Ogni promessa è debito (ovvero: Bilanciadi fallite)

Abstract

Sarò breve e circonciso: a Roma è un delirio continuo.

Ricordate?

Mesi fa scrissi questo, con un intento, diciamo così, “pedagogico”: si parla di bilanci, soldi, di una grande città, di norme, ma pochi – almeno dal punto di vista divulgativo – raccontano/raccontavano le cose come stanno realmente. Sia chiaro: la materia è ostica e non appassionante (forse: personalmente, per interessi e lavoro e forma mentis occuparsi di spiegare quel che accade dati e fatti alla mano e quando si sa quel che si afferma lo ritengo importante).
Andiamo oltre.

Basi

Al solito, il d lgs 267/2000 smi e, nel caso specifico, il parere non favorevole OREF romano (il sito non mi piace per nulla, ho scaricato il materiale da altri luoghi, è per semplificare).

Perché è così importante, il bilancio preventivo?

Perché, come una cd. “finanziaria”/legge di stabilità, dà indirizzo al governo/giunta di turno, autorizza ogni anno le spese che si potranno sostenere e indica le coperture e la programmazione delle entrate. Il consuntivo/rendiconto (“lo dice la parola stessa”) certifica ‘quel che è successo’ (non che sia secondario, eh).

Non vi è, pertanto, una scala di valori, bensì un (mi sia permesso, anche per farmi comprender meglio) “voglio far questo, con queste risorse e con questi strumenti e mezzi”; converrete che, oltre una ‘dichiarazione d’intenti’, o ‘presentazione’, è realmente un documento programmatico, altro che le solite promesse elettorali, da qualsiasi parte vengano. In soldoni: ho 100? Con 100 conto di attuare X Y Z, valutatemi.

Nel caso romano il “valutatemi” ha sortito ceffoni e scarpate, dal punto di vista tecnico e non solo. Ed è cosa grave.

Perché grave?

Perché la struttura poggia su basi non solide, per usare un eufemismo. E perché ad es. (vedi pag. 19 del parere OREF)

Il DUP (Documento Unico di Programmazione, nota mia) prevede indicazioni generiche e di principio in relazione alle politiche di alienazione e valorizzazione immobiliare. Si ritiene necessario implementare tali indicazioni di principio con indicazioni puntuali ed analitiche ancorché in coerenza con le linee programmatiche per il mandato amministrativo 2016-2021.

Per non usare termini volgari: son stati presentati documenti scadenti nel loro impianto, generici, alla “speraindìo”, e incoerenti con la presunta “politica” comunale.

I debiti

Ed eccoci qui, alla fatidica parola evocativa: DEBITO.
Roma è gravata da un debito pazzesco, c’è poco da fare: si parla di oltre 10 miliardi. Ma c’entra qualcosa col bilancio preventivo? Sì e no.
Di fronte a cifre simili, altro che mani nei capelli: uno si spara e fa prima; se leggete l’articolo linkato (ok, ok, è ‘noioso’…) potrete constatare che, nel corso degli ultimi (e non solo) anni, allegramente s’è pescato a man bassa nelle tasche di noi tutti, nonostante il ‘buonsenso’ comune dicesse, a voce tutt’altro che bassa CAZZO, LA PIANTIAMO?

Purtroppo non la si è piantata, ma torniamo al dunque, come si dice: OREF conosce sicuramente certe cifre e certi problemi, ma – giustamente – che fa? Formula proposte e raccomandazioni secondo le sue competenze, e secondo quel che viene dettato dalle norme.
Si legge ad es. a pag. 15 del parere:

Il Collegio sottolinea il disequilibrio e la non omogeneità tra le entrate e le uscite straordinarie. Le entrate straordinarie non ripetitive non assicurano un equilibrio strutturale. Si raccomanda di limitare il più possibile l’utilizzo di tali risorse a copertura della spesa corrente.

Traduco con parole gentili: avete presentato un quadro non coerente riguardo entrate e uscite di carattere straordinario. Che, per i profani, suona: ma le sapete fare o no, le cose? Evidentemente no.

E il no è motivato, al di là del debito di cui si parlava sopra.

E qui mi fermo, per ora, come al solito son disponibile per rispondere e approfondire. Mi riprometto, prima del 2017, di terminare la mia analisi.

