Recap.

Da dove cominciare ?

Diciamo subito che questi sono stati tre giorni di ordinaria follia e la questione sembra non destinata a chiudersi qui.

Tante cose, cose che da brave cassandre noi premonivamo da tempo, sono successe nell’ordine previsto ed onestamente oggi, guardando indietro, è sconvolgente pensare a come tutto si sia svolto esattamente secondo quello che, a posteriori, sembra un copione preciso fin nel più minuto dei dettagli.

Ma andiamo con ordine, partendo però da una doverosa precisazione, quello che spiegherò in questo articolo è quello che è avvenuto e sta avvenendo nel Movimento… insieme ai fatti ci saranno diverse divagazioni sul perché a mio avviso sono accadute alcune cose ed approfondimenti sul perché di questa o quell’azione: è un compito abbastanza gravoso cercare di spiegare tutto e non tralasciare nulla quindi abbiate pietà se da qualche parte sembra che io non vada a fondo ma c’è troppa carne sul fuoco.

 

Prefazione.

Questa storia inizia con la decisione, da parte del gruppo M5S di una commissione del senato, di presentare un emendamento che abolisce parti significative della legge sull’immigrazione clandestina, meglio nota ai più come Bossi-Fini.

La proposta prende il nome di Buccarella-Cioffi, dai due proponenti che a loro volta non fanno altro che prendere spunto da quanto già presentato dal Movimento 5 Stelle mesi addietro in quella che è una relazione di minoranza sul piano carceri.

Spieghiamo meglio la questione, il piano carceri è passato quest’estate ed il gruppo M5S come generalmente fanno le opposizioni ha ribattuto al piano carceri “ufficiale” di maggioranza/governo con un suo contro-piano.

Tipicamente questo genere di attività non ha molta importanza in sé perché essendo “di minoranza” è dato per scontato che venga rigettata nella loro interezza dall’aula (cosa che infatti è stata) e, a dire il vero, lo specifico piano M5S era abbastanza impresentabile di suo… tuttavia al suo interno c’erano alcuni rimandi fra cui quelli di depenalizzare parzialmente le droghe leggere ed abrogare la Bossi-Fini… il tutto, in quella chiave, per svuotare le carceri che sono piene zeppe di spacciatori/consumatori ed extracomunitari (il cui unico reato è essere extracomunitari senza permesso di soggiorno).

That is.

I due proponenti nel gruppo senatoriale hanno detto “avevamo presentato questo, per coerenza ripresentiamo quanto avevamo già presentato nel piano carceri” ed infatti, anche sull’onda emotiva dell’ennesimo naufragio a Lampedusa hanno tirato fuori la norma per abrogare il comma relativo al reato penale di immigrazione clandestina.

La norma in sé è parsa una buon idea ai più tant’è che molti, anche fra i detrattori dei M5S, si sono immediatamente complimentati per quest’iniziativa (non parlo del parlamento, parlo della gente fuori dai palazzi del potere) ed alcuni ex elettori sono tornati momentaneamente sui loro passi pensando che tutto sommato qualcosa di buono stavano facendo.

 

Il fattaccio.

Il “problema” è che in commissione tale norma non solo è stata presentata ma è stata votata dai rappresentanti di M5S, SEL e PD… ed è stata quindi licenziata dalla commissione.

Una parentesi, a questo punto per diventare legge mancano ancora due (almeno) passaggi, un voto in senato ed uno alla camera ma visto che alla camera PD e SEL sono la maggioranza e visto che in senato la si raggiunge sommando ai due anche il M5S la norma per un po’ è sembrata “cosa fatta”.

E qui cominciano i problemi.

 

Il primo post sul blog di Grillo.

La prima cosa a far pensar male è che contestualmente all’approvazione sul blog di Grillo è apparso un articolo a firma del gruppo senatoriale del M5S che strideva con quella che molti si aspettavano essere la posizione ufficiale del gruppo.

L’articolo, nel dettaglio, annunciava trionfalmente la vittoria del movimento, ma da un ottica alquanto strana : da oggi sarà più facile espellere gli immigrati irregolari.

Qualcosa non quadrava con la posizione “terzomondista” che gli elettori “di sinistra” del M5S avevano del loro movimento: qualcosa stonava.

