Segnalazione flash

Un articolo completo lo scriverò domani, per oggi mi limito ad una segnalazione che ha dell’incredibile!

La segnalazione riguarda quel che viene detto dal minuto 5:10 in poi, ve lo riscrivo per praticità.

…non c’è scritto, in nessun articolo della costituzione, tanto meno il settantasette, che un decreto deve essere convertito entro sessanta giorni, anzi se andiamo a vedere la costituzione al comma tre dell’articolo settantasette troviamo scritto che i decreti possono decadere, possono perdere efficacia se non sono convertiti in legge entro sessanta giorni dalla loro pubblicazione. In quel caso le camere possono regolare con leggi i rapporti giuridici già sorti, ed è proprio quello che volevamo fare noi che abbiamo detto alla presidente Boldrini per far decadere la porcata dei sette miliardi e mezzo di euro.

E via dicendo.

Ma esattamente che cosa dice l’articolo 77 della Costituzione ?

Eccovelo…

Il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria.

Quando, in casi straordinari di necessità e d’urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni.

I decreti perdono efficacia sin dall’inizio, se non sono convertiti in legge entro sessanta giorni dalla loro pubblicazione.

Le Camere possono tuttavia regolare con legge i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non convertiti.

Ok ? Ok.

Notate niente ?

Le parole che dice Di Maio non sono quelle dell’articolo 77 ma qualcos’altro… Di Maio sta facendo finta di citare ma in verità cambia qualche parola qua e là, stravolgendo il senso.

Di Maio mente ? No, si limita a giocare con le parole in modo poco limpido.

Nel merito quello che dice il vicepresidente della camera è una cosa ovvia: non c’è scritto da nessuna parte che dopo sessanta giorni i decreti devono essere convertiti per forza; o vengono convertiti con voto positivo in entrambe le camere o decadono. Va da sé che i decreti decadono se non s’arriva a convertirli entro i sessanta giorni o se una delle due camere li “stronca” con un voto contrario.

Mi pare ovvio, è palese!

Bene, Di Maio sta dicendo questo, solo che lo dice fingendo di leggerlo… ma perché ?

Per due ragioni diverse, ambedue funzionali alla tesi del suo partito.

 

Giustificare l’ostruzionismo.

L’ambiguità introdotta gli permette di far credere che sia possibile non far decadere il decreto pur non approvandolo… il “possono” che infila nel testo ha questo secondo fine, quello di far credere una cosa che non è e che lui non dice, ma che potremmo pensare se non facessimo attenzione.

Questa è la “finzione” insita in questa “citazione liberal” ma nel merito cosa sarebbe accaduto ? Qui innanzitutto bisognerebbe chiedere a questo baldo giovinotto cosa intendesse fare per davvero il Movimento, lo si voleva far decadere (che è quello che stai dicendo) o lo voleva tramutare in legge ?

Io ritengo che non si volesse nessuna delle due, si voleva proprio che la Boldrini mettesse la ghigliottina per poter partire alla carica da bravi passivi-aggressivi (cosa che regolarmente hanno fatto) piangendosi addosso falsamente perché gli sono state tolte le loro prerogative parlamentari… il problema del Movimento è quello di legittimare il loro ostruzionismo, e qui “casca” Di Maio.

Il giochetto è abbastanza raffinato fingere di leggere (deformando il testo) pur non leggendo ed intendendo tutt’altro… nei fatti il discorso (Di Maio ci torna, ma dopo aver rigirato la frittata) era che se Boldrini non avesse imposto la ghigliottina passate le ultime quattro ore il decreto sarebbe decaduto e con esso sarebbe decaduta anche la parte che abrogava la seconda rata dell’IMU.

I due argomenti (IMU e rivalutazione delle quote BdI) non sono scindibili checché ne dica Di Maio ed il Movimento 5 Stelle… perché ? Ce lo dice la Costituzione, in particolare l’articolo 81:

Le Camere approvano ogni anno i bilanci e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo.

L’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi.

Con la legge di approvazione del bilancio non si possono stabilire nuovi tributi e nuove spese.

Ogni altra legge che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte.

Questa è la versione “corta” (gli altri commi sono quelli sui vincoli di bilancio che entreranno in funzione a partire da quest’anno), un decreto convertito in legge che porta nuove spese deve assicurare la copertura e togliere una rata dell’IMU di spese ne aggiunge abbastanza, per cui è ovvio che se da un lato c’è “tolgo l’IMU” dall’altro ci dev’essere “dove li prendo i soldi per togliere l’IMU”.

