La lingua più veloce del West

Una cosa che ho sempre apprezzato di Marco Travaglio è la sua capacità di smontare interi articoli giornalistici evidenziandone bugie e contraddizioni. Spiace che ora si possa fare la stessa cosa con i suoi giornalisti, e soprattutto con il mitico Andrea Scanzi, inarrivabile lacchè grillino sempre pronto a giustificare paranoie e deliri del Caro Leader.

Perché Grillo cala (se cala)
Il titolo è già fenomenale: ormai chiunque si è accorto del calo del M5S, tranne il soldato Scanzi. Ma poi, ci frantumano le palle dicendo che si vota il MoVimento e non il santone genovese e adesso è Grillo a perdere voti?

Il Movimento 5 Stelle è in calo. Lo dicono i sondaggi. Piepoli, da sempre il più timido nell’ammettere i boom degli attivisti 5 stelle, parla di una ripartizione simile: Pd 33%, Pdl 17% (altri centrodestra 7), Coalizione Monti 12%, M5S 11%, Lega 6, Sel 6 (altri centrosinistra 3), Ingroia 5.
Qualcuno aveva persino rilanciato un M5S al 21%. In Sicilia addirittura al 27%.

Il Movimento 5 Stelle è realtà anomala in un paese per nulla aduso alle novità. Politicamente l’Italia è il paese più reazionario d’Europa, nato e morto democristiano (se va bene): gli elogi orgiastici della stampa “riformista” alla Rifondazione Cristiana di Mario Monti ne sono prova. In un paese simile, suonerebbe quasi rivoluzionario se Grillo raggiungesse a febbraio un risultato a due cifre. In qualità di virus benefico da inoculare nella casta infettatissima della politica italiana, non cambia poi molto se il risultato sarà 9, 11 o 14%. Il Movimento 5 Stelle deve entrare in Parlamento non per governare, ma per fare (con Ingroia) seria opposizione. Esattamente ciò che mai è accaduto con i Violante e i Crisafulli (che continueranno a vivere e lottare in mezzo a loro: wow).
Questa è la tipica argomentazione grillina, così simile a quella berlusconiana: quando eravamo al venti per cento gli elettori erano stanchi della kasta e volevano il cambiamento, adesso sono dei poveri stronzi democristiani che non vogliono cambiare e danno il loro voto al babau del PD. E “non cambia molto se 9, 1 0 14”: anche perchè Grillo aveva parlato dell’ottanta per cento, quindi tutte e tre rappresenterebbero un fallimento.

Sì, ma perché il M5S sta calando?
Vai, Scanzi! Finalmente un pò di autocritica!

1) Nelle ultime settimane non ci sono stati scandali come quelli di Lusi e Fiorito. L’effetto Primarie (belle le prime, con più ombre che luci le seconde) ha ridato un po’ di verginità al centrosinistra. Se la casta non lo “aiuta”, la capacità grillista di sfondamento scema.
Tradotto in italiano: lo schifo degli altri è la nostra forza. Siccome non siamo capaci di fare una proposta decente, speriamo vada male agli altri. Me ne ricorderò quando sarò processato per furto in tribunale: invece di difendermi, racconterò delle malefatte di Craxi e Berlusconi.

2) Grillo è rimasto sullo sfondo. Di lui si è parlato poco. E qualcuno si è allontanato.
Come insegna lo stalinismo, per organizzare il consenso bisogna parlare del Caro Leader. Ma poi “sullo sfondo” un par de palle: il blog che fa da quartier generale è il suo, i titoli sono dedicati a lui e al M5S, espelle un attivista al giorno e tutte le volte la notizia viene riportata a livello nazionale, che vuole Scanzi, un monumento sulla pubblica piazza? Però lo capisco: non conviene che Grillo stia “sullo sfondo”, altrimenti a qualcuno potrebbe venire in mente di parlare del programma…

