Le avventure elettorali del signor Rossi

Cari caproni,
come già accennato in un mio precedente commento, mi sto dilettando a studiare i fenomeni psicologici di massa. Ho iniziato a spulciare i libri consigliati dai miei compagni di stalla in cerca di una fonte di ispirazione. Cercando e leggendo, ho trovato interessante il libro di Adelino Xanini su Joseph A. Shumpeter, uno dei maggiori economisti del ‘900.

Schumpeter, nei suoi studi, aveva analizzato i meccanismi delle democrazie e in particolare la formazione della cosiddetta “volonta’ generale” o popolare, cioè la volontà che un’intera nazione manifesta nel momento in cui è chiamata a decidere su questioni importanti e complesse.

Ora, un dubbio mi tormenta: ma i cittadini, si informano sufficientemente sulle importanti questioni che riguardano la collettività?
Secondo Schumpeter, il sig. Mario Rossi, nelle scelte che rientrano nella sua sfera privata, ha generalmente un comportamento basato sulla logica e sull’esperienza.
Vale a dire, le scelte del sig. Rossi su lavoro, la famiglia, gli amici, i propri hobby, la gestione del bilancio familiare sono in linea di massima razionali.
Se, in questa dimensione privata, una sua azione o comportamento produce risultati negativi o non soddisfacenti, egli se ne accorgera’ e cambiera’ criteri di scelta.

Che cosa succede alla capacità di valutazione del sig. Mario Rossi, man mano che ci si allontana dalla sua sfera personale?
La razionalita’, il senso di realta’ e di responsabilita’ diminuiscono e si deterionano.
Gia’ ma perché questo accade?

Strano a dirsi, ma la spiegazione è assolutamente logica e razionale.
Secondo Anthony Downs e Mancur Olson, due grandi economisti e sociologi americani, affinchè il sig. Mario Rossi possa farsi un’idea precisa su una qualunque tematica di carattere pubblico (energia, lavoro, sanità, politica), dovrebbe investire parte del proprio tempo nello studio dei complessi meccanismi di leggi, provvedimenti o progetti destinati a influire su aspetti e settori rilevanti della vita economica, sociale, civile del proprio Paese e quindi, in parte, anche sulla propria sfera privata.

Ora, proviamo a leggere un qualsiasi emandamento, un qualsiasi testo licenziato dal nostro Parlamento. Il linguaggio è ostico, contorto, zeppo di rinvii ad altre norme e persino sintatticamente sgrammaticato.
Mettiamo il caso che il nostro sig. Mario Rossi, armato di ferrea volontà, si procuri un commentario alla legge oggetto di studio che lo aiuti a comprendere il testo, in poche parole che lo traduca dal burocratese all’italiano corrente. La materia resterebbe comunque complessa.

Quale guadagno ne ricaverebbe il sig. Mario Rossi nell’investire tempo ed energia per studiare i complicati meccanismi degli affari pubblici del suo Paese?
Se si esclude il caso che il sig. Rossi lo faccia per mestiere, questo investimento in realta’ non produce dei grandi risultati, cioe’ un ritorno interessante su tempo ed energia investiti.
Infatti il guadagno si riduce ad un voto dato al candidato “ giusto”, scelto in base a criteri razionali e non perchè sedotto dalle semplificazioni dei ciarlatani nel periodo elettorale.

Ma quante probabilita’ ha quel voto, dato dopo una spesa di tanto tempo ed energia, di essere determinante o comunque importante?

Olson, che e’ anche un bravo statistico, si diverte a calcolarlo e il risultato e’ facilmente intuibile: nessuna probabilita’. Se proprio vogliamo essere precisi: una probabilita’ infinitesima di essere rilevante per l’andamento dell’elezione.
Quindi considerato questo risultato, cioè un guadagno quasi nullo, per il signor Mario Rossi è razionale essere ignoranti.

Il sig. Mario Rossi non avverte alcun vantaggio a sacrificare il tempo che egli dedica durante la sua giornata a lavoro, famiglia, amici, hobby (in media 16 su 24 h al giorno) per formarsi un’opinione razionale e logica sugli affari pubblici e quindi per esprimere razionalmente la propria preferenza nella cabina elettorale.

Di questo meccanismo ne sono a conoscenza i media e la propaganda in generale, i quali non dedicano pagine e discorsi alla spiegazione di complessi problemi economici o ad analisi quantitative, ma abbracciano, anzi caldeggiano i temi che catturano l’attenzione e richiedono poco impegno, che fanno in parole povere odience cioè Sesso, Soldi e Sangue ( una delle regole d’oro del giornalismo e della comunicazione).

Ma di questo, ne parleremo nella prossima puntata.
To be continued…

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