Le Grilloballe

Dopo anni di incertezze sulla sua figura all’interno del movimento solo di recente Beppe Grillo ha chiarito ufficialmente la propria posizione. Non semplice megafono, non portavoce o ispiratore ma vero e proprio capo politico, il deus ex machina del M5S e principale comandante in capo.Non che fosse una sorpresa per nessuno, perlomeno escludendo i militanti a 5 stelle disposti a giurare il contrario sopra pile di bibbie, il fatto che il canale ufficiale per la comunicazione tra gli attivisti faccia capo a lui, e che il nome ed il simbolo del partito siano di sua proprietà ha sempre lasciato ben pochi dubbi in proposito.

Questo passo in avanti di Grillo (aspettiamo ancora l’outing di Casaleggio) ha però  fatto ben felici noi caproni, e per due specifici motivi.In primo luogo ha radicalmente sbugiardato chi tentava di vendere il M5S come un movimento dal basso, fatto di gente vera e senza capi, con Grillo che si limitava a fare da megafono per dare maggiore visibilità. Tutto falso ovviamente, Grillo è a tutti gli effetti proprietario del movimento e capo auto nominatosi, esattamente come lo è stato Silvio Berlusconi con Forza Italia e Antonio Di Pietro con L’Italia dei Valori.

Il secondo motivo è che nella sua veste di capo politico le parole ed i post di Giuseppe Piero Grillo (noto Beppe) non possono essere più visti solo nell’ottica del comico che le spara grosse, ma assumono una precisa valenza politica. Da quel fatidico momento le parole di Grillo sono legate in maniera indissolubile al Movimento 5 Stelle. E’ la sua parola su tutto e tutti, e come ben sappiamo le sue parole non sempre posseggono una corrispondenza nel mondo reale, ovvero quello al di fuori della sottorete sociale del M5S.

Anzi per dirla in parole povere Grillo viene sempre più spesso colto a sparare tavanate micidiali, delle tranvate cosmiche se non delle vere e proprie balle in malafede con l’unico scopo di aizzare i suoi fedelissimi e nel contempo convincerli che loro sono i buoni, tutto quello che fanno è giusto e che i cattivi sono gli “altri”. Dove per “altri” ovviamente si intende chiunque non la pensi come loro, o la pensi come loro ma non faccia parte del movimento e come tale complice degli “altri”.

Questa rubrica nasce per proprio per illustrare la disinformazione e la scorrettezza che quotidianamente Grillo propugna ai suoi discepoli, spesso in buona fede ma accecati da un comprensibile senso di smarrimento a causa della difficoltà del periodo storico che stiamo vivendo; di fatto traviandone la mente con un vero e proprio lavaggio del cervello non dissimile da quello operato da Scientology.

Iniziamo quindi con la prima delle Grilloballe, ovvero l’odierno post intitolato Obbiettivo: Elezioni 2013

 

“Tre cose fondamentali abbiamo fatto con queste votazioni. Una è che abbiamo dato un voto libero e da questo voto libero è nata una cosa che voglio sottolineare: il voto alle donne. Se il voto fosse sempre stato libero, in Parlamento oggi avremmo molte più donne che uomini. La seconda cosa è il permettere di conoscere i candidati, che forse andranno in Parlamento, 3 mesi prima in modo che tu puoi andare lì, discutere, conoscerli, votarli o non votarli. Consigliarli o maledirli. E la terza cosa è che non abbiamo speso un euro. Tutto a costo zero.”

Tre cose fondamentali, tre sciocchezze fondamentali.

Grillo afferma che il M5S ha dato un voto libero, concetto espresso come per sottolineare che gli altri voti non siano liberi, o non avrebbe avuto senso che venisse specificato. Ovviamente in Italia il voto è invece liberissimo e le parlamentarie non hanno certo “fatto” niente di nuovo.

Inoltre il voto delle parlamentarie non era per niente “libero”, ma fortemente vincolato a coloro che erano già registrati al blog da almeno un paio di mesi. Tutti coloro che si sono registrati in seguito o i semplici simpatizzanti non iscritti sono rimasti tagliati fuori. Paradossalmente io stesso e tutti coloro che si sono iscritti al sito in tempi non sospetti per avere modo di postare un commento hanno avuto invece accesso al voto.Niente “voto libero” quindi, bensì una semplice votazione interna al movimento del tutto lecita e legittima, ma che assume una connotazione del tutto scorretta nel momento in cui viene spacciata come una ventata di libertà.