Considerazione personale : era abbastanza ovvio che il M5S, che raccoglie voti anche dall’elettorato di destra xenofoba, avrebbe dovuto “scusarsi” per quest’uscita, così chiaro che gli stessi senatori del M5S hanno voluto porre la questione in termini “accettabili” per quest’area… il problema è che diversi attivisti / sostenitori / elettori sono praticamente “cascati dal pero” a questa prevedibilissima rivelazione.

Il peggio è però arrivato subito dopo quando l’articolo è stato tempestato di commenti critici da parte di elettori del M5S; elettori M5S di destra (o, più correttamente, provenienti dall’area leghista) che si sono scagliati in modo violento contro l’iniziativa del M5S, gente a cui la Bossi-Fini sta bene così.

 

Ricostruzione – La situazione nel QG.

In casa Grillo la cosa si dev’essere presentata come una specie di incidente di percorso tant’è che la posizione espressa dal gruppo senatoriale è stata pubblicata senza troppi “addolcimenti”, cose che avrebbero potuto limitare (o comunque cercare di deflettere meglio) lo scontento che si stava venendo a creare… invece a quanto pare il voto è arrivato come un fulmine a ciel sereno e sul momento nessuno ha saputo esattamente che fare (anche perché, lo vedremo in seguito, ci si aspettava tutt’altro risultato).

E’importante tenere a mente che in questo momento tutto è ancora tuttosommato sotto controllo. La posizione ha sicuramente provocato dei mal di pancia nella “destra” (dove la Bossi-Fini è legittima) e nella “sinistra” (dove la Bossi-Fini è vista come fumo negli occhi) del movimento ma tuttosommato fino a qui è ancora possibile ricompattare l’elettorato e “passare oltre” senza troppi effetti collaterali : basterebbe “andare oltre” e, nel caso, inventarsi qualcosa per poi “depotenziare” o comunque rivedere la posizione del M5S prima del voto in senato.

Invece, come vedremo ora, qualcuno sbaglia a muoversi.

 

Il secondo post sul blog di Grillo.

A stretto giro di posta arriva infatti un terrificante (per contenuti) secondo articolo sul blog di Grillo; in questo pezzo firmato da Grillo e Casaleggio (questa è una cosa importante sulla quale torneremo in seguito) i due leader sostanzialmente prendono le distanze dalla proposta di abolizione della Bossi-Fini.

Questo post è fantozziano sia nella forma che nei contenuti, in particolare inizia cercando di mettere le mani avanti e dicendo che l’errore è stato formale (inteso come nella forma, nel procedimento) e non sostanziale (nel merito) e finisce con rivendicazioni decisamente para-leghiste sulla falsariga di “verranno tutti qui, dove li metteremo ?”… nel mezzo un delirio in cui spicca un “perché non ci hanno fatto una telefonata ?” ed un maldestro tentativo di scaricare “la colpa” di questo voto sui due senatori M5S presenti in commissione, rei d’aver agito a titolo personale e senza confrontarsi col gruppo e con la base.

Si vede subito, anche a livello di comunicazione, che qualcosa non va ed a dire li vero ci si potrebbe scrivere un trattato su questo specifico articolo.

Considerazione personale : Come abbiamo già visto precedentemente la norma presentata non è una novità ed i due senatori non l’hanno tirata fuori dal cappello, è la logica conseguenza e la riproposizione di quanto il M5S aveva già proposto in aula mesi addietro, per cui l’obiezione sulla base del “non hanno consultato nessuno” e l’accusa (?) d’aver agito a titolo personale sono del tutto fuori luogo.

 

Un esame nel dettaglio.

Come premessa c’è da dire che i parlamentari in base alla Costituzione hanno pieno titolo di agire a titolo personale ed anzi a norma dell’articolo 67 agiscono sempre a titolo personale; detto questo la questione non si presenta neppure: Grillo e Casaleggio anche volendo non hanno alcun titolo ufficiale per poter censurare l’operato dei parlamentari del M5S e questa loro uscita è, almeno formalmente, solo un opinione personale (anche se sul piano sostanziale in pratica stanno dicendo chiaro e tondo che il Movimento non sostiene l’iniziativa di Cioffi e Buccarella).

Completamente fuori dal mondo appare la scusa (parafrasando) del “dovevano telefonare”, sia perché Grillo e Casaleggio non rappresentano né i gruppi senatoriali né tanto meno la base (che, peraltro, stando al blog non avrà mai direttamente voce in capitolo sull’azione parlamentare visto che la piattaforma è stata de facto cancellata con un messaggio urbi et orbi pochi giorni fa) sia perché, a differenza di quel che scrivono i due, i senatori avevano discusso la norma in assemblea e l’avevano approvata internamente (per cui non era un azione indivduale ma, al più, un azione del gruppo senatoriale).

