Un altro genere di resistenza

Iniziamo dalle cose di minore importanza : il PDL continua nel suo percorso di autodistruzione, sabato ci sarà una specie di congresso in cui probabilmente voleranno gli stracci fra “innovatori” (in pratica quelli che stanno con Alfano) e “lealisti” (quelli che stanno con Berlusconi).
In tale occasione i lealisti probabilmente proveranno a sciogliere il PDL e lanciare la nuova forma del partito : Forza Italia, operazione per niente scontata perché stando a Giovanardi ed ad altri innovatori non c’è la maggioranza dei 2/3 necessaria per poter ottenere questo risultato. Va da sé che il tutto si trasformerà, probabilmente, in una specie di cenone di natale alla “parenti serpenti” con tanto di piatti in testa.
La verità chiara e semplice è che Berlusconi è, nonostante i vari rinvii, alla soglia del voto che lo farà decadere ed una parte del suo partito non ha intenzione di far cadere il governo solo perché il pregiudicato sente il bisogno di “punire” chi osa non salvarlo.

Altrove si prepara l’elezione del segretario ed i segni premonitori fanno pensare che a questo giro alle sedi del PD si presenteranno in pochi a votare. I candidati sono bene o male tutti comprimari con Renzi che sembra avere la vittoria in tasca, Cuperlo che si prepara ad arrivare secondo (posizione di tutto rispetto, visto che in genere il secondo classificato poi torna) e gli altri che sgomitano per avere un minimo di visibilità.
Fra essi una mensione d’onore va a Pittella che sembra una persona di un certo spessore… e poi c’è il solito Civati che è convinto d’avere la vittoria in tasca (anche se i sondaggi e le voci dalle sedi locali dicono tutt’altro) sulla base del suo “io sono diverso”.
Insomma, anche lì qualcosa si muove anche se, probabilmente a causa della situazione abbastanza tesa, si evita di tirare troppo la corda (e pure Renzi ultimamente le spara un po’meno grosse).

Dove invece le sparano sempre più grosse è nel Movimento 5 Stelle; il partito orfano di una personalità in grado di catalizzare l’interesse delle masse al di fuori di Grillo ed avvitato su alcune personalità di scarsissimo valore cerca di attirare su di sé l’attenzione in ogni modo, specie in vista delle elezioni in Basilicata (dove si profila una vittoria di misura del PD) che potrebbero essere la quarta batosta di fila per i pentastellati.
In particolare in questo frangente hanno avuto risalto l’uscita della parlamentare Corda che, in occasione della commemorazione dell’attentato di Nassirya c’ha tenuto a ricordare anche l’altra “vittima”, l’attentatore che s’è fatto saltare in aria… e di cui s’è già parlato in queste pagine.
Ci sarebbero poi un altro paio di storie che meriterebbero un approfondimento come la proposta di ridurre le pensioni che però, stando ai parlamentari di Grillo, si limiterebbe agli ex dipendenti pubblici (che a quanto pare sono visti come figli di un dio minore) e la volontà di dare questo benedetto “reddito di cittadinanza” che costa 30 miliardi di euro per 600 euro al mese a tutti e che (parole loro) “è migliorabile” (fino a 1000 euro “ed oltre”), il tutto con coperture che per ora arrivano a 4 miliardi raschiando il fondo di tutti i barili (ad esempio abolendo la cassa integrazione in deroga).

Io oramai non provo più neanche a cercare d’entrare nella testa di chi pensa e mette in discussione queste cose, è chiaro che lo fanno apposta giusto per riuscire a trarre un minimo di visibilità mediatica visto che non hanno più molto da offrire dal versante di quello che realmente fanno; da un lato è vero che il “lavoro” delle opposizioni è quello di fare proposte, stimolare e comunque spingere affinché il governo e la maggioranza non si fossilizzino sulle loro posizioni ma è altrettanto vero che proporre l’impossibile non aiuta nessuno e, soprattutto, illude tanti italiani che finiranno per forza di cose per farsi fregare da una manica di bugiardi patologici.
C’è poi l’altra parte del discorso, quella di quando trascendono la semplice inutilità “folcloristica” in cui si limitano a promettere stupidate e passano ad essere dannosi, come qualche giorno fa quando, astenendosi (nelle commissioni del senato l’astensione vale come voto contrario) hanno affossato la proposta di legge elettorale del centrosinistra basata sul doppio turno… che di fatto ha consegnato il paese ad almeno un altro giro di porcellum.
A sentire i sostenitori del M5S ci sono due correnti di pensiero: alcuni si coprono dietro alle considerazioni “di facciata” dicendo che quella non è la loro legge elettorale (quella che è spuntata sul blog di Grillo bella e fatta e che dovrebbe essere “valutata” dalla “piattaforma” non si sa quando) ed altri dicono “prima andiamo al potere con questa legge elettorale, che ci avvantaggia, e poi la cambiamo” (insomma più o meno quello che dicevano Calderoli e Berlusconi, che il porcellum l’hanno voluto solo perché gli dava un vantaggio alle urne).