La stessa libertà che troviamo pari pari in una qualsiasi riunione condominiale.

Per la cronaca (ed i curiosi), no non ho votato alle parlamentarie anche se avrei potuto farlo. Ho ritenuto scorretto da non elettore M5S partecipare alla scelta dei loro candidati al parlamento.

Ma torniamo alle tre balle fondamentali continuando con il voto “alle donne” e chiediamoci in quale modo l’inesistente “voto libero” avrebbe portato più donne in parlamento. Grillo lo da per scontato ma si guarda bene dallo spiegarcene i motivi.

A rigor di logica se tra i candidati al parlamento per il M5S ci sono più donne è perché probabilmente le donne hanno saputo coinvolgere maggiormente l’elettorato grillino, perché sono riuscite ad essere più convincenti, perché le grilline hanno teso di più a votare per altre donne, perché al grillino medio piace la topa, o anche semplicemente perché le candidate donna erano in buon numero, ma questo non è possibile saperlo perché le liste dei candidati alle parlamentari sono state tenute segrete. Insomma un grosso range di possibilità che Grillo ignora del tutto in favore del “voto libero” che porterebbe in parlamento più donne che uomini. Il motivo della connessione “voto libero”=”più donne che uomini” non è esplicitata e sfugge alla logica, forse che la topa rende di più della fava ? Possibile, in effetti su questo anche Berlusconi è d’accordo. La risposta a queste ed altre domande arriverà probabilmente nel prossimo futuro, assieme ai risultati finali degli esperimenti di Focardi & Rossi.

Il secondo punto riguarda il permettere di far conoscere i candidati. Altra sciocchezza : anche i candidati dei partiti “tradizionali” sono conosciuti, e spesso purtroppo vengono votati anche se muniti di un passato non proprio cristallino. Anche qui possiamo notare un paradosso della comunicazione grillina : vengono candidati dei perfetti sconosciuti che perlopiù sono stati votati tra familiari, conoscenti e colleghi di militanza. Le reali capacità (al di là dei curriculum che sappiamo tutti abbiano valore sino ad un certo punto), competenze in materia politica e onestà (sono tutti onesti sino a prova contraria, anche i ladri)  restano un mistero, e non è certo un video su youtube o una pagina di facebook che permetteranno agli elettori di conoscere al meglio i candidati.

Il terzo punto è un mantra abbastanza classico di Grillo : Tutto a costo zero, neppure un euro. Il discount della politica.

Il che ovviamente non è affatto vero. L’intera struttura che ha permesso le parlamentarie non è apparsa dal nulla, creata per magia attraverso le arti mistiche del messia brizzolato. Per realizzarla ci sono voluti dei programmatori e dei grafici, e per metterla in opera è stato necessario coinvolgere almeno un amministratore di sistema e sono stati necessari dei server appositamente configurati. Sono tutte cose che hanno un costo e che vanno pagate. Mettiamo pure che per questa volta i tecnici abbiano lavorato gratis in quanto simpatizzanti del movimento e che il server sia stato recuperato da una vecchia macchina inutilizzata, il punto è che lavorare in questo modo è impraticabile alla lunga distanza dato che non sempre è possibile avere qualcuno disposto a lavorare senza compenso, senza contare che tra il lavoro svolto a livello amatoriale e quello professionale c’è sempre una grossa differenza.

Il costo zero in realtà NON ESISTE, non è mai esistito. Ogni lavoro va remunerato giacché tutti noi dobbiamo portare a casa la pagnotta e non solo chi urla da un palco e vende DVD dal proprio blog. E’ vero che è possibile costruire una piccola realtà a basso costo grazie al volontariato e agli strumenti gratuiti della rete ma questa possibilità cessa di esistere nel momento in cui la realtà si allarga e si rendono necessari strumenti ben più potenti e versatili e dei professionisti del settore in grado di adoperarli, e questi non ci pensano neppure per sogno di prestare la loro opera gratuitamente.

La riprova di tutto questo si evince facilmente dalla scarsissima tenuta dei server durante le votazioni e nonostante il carico niente affatto eccezionale : appena 30,000 persone divise in quattro giornate. Ecco cosa accade a lavorare al risparmio, altro che costo zero. Queste cose Grillo le conosce perfettamente, e infatti si avvale di uno staff che cura il suo sito e che retribuisce regolarmente, pagandoci su persino l’IRAP (anche se non vorrebbe) in quanto impresa. Affermare da parte sua che è possibile fare politica a costo zero è fuorviante e volutamente falso.

