Please feel free to use the disease.

Non è mia abitudine scrivere riferendomi a fatti personali, anche perché alla fine quel che si dice tende ad avere il retrogusto amaro della considerazione personale che, come tale, è individuale e non rappresenta le varie questioni dal punto di vista più generale possibile ma questa volta questo messaggio ha passato il segno:

“Il programma del MoVimento 5 Stelle è un programma di salute. Il nostro territorio muore per mancanza di sanità. Questo territorio muore perché non ci sono punti di assistenza territoriale validi. Il MoVimento 5 Stelle vuole destinare fondi per ripristinare l’attività effettiva dei consultori territoriali. Vuole legare la responsabilità di quanti vengono attualmente nominati dalla politica, ma non lo saranno più e dovranno superare concorsi pubblici, agli obiettivi. Come per un buon padre di famiglia la salute dei figli è l’obiettivo più importante, così deve essere per i responsabili della salute pubblica siciliana.” Valentina Botta, M5S Sicilia

Il programma a cui si riferisce non è il depliant meglio noto come programma nazionale ma il più esteso programma regionale che v’invito ad esaminare:

– Incremento delle attività di prevenzione e di educazione alla salute, in particolare riguardo alimentazione e movimento (es. lotta all’obesità infantile), maggiori controlli sugli alimenti (ispettori sanitari) e collaborazione con i pediatri di base per il monitoraggio di infanzia e adolescenza, tramite fondi vincolati sulla prevenzione.

Un po’come dire che il problema di Palermo è il traffico (Johnny Stecchino docet). Vale la pena di spendere dei soldi in fondi vincolati e controlli sugli alimenti (quali ? quelli che oramai non servono più nelle scuole) al fine di educare alla prevenzione (dell’obesità, vedasi appunto il problema di Palermo) ? Probabilmente si, ma solo se avanzano dopo aver fatto mille altre cose; invece oggi in Sicilia già mancano per quelle essenziali.

 

– Investimenti verso consultori familiari.

Quelli cattolici (che qui sono la preponderante maggioranza) ? Altri soldi da regalare a questo o quello. Sia chiaro, non sono contrario a priori, anzi… è che i consultori sono un problema abbastanza marginale, specie se si pensa che la gente è costretta a fare due ore di fila per farsi medicare e suturare una ferita o che spesso e volentieri per un problema serio si finisce per girare mezza regione (ed oltre) perché non esistono strutture adeguate sul territorio.

 

3 – Finanziare la ricerca indipendente, in particolare sulle malattie rare, anche attraverso presentazione di progetti alla comunità europea o attingendo dai fondi destinati alla tabella H.

Perché, la ricerca dipendente fa così tanto schifo ? A Palermo ci sono eccellenze per davvero (vedasi ISMETT) anche senza doversi impelagare nella pseudoscienza della ricerca “indipendente” alla Sèralini… anche sulle malattie rare. Ed anche per queste già oggi non ci sono i soldi per portare avanti i progetti, ma siccome fa meno  colore, calore e simpatia dire “continuiamo a finanziare la ricerca” ecco pronto il piano B per far passare per nuovo un qualcosa che già si fa, ovviamente dando tanti soldi dal portafogli che è già vuoto.

 

4 – Obbligo di ogni azienda sanitaria al collocamento dei pannelli solari per il risparmio energetico.

E questo che c’entra con la sanità ?

 

5 – Implementare le funzionalità della tessera sanitaria elettronica in cui vengono immagazzinate tutte le informazioni cliniche dei malati, (vaccini, esami, patologie, cure, ecc.) così da evitare lunghe anamnesi e incomprensioni.

Lasciando perdere il fatto che è una vera e propria schedatura (a fini medici, ma pur sempre tale, e molti potrebbero non gradirla) non si capisce a che cosa serva lanciare la tessera sanitaria elettronica (con tutti i costi annessi e connessi) quando in moltissimi ambulatori e guardie mediche non c’è neppure una connessione ad internet, col simpatico risultato che spesso la guardia medica non può neppure rilasciare un certificato!

 

6 – Istituzione della figura “addetto al risparmio energetico” ed istituzione dell’obbligo per gli ospedali di provvedere immediatamente alla raccolta differenziata nei singoli reparti ed uffici.

E questo che c’entra con la sanità ?

 

7 – Attuazione della legge 15/2000 riguardante l’istituzione dell’anagrafe canina e le norma per la tutela degli animali da affezione e prevenzione del randagismo.