Il problema attuale dell’Italia comunque non è fra questi, è che al di fuori di qualche mosca bianca praticamente nessuna personalità di rilievo ha il coraggio di denunciare queste porcate.
Fatta salva l’uscita della Corda (che non poteva non essere ripresa, se non altro perché i familiari dei militari deceduti non hanno preso bene l’uscita) infatti i media, le talking heads dei vari talk show ed i politologi a vario titolo si sono guardati bene dal prendere in mano queste questioni (che un peso ce l’hanno, eccome) e chiamare le cose col loro nome.
Ci si aspetterebbe, ad esempio, che dopo aver parlato di Giachetti e dello sciopero della fame per l’OdG non votato dal PD (di cui s’è a lungo dibattuto, tanto sui media quanto nel M5S… che lo cita ogni volta che può) i giornalisti si sarebbero buttati a pesce sulla decisione del M5S di bocciare una riforma elettorale seria come quella che si era presentata in commissione… e invece niente, semplicemente chi dovrebbe attivarsi preferisce fingere di non sentire.
Perché ?
Probabilmente perché il Movimento 5 Stelle fa paura in quanto è in grado di essere molto “pesante” contro chi osa criticarlo… in modo non diverso da una mafia qualunque il discorso è semplice : se parli bene di loro ti portano in trionfo come fossi un eroe, se li ignori ti lasciano perdere (a meno che non vogliano fare di te un esempio) e appena provi a criticarli arrivano a frotte, sia sui commenti sia attraverso i canali ufficiali (vedasi il casino che pianta quotidianamente Grillo a Sartori ed a quelli che hanno osato chiamarlo col suo nome: populista) e t’infamano rendendoti la vita difficile (per quanto gli sia possibile).
Peggio ancora, molti hanno fiutato il “business”; in un paese in cui la gente sembra molto attenta alle questioni di pancia più e più giornalisti e politologi hanno preso a cavalcare l’onda dell’indignazione popolare perché, semplicemente, porta consenso… ed il consenso porta lettori e vendite… tirature migliori e più apprezzamento, in una parola “soldi”.
Già con Berlusconi quello del giornalista era diventato un genere letterario attiguo al romanzo d’appendice, una branca della letteratura in cui contava più compiacere la propria base che raccontare i fatti (e, nel caso, indicare le proprie considerazioni a lato), ora la cosa ha assunto connotati ancora più marcati. E così vediamo giornalisti che vendono libri, fanno comparsate TV, vivono negli studi dei programmi d’approfondimento politico (La7 soprattutto sembra avere una “compagnia di giro” di commentatori e para-politici che fanno la staffetta in un interminabile palinsesto incentrato su politica ed affini) e che accusano gli altri (a partire dai politici) di accumulare cariche… viene da chiedersi esattamente quante cariche ha accumulato uno come Travaglio che è vicedirettore, opinionista, ospite fisso da Santoro e prossimamente pure attore, eppure nessuno dei suoi “fan” s’indispettisce davanti a tanto presenzialismo, a tanto accumulo ed a, probabilmente, tanti soldi nelle tasche della schiena dritta che critica i compensi degli altri ma non si fa problemi a cumulare in proprio.
Il bello è che in questa situazione nessuno si premura di guardare la persona attaccata al dito inquisitore e chiedersi di chi è quel dito, perché oramai accusare il prossimo è il modo migliore per passare per “paladini” e mettersi al riparo da accuse e critiche che potrebbero essere rivolte anche e soprattutto a chi si atteggia a pubblico ministero (vedasi Rodotà che critica i vecchi, Grillo che se la prende coi ricchi e Gomez che accusa gli altri di essere di parte).
Metteteci pure le trasmissioni di pseudo approfondimenro come Report o Le iene che dicono d’informare ed invece spesso e volentieri si limitano a spandere luoghi comuni e passare informazioni falsate o parziali ed avrete il quadro generale.

Per fortuna non tutto è perduto: a poco a poco, ce lo dicono le urne, gli elettori stanno capendo come stanno realmente le cose.
Per reazione in quel meltin’pot che è internet si sta formando (anche se per ora è giovane) una nuova generazione di giornalisti, di commentatori e di blogger che sono molto più critici ed attenti alla realtà fattuale delle cose.
Quello che una volta era un feudo per i grillini (che potevano spadroneggiare nell’indifferenza e nell’approssimazione) ora comincia ad essere un territorio critico, conteso… un posto dove le loro fesserie reggono sempre meno e dove si comincia a sentire seriamente il disagio per un’informazione che anziché emanciparsi cerca solo un nuovo padrone a cui prostrarsi… se prima era Berlusconi ora è Grillo.
La “rivincita” contro il giornalismo di casacca parte proprio dai tanti che hanno iniziato ad osteggiarlo sulla rete, e noi siamo orgogliosi di farne parte.

G.D.E.

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