 

Ricostruzione – La situazione nel QG.

Una premessa è che, secondo me (e ci tengo a sottolineare che questa è la mia visione) in questo frangente la direzione del M5S ha deciso di posizionarsi in modo tale da cannibalizzare la Lega Nord. Il partito di Bossi e Maroni è infatti debolissimo e lascia sul territorio migliaia di attivisti orfani di un certo modo di vedere la politica e la cosa pubblica… questo elettorato non è conteso con la sinistra ed è abbastanza facile intercettare il voto di questi elettori sposando quelle due o tre istanze tipiche (prima il nord, nord produttivo, no all’immigrazione irregolare, no allo ius soli).

A ben vedere è da un po’che Grillo corteggia quei voti (da quando ha preso, più o meno velatamente, posizione contro la cittadinanza a chi nasce su suolo italiano) ed in questo frangente un tale scivolone gli dev’essere sembrato un passo falso troppo grande per non correre ai ripari.

E’chiaro infatti che sia l’elettorato della Lega quanto più in generale l’elettorato di destra (che a breve diventerà orfano di Berlusconi e potrebbe “guardarsi intorno”) vede molto male l’immigrazione clandestina ed è ideologicamente favorevole a norme come la Bossi-Fini… un area molto “ricca” di voti. A vedere negativamente la Bossi-Fini è invece il centrosinistra che però è diventato sempre più refrattario a votare il M5S. Stando così le cose è ovvio che sia più “remunerativo” puntare a destra.

Tenendo in mente tutto questo il problema è stato che sul momento i due non hanno avuto modo di limare l’articolo che avrebbe dovuto “rimettere in carreggiata” il M5S ed hanno presentato un pezzo decisamente raffazzonato nella speranza di limitare i danni.

Questo è stato il passo falso che ha scatenato tutto… questo il punto di non ritorno.

 

La parte più grave dell’articolo incriminato.

A far bella mostra nell’articolo è però un punto specifico che ha lasciato un po’tutti a bocca aperta, la confessione (non si può definire in altro modo) che nel programma non ci sono punti come l’abrogazione della Bossi-Fini perché altrimenti il Movimento 5 Stelle alle elezioni avrebbe preso percentuali da prefisso telefonico (sic!).

Il resto è contorno, questo è il cuore del problema, un ammissione che sembra voce dal sen fuggita e che spiega fin troppe cose: nel programma del movimento non sono presenti quelle norme, iniziative o direttive che sarebbero state “divisive” per l’elettorato… come a dire che il programma stesso è stato fatto per raccogliere il maggior numero di voti lasciando fuori tutto quello che avrebbe limitato il successo elettorale del movimento.

Per mesi ci si è domandati a cosa fosse dovuta la genericità estrema del programma del M5S e perché Grillo fosse sempre così ambiguo nelle sue uscite, ora lo sappiamo direttamente dai due fondatori (che hanno anche firmato congiuntamente l’articolo), le cose stanno così perché l’obbiettivo è semplicemente quello di raccattare più voti possibili.

Grillo e Casaleggio (possibilmente senza Grillo, che in queste ore sembra sempre più il frontman di un CdA che non ama farsi vedere) si sono seduti a tavolino con varie proposte (di qualsiasi genere) ed hanno messo nel programma solo quelle che avrebbero aiutato il M5S a fare “il risultato” alle urne.

Il risultato c’è stato… solo che ora sappiamo in modo certo e non smentibile (noi lo sospettavamo da un po’) che il M5S è un operazione di marketing politico pensata a tavolino.

Vi è sembrato che dietro ci fosse un idea socialista ? è solo che Casaleggio ha messo dento qualcosa di legato al socialismo giusto per attirare i voti della sinistra, ma niente di così “compromettente” da dar fastidio / far scappare quelli della destra.

Vi è sembrato che dietro ci fosse un idea di destra ? qualcosa di cattolico ? un pizzico di laicità ? liberismo ? anarchia ?

Le cesoie di Casaleggio hanno preso quello che di “appetibile” c’era in tutti gli schieramenti ed hanno cucito tutto insieme. Il risultato ? c’è di tutto ma ovviamente è solo un collage perché le singole cose non stanno insieme organicamente, sono appiccicate l’una sull’altra alla bell’e meglio ma a tenerle insieme è solo Grillo ed il suo continuo rifiuto a prendere posizione.