A tutti piacerebbe strafogarsi di dolci senza ingrassare, ma le due cose non sono separabili per cui l’idea di “spacchettarli” non era granché fattibile… anche se ad onor del vero va detto che i grillini una copertura, per quanto improbabile l’avevano anche indicata : maggiori introiti dai proventi del gioco d’azzardo.

Il gioco d’azzardo (ripeto quel che ho sentito alla radio) ha un giro d’affari di 90 miliardi di euro, di questi 90 che “entrano” 80 “escono” andando ai vincitori (sì perché se uno gioca s’aspetterebbe anche di vincere qualcosa, ogni tanto, così) mentre il resto in parte va in tasse ad altro ed in parte va ai concessionari (che in totale si spartiscono una cifra di circa 2 miliardi d’euro l’anno, credo lordi)… il Movimento 5 Stelle (da sempre a parole contrario al gioco d’azzardo) voleva “alzare” il cuneo, abbassando le vincite per prenderci i soldi necessari per pagare l’IMU.

Fattibile ? Mettiamo di sì, lasciando perdere l’incoerenza ed il furto (perché ogni euro che togli alle vincite oltre una certa soglia diventa una frode), il punto era che a quel punto il decreto andava abrogato e riscritto ex novo per poi essere nuovamente “fatto girare”… ed in questo non si parla del fatto che, almeno in linea teorica, sarebbe vietato reiterare i decreti decaduti (si faceva ed ogni tanto ci si riprova ancora oggi, ma solo in casi estremi e sempre pensando che non sarebbe il massimo della legalità).

 

Far passare Boldrini dalla parte del torto.

Sulla costituzionalità della ghigliottina ne ho già parlato e mi ripeto giusto per fissarvelo in testa: in base all’articolo settantasette le camere hanno il diritto (ed il dovere) di pronunciarsi sui decreti. Fate attenzione, non il diritto/dovere di convertire in legge ma sul votare sul se convertirli o meno. Le presidenze sono responsabili del corretto funzionamento delle camere e quindi è loro responsabilità usare qualsiasi strumento per garantire il diritto costituzionale delle camere d’esprimersi nel merito. La norma invocata dalla Boldrini è lecita in quest’ottica ed è riconosciuta costituzionalmente valida, tant’è che al Senato è correntemente usata.

Colui che per primo ha teorizzato questo strumento è Luciano Violante, presidente emerito della Camera dei Deputati che questa norma non l’ha solo ideata ma l’ha fatta validare costituzionalmente e codificare; se alla Camera non è prevista formalmente nel regolamento è perché non c’è mai stata la necessità di farlo e perché la giunta del regolamento non ha mai emendato il regolamento parlamentare ma questo ha ben poca importanza visto che nei fatti si parla di un diritto costituzionale e che già due precedenti presidenti della Camera hanno avuto modo d’appellarsi a quegli medesimi strumenti (pur non essendo costretti ad usarli perché le opposizioni precedenti hanno preferito non andare allo scontro frontale con la presidenza).

A questo si riferisce la Boldrini nello spezzone che precede Di Maio, all’interpretazione (riconosciuta autentica) per la quale la Camera ha il diritto ed il dovere di esprimersi sui decreti, mentre il discorso di Di Maio è un marchingegno machiavellico montato insieme per non dover ammettere che la ghigliottina ha valore costituzionale.

Vi prego inoltre d’ascoltare quel che dice, in quel frangente, Boldrini fino in fondo (dal minuto 12:00 in poi):

…notato nulla ? Il Presidente della Camera spiega esattamente perché ha imposto la ghigliottina (e si tratta dello stesso argomento portato da me poco sopra), cosa che nulla ha a che fare sul fatto che un decreto può o deve decadere ma riguarda un altra questione, ovvero il diritto del parlamento e della maggioranza di esprimersi senza che la minoranza, approfittando del regolamento, stravolga quanto assicurato dalla costituzione.

 

Torniamo alla rivalutazione della BdI.

E, giusto per chiudere, avete presente la “porcata” della rivalutazione delle quote della BdI ? Beh, forse è il caso che v’informiate, scoprirete che buona parte di quello che v’hanno detto per farvi spaventare (a partire dalla questione dei dividendi) è una bufala. Non c’è bisogno che crediate a me, è scritto tutto nero su bianco sul testo esplicativo della Banca d’Italia stessa. Se aveste ancora dubbi il Partito Democratico fornisce una comoda FAQ sull’argomento.

Informarsi non costa niente, ed occhio ai grillini, tendono a distorcere le cose per darsi ragione.

 

G.D.E.

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