Islam 3- (la Legge che non c’è )

Rifacendomi alla riflessione che era stata fatta nel precedente articolo, partirò per questa puntata (ce ne sarà un’altra, se interessa, spero di dire cose utili ad ina impostazione generale, e non pedanterie ), ricordando che avevamo capito quanto era importante nell’Islam l’idea simbolica di  ” mappa per un viaggio”.

Sarà quindi poco stupefacente che anche Sharia significhi  Strada, Rotta, Via, oltre che ‘Norma’ ;  ‘Retta Via’ insomma.

Ecco un testo serio sul significato della parola di cui stiamo parlando.

Servirà anche ricordarci che la parola  ‘Via’ , riguardo ad una legge  che era sia immanente che trascendente , la aveva usata prima , nella forma ‘Io Sono La Via’, anche Joshua ben Joseph, il figlio del falegname, di cui si ricorda anche che  affermasse ‘Date a Cesare quello che è di Cesare’, frase quasi sempre interpretata come una esortazione ad allontanarsi dallla commistione tra potere sacro e potere profano.

Qualche secolo dopo, invece , abbiamo uno che  rivendica la tradizione cristiana , e ci parla di ‘Una Via’,  cioè Sharia…ma che non dice affatto che deve allontanare da se ‘ciò che è di Cesare’, perchè non crede che esista una guida spirituale che non sia anche capo politico.

E non dice ‘Io, sono la Via’, ma ‘Questa, è la Via’…oggettivizzando la verità in una serie di parole , e non nel sacrificio di se, in quanto cosignificante del dio celeste, giunto per un lavacro purificatore.

Lui è Profeta, non Dio, ed in quando profeta è , è Capo, esattamente come Mosè….e così ne abbiamo totalizzati già tre , che hanno una idea della legge come ‘Strada’.

Può quindi essere interessante  valutare la differenza semantica tra la radice della parola ‘Legge’, e quella della parola ‘Sharia’; nel mondo mediterraneo , la parola legge , si connette non con l’idea di strada, ma con la parola ‘Logos’ ( parola, strutturazione, logica, dialogo) , e con la parola ‘Religio’, che è della stessa famiglia di ‘re-legare’ ,  e di ‘Legio’, che significano   ‘legare insieme, fermare, organizzare, strutturare stabilmente’.

Difficile trovare una sensibilità così diversa, tra parenti culturali; uno vuole una guida per muoversi, l’ altro vuole strutturare il mondo in modo che stia ‘fermo’, cioè re-legato, compreso dentro qualcosa.

E’ quindi un paradosso, che ora siano i musulmani ad apparire rigidi e fissi , mentre sono secoli che quelli con la ‘Re-ligio’ ed il ‘Logos’, sono apparentemente in movimento (tanto che verrebbe da chiedersi se lo siamo davvero) 🙂

E’ ora forse di capire come parlava “quello là” (Il Profeta), per comprendere come questa apparente contraddizione interna sia possibile.

Il profeta dell’Islam in realtà non ci offre nessuna norma di comportamento, che non sia formulata con questo stile :

“non fa male l’alcool, fa male l’ubriachezza ; meglio non bere”

” puoi di prendere una, due, tre, quattro mogli…ma Dio vuole che le ami allo stesso modo;  non  rendere felice una donna affidata a te è inviso a Dio”.

” meglio esista un velo tra ciò che è della casa e ciò che è pubblico”

Questa è la cifra stilistica coranica,  quando impone la ‘Norma’ che è La Via, mentre diventa simile alle visioni purificatrici dei profeti biblici, quando adopera lo stile, che allora era tradizionale, della invettiva e della profezia, in cui però regolarmente dice tutto ed anche il contrario di tutto (sebbene sempre con veemenza) :).

Se lo paragoniamo ad un libro normativo biblico,  come Levitico, è dunque più elastico e possibilista.

Maometto era in realtà un politico, che  usava carota e bastone, sapendo con che tipo di popolazione aveva a che fare (internamente divisa e culturalmente individualista) , allo scopo di riunire le tribù in una sola, sotto la sua autorità spirituale. Quello che ci dice quindi è quasi solo che non è possibile avere una legge, che non sia contemporaneamente religiosa e politica.

Ne viene però un testo che ha molti problemi filologici, e dal quale non si ricava facilmente alcuna regola fissa;  non solo per questa contraddizione costante tra la violenza di certe affermazioni esortative ( uccidete i vostri nemici!, seguito da ‘ ‘i cristiano sono nostri amici!, ed altrettanto con il punto esclamativo), ma anche per la struttura linguistica dell’arabo, per il quale può bastare lo spostamento di un accento, a cambiare tutto il significato di una frase, o persino di un intero periodo sintattico.