Qualcuno di voi dirà “si, ma qualcosa di X c’è” e magari ha anche ragione, il problema è che c’è solo quando serve per avere più voti e solo in chiave elettorale; quando c’è da andare oltre le uscite sul palco il M5S trova sempre il modo (lo ha fatto in passato e lo farà in futuro, come ha provato a farlo sulla Bossi-Fini) di fare dietrofront (magari cambiando argomento) all’ultimo minuto perché di fare quelle cose che propaganda non gliene frega niente, è solo un esca. E gli elettori abboccano.

 

La situazione.

Dopo questo post la situazione si capovolge, ma il malcontento anziché diminuire aumenta.

Gli elettori a favore dell’abolizione della Bossi-Fini si sentono traditi e quelli contrari prendono comunque atto che la norma è passata… a peggiorare tutto c’è il fatto (in quel momento secondario ma via via più rilevante) che non si sa quanto sia possibile fare dietrofront, cosa che non aiuta affatto.

A questo si aggiunge il colpo di frusta tipico di queste inversioni ad U con tanta gente che ci rimane malissimo per “aver creduto” o “esserci cascata di nuovo”, così chi prima si era congratulato per la posizione (insperatamente) progressista sulla Bossi-Fini se ne va via indignato e chi prima aveva cercato di riconquistare i delusi si sente tradito dal suo stesso partito.

L’altra anima invece comincia a subodorare una situazione tutt’altro che piacevole, si rende conto che il gruppo M5S è pieno di gente “di sinistra” e non si capacita di come sia possibile che sia passata, seppur temporaneamente, una linea così antitetica rispetto alle sue convinzioni.

 

L’importanza dell’esperienza.

Quando la situazione sembra già abbastanza grigia ci pensa l’inesperienza a peggiorare tutto.

Coi giornalisti oramai sguinzagliati per cercare di capirci qualcosa (una qualsiasi informazione su quale fosse la linea interna e quale sia stato il problema) uno dei due relatori in un intervista dice, con una tranquillità disarmante, che la norma per l’abolizione per la Bossi-Fini, in sostanza, era solo un tatticismo per cercare di seminare zizzania nella maggioranza.

In pratica il ragionamento era questo : visto che posizione del PD è nettamente diversa da quella del PDL i relatori hanno presentato la norma semplicemente per creare malumori nella maggioranza di governo.

Stando ai loro calcoli il Partito Democratico avrebbe votato contro la norma presentata dal M5S per questioni di tenuta politica (cioè per non scontentare il PDL) cosa che avrebbe permesso al M5S di uscire “vittorioso” dallo scontro perché così 1) loro avrebbero fatto la figura dei “buoni” che sono contro la Bossi-Fini (pur non alterandola) e 2) il PD sarebbe passato per un partito “kasta” che fa tanto quello diverso ma alla fine è “la stessa cosa” del PDL.

Una tattica degna della prima Repubblica e, volendo essere franchi, un modo non troppo pulito per fare politica sulla pelle dei morti delle sciagure di Lampedusa; il problema in questo caso è stato che il Partito Democratico (non sapremo mai se per calcolo o per genuino interessamento) ha invece appoggiato la norma scatenando una reazione a catena che ancora oggi non accenna ad arrestarsi.

A chiudere il quadretto, nella parte finale della stessa intervista, uno dei relatori dice che non s’aspettava che la norma avesse una tale risonanza, che in ogni caso c’è tempo perché qualcuno la contesti e la faccia cadere in aula e (dulcis in fundo) che il M5S non ha ancora deciso se supporterà la norma nel voto al senato.

Considerazione personale : Grillo e Casaleggio se li sono proprio cercati questi furboni… non solo svelano che le loro “battaglie politiche” sono solo tattiche da prima repubblica tese a racimolare consenso ma addirittura auspicano che gli altri gli boccino la loro stessa norma… quella che hanno presentato ed appoggiato loro stessi.

 

Una riflessione più approfondita.

E’da un po’che si sospetta che il M5S usi questo genere di tattiche per infastidire gli altri partiti, è una cosa abbastanza normale che in politica i partiti presentino disegni ed emendamenti tesi a mettere in difficoltà gli avversari ma in genere vi si ricorre solo quando si è certi del risultato… invece qui c’è stato un macroscopico errore di valutazione.