3) Dopo le elezioni siciliane, Grillo ha sbagliato molto. L’allontanamento di Favia e Salsi, in sé, è irrilevante: martiri di professione erano, sono e saranno. Gne gne. Entrambi in scadenza di secondo mandato, quindi con bisogno legittimamente ambizioso di ricollocazione (azzardiamo: il primo con gli Arancioni, la seconda nel centrosinistra come Serracchiani 2.0). Espellendoli, senza peraltro chiarirne troppo i motivi, Grillo ha dato loro – e a chi li ha sfruttati, dai giornali potenti a quelli nati solo per tratteggiarlo come novello Stalin (questi ultimi son durati poco) – un assist mirabile. Il “fuori dalle palle” resta un autogol monumentale. Con queste mosse, e con delle Parlamentarie rabberciate, qualcuno se n’è andato. Non molti (il tema della “democrazia interna” attrae poco l’attivista 5 stelle). Ma qualcuno sì. Che è tornato da mamma Pd. Oppure a Sel. O si è avvicinato agli Arancioni.
La descrizione di Favia e Salsi è puro stile berlusconiano: Vittorio Feltri applaudirebbe, commosso. Segnaliamo che il mandato di Favia e Salsi non è affatto in scadenza: Favia è stato eletto nel 2010, poco più di due anni fa; ok la propaganda, ma almeno un minimo di correttezza. Il prode Scanzi, inoltre, non si scandalizza per gli errori, ma per il loro effetto, cioè per l’emorragia di voti. Quanta sincera passione politica in questi lacchè! Fanalino di cosa, la liquidazione della democrazia interna come un qualcosa che “attrae poco l’attivista 5 stelle”; perfetta descrizione di un decerebrato piegato a 90 gradi; Scanzi, neppure noi siamo così duri con i grillini!

4) Appunto, gli Arancioni. Grillo non ha nulla da temere da Bersani, Vendola o Monti: gli drenano pochissimi voti. Ingroia (e chi lo segue, forse sfruttandolo come foglia di fico e forse no) pesca invece nello stesso bacino elettorale. E’ buffo che gli attivisti 5 stelle, forse per esorcizzarne il rischio, lo neghino, sostenendo che la Rivoluzione Civile tolga voti unicamente a Vendola. Macché. Ne toglie eccome a Grillo. Non parlo tanto dei venti-trentenni cibernauti, quanto dei quaranta-sessantenni di sinistra (e delusi dalla sinistra) che in mancanza d’altro si erano lentamente avvicinati a Grillo. Penso, per esempio, al normotipo santoriano (nel senso di Michele Santoro) o floresiano (nel senso di Paolo Flores D’Arcais). Per loro Ingroia (e De Magistris, e Di Pietro, volendo pure Ferrero e Diliberto) rappresentano ora una prospettiva maggiormente gradita. Su Ingroia politico ho qualche perplessità (sull’uomo e sul magistrato no), ma è del tutto auspicabile che una forza che raccoglie anche le Agende Rosse di Borsellino e il Popolo Viola entri, o torni, in Parlamento. La prospettiva massima, a febbraio, sembra coincidere per molti con un 20 percento complessivo di attivisti 5 stelle e arancioni, che condurranno quasi sempre le stesse battaglie. Il timore è un effetto Sinistra Arcobaleno 2: se si fermeranno poco sotto il 4 percento, gli Arancioni saranno serviti unicamente a togliere eletti alla cosiddetta “antipolitica”.
Nulla da dire su questa gretta strategia elettorale. Fa solo pena che Scanzi pretenda di collocare chiunque, a parte lui, in delle categorie ben definite (i venti-trentenni cibernauti, i quaranta-sessantenni di sinistra).

