Il Fosco ed il benefattore misterioso

In quel torno di tempo, una cert’ ubbia opprimeva l’animo del Fosco. Non era però il tardivo presentarsi della Stagione dei Boccioli, né i quotidiani scontri coi fautori dei Saggi (i quali, poco dopo aver ingaggiato battaglia verbale con lui, battevano sovente in ritirata*) ad angustiarlo.
Erano le condizioni della sua nicchia alla Fucina.
Tale nicchia, lasciatagli tempo addietro da un Maestro ormai da tempo giunto nelle Terre-Al-Di-Là-Della-Finestra-Mobile, era una capace rientranza ricavata dalla roccia stessa e protetta da una spessa porta di metallo, a sua volta difesa da un robusto chiavistello per scoraggiare ladri e vandali.
Qui il Fosco custodiva tutto ciò che poteva servigli durante le ore trascorse in Fucina, ed aveva pensato di abbellirla appendendo sulla porta alcuni papiri cosparsi di resina trasparente, affinchè non venissero danneggiati dall’umidità.
“Ma queste effigi appartengono ad un’epoca ormai passata, ad un modo di vedere le cose che non mi appartiene più. Devo decidermi a toglierle.”. Così ragionava il Fosco tra sè, ma per un motivo o per l’altro, non si risolveva mai a tradurre il pensiero in azione.
Immaginarsi il suo sbigottimento quando, una mattina, s’appresso alla sua nicchia per ricuperare gli strumenti necessari ad iniziare la giornata di lavoro e scoprì che tutti i papiri erano stati rimossi. A testimonianza del fatto che fossero mai stati lì, v’erano solo alcune chiazze di mastice d’anguilla ormai secche.
Sulle prime, il Fosco non seppe come reagire. Quindi cominciò a riflettere su quell’episodio e su altri simili, avvenuti negli ultimi giorni e sempre ai suoi danni.
Vedendoli, per la prima volta, sotto una luce diversa.
Senza por tempo in mezzo, recuperò un gualcito pezzo di papiro ed un mozzicone di carboncino, e nella miglior grafia possibile vergò quanto segue:

“Caro Anonimo,
volevo sentitamente ringraziarti per tutto il tempo e le attenzioni che dedichi alla mia nicchia. Certo, quando hai ingrassato il chiavistello l’ultima volta ti sei forse lasciato prendere la mano, finendo coll’imbrattarlo tutto, ma almeno adesso funziona a meraviglia.
E, rimuovendo quei papiri (memento di un’epoca della mia esistenza ormai superata) mi hai risparmiato un faticoso lavoro -con tutto il mastice d’anguilla che avevo usato per affiggerli!- a cui avrei dovuto dedicarmi al più tardi tra qualche gjorno.
Questa è vera solidarietà tra Maestranze!
Aiutarsi vicendevolmente, senza aspettare che qualcuno venga a chiedere esplicitamente una mano!
Mi permetto però un piccolo appunto: non ho potuto fare a meno di constatare che hai gettato i papiri sulla cima di alcune nicchie adiacenti, più alte e quindi fuor di vista. Mi rendo conto che avrai avuto altre questioni di cui occuparti, ma mi preme ricordarti che la resina trasparente va smaltita negli appositi contenitori, non abbandonata dove capita.
Sono persuaso che una persona sensibile come te non sia indifferente alla tutela dell’ambiente, nella quale rientra anche il corretto smaltimento dei rifiuti.
Con un sincero augurio di buon lavoro, confidando nel Fato di poterti presto incontrare personalmente (ma posso ben capire che tu preferisca preservare l’anonimato, chè come ogni vero filantropo il solo saper di aver fatto del bene è per te motivo di soddisfazione), ti saluto con affetto
IL FOSCO”

Vedendo queste righe affisse alla porta della sua nicchia, molti colleghi non nascosero una risata.
Ma altri corrugarono la fronte, perplessi.
-Secondo me, domattina, trovi la nicchia bruciata.-, dissero senza perifrasi.
-Mi risparmierebbe la fatica di dipingere la porta di nero come meditavo di fare.-, sorrise il Fosco.
Confortato dal sapere che, nonostante l’impopolarità, sull’aiuto di qualcuno poteva sempre contare.

*Grossomodo, tali duelli verbali così si conducevano:
-Fosco, devi partecipare anche tu alle Sollevazioni contro i Padroni!
-Ma ti ho già spiegato le ragioni per cui non partecipo.
-Lo so, e sono ragioni che condivido, ma non è giusto che a fine mese tu prendi per intero il Salario e noi no! (giacchè le ore di Sollevazione non erano retribuite).
-E chi ti ha detto di partecipare se non le condividi, scusa?!
-I Saggi!Dicono che dobbiamo farlo!
-A parte il “lo dicono i saggi”… Tu almeno sai perché ti stai sollevando?
-A dir la verità… no, non ho capito bene… però se i Saggi dicono di Sollevarsi…-
Al Fosco ricordavano tanto i discorsi di qualche ciclo lunare prima, incentrati su Van Culen Barba Di Stoppa, sedicente capo della Tribù Stellare.
Ma questa è un’altra storia.

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