Probabilmente il “sistema” è stato usato così spesso che alla fine il Partito Democratico avrà capito il bluff… una cosa che a quanto pare sta facendo danni macroscopici nel Movimento 5 Stelle.

A questo punto è lecito chiedersi quante volte questo gruppo abbia tirato fuori un disegno di legge o votato una proposta non nel tentativo di farla passare ma solo per poter fare la vittima quando gliela bocciano… viene in mente ad esempio la storia relativa al deputato Giachetti (di cui tanto si parla in queste ore) ma anche le uscite su Rodotà Presidente della Repubblica.

Insomma questa uscita (non è un ipotesi che può essere smentita è la dichiarazione puntuale di un senatore) mette in dubbio quanto fatto fino ad oggi dal Movimento ed apre le porte ad una domanda inquietante : e se tutto quello che hanno fatto finora non fosse altro che un balletto per far finta di fare qualcosa mentre stanno seduti lì a non fare altro che pubblicità a sé stessi ?

 

La reazione dei parlamentari.

Le uscite sul blog (a meno di questioni gravi dal blog di Grillo arriva al massimo un post al giorno), l’incalzare dei giornalisti e probabilmente le telefonate da parte dello staff di Casaleggio intanto mettono sul chi va là i vari parlamentari che iniziano a sentire il peso di una situazione pesante che, almeno in teoria, potrebbe sfuggirgli di mano.

Per questa ragione la mattina è cosparsa di avvenimenti apparentemente non correlati ma che si succedono troppo in fretta perché non si pensi ad un azione coordinata per distrarre l’attenzione:

Un deputato M5S durante la discussione alla camera di una legge sul riordino dei finanziamenti pubblici ai partiti prende la parola comincia a chiamare “ladri” gli altri parlamentari, a giro di posta Di Battista rilancia dicendo che alcuni parlamentari hanno minacciato i deputati del Movimento (dai verbali della camera non uscirà però fuori nulla e non verrà sporta alcuna denuncia) e Becchi (professore universitario di filosofia del diritto noto per essersi auto-accreditato nel M5S come testa di serie in ambito legale) comincia a dire che Napolitano dovrebbe essere sottoposto ad una procedura d’impeachment (rimosso e posto sotto processo) per aver abusato dei suoi poteri (il tutto per un messaggio alle camere in cui diceva che i tempi sono maturi per un amnistia/indulto che migliori la situazione delle carceri ed apra le porte ad una revisione delle leggi in materia), l’indomani uscirà il suo articolo a tema

Insomma, si cerca di cambiare argomento e di insabbiare tutto anche se i senatori non reagiscono bene alle uscite dei “capi” e fanno sapere che la norma presentata è stata regolarmente discussa ed approvata dal gruppo come risulterebbe dai verbali.

Per intanto i parlamentari iniziano a non voler più rispondere agli stessi giornalisti che arringavano fino al giorno prima, si trincerano dietro ai “no comment” o farfugliano qualche parola mentre si spostano di gran carriera nel tentativo di non essere costretti a dover dire più del minimo indispensabile: insomma sono tutti nervosi.

 

Ricostruzione – La situazione nel QG.

In questo frangente probabilmente i due capi stanno osservando la situazione per vedere come si evolve, mentre qualcuno telefona a “chi di dovere” per produrre un “diversivo” che distragga l’opinione pubblica si controllano tanto i telegiornali quanto internet per tastare il polso della situazione.

Purtroppo nel giro di qualche ora è evidente che non è stato possibile chiudere tutto con il famoso post (che intanto ha fatto altri danni, come abbiamo già visto) ed i senatori stanno iniziando a rispondere pan per focaccia (probabilmente non ci stanno a passare per fessi).

Non sappiamo cosa è successo a livello di telefoni e SMS fra Roma e Milano ma di sicuro la situazione dev’essere sembrata destinata a peggiorare quando, per chiudere la questione, si decide di scrivere un altro articolo sul blog per zittire completamente i senatori.

 

Il terzo post sul blog di Grillo.

Visto che indorare la pillola non è servito nel primo e spiegare la posizione non è servito nel secondo si decide di passare alla fase successiva ovvero all’imperativo.