5) Berlusconi. Sembra impossibile (ad alcuni: a me no) che ci siano ancora tanti disposti a rivotare un figuro sempre più impresentabile, nonché sinapticamente devastatissimo, ma questa è l’Italia. Berlusconi non è morto politicamente: ogni volta che stava per accadere, qualcuno lo ha salvato (D’Alema, Veltroni, Napolitano). A febbraio ne ripagheremo le conseguenze. Il Pdl, senza Lega, si attesterà – temo – poco sotto il 25: cifra inaudita, tenendo conto dei disastri compiuti. Se poi Berlusconi si alleerà con Maroni, al Senato avrà luogo un pareggio e l’inciucione Bersani-Monti (con Vendola a girarsi i pollici) sarà cosa certissima (certa lo è già). Questo conato di berlusconismo riguarda anche il M5S: non pochi delusi da destra, dopo aver flirtato con Grillo, si faranno nuovamente rincitrullire dal Bollito. Vamos.
Accidenti, questo è inaccettabile! Perchè questi elettori si ostinano a seguire il buffone originario invece della sua versione 2.0? Villani! PS: vi ricordate quando dicevano che “gli elettori non sono dei partiti, possono cambiare idea”? Ecco, spiegatelo a Scanzi, che da dei rincitrulliti agli elettori quando votano dove non gli piace. Erano gli stessi tuoi, Scanzi, lo ammetti pure tu!

6) Se Renzi avesse vinto le Primarie, il centrosinistra avrebbe stravinto, Berlusconi non avrebbe più appeal e il Movimento 5 Stelle sarebbe sceso molto di più. Il vero anti-Grillo non è Bersani (ahahah) e neanche Ingroia (che casomai è un Grillo 2), ma il sindaco di Firenze. Da non renziano, trovo inattaccabile la coerenza del Renzi post-primarie. Complimenti.
Che hai da ridere su Bersani? Hai ammesso anche tu che vi ha ormai doppiati nei sondaggi! A me personalmente non stava granchè simpatico, ma con le sparate grilline me lo hanno reso più gradevole. Ingroia un Grillo 2? Ne riparleremo quando Ingroia chiamerà “vecchia puttana” una scienziata e quando espellerà qualcuno dalla sua lista.

Nelle prossime settimane, facendo comizi ovunque (le piazze dei Firma Day e Massacro Tour erano piene: questa crisi M5S c’è davvero?), Beppe Grillo si giocherà tutto. Se resta in panchina si ammoscia, se sgomita nella mischia si esalta. Dopo le epurazioni è diventato più “conciliante”. Ha ammesso qualche sbaglio (che per lui, disabituato alla critica, è tantissimo). Ha recitato (per strategia e non solo) la parte del martire sulla vicenda-firme. E’ sembrato perfino più istituzionale (il discorso crepuscolare di Capodanno).
E dopo un colpo al cerchio, Scanzi ne porge uno alla botte: ma siamo sicuri che ci sia una crisi nel M5S? Le piazze sono piene (anche i ristoranti, secondo qualcuno). E poi, com’è misericordioso, Grillo! Ha addirittura ammesso di aver sbagliato (sconcerto, stupore!), lui che, poveretto, non ci è abituato! E com’era istituzionale nei suoi discorsi di Capodanno! Se il nuovo De Gasperi risparmiasse anche i vaffanculo, gli zombi, i morti, le vecchie puttane e le sparate populiste sarebbe ancora meglio.

Prima di Parma, Pizzarotti era dato al 3 percento; prima delle regionali siciliane, Cancelleri al 7. I sondaggi sono anch’essi strumenti di propaganda elettorale e il M5S è realtà liquida. Se sarà calo o slavina, dipenderà da Grillo, dagli attivisti e dalla casta (per meglio dire: dal suo livello di masochismo inconsapevole).
Saranno settimane di guerriglia. Copritevi bene, che per la democrazia italiana sarà un inverno rigidissimo.
Il M5S è realtà liquida? Meglio non dire cosa fa venire in mente questa espressione…fantastica la chiusa: serrate le file, soldati! Sarà un inverno rigidissimo per la democrazia! (Nota personale: ma la democrazia non è qualcosa che attrae poco l’attivista 5 stelle?)

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