Ucraina: come si scrive una costituzione

Che novità ci sono nella teoria costituzionale comparata?
La separazione dei poteri va ancora di moda?

Così dice il Presidente Bartlet in The West Wing parlando con un personaggio interpretato da Christopher Loyd in una puntata dove il B plot sono le vicende di un gruppo di “padri fondatori” bielorussi che son venuti alla Casa Bianca per scrivere una nuova costituzione.

In una situazione simile a quella descritta nel telefilm si trova il nuovo esecutivo Ucraino guidato dal neoeletto presidente Kuchma, che in campagna elettorale aveva promesso riforme economiche e decentralizzazione.

Kuchma comincia immediatamente il cammino verso la costituzione varando nell’agosto del 1994 due decreti per cominciare a rappezzare l’obsoleta costituzione del ’78.

Il primo decreto sposta completamente il potere esecutivo nelle mani del presidente, mentre il secondo subordina i governi regionali al presidente, andando contro la sua stessa promessa di maggiore autonomia. A controbilanciare questo secondo decreto venne creato un consiglio delle regioni presieduto dallo stesso presidente. Camera consultiva che comprendeva i capi delle regioni, i sindaci di Kyiv e Sevastopol e il primo ministro della Repubblica di Crimea.

Già, perché un dettaglio che non abbiamo approfondito negli articoli precedenti è che la Crimea è considerata una Repubblica autonoma subordinata all’Ucraina già alla indipendenza, e questo status le verrà riconosciuto anche nella nuova costituzione.

Questi due decreti segnarono la fine della “luna di miele” del presidente Kuchma, e aprirono un conflitto con il parlamento a prevalenza comunista sulla questione di chi ricopra il potere esecutivo, se il Presidente – come vorrebbe Kuchma – o il parlamento, ovvero mantenendo il modello dei Soviet.

L’incarico di scrivere la nuova costituzione viene affidato nell’ottobre del 1994 ad una particolare commissione composta da rappresentanti delle fazioni parlamentari (un voto per fazione), rappresentanti della presidenza, rappresentanti del potere giudiziario, e naturalmente un rappresentante della Repubblica di Crimea.

Facile intuire come questa commissione non riesca a mettersi d’accordo neanche su cosa mangiare a cena, altro che scrivere una costituzione.

Per questo nel dicembre del 1994 il presidente propone al parlamento una “piccola costituzione” nella forma di una legge, che riorganizza la divisione dei poteri sul modello della costituzione Russa del 1993. Si tratta di una legge ordinaria e non costituzionale, quindi può essere approvata con una maggioranza semplice. Ricordiamo che in questo momento molti seggi del parlamento sono vacanti, e questo insieme all’assenteismo rende praticamente impossibile varare una legge costituzionale che richiede 300 voti su 450.

Facile capire però che una legge ordinaria non può sostituire la costituzione del ’78 e quindi il processo per varare questa legge si impantana. Kuchma forza la mano puntando sulla propria popolarità e nel giugno del 1995 attraverso un particolare accordo detto Dohovir tra presidenza e parlamento si decide di aggirare i requisiti costituzionali e varare questa piccola costituzione temporanea che sospende alcune parti della costituzione del ’78 riorganizzando lo stato in maniera presidenzialista così riassunta

Il presidente

  • nomina il governo senza bisogno della fiducia del parlamento
  • vara decreti di riforma economica sulle questioni dove c’è un vuoto legislativo
  • ha diritto di veto sulle leggi parlamentari, che può essere superato con una maggioranza di 2/3
  • presiede sulle regioni

Il parlamento

  • Può sfiduciare il governo dopo un anno dal suo insediamento
  • può bocciare i decreti presidenziali, con una maggioranza di 2/3

In questo sistema il presidente non può sciogliere le camere, e il parlamento non può sfiduciare il presidente.

Questa piccola costituzione rimane in vigore un anno.

La situazione però non migliora, e anzi il Dohovir viene continuamente messo in discussione perché di fatto incostituzionale, quindi per uscire dallo stallo nel settembre del 1995 la commissione costituzionale crea una sottocommissione con solo 10 rappresentanti con il compito di stendere una bozza della costituzione. Ci riescono in un mese. La prima bozza comprensibilmente è molto simile al Dohovir, presidenzialista, bicamerale e comincia a riconoscere le minoranze russe. La questione dei simboli nazionali viene introdotta nella bozza di marzo 1996.

Il Parlamento boccia questa bozza, e in particolare la Sinistra, sottorappresentata nella commissione costituzionale, forma una nuova commissione straordinaria presieduta da Mykhailo Syrota, con una rappresentanza pesata sul reale numero di voti in parlamento, e da questa commissione emerge un’altra bozza chiamata “Bozza Syrota” che toglie il Senato delle regioni e limita i poteri del presidente.

Arriviamo di nuovo a Giugno nel 1996 e la situazione si blocca nuovamente: non ci sono i 300 voti per molte delle questioni chiave della costituzione, tra cui appunto i simboli nazionali. La Bozza Syrota però riceve comunque un parere più favorevole rispetto alla bozza di Marzo

A questo punto Kuchma si incazza e forza la mano indicendo un referendum sull’approvazione della costituzione da tenersi il settembre 1996. La bozza proposta è quella di Marzo, e non la Syrota.

Il parlamento, minacciato di diventare irrilevante tramite un plebiscito – dato che Kuchma è ancora molto popolare – prende la bozza Syrota e parte con una sessione di 23 ore che in una notte sblocca tutte le questioni aperte tra le quali anche la questione della Crimea. Alcuni articoli devono essere votati anche 20 volte per passare.

Alla fine della notte la costituzione passa per sfinimento con 315 voti favorevoli, 36 contrari, e 12 astenuti: è il 28 Giugno 1996.

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