Il terzo post sul blog di Grillo è un asciuttissimo dispaccio para-militare in cui chi scrive (chi ? già, sarebbe bello sapere chi scrive per davvero) fa sapere quali sono le norme all’interno del Movimento… il tono è perentorio ed il punto è: Il M5S può fare solo quello che c’è scritto nel programma, se avete altre idee nel caso si votano e si mettono nel cassetto, alle successive elezioni verranno messe nel programma e solo dopo potranno essere fatte.

Manca la scomunica latae-sententiae ma nei fatti c’è già tutto, questa è sostanzialmente la lapide sulla tomba del Movimento 5 Stelle.

 

Un analisi dettagliata.

Qui la Bossi-Fini non c’entra più, il problema non è più relativo ad una norma… il punto è semplicemente stabilire chi comanda, chi ha il potere.

Volendo fare attenzione ai dettagli possiamo dire che i dubbi di poco sopra sono fugati, il M5S non ha mai presentato nulla per ottenere qualcosa, le varie battaglie fatte alla camera ed al senato erano solo uscite “pubblicitarie” visto che i punti trattati erano tutti o quasi fuori dal programma… ma il discorso è più profondo di così.

Se domani il Costa Discordia s’arena sulla spiaggia di Riccione il M5S non può fare nulla per metterlo in sicurezza, farlo disincagliare e ripulire le coste prima della successiva elezione ?

Ovviamente no, il punto non è neanche lontanamente quello… l’articolo dice una cosa ma ne intende un altra, il punto è tutto relativo alle azioni politiche.

Con questo post Grillo e Casaleggio dicono che chiunque faccia qualcosa che non è nel programma (e sappiamo, dal post precedente, che sono in due a decidere cosa finisce nel programma) è, di fatto, fuori dal Movimento… il post in sé è solo una forma molto arzigogolata per dire “ritornate nei ranghi e non ci saranno conseguenze”.

 

Ricostruzione – La situazione nel QG.

Sì ma cos’è successo davvero ?

Grillo e Casaleggio hanno visto, dopo il secondo articolo, che il Movimento viveva di vita propria con i senatori che andavano avanti per la loro strada senza adeguarsi alle direttive del duo, ed hanno avuto paura.

Casaleggio in particolar modo deve il suo “potere” ed il suo prestigio al fatto di poter manipolare il gruppo, se viene meno la possibilità di condizionare quei 160 parlamentari il suo impegno in assoluto perde di valore per cui occorre ristabilire l’ordine, mettere in chiaro che c’è una catena di comando (anche se occulta) e far rientrare nei ranghi i senatori.

Per un minuto (quello in cui scrivono quell’articolo) i leader si scordano che a leggere non è solo l’elettorato più estremista di destra (che apprezza il polso fermo) ed i senatori ma tutti i potenziali elettori del Movimento e tutti i giornalisti, opinionisti e politici d’Italia.

I parlamentari, hanno pensato, li abbiamo creati noi… è grazie a noi, alla nostra azione, al nostro coinvolgimento ed alle nostre direttive che sono lì, loro ci devono tutto e noi abbiamo il diritto di dirgli che fare.

Il simbolo è nostro, il blog è nostro, lo statuto è nostro.

Non importa sapere se l’errore è nostro o loro, noi siamo quelli che li hanno creati e noi li possiamo distruggere, non accetteremo quest’insubordinazione.

 

Il colpo di scena.

Nella sera del primo giorno i due gruppi (camera e senato) si incontrano in una riunione fiume per decidere il da farsi.

A questo punto la situazione è già diventata insopportabile, su internet oramai è una “guerra” fra chi si schiera con Grillo e chi invece pensa che i senatori abbiano agito correttamente e la situazione è diventata troppo grossa perché la stampa ed i telegiornali non se ne occupino.

Mentre alcune testate ipotizzano “alta tensione” all’interno anche i media amici (vedasi Il Fatto Quotidiano) inizano a cercare di sbrogliare la matassa e la situazione si presenta così intricata (ed impietosa) che è difficile non iniziare a nutrire dubbi sulla leadership.

Qualche commentatore inizia a chiedere esplicitamente ai gruppi di “emanciparsi” dai capi.

E qui succede quello che i due leader non avevano previsto… nelle riunioni congiunte in genere ad avere la meglio è la compagine fedele a Grillo e Casaleggio perché ci sono più deputati che senatori (ed i deputati in generale sono più vicini alle posizioni del duo) mentre questa volta i parlamentari si ribellano e mettono rapidamente in minoranza i “fedelissimi” (Crimi, Di Battista, Morra e via dicendo) decidendo d’andare avanti per la loro strada.

