Parliamo di Obesità

Di tutti i parassiti che affliggono l’umanità, non ne conosco, e neppure lo posso immaginare, che causi più sofferenza dell’obesità

Questa citazione è l’incipit de “Letter on corpulence, addressed to the public” pubblicato nel 1865. Da quel libro scritto durante il regno della Regina Vittoria sono passati relativamente pochi anni ma il nostro modo di mangiare è radicalmente cambiato, siamo diventati sette volte di più su questo pianeta e contrariamente a quello che ci si poteva aspettare non stiamo morendo di fame ma, al contrario, stiamo mangiando troppo.

L’epidemia dell’obesità

Non è comune usare la parola “epidemia” per una malattia non trasmissibile eppure è proprio l’organizzazione mondiale della sanità a usare questo termine: le proporzioni di quello che sta succedendo negli ultimi decenni infatti lo giustificano ampiamente.

obesity-diabetes[1]

Secondo i dati dell’OMS attualmente

  • Il 35% della popolazione mondiale è in sovrappeso
  • l’11% della popolazione mondiale è obesa
  • Più di 40 milioni di bambini sotto i 5 anni sono obesi
  • Muoiono più persone di obesità che di fame

Prima di procedere guardiamo un momento cosa è l’obesità secondo la definizione dell’OMS.

Per l’OMS l’obesità viene identificata quando l’indice di massa corporea supera 30 punti, mentre sopra i 25 si è sovrappeso. L’indice di massa corporea è un valore puramente indicativo, e da più parti criticato, dato che vale per donne, uomini, anziani e bambini di tutte le nazioni del mondo e tiene in considerazione solo altezza e peso (peso in Kg fratto il quadrato dell’altezza in metri); questo parametro è stato ideato in Belgio a metà dell’1800 ed è quindi facile capire quanto possa essere eurocentrico e tarato per altezze diverse da quelle attuali.

Il fatto che venga utilizzato questo parametro ci da anche l’idea di come funzioni l’OMS: per me è una sorta di Entaconsulta che impiega anni prima di cambiare qualcosa e per questa ragione quando si muove lo fa solo su quelle che ritiene delle basi solide. Per quanto appunto ci sia un dibattito all’interno dell’OMS per cambiare questo parametro ancora non ci si è messi d’accordo su qualcosa di migliore. Per quanto il valore possa essere solo indicativo la fascia del normopeso è abbastanza larga per essere certi che stare sopra o sotto a questa porti dei problemi di salute e appunto l’obesità è altri 5 punti sopra la soglia alta (piccola nota: secondo studi statistici la fascia che sta meglio è quella in sovrappeso, ma quella che sta peggio sono gli obesi, quindi mi terrei sempre nella fascia del normopeso).

Le conseguenze dell’obesità

Sempre secondo l’OMS l’obesità è un fattore di rischio per buona parte delle malattie croniche tra le quali il diabete, alcune forme di cancro, e naturalmente i disturbi cardiovascolari.

L’obesità porta anche diverse conseguenze sociali se il numero di obesi comincia ad essere rilevante: questi problemi vanno dalla difficoltà nel reclutare poliziotti, pompieri, e soldati; nel dover ripensare la dimensione dei sedili sui mezzi pubblici, ascensori, ripensare le automobili; naturalmente maggiori costi per la sanità, se pubblica; e banalmente maggior consumo di cibo e risorse per la produzione degli stessi.

Sveliamo subito l’assassino

L’OMS cita tre cause: la vita sedentaria, i grassi saturi e lo zucchero. E qui devo cominciare con i doverosi disclamer:

fino ad ora quasi tutto quello che ho scritto è stato tratto dal sito del dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ma quando si parla delle cause dell’obesità ho un’opinione leggermente diversa.

L’obesità è certamente causata da uno sbilanciamento tra le calorie ingerite e le calorie consumate e quindi è corretto dire che i grassi, che hanno un alto contenuto calorico, se ingeriti in quantità elevata facciano ingrassare. Il problema è che appunto qualunque cibo ingerito ci farà ingrassare, ed è altrettanto chiaro che se abbiamo fame, o se abbiamo voglia di mangiare perché siamo tentati da uno snack, mangiamo. Quindi più semplicemente è la fame e la gola che causano l’obesità ed entrambe queste cose sono in qualche modo legate allo zucchero.

Occorre quindi procedere con un metodo che viene chiamato “i 5 perché” e andare alla ricerca del perché mangiamo più zuccheri, grassi, e facciamo meno attività fisica.

Per fare questo dal prossimo post vedremo come il modo di cibarsi degli esseri umani sia cambiato nel corso della storia e come solo negli ultimo secolo, e particolarmente negli ultimi 50 anni siano successe una serie di cose in grado di scatenare l’epidemia di obesità.

Continuando con i disclamer: in tutto quello che scriverò cercherò di citare delle fonti adeguate e verificabili, ma naturalmente non è il mio campo specifico e quindi una delle ragioni per cui scrivo è per aprire un confronto su questo tema che mi sta appassionando ultimamente.

Nonostante appunto cercherò di usare solo quanto emerso da studi scientifici devo fare un’altra premessa: in materia di alimentazione ci sono studi che dicono tutto e il contrario di tutto. Questo è causato da una parte dal fatto che gli studi hanno un forte bias da parte di chi li finanzia e dall’altro che è difficile effettuare studi su “cavie umane” e a lungo termine che non siano semplici analisi statistiche. Questo porta ad avere molti studi che evidenziano una correlazione, la quale però non è per forza una causa come sappiamo. E in molti casi questa correlazione scompare variando leggermente i parametri dei campioni osservati. Consiglio la lettura di questo articolo del New York Times in merito.

Su questo argomento è facile inoltre trovare delle ricostruzioni “complottiste” dato che coinvolge governi, case farmaceutiche, e multinazionali alimentari. Cercherò sempre di tenere lontano le teorie del complotto cercando di usare solo dichiarazioni ufficiali.

Altra cosa: quasi tutto il materiale e gli esempi riguardano gli Stati Uniti; non è per antiamericanismo ma per due ragioni fondamentali: gli Stati Uniti sono messi peggio dell’europa (esclusa forse solo la patria di Farage) e gran parte degli studi provengono da quella nazione, o anche le fonti che ho trovato sono inglesi.

Naturalmente non posso fare a meno di dirvi di non prendere decisioni riguardanti la vostra dieta basandovi solo su quello che ho scritto, ma appunto consultate sempre il medico che certamente ha più basi di quelle che possono essere le mie semplici ricerche. Fatevi però anche convincere dal vostro medico, perché se ad esempio vi prescrive delle medicine omeopatiche o robe simili magari è anche il caso di farsi venire qualche dubbio.

Spero che il tema possa avervi incuriosito: ci vediamo tra sette giorni per una breve storia del mondo!

Continua la lettura con la seconda parte

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