E questo che c’entra con la sanità ?

 

8 – Incarichi di Direzione e Manageriali designati tramite concorsi per titoli con alti standard prestazionali (alti volumi di prestazioni con alte percentuali di successo in ampi campi di intervento) da apposite commissioni nazionali, di nomina presidenziale. I membri della commissione devono avere esperienza almeno decennale in ambiti affini.

Attualmente non so come siano implementati ma per i manager e le direzioni ci sono già severi limiti sui titoli necessari a concorrere, quanto alle famigerate “commissioni nazionali” sappiamo bene che volendo diventano dei mangia-mangia pure quelle, quindi alla fine la nomina anche su chiamata politica non è il peggiore dei mali, fatto salvo che ci sono e permangono vincoli strettissimi che dovrebbero impedire ad uno con la quinta elementare di fare il manager di un ospedale (e se lo fa il problema non è certo la legge ma chi lo nomina a dispetto di essa).

 

9 –  Assicurazione per i dipendenti ospedalieri obbligatoria con contratto regionale o nazionale.

Non lo è già ?

 

10 – Formazione specifica per il personale del 118 (separato da quello di anestesia rianimazione e terapia intensiva) e del PS medico e chirurgico tramite le relative scuole di specializzazione dedicate; Formazione continua sul campo, istituzione di equipe multidisciplinari con riunioni periodiche e rivisitazione dei casi interessanti.

Altri corsi e tempo del personale ospedaliero (già poco) speso in attività di formazione che non si sa bene chi dovrà pagare.

 

11 – Incentivi e penalizzazioni del personale e dei dirigenti in base alle statistiche delle équipe e dei singoli elementi per favorire la cooperazione fra gli stessi, formazione obbligatoria non pagata per chi eccede la media di errori.

Questo l’ha fatto Microsoft per un decennio, ed ha prodotto il famoso “decennio nero” in cui in Microsoft non si sfornava nulla di nuovo… per il semplice fatto che il momento in cui ognuno viene retribuito in base al proprio risultato ed alla differenza fra il proprio risultato e quello dei colleghi inizia un tragico scaricabarile in cui tutti provano a fare le scarpe a tutti ed esplodono i  personalismi… il tutto in un ambiente dove spesso e volentieri i limiti sono dovuti al fatto che mancano le attrezzature, i presidi medico-chirurgici o semplicemente il personale infermieristico.

 

12 – Cartelle cliniche digitali ed esami diagnostici accessibili on line (cloud) con identificativo univoco per paziente in ogni struttura tramite il proprio codice fiscale.

Vedasi punto 5, stesse considerazioni. Non fa molto figo parlare di sanità come se il programma fosse un keynote di Apple (cloud) ed anche volendo rimarrebbe il problema serio della riservatezza, perché l’obbligo di ritiro degli esami non è stato messo per sfizio ma perché una persona ha il diritto di tenere per sé l’esito di un esame e di non comunicarlo a nessuno (neanche ai parenti più prossimi).

 

13 – Prenotazione delle prestazioni con identificativo numerico crescente, aggiornamento in tempo reale dell’avanzamento consultabile in internet per verificare la reale progressione del servizio.

In pratica hanno (re)inventato il numero di protocollo, per come già esiste dalla nascita di tutte le burocrazie… quanto alla consultazione online (non bastasse una più pratica telefonata, in cui peraltro si parla con una persona in carne ed ossa, capace anche di dare delle indicazioni e produrre stime) rimane un qualcosa di un interesse veramente relativo visto che è difficile assicurare l’accuratezza dello “stato d’avanzamento” a meno di non voler appositamente appesantire (e quindi rallentare) tutto con un iter che richieda l’aggiornamento in tempo reale.

 

14 – Dirottamento dei fondi dalle strutture private convenzionate alle strutture pubbliche, istituzione di strutture diagnostiche pubbliche per esterni, in alternativa le strutture private dovranno garantire servizi di urgenza/emergenza nelle 24 ore per decongestionare gli ospedali.

Poi magari ti tocca di voler partorire in analgesia (aka epidurale) e ti dicono “ma noi qui non l’abbiamo mai fatto… l’abbiamo nell’offerta ospedaliera e teoricamente siamo in grado di farlo ma la situazione è che ad oggi non abbiamo mai praticato parti in analgesia perché non ce li chiedono”, e via… con la moglie col pancione verso Palermo, dove il Bucchieri la ferla (struttura privata della Fatebenefratelli) effettivamente offre quel servizio (come cento altri, a partire dall’amnio/villocentesi che le strutture pubbliche semplicemente non sono in grado d’erogare)…

 

15 – Eliminazione delle consulenze.