Aggiornamento del 29 dicembre

Ho pensato di riportare qui un mio commento IT

Spulciando nel bilancio bocciato ho notato che, complessivamente, la spesa per la cd. “missione 12” (diritti sociali, politiche sociali e famiglia) per la quale sono previsti per il 2016 complessivamente 756 milioni (arrotondo) passa a 676 nel 2017, per arrivare a 600 nel 2019.
Diminuiscono gli stanziamenti per tutte le “voci” (anziani, disabili, nidi…): ora, non so se si tratti di razionalizzazione (ne dubito fortemente, considerati i protagonisti) ma mi pare che tagliare queste spese sia l’ultima cosa da fare, non penso che nei prossimi anni diminuiranno gli anziani ospitati in strutture, per dire.
Spero che cose come queste siano raccontate dagli organi di stampa, e che i romani ne siano messi a conoscenza, 150 milioni in meno in 3 anni non sono noccioline.
Trovate il tutto a pag. 29 del parere OREF.

II aggiornamento (sempre del 29 dicembre)

Sopra si parlava di debito – enorme – e quant’altro a Roma, e uno degli “argomenti” contro OREF era/è “ma insomma, è tutto un casino che c’è dalle amministrazioni precedenti, non c’entrano un tubo M5s e Virginia Raggi” e via minchioneggiando.

Semplicemente: non è vero. Alle pagine 41/42 del parere OREF viene detto per filo e per segno quale sia l’incidenza del debito romano, oltretutto – ovvio – la cosa è riportata a OREF dalla giunta romana attuale: e si tratta (ok, saran stati ‘magheggi’ a cura di Alemanno e compari governativi del tempo) di circa 1,2 miliardi di €. Rimando ancora a questo link per la storia “completa”.

L’ultimo aggiornamento sarà sulle conclusioni e osservazioni e prescrizioni.

Ed ecco l’ultimo aggiornamento (30 dicembre)

Andiamo alla pag. 43 (di 46) del parere OREF. Vengono rilevate parecchie criticità, che cercherò di esprimere (non tutte, per non annoiare e perché in effetti alcune son “troppo tecniche”. Mi riferirò alle principali, secondo il mio giudizio) in termini divulgativi:
– i debiti fuori bilancio non son del tutto riconosciuti: ciò significa che non è stato compiuto correttamente un lavoro preliminare da parte della Giunta
– come segnalato sopra, nel primo aggiornamento, vengono ricordate passività potenziali nell’ambito delle politiche sociali
– sono praticamente state ignorate le problematiche inerenti i contenziosi su acquisizioni, CCNL di una partecipata (Roma TPL) e passività di un po’ tutte le partecipate
– e altro (non elenco, potete leggere tutto voi).

In particolare, intendo porre alla vostra attenzione qualche affermazione secondo me grave. La prima:
– OREF ritiene

necessario un incremento nell’arco del triennio degli stanziamenti relativi al fondo passività potenziali

Significa, in soldoni: “non avete previsto, incautamente, abbastanza denaro per sostenere possibili passivi, e tra le righe vi dico ‘ragazzi, se faceste un bilancio familiare in questo modo sareste sotto i ponti dall’oggi al domani'”.
La seconda:
– sono

non conseguibili i saldi di finanza pubblica previsti

sempre in soldoni: “tornate a lavorare, e come si deve: dite questo, questo e quest’altro, ma non avete la minima idea di come fare, in pratica, a equilibrare attivo e passivo”.

Per forza che (pag. 46) si scrive e controfirma

OREF […] ritiene non sufficienti gli spazi di finanza pubblica necessari al rispetto dell’equilibrio finanziario in relazione alle necessità che potrebbero rilevarsi rispetto al riconoscimento dei debiti fuori bilancio, alle passività potenziali comunque presenti e a tutte le altre criticità evidenziate nel presente parere ed esprime PARERE NON FAVOREVOLE alla proposta di approvazione del bilancio di previsione 2017-2019 e relativi allegati.

Secondo voi avrebbe potuto esservi altra conclusione?

Ringrazio tutti i lettori per la pazienza, auguro in anticipo buon anno, e spero che il mio “lavoro” sia servito, ribadendo che sono disponibile a correzioni e richieste di chiarimento.

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