ci si trovano non devono essere prese per oro colato, ma vanno controllate e verificate avvalendosi anche di chi la tal cosa l’ha studiata o vissuta, sostenendo in buona sostanza l’importanza del rapporto diretto e non filtrato. La risposta di Casaleggio è illuminante:

“quello che conta nella rete è la credibilità che uno si costruisce. Se tu sei credibile acquisisci in rete un valore superiore”. (pagina 207 del testo in PDF da me letto).

E, francamente, dopo questa si potrebbe anche chiudere tutto e dedicarsi ad altro.
Da qui in poi Fo abdica infatti al proprio compito di moderatore che dovrebbe incalzare, contraddire e provocare i compagni, senza averlo peraltro mai davvero esercitato.
Ascolta in silenzio, anzi lancia ogni tanto un urletto entusiasta mentre gli altri due snocciolano, senza contraddittorio, la loro verità sui casi parlamentarie, Salsi, sullo strapotere del Presidente della Repubblica che andrebbe drasticamente ridotto e via sproloquiando.
Arrivando, nel finale, a paragonarsi addirittura a San Francesco, con una metafora non proprio felicissima (Grillo è infatti equiparato al poverello di Assisi che predica ai maiali nella porcilaia).
In definitiva, “il Grillo canta sempre al tramonto” poteva essere un’opera redentrice; utilizzare Dario Fo e la sua patente di “premio Nobel” poteva elevare il MoViMento dal pantano di becera ignoranza in cui tanto spesso, ed a ragione, viene collocato.
Invece si riduce ad un compendio dei luoghi comuni che legano tra loro i grillini più fondamentalisti.
A cui vengono forniti alibi e prove a sostegno da un premio Nobel quantomai in disarmo.
Che, però, non è un giornalista con l’aria da saputello ed il blocchetto sempre pronto a prendere appunti. È nientemeno che un Premio Nobel. Di quelli veri, non come la Montalcini.
Se non ha niente da ridire lui, chi sei tu per criticare?

PS: ammetto però che questo libro mi ha fatto fare anche delle grasse risate; tale e tanta è stata la fretta di metterlo sugli scaffali delle librerie, che il testo non è stato controllato a dovere.
Così in poche pagine trovi Grillo che sbraita perché, quando mangia il pesto, sa che il basilico viene dal Vietnam e l’aglio dalla Cina, mentre dovrebbe essere tutto prodotto in loco, nella sua Genova, basta portare in giro la roba coi camion che inquinano!
Poche pagine dopo, Dario Fo magnifica le qualità della casa del figlio Jacopo, a L’Aquila: “costruita secondo criteri antisismici, con parti fatte tutte altrove, portate a L’Aquila e assemblate!”
“Visto, cosa vuol dire mettere le risorse in comune?” annuiscono soddisfatti G&G.

Ringrazio Pallacorda per l’inserimento dei link di rimando

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