E dei giorni dispari. Infondo non servono manco quelli… tranne quando servono… e quando servono e non li fai spesso e volentieri ci scappa il morto.

 

16 – Obbligo in caso di contenzioso professionale di consulenza collegiale. Il collegio deve prevedere uno specialista della materia in oggetto ed un medico legale e preferenza delle conciliazioni. In caso di denunce dolose, infondate o di franche truffe, costituzione in giudizio penale e civile dell’ospedale, a tutela del medico

Immagino il divertimento in caso di trattamento d’urgenza… il paziente muore ma il collegio deciderà per il meglio della buonanima… ma poi, questo non fa a cazzotti col pungo 15 ?

 

17 – Maggiore presenza della polizia in ambito ospedaliero specie nelle zone calde. Supporto legale ospedaliero in caso di aggressioni

Non sono contrario, ma per metterli lì rischi di doverli togliere a CEP, ZEN, nucleo antimafia, guardie del corpo dei giudici e via dicendo.

 

18 – Pubblicazione del bilancio ospedaliero consultabile online.

Perché, andarlo a chiedere in tesoreria (è un documento pubblico) e stamparselo / scannerizzarlo è troppo lavoro ?

 

19 – Assunzioni rese pubbliche anche se effettuate da parte di organizzazioni a prevalente gestione ospedaliera.

“Lo vede il dito come stuzzica?”

 

20 – Mobilità in ambito regionale di tutte le figure professionali (Medici, Infermieri, Tecnici, ecc.) per incarichi o sostituzioni superiori a 6 mesi, istituendo una banca dati in tempo reale delle disponibilità per gli spostamenti intraregionali stabilendo un tempo di circa 1 mese di attesa per permettere le richieste di spostamento. In questo modo si favorisce l’avvicinamento alla famiglia di migliaia di pendolari che passano ore ed ore del proprio tempo a viaggiare (inquinando ed aumentando i consumi di petrolio ed incidendo in maniera significativa sul proprio reddito) o che pagano affitti esosi.

Vedasi punto 19.

 

21 – Riorganizzazione della funzione del medico di base, con stipendio indipendente dal numero di mutuati e orario lavorativo di 38 ore settimanali da prestare in strutture condivise, fornite di elementi di diagnostica ed intervento di prima linea.

Lasciando perdere il fatto che non ci sono strutture neanche non condivise, che gli “elementi di diagnostica” non servono ai medici di base (nel caso si sospetti di qualcosa di grave ti mandano in ospedale dove ci sono medici specialisti più adatti a diagnosticare patologie “più insidiose”, inutile tenere una macchina per la TAC in ogni ambulatorio) in questo modo i medici farebbero a gara per liberarsi dei propri assistiti visto che il loro stipendio è assicurato sia che ne abbiano 1 sia che ne abbiano 1000, cosa che porterebbe ad un diffuso abbassamento della qualità del servizio.

 

22 – Collegamento fra medico e strutture sanitarie diretto per via informatica bidirezionale.

Tipo una connessione ad internet in tutti gli ambulatori ed in tutte le guardie mediche. Vedasi punti 5 e 12.

 

23 – Utilizzo della Prescrizione elettronica con dematerializzazione della ricetta cartacea secondo il decreto 02/11/2011 del ministero delle finanze.

Anche considerando che alcune guardie mediche non hanno neppure un accesso ad internet (vedasi punti 5 e 12). Facciamo che quando telecom ha un problema (e qui ogni tanto capita) e non c’è connessione si torna alla medicina tradizionale ed ai rimedi della nonna ?

 

24 – Assistenza domiciliare come servizio coordinato da una centrale operativa fra Medici di base, che conoscono bene il paziente, Continuità Assistenziale ( ex guardia medica ) e 118 per i casi di urgenza-emergenza.

Non è chiaro né chi, né come, né secondo quali modalità… l’idea di “sala operativa” fa molto carino, ma nella pratica non m’immagino una cosa stile NCIS in cui si coordinano medici, guardie mediche e 118, se non altro perché le entità citate sono già ora così oberate di lavoro da non avere il tempo per occuparsi anche di una centrale operativa all’americana.

 

25 – Realizzazione del “libretto del paziente” per età e sesso, che registri le patologie, le cure ed eventuali allergie: la tessera sanitaria diverrebbe così una sorta di carta di circolazione.