Gli stessi filologi antichi ne erano spesso consci, e quindi è infinita la lista delle specificissime discussioni sul vero contenuto di una norma derivante da una frase del Corano; a ciò si aggiunge che gli studiosi della norma erano provenienti da culture radicate e diversissime tra loro, e finivano per interpretare le prescrizioni alla luce della loro impostazione cognitiva e della loro memoria storica.

Basti pensare che l’uso di ‘velare’ le donne, era, prima ancora che arabo ( dove non pare che lo fosse) , persiano ed afghano, e da tempo immemorabile.

Basti dire che la prescrizione di lavarsi prima della preghiera, era determinata dalla presenza di acqua , e si poteva anche fare il gesto, ma con un po’ di terra o sabbia; che il volgersi verso la Mecca è da fare solo se si può, altrimenti va bene anche altra direzione; che le 5 preghiere sono tali solo se non si lavora, perchè il lavorare è preghiera in se stesso.

La prescrizione della lapidazione per reati contro l’onore e l’etica, era la stessa anche nel mondo ebraico, ma non fu caldeggiata dai Moghul.

Cambiò a seconda dei luoghi anche la tassa che un infedele deve al potere centrale ( che abbiamo visto non essere mai laico), per rimanere tale; nel senso che a volte viene applicata solo ai pagani politeisti, e non a cristiani , ebrei e zoroastriani, ed altre volte invece ‘ndo cojo cojo, per fare cassa…tanto nel Corano non sta scritta chiaramente  :).

La prescrizione della conversione forzata dei non musulmani, passione principale dell’attuale Califfo Al baghdadi,  non è mai esistita, sebbene sia invece esistita  a volte,  una persecuzione nei confronti del musulmani considerati non abbastanza ortodossi…ed anche questo solo in alcune aree del mondo musulmano.

Decidere cosa avesse detto il profeta, diventa una esigenza politica, infine, anche perchè era utile a rivendicare il mandato di “Guida dei credenti”, il califfato, dato che fin da subito si formano fazioni di parenti ed amici del profeta, ciascuno rivendicante a se questo titolo.

Nascono una profusione di ‘detti del profeta’, cioè Hadith, non presenti nel Corano, che sono frutto contraddittorio di questa lunga fase di fissazione della tradizione normativa ,  e sono la vera fonte della sharia. Anch’essi sono poco organici, a volte contraddittori rispetto allo stesso Corano, e quasi sempre scritti a molta distanza dalla morte del profeta.

Ovvio quindi che il califfo in carica dovesse dotarsi di una serie di esperti, che doveva vagliarne la correttezza di attribuzione , definire la fondatezza della discendenza di sangue o spirituale dal profeta, e fondarne la legittimità di rivendicazione del potere, e le tre cose non potevano essere disgiunte: ecco che nasce la Sharia.

Tuttavia non nacque un clero,  perchè nel mondo musulmano è blasfemia la sola idea che possa esistere qualcuno che ha il vicariato del potere salvifico del dio unico.  Nessuno può fissare la sharia per sempre tutta in un codice; neanche il califfo, Guida politica, e Guida religiosa.

Quello che non accettò mai questa impostazione, fu il mondo persiano . Lo Sciismo nasce da un rapporto di  costante ribellione agli arabi, da parte dei ben più tecnicamente capaci, colti e complessi persiani, che non rinunciarono alla loro religione salvifica ( Zoroastrismo, poi Manicheismo) , che però voleva distinte la autorità religiosa e quella politica ( esattamente come nel mondo bizantino).

Ancora oggi in Iran le due autorità sono divise, anche se il potere politico del clero ( loro lo hanno costituito, anche se solo in forma di custodi della parola coranica, e non di vicari magici), è fortissimo.

Quello che dunque diventa importantissimo , nel corpo di norme dei musulmani, è che ogni potere che si costituisce nel tempo, rivendica la legittimità del mandato di guida e protettore, e si fa la sua Sharia; quindi un turco , un persiano, un moghul ed un califfo spagnolo, avranno un corpo di leggi diverso, che deriva però dalle stesse parole del profeta, interpretate diversamente.

