Lo sciacallo parlante

C’è un passaggio significativo, nello sproloquio con cui Grillo cerca di spiegare il flop del M5S alle scorse amministrative, puntando l’indice verso l’Italia che, secondo lui, vive di rendita e vota per mantenere lo status quo (un tempo queste dicotomie manichee erano riservate ai politici, ora che l’obbiettivo 100% sembra allontanarsi bisogna dividere in tribù buone e cattive anche l’elettorato; a quando la soppressione del diritto di voto a chi percepisce direttamente o indirettamente uno stipendio dalla politica?).

È questo:

In questi mesi non ho sentito casi di funzionari pubblici, pluripensionati o dirigenti di partecipate che si siano suicidati. Invece, giornalmente, sfrattati, imprenditori falliti, disoccupati si danno fuoco, si buttano dalla finestra o si impiccano.

È molto interessante perchè, unito al disprezzo con cui liquida le motivazioni di chi ha scelto i partiti (vota per sé stesso, non per il Paese), sembra suggerire che la causa delle morti “giornaliere” di imprenditori e disoccupati attanagliati dalla crisi stia nell’egoismo delle suddette categorie che vivono, ça va sans dire, di rendita o quasi.

Non so quale sia il concetto di “giornalmente” che Grillo applica alle sue perle di verità, ma giusto per capire quanti anni di galera dovranno scontare gli elettori irresponsabili che si ostinano a votare chi vogliono loro, ho fatto qualche ricerca, e pare che varie fonti (qui e qui) stimino in circa 25 le persone che si sono suicidate a causa della crisi economica dall’inizio del 2013.

Ma non è per confutare la precisione statistica del megafono che ho scritto questo pezzo; è per l’altro numero, quello che potete leggere sul pezzo del Corriere, e che magicamente sembra sparire dalle cronache per riaffiorare solo occasionalmente, nonostante il carattere ben più frequente rispetto ai suicidi.

173.

Centosettantatre persone morte sul lavoro, che forse meriterebbero la stessa cura e sensibilità che il portavoce dedica a chi è in difficoltà economiche. Ma probabilmente leggo solo i giornali servi della vecchia politica e che non parlano mai di cosa il Movimento sta effettivamente facendo; meglio fare un salto sul sito del parlamento, dove in pochi minuti posso rendermi conto, al di là della disinformazione di regime, che i disegni di legge grillini in materia di sicurezza sul lavoro sono ben…zero.

Forse è un tema che in tempi di recessione non è così importante: eppure, la casta dei vecchi partiti, quella a cui del Paese non importa niente e bada solo ad arricchirsi e garantire contratti a parenti ed elettori fedeli, di proposte in materia in questa legislatura ne ha presentate almeno quattro (questa, questa, questa e questa) di carattere generale più un’altra manciata di specifiche. Non si può dire lo stesso del movimento della gggente, anche se va loro riconosciuta la coerenza: in fondo, il tema non è stato sfiorato nemmeno di striscio dal loro programma.

Tutto a posto quindi, a parte l’incoerenza di chiedere l’eliminazione degli inceneritori per motivi sanitari e voler introdurre il “reato di strage per danni sensibili e diffusi causati dalle politiche locali” e DIMENTICARSI di una delle principali cause di morte accidentale?

Non proprio, anche se ovviamente Grillo è liberissimo di portare avanti o lasciar perdere le battaglie che preferisce. Solo che qualche anno fa si esprimeva in questi termini:

e un paio di domande, credo che i non iscritti, ma soprattutto gli iscritti, dovrebbero farsele.

A cosa è servito questo spettacolo? A cosa è servita la musica nostalgica? A cosa è servita l’espressione affranta, il tono dimesso e commosso mentre si recita l’anafora sarcastica rivolta alla classe politica inane ma pronta a farsi bella con i proclami? A cosa è servito tutto questo, se una volta approdati alla stanza dei bottoni si dimostra un disinteresse TOTALE al tema, a differenza di chi si criticava?

La risposta, ahimè (e ahinoi, e ahivoi sempre che queste domande ve le facciate), sembrerebbe essere in quelle poche parole a descrizione del video:

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