Riempire il Circo

Alle sette di sera, c’era ancora poca gente nel Circo. Io ricevevo notizie ogni dieci minuti per telefono, ed ero alquanto inquieto: perché, di solito, alle sette o alle sette e un quarto le nostre sale erano già a metà o del tutto colme.

La manifestazione del Circo Massimo, non so perché, ma ha fatto trillare nella testa un campanellino: forse è il ricordo di una vita precedente di qualcuno nel quale ho fatto un quantum leap

Provo a concentrarmi: dove e quando sono? Cosa sta succedendo?

Alla fine di gennaio 1921 gravi preoccupazioni piombarono di nuovo sulla Germania. L’accordo di Parigi, col quale la Germania si impegnò a pagare la pazzesca somma di cento miliardi di marchi-oro, doveva diventare realtà in forma del «Dettato» di Londra

Si ma noi chi siamo?

L’attività comiziesca, che nel 1920 si andò sempre intensificando, fu tale che finimmo col tenere, talvolta, due comizi la settimana. La gente s’affollava stupita davanti ai nostri affissi, le più vaste sale della città erano colme, e decine di migliaia di marxisti traviati ritrovavano la strada della loro comunità nazionale per diventare campioni di un futuro libero Reich tedesco. Il pubblico di Monaco aveva imparato a conoscerci. Si parlava di noi, la parola nazional-socialista divenne famigliare a molti e significò già un programma. Anche la schiera dei partigiani, anzi dei membri del partito, crebbe senza interruzione, cosicché già nell’inverno 1920-21 potemmo presentarci a Monaco come un partito forte. Allora, eccettuato il marxista, non c’era nessun partito, soprattutto nessun partito nazionale, che potesse disporre di manifestazioni di masse così imponenti come le nostre. La Cantina Kindl di Monaco, capace di contenere cinquemila persone, fu spesso pienissima: un solo locale c’era, al quale non avevamo ancora osato accostarci: il Circo Krone.

Quindi vogliamo riempire il circo Krone… ma se poi non riuscissimo a riempirlo?

un insuccesso poteva farci indietreggiare per molto tempo. Perché un successo degli avversari avrebbe infranta la nostra aureola e incoraggiati coloro a rinnovare un assalto così bene riuscito. Si sarebbe giunti al sabotaggio di tutte le nostre ulteriori riunioni, sabotaggio che eravamo riusciti ad eliminare solo dopo molti mesi di dure lotte.

ma abbiamo tutta questa gente?

io non avevo fatti i conti con le colossali dimensioni del nuovo locale: mille persone facevano già un certo effetto nel salone della Birreria di Corte, mentre nel Circo Krone si perdevano.

Il test della piazza, il test della folla, è il punto di verifica di qualunque movimento politico, soprattutto di quelli a carattere popolare. Finché si spara basso ogni evento è un successo: da Veltroni al Carcano, a Bersani all’assemblea nazionale dei circoli la scelta di usare teatri e non palazzetti ha sempre creato l’effetto “sala piena e gente fuori”. Ma anche riempire i teatri per il solo gusto di ascoltare un politico non è esattamente la cosa più facile del mondo: occorre coltivare la partecipazione personale della base.

La base, gli attivisti: gente che spende parecchio tempo libero indipendentemente dall’essere in campagna elettorale o meno per tenere tavolini, parlare con la gente, spiegare l’azione di governo se si è al governo, o spiegare le ragioni dell’opposizione se si è all’opposizione. Saranno queste persone, gli attivisti, che una volta convocata una manifestazione nazionale si faranno una notte di pulman per esserci.

Gli attivisti sono la spina dorsale dei movimenti popolari e sono prevalentemente presenti a sinistra: il loro numero cresce lentamente, e solitamente saranno sempre incazzati con il vertice per una ragione o per l’altra, ma saranno sempre in prima linea a metterci la faccia.

Anche il movimento a 5 stelle ha qualche attivista, prevalentemente nei grossi centri, e in molti casi legato ad un’altra istanza (no-qualcosa di solito). Quello che invece il movimento ha in abbondanza sono i clickattivisti, ovvero i rivoluzionari da tastiera. Internet come gli altri media distorce le proporzioni: quanto è importante un partito? una corrente di pensiero? Se va in televisione diventa immediatamente importante; se te la trovi di continuo su facebook sembra essere rilevante; se in ogni articolo a riguardo trovi un commento di qualche loro clickattivista sembrano una marea. Ma pensate ai complottisti: quanti sono veramente quelli che credono nelle scie chimiche? Parleremo di scie chimiche se questi quattro gatti non avessero internet da infestare con strategie clickattiviste?

Ed è questo poi il punto: non bisogna mai confondere le apparenti legioni di clickattivisti con il reale numero di attivisti che alzano il culo dalla poltrona, spengono il computer e vanno in piazza, magari dall’altra parte d’italia.

Un movimento di popolo deve sempre sapere a che punto è e quale spazio può riempire: non so per quale ragione Grillo e Casaleggio si siano incaponiti sul Circo Massimo per la loro “fiera”: è una soluzione sbagliata sotto molteplici punti di vista, il primo è essere uno spazio aperto dove non sei in grado di controllare giornalisti, detrattori e provocatori; il secondo è essere uno spazio enorme dove prevedevano di mettere 300 gazebo, comunque pochi rispetto ai comuni dove l’M5S ha almeno un eletto, e poi si sono ridotti a 177 per mancanza di adesioni. Soffermiamoci un momento su questo punto: sei un movimento politico con 600 eletti in altrettanti comuni e non riesci a convincerne neppure la metà a prendersi un treno e venire a passare un weekend a Roma per rappresentare? C’era un problema di soldi per gli alberghi? Ma con la mitica potenza della rete non sono stati in grado di trovare 300 attivisti romani che per un weekend potevano condividere un letto, un divano, o un pavimento dove buttare un sacco a pelo?

Quindi appunto: parti con l’idea di 300 spazi e concludi a riuscire ad allestirne poco più della metà: già questo dovrebbe essere un chiaro segnale che la base non sta rispondendo come dovrebbe, ma vai avanti lo stesso. Metti il grosso palco ad un capo del circo in modo che la linea di gazebo possa ritagliare uno spazio grande circa quanto un campo di calcio, di cui utile (ovvero posti da dove si vede il palco) solo metà campo di calcio. Questa metà campo di calcio è quella che riesci a riempire al venerdì, al sabato va un po’ meglio e arrivi a riempire quasi l’intera area del campo da calcio, ma è tanto? No non è tanto, se il termine di paragone è questo pd22[1]

Quello che mi chiedo è perché strategicamente i pentastellati si siano buttati su questo spazio incontrovertibilmente troppo grande per le loro stesse aspettative, al posto di scegliere ad esempio un bello spazio fieristico che sarebbe probabilmente costato meno e avrebbe fatto un effetto pieno incredibile, oltre ad essere più semplicemente controllabile. Perché poi è quello che è stato: una fiera. 177 stand, spazi per dibattiti pubblici, e un palco per i concerti e i comizi.

Forse la risposta rimane nel fatto che il movimento è un partito di clickattivisti, che quindi quando scelgono una piazza non hanno ben chiaro quello che stanno facendo.

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