Vedasi 5, 12 e 22. Poi vorrei capire che vuol dire “per età e sesso”, soprattutto “sesso”, ci vuole con la copertina rosa per le femminucce ed azzurra per i maschietti ?

 

26 – Disinfestazione e derattizzazione obbligatoria (in alcuni comuni non avviene). Porre particolare attenzione in quei luoghi ove sono presenti discariche ab usive e/o di cassonetti non puliti e randagismo selvaggio in quanto si creano degli ambienti favorevoli allo sviluppo di agenti patogeni, parassiti e animali, dannosi per la salute del cittadino.

Che in alcuni comuni non avvenga è un fatto in deroga alla legge che prescrive disinfestazioni, derattizzazioni e controlli sui livelli di Radon. Per il resto vorrei capire come si distingue un cassonetto “non pulito” da uno “pulito”.

 

Lasciando perdere alcuni punti che non ho capito (tipo il 9, il 19 ed il 20) o che sono palesemente fuori luogo il punto è e rimane sempre lo stesso… è tutta fuffa che basa il 99% dei discorsi sul “mobiliteremo fondi” o “investiremo” o “istituiremo”… un continuo ricorso a salvifiche quantità di denaro che nella pratica non ci sono.

Oggi mio figlio s’è fatto male a scuola, per un qualche motivo è caduto (o, per come credo io, è stato spinto da un compagnetto) e s’è procurato un taglio alla palpebra che ha richiesto quattro punti di sutura.

Per entrare nel pronto soccorso abbiamo dovuto attendere due ore e mezza perché questo genere d’operazione si deve per forza fare in un pronto soccorso ed il nostro lavora a tempo pieno con un numero veramente esiguo di medici, per di più costretti ad orari impossibili… le sale disponibili sono DUE e devono occuparsi di tutti i casi possibili, dai codici rossi (rischio di vita) ai codici bianchi, per cui i tempi d’attesa sono biblici.

E questo è il meno… in questo lato della Sicilia appena si esce dalle quattro cose veramente “di base” (osso rotto, taglio, escoriazione, maternità e via dicendo) non c’è nulla… pochissime strutture devono reggere anche mezza regione (e spesso molte strutture sono dei “segnaposto” con personale inadatto, non qualificato o con gente che non ha la capacità per svolgere i ruoli assegnati) e quelle poche lavorano fra ristrettezze immani, dalle sedi fatiscenti agli orari impossibili passando per l’assoluta mancanza di personale e mezzi adeguati (per non parlare del fatto che “tagli” e “riorganizzazioni” hanno mutilato quel poco che ancora funzionava) facendo i salti mortali.

Ed in tutto questo schifo loro se ne escono con tre punti sulla carta del paziente (in versione cartacea+cloud+smartcard), coi pannelli solari alle strutture (dove m’è capitato di dover tenere in braccio mia figlia mentre faceva pipì perché i bagni perdevano liquami) e con l’addetto al risparmio energetico ?

Ma si facciano veramente un giro nelle strutture senza cianciare solo di massimi sistemi per rendersi conto che i soldi non ci sono, che il personale va avanti per inerzia e che non serve a niente pontificare programmi e leggi quando queste vengono bellamente ignorate o emendate in corso d’opera, magari perché è necessario chiudere un occhio per offrire un servizio che altrimenti sarebbe impossibile trovare nel raggio di km e km.

La sanità in Sicilia è, da sempre, una sofferenza per la gente… e lo è essenzialmente perché è più facile promettere che fare, specie quando per “fare” bisogna prima conoscere la realtà del territorio, e parliamo di una realtà che è sconvolgente per la qualità (in negativo).

Continuino a millantare fondi, progetti, investimenti e via dicendo… intanto per fare un amniocentesi (la più essenziale delle analisi per la maggioranza delle madri) mi tocca fare un centinaio di km a meno di non pagarmela privatamente.

A me (ed a tanti altri) dei concorsi e delle assunzioni non ce ne frega niente, inutile tentare di spostare l’argomento su queste argomentazioni, a me interessa non dover fare 200+ km per una visita specialistica fatta seriamente… e di tutto questo (soprattutto sul come fare a fare in  modo che ciò sia possibile) fra programmi ed annunci non c’è traccia.

Si chiama SANITÀ, che è un po’diverso dal “politica della sanità”. Signorina Botta, prenda nota.

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