Ma continuiamo pure nella disanima del post di Grillo.

 

A chi dice che non c’è stata democrazia perché i voti sono stati pochi io faccio una domanda: quanti voti ha preso ognuno dei mille parlamentari oggi in Parlamento? Chi ha deciso di quella gente lì? Ve lo dico io: 5 segretari di partito. Non venite a rompermi i coglioni (a me!) sulla democrazia. Io mi sto stufando. Mi sto arrabbiando. Mi sto arrabbiando seriamente.

Qui Grillo si esibisce in una delle sue principali peculiarità : rigirare la frittata. Viene accusato lui (e il movimento) di poca democrazia, si preoccupa quindi di spiegare le sue ragioni, ammettere eventuali errori e promettere maggiore attenzione su quel tema ? Ovviamente no, rigetta il discorso sugli altri svicolando completamente dalle critiche e mandando un implicito segnale ai suoi sodali : se qualcuno accusa le parlamentarie di poca democrazia cambiare discorso e parlare degli altri 5 segretari di partito. Facile, comodo ed efficace. Ma le parlamentarie non le hanno fatte gli altri partiti bensì il Movimento 5 Stelle, ed è il movimento a dovere rispondere alle critiche non certo gli altri partiti.

E poi si rompe i coglioni, ma è una rottura di comodo dato che basterebbe rispondere e tutto finirebbe. I coglioni glieli rompono soltanto perché ci sono grossi punti oscuri su tutto il sistema di votazione, e giustamente gli stessi militanti a 5 stelle (quelli ancora dotati di libero arbitrio, stock in esaurimento come vedremo in seguito) vogliono delle risposte. E’ un loro diritto, o almeno lo sarebbe se militassero veramente in un movimento “libero”.

 

Abbiamo una battaglia, abbiamo una guerra da qui alle elezioni. Finchè la guerra me la fanno i giornali, le televisioni, i nemici quelli veri va bene, ma guerre dentro non ne voglio più.

Ed ecco una balla di stampo classico e neppure troppo originale : le televisioni ed i giornali che sono tutti contro di lui (e il pensiero vola ad un altro ducetto, più basso e pelato). Qui forse il grillino medio avrà difficoltà a capacitarsene ma è Grillo ad avere mosso guerra a tutto e tutti, non certo i giornali e le televisioni che di Grillo se ne fregano abbastanza. Al contrario Grillo può vantare un certo numero di simpatizzanti tra l’informazione cartacea e televisiva che non mancano mai di portare alle masse le notizie delle sue gesta.

 

Se c’è qualcuno che reputa che io non sia democratico, che Casaleggio si tenga i soldi, che io sia disonesto, allora prende e va fuori dalle palle. Se ne va. Se ne va dal MoVimento. E se ne andrà dal MoVimento.

Ed eccolo qui, il vero fulcro del pensiero di Grillo (e Casaleggio) : Se pensate che Grillo non sia democratico siete fuori dal movimento. Ogni lecito dubbio è vietato, ogni critica sulla gestione censurabile, ogni atteggiamento ritenuto non consono ha come pena l’espulsione.

Il movimento 5 stelle si propone alle masse come una nuova forza democratica, la democrazia dal basso, della gente comune. Però il suo capo politico non conosce neppure l’ABC della democrazia, dimostrando una totale insofferenza verso le critiche e le opinioni altrui. E’ un ennesimo paradosso : Grillo si incazza verso chi lo accusa di non essere democratico, mettendoli fuori dal movimento e dimostrando così che democratico non lo è davvero.

Tralascio l’ultima parte del post, essendo una semplice chiamata alle armi arricchita con un alcuni degli stessi concetti precedentemente espressi in via rafforzativa.

Ma c’è ancora una frase che è interessante analizzare, e per una volta non è una balla:

 

Chi è dentro il MoVimento e non condivide questi significati e fa domande su domande e si pone problemi della democrazia del MoVimento va fuori! Va fuori dal MoVimento. Non lo obbliga nessuno. E andranno fuori.

Il significato è chiaro. Nel movimento vige il pensiero unico, non è possibile fare domande e non è possibile avere dubbi o porsi problemi. Se non sei allineato, sei fuori dal movimento. Non importa se condividi le battaglie, se ti sei speso sul territorio o hai contribuito a portare in alto il vessillo a cinque stelle. Grillo è il capo e gli devi obbedienza, se lo critichi sei fuori.

E se sei fuori, sei uno degli “altri”. Sei un nemico.

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