Peggio ancora, chiedono a Grillo (ed a Casaleggio) di venire a Roma a confrontarsi con loro di presenza.

Inizia a circolare la voce che i due leader sul piatto abbiano messo le loro dimissioni, una cosa del tipo “o tornate sui vostri passi e ripudiate l’emendamento -oramai è solo una questione di principio- o ce ne andiamo” ed oramai è chiaro che c’è una spaccatura e che è difficile ricucire visto che ognuno è convinto d’aver ragione.

In un primo momento si dice che Grillo non abbia intenzione di affrontare i suoi stessi senatori ma in un secondo momento si viene a sapere che Grillo sarà a Roma martedì (giorno cruciale per tante ragioni: ci sarà anche il voto in senato per la decadenza di Berlusconi).

 

Ricostruzione – La situazione nel QG.

Grillo e Casaleggio hanno deciso di allungare un po’i tempi per agire a bocce fredde anche perché è ormai evidente che l’azione d’impulso non li sta aiutando, anzi.

Il problema serio è che in questa situazione i due non hanno più alcun potere “contrattuale”, essendo i “lealisti” in minoranza in assemblea non possono neppure espellere i dissidenti ed anzi il rischio è che a finire fuori dal gruppo siano quei pochi “fedeli” che ancora gli permettono di avere un minimo di controllo sul gruppo.

Di sicuro la situazione sta degenerando ma il problema serio è che a differenza delle volte precedenti questa volta la “minaccia” non è una questione esterna (che può compattare il movimento) ma un problema interno. In questa circostanza l’unica cosa fattibile è cercare di tenere unito il tutto (sfruttando la sindrome d’accerchiamento, inventandosi un nemico che costringa il gruppo a riunirsi) ed al contempo ridurre il più possibile la “virulenza” dei dissidenti.

 

Now.

Per far questo in queste ore è partita una nuova fase: la testa di serie del famigerato Meetup 878 (un qualcosa a metà fra il think tank e la brigata d’influencer) ha postato sulla homepage del blog di Grillo un pezzo in cui si attaccano i “falsi amici”, un modo come un altro per scomunicare Il Fatto Quotidiano.

Alla fine del giro la colpa del giornale di Padellaro e Gomez è quella di aver fatto distinzione fra i senatori ed il duo (vedendoli come cose distinte, cosa che ha indebolito la presa dei due fondatori sui parlamentari) e di aver criticato le posizioni (ampiamente criticabili) assunte da Grillo coi vari post che si sono susseguiti.

Una stoccata va all’insospettabile Scanzi, ufficialmente reo d’aver detto che Casaleggio si è presentato per Forza Italia (a dire il vero si è presentato per una lista vicina a Forza Italia… se non è zuppa è pan bagnato) ed ufficiosamente colpevole d’avere un seguito fra i grillini e d’aver mosso qualche (timidissima) critica alla leadership.

Anche Becchi (già nominato prima) oggi ha sentito il bisogno di dedicare un tweet in cui sparava ad alzo zero su Scanzi, segno che l’articolo non è proprio andato giù a Grillo e Casaleggio.

Nel frattempo sul blog di Grillo escono articoli su tutt’altri argomenti a tamburo battente nella speranza di seppellire la questione facendo sprofondare verso il basso gli articoli incriminati.

I grillini, intanto, sono attoniti e per la prima volta da mesi, incapaci di profferire parola visto che non hanno mai avuto a che fare con le dinamiche tipiche dei partiti ed i loro riferimenti (primo fra tutti Travaglio) iniziano a criticare il movimento (o almeno le sue ultime uscite).

 

Note finali.

Visto che le cose tendono a cambiare e per comprendere meglio quello che è successo consiglio a tutti di integrare un eventuale esame dei commenti sul blog di Grillo con la lettura dei commenti censurati dal blog stesso.

E’infatti noto che “lo staff” (di cui, invero, si sa pochissimo) tende a cancellare i messaggi critici, calunniosi e sconvenienti (non necessariamente in quest’ordine) ragion per cui esiste un sito ufficioso che tiene traccia di tutti i commenti e “pubblica” quelli cancellati dai moderatori.

Tale sito è visibile all’indirizzo nocensura.eusoft.net

 

G.D.E.

I commenti sono chiusi.