La peste rossa

Alla fine Grillo a Piombino c’è andato davvero, ed ha fatto un comizio lampo (mezz’ora a dir tanto) in cui s’è fatto più male che bene.

I temi sono sempre i soliti: vecchi cavalli di battaglia sbiaditi usati come se fossero ancora in grado d’eccitare le folle… ma pensava veramente di spuntarla, in Toscana, con tali carabattole ?

L’Europa, il Monte dei Paschi, i fondi europei da andare a prendere a forza “sbattendo i pugni sul tavolo” per rilanciare le acciaierie (rilanci che non sa neanche lui come attuare, e si capisce da quel che ha detto e da come l’ha detto).

Il nazionalismo cretino strisciante insito nell’attaccare chi s’è fatto avanti per rilevare la Lucchini sulla base della nazionalità, il tutto mentre partivano strali contro il governo e la politica (in particolare, ovviamente, il PD) colpevoli di ?

L’attacco a Napolitano, declassato a collaborazionista perché durante il fascismo stava in università anziché chiudere la fabbrica e scappare sui monti come ha fatto suo padre, cosa che nella sua mente gli darebbe il diritto di dire quel che gli pare della resistenza e del 25 aprile.

Le invettive contro i sindacati, visti come un anacronistico residuo dell’ottocento (Rodotà tace ? Landini è in ferie ?) e la sua visione, decisamente da figlio del padrone, di cos’è una fabbrica, cosa sono i lavoratori e cos’è il lavoro.

 

La cosa che più mi ha colpito è stato il rilancio della storia del reddito di cittadinanza, in chiave “se c’era non eravate schiavi del lavoro”, “se c’era anche se vi licenziavano vi pagavano lo stesso e potevate fregarvene se la società stava per chiudere”.

Questo è Grillo, un tizio che non ha mai lavorato seriamente in vita sua o, se l’ha fatto, non ha mai capito qual’è il valore del lavoro.

Il lavoro nobilita l’uomo.

Il lavoro rende liberi. Una persona che lavora è una persona che ha la sua indipendenza perché guadagnandosi quanto gli occorre per vivere non deve dipendere da altri, ha la dignità di produrre e la forza di poter fare scelte, sapendo che quanto gli serve per vivere non viene da sussidi, elemosine o dal welfare, non viene “dagli altri” ma viene dal sudore della propria fronte.

Per questo quando Grillo viene a dirci che se ci fosse stato il reddito di cittadinanza la chiusura dell’acciaieria di Piombino non sarebbe stata traumatica non fa che dimostrare che lui della dignità degli uomini (e dell’articolo 1 della Costituzione, e di cosa sono le persone vere) non ha capito mai niente. E, ovviamente, non ha capito niente neppure di come si governa ed amministra un paese, che delle industrie ha bisogno.

Le persone non vogliono avere la carità, per di più concessa dalla politica e legata a doppio filo ai già precari conti dello stato; quel genere di cose fa danni seri alla mentalità ed alla moralità delle persone (da siciliano lo so perché l’ho visto). Le persone vogliono potersi guadagnare il loro stipendio: vogliono aprire il portafogli e pagarsi quel che gli serve sapendo che è qualcosa di meritato, che loro valgono e che quel che si ritrovano a guadagnare o spendere è loro per diritto, per controvalore del lavoro e della fatica fatta.

 

Per te, che hai sempre campato negli agi e che il lavoro, in senso stretto, non sai che cos’è, magari l’idea del “ti pago per non fare niente” può sembrare una conquista; per chi lavora invece è un insulto.

 

Anziché scrivervi altro sullo sciagurato intervento (se veramente lo volete sentire è disponibile, anche in formato “solo testo” sul suo blog) mi limito ad incollare un post su Facebook (giunto a me anonimo) di un piombinese, che vale e dice mille volte più di quello che potrei dire io.

Vedi Beppe, nella patria della Peste Rossa si crede ancora in alcuni valori, tra cui quello su cui è fondata la nostra Repubblica, e se devi fare campagna elettorale sulle tragedie ed il dramma dei lavoratori piombinesi (molto più dignitosi di te e dei tuoi leccaculo fascistelli di parlamentari) difendendo il reddito e non il LAVORO, allora ‪#‎beppenoncisiamocapiti‬ torna a fare il comico bufalaro che forse ti viene meglio.
Dove eri quando cercavano di salvare il lavoro…… Cosa proponevi?
Cosa avete votato per l’ampliamento del porto…….? Contrario, e come pensi di fare politica industriale su Piombino con un porto così piccolo, anche volendo convertire l’acciaierie con il Corex, che fai approvvigioni solo via terra, e ti tagli la possibilità di avere materia prima smantellando navi?
Ti ricordi quando venivi a fare gli spettacoli alle Feste dell’Unità a Piombino che manco ti ricordavi come si chiamavano le Acciaierie (le chiamavi la Magona…), li la peste rossa che ti pagava non ti faceva schifo, vero Ipocrita che non sei altro…? Diciamolo, al #M5S non gliene frega un cazzo ne di Piombino ne degli Operai della Lucchini, vuole solo i loro voti come il più classico degli sciacalli!!

 

Di un certo rilievo anche l’attacco ai sindacati ed al PD, tutti insieme appassionatamente sono stati definiti “la peste rossa”. La peste rossa ?

“Wir kämpften schon in mancher Schlacht
In Nord, Süd, Ost und West
Und stehen nun zum Kampf bereit
Gegen die rote Pest
SS wird nicht ruh’n wir vernichten
Bis niemand mehr stört Deutschlands Glück
Und wenn sich die Reihen auch lichten
Für uns gibt es nie ein zurück”

Estratto di “Marschiert in Feindesland” inno di battaglia delle Waffen SS

Traduzione:

“Abbiamo già combattuto molte battaglie
A sud, nord, est e ovest:
E ora siamo pronti per l’ultima lotta
Contro la peste rossa.
Le SS non riposano, distruggono!
Perchè nessuno minacci mai più i destini della Germania
E se anche i nostri ranghi dovessero assottigliarsi
Per noi non ci sarà mai ritirata.”

 

Ringrazio Broono per la segnalazione e la traduzione, in pratica ha fatto tutto lui!

Per il resto non c’è granché da dire, il solito minestrone di “se tutto va male è perché i politici fanno schifo, l’Europa fa schifo e noi rivolteremo l’Europa come un calzino” con tanto di “votateci”. Certo, contaci.

 

G.D.E.

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