La seconda professione più antica al mondo

Suppongo non ci sia bisogno di specificare quale sia la prima.  In ogni caso cosa è un mercenario? La definizione che mi pare più vicina alla realtà è questa: un civile armato pagato per condurre operazioni militari all’estero. Questa definizione contiene già gli elementi che definiscono una figura i cui contorni restano comunque sfumati. Vediamoli.

Prima di tutto un mercenario non è un soldato di alcuna forza armata regolare, per questo è definito come un civile, sebbene possa essere arduo pensarlo in tali termini. Se un mercenario viene arruolato all’interno di una forza armata regolare non può più essere considerato tale, diventando a tutti gli effetti un combattente legittimo dello Stato cui appartiene la forza armata. Per tale ragione non sono mercenari i membri della Legione Straniera Francese o i Gurkha dell’esercito britannico e di quello indiano, i quali sono a tutti gli effetti membri dei rispettivi eserciti regolari. Quindi, in linea di massima, un combattente straniero arruolato in un esercito regolare non è un mercenario.

Il secondo elemento è che sia armato: qua è abbastanza facile. Se non un soggetto non opera armato non può certo essere considerato un mercenario.

Il terzo elemento invece è molto più interessante: il mercenario è pagato per compiere un lavoro. Questo segna la principale differenza con il soldato appartenente alle forze armate regolari: quest’ultimo è legato allo Stato da un vincolo politico, o di diritto pubblico, per cui egli è tenuto a giurare fedeltà alla patria e alla bandiera, non importa se sia pagato o meno. Un soldato è tenuto a combattere, ma non necessariamente riceve una paga. Anche se prevista dal suo ingaggio, egli è tenuto a compiere i propri doveri anche laddove lo Stato non fosse in grado di pagarlo. Invece il mercenario non presta alcun giuramento di fedeltà, i suoi obblighi sono stabiliti da un contratto con il committente, il quale non può pretendere l’adempimento dei relativi obblighi se a sua volta non adempie ai suoi. Un mercenario, quindi, non può essere sottoposto a corte marziale se rifiuta di combattere, al massimo sarà licenziato. Ugualmente non ha l’obbligo di combattere se, ad esempio, il committente non ha pagato quanto pattuito. Si potrebbe, quindi, sostenere che la dimensione del soldato sia quella pubblicistica, mentre quella del mercenario sia quella privatistica.

Quarto elemento: il mercenario conduce operazioni di tipo militare. Si tratta, quindi, di tutte quelle operazioni che normalmente potrebbero essere svolte da una forza armata regolare nell’ambito dell’esecuzione dei suoi compiti tipici. non rientrano in tale macroarea i compiti di polizia, ad esempio, perché di solito non mirano in astratto all’annientamento dell’avversario, che è invece l’obiettivo tipico delle operazioni militari. Distruggere una base nemica, compiere azioni di sabotaggio, recuperare persone o materiali detenuti da forze nemiche o dispersi in zone di guerra, individuare ed eliminare reparti nemici, ecc. La questione diventa più complessa quando pensiamo a compiti esclusivamente difensivi: scorta a convogli o protezione di siti strategici. Personalmente ritengo che, se questi compiti siano eseguiti mediante un’organizzazione di tipo paramilitare, allora rientrano nella nozione di mercenari. Se eseguiti, che so, da guardie giurate o elementi non organizzati in modo tipicamente militare, allora non siamo di fronte a mercenari. Anche rapinare una banca, pur con modalità di tipo militare, non è un lavoro da mercenari. I rapinatori potrebbero essere professionisti pagati per eseguire la rapina, ma non sarebbero dei mercenari. A meno che la rapina, per il contesto in cui si svolge, possa essere considerata un’operazione militare.

Questo ci conduce all’ultimo elemento: il mercenario non opera nel proprio paese, ma solitamente all’estero, preferibilmente in una zona di guerra. Ci potrebbero essere delle eccezioni, ma in linea di massima chi pratica il mestiere a casa propria non viene considerato un mercenario. Non a caso tradizionalmente è considerato mercenario chi combatte per uno Stato che non è la propria patria di origine e per una guerra che non è la sua.  Se lo fa a casa sua, probabilmente potrà essere considerato più un criminale simile a un rapinatore che non a un combattente.  Anche la definizione di mercenario, contenuta nella Convenzione ONU, pur non accettata universalmente, conferma questa conclusione:

“mercenario” significa ogni persona:

a) espressamente reclutata nel paese o all’estero per combattere in un conflitto armato;

b) che partecipa alle ostilità essenzialmente in vista di ottenere un vantaggio personale ed alla quale è stata effettivamente promessa, da una parte al conflitto o a nome di quest’ultima, una remunerazione materiale nettamente superiore a quella promessa o pagata a combattenti aventi rango e funzioni analoghe nelle forze armate di detta parte;

c) che non è cittadina di una parte al conflitto, né residente del territorio controllato da una parte al conflitto;

d) che non è membro delle forze armate di una parte al conflitto;

e) che non è stata inviata da uno stato diverso da una parte al conflitto, in missione ufficiale come membro delle forze armate di tale Stato.

2. l’espressione “mercenario” significa altresì, in ogni altra circostanza, ogni persona:

a) espressamente reclutata nel paese o all’estero per partecipare ad un atto concordato di violenza mirante a:

i) rovesciare un governo o colpire, in qualsiasi altro modo, l’ordine costituzionale di uno Stato; oppure

ii) colpire l’integrità territoriale di uno Stato;

b) che partecipa a tale atto essenzialmente in vista di ottenerne un vantaggio personale significativo ed è spinta ad agire dietro promessa o pagamento di una remunerazione materiale;

c) che non è né cittadina, né residente dello Stato contro il quale tale atto è diretto;

d) che non è stata inviata da uno Stato in missione ufficiale;

e) che non è membro delle forze armate dello Stato sul di cui territorio l’atto ha avuto luogo.

La definizione della convenzione è molto criticata perché consentirebbe facilmente di essere aggirata da quegli Stati che vogliano reclutare mercenari e servirsene in conflitti in cui non vogliano comparire in prima persona. Effettivamente ci sono molti casi in cui un mercenario potrebbe essere ingaggiato e non violerebbe le prescrizioni della convenzione.

Come si può facilmente notare non è sempre facile stabilire se un certo gruppo di persone siano o no mercenari: potrebbero essere volontari stranieri, miliziani di vario genere, per non parlare della questione della distinzione tra i cd. contractors e i mercenari veri e propri.

Nei prossimi post cercheremo di analizzare meglio certe distinzioni e vedremo anche come il mercenario sia stato, per la gran parte della storia umana, almeno fino alla Pace di Westfalia, una componente assolutamente normale dei conflitti.

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