Le cosa cominciano a cambiare solo molto tardi, e per adesso diciamo che la grande elasticità nella applicazione delle leggi coraniche , ebbe il suo stop  con la crisi generale di quel mondo, che vide la sua svolta nella  la divisione culturale ( e politica) tra un mondo arabo , rimasto ancora seminomade,  che si espresse nel movimento wahabista , ed una area ottomana mediterranea, cittadina o agricola, che volgeva l’occhio ad occidente ed al suo mondo che scopriva la laicità.

La gravità della crisi sarà evidente dalla metà dell’800, ma il Wahabismo, così come i fermenti laicisti in seno al mondo mediterraneo ottomano, risalgono al periodo del nostro illuminismo; altra cosa che ci dice quanto siamo interconnessi, culturalmente.

Quello che determinerà il carattere dell’attuale fondamentalismo è quindi il Wahabismo arabo, che sostiene non esserci una lettura elastica del Corano,  che deve essere preso ‘alla lettera’ e fissato per sempre, da chi ha il controllo dei luoghi sacri di Mecca e Medina, mentre non valgono nulla nè le interpretazioni altrui, nè la pletora di santuari e tombe di Santi, che erano nate in tutto il mondo musulmano, spesso vicinissime al luogo del “potere”, protette da tutte le dinastie che nel tempo rivendicarono il mandato di Guida dei Credenti.

La fissazione rigida della Sharia , fu funzionale alla conquista militare dei luoghi santi arabi, da parte della dinastia Saudita, che così strappa il simbolo stesso dell’Islam al Sultano ottomano, esautorandone simbolicamente il potere, e rivendicando a se il  ruolo di Guida della Umma. Simbolicamente è significativo che dal concetto di “Via per andare”, si passi a quello a quello di una unica autostrada, con un senso unico, che è quello verso La Mecca, che precedentemente non era così fortemente sentito come luogo unico in cui andare per trovare dio.

Mi piacerebbe chiudere questa fin troppo lunga chiaccherata sullla sensibilità diversa che corre tra culture,  che doveva parlare di sharia, con un paio di immagini che ci dicono quanto fosse fondamentale, in quel mondo vastissimo fatto di strade apparentemente senza fine, il concetto di “Via”, sia reale che metaforico.

Citerò , ovviamente,  le strutture civili più importanti del mondo musulmano, quelle che lo costellano dal Pakistan alla Turchia, all’Iran: i caravanserragli.

Con tutta la loro praticità da locande, erano esempi di maestria ed eleganza di realizzazione,e di  cura per il comfort…nello stesso periodo in cui invece le locande occidentali erano topaie senza acqua, in cui al massimo trovavi un pulcioso pagliericco, e che soprattutto MAI erano a gestione statale, ma sempre iniziativa di privati.

La Via, è questa; e cercherò di postarli in tutta la loro presente aridità ; pregevoli ma ostici allesterno , ed altrettanto accoglienti e  pieni di amore per la bellezza ed il piacere delle cose, allinterno.Così come la Via della fede non è fatta di privazione inutile, ma di fatica del viaggio interiore ( questo è ‘Il Jihad’).

Nulla hanno a che fare con un grattacielo di New York, e tantomeno con una fabbrica di Birmingham, benchè alcuni siano stati in uso contemporaneamente, e a volte costruiti nello stesso periodo.

Questa persone per secoli, anche nelle loro differenze,  tutto hanno avuto in mente, tranne di  ‘re-ligare’ il mondo;

Anzi, come da perfetta scuola sufi , volevano farne la terra da conoscere, con quello che dentro ci stava.

La prova potremmo averla anche in un paio di episodi, che citerò alla prossima puntata  (dicasi mappazza, se non mi lapidate ) , che riguardano l’evoluzione nei secoli di un mondo che non era più nè solo arabo, nè persiano, nè mongolo nè turco…che fu quello dei Moghul, con il loro più significativo sovrano;  ‘Akbar’, cioè Il Grande, perchè credo che vi troveremo la riprova di quanto la sharia potesse essere elastica,in mondo non arabo , e ricco di storia autoctona antica.

maranjabb2 caravanserraglio in Iran. se si vede è da notare la cura della decorazione fatta solo con il gioco dei volumi .

 

caravanserail Ized Khast Ecco come era spesso La Via, materialmente. Ed ecco come si inseriva la casa nella via, nei paesaggi asiatici; caratteristica la grande porta, che sta a dirti che quello è edificio importante quanto una mosxhea, ma serve per avere riposo, non per pregare ( spesso dentro c’era ovviamente anche una  zona per la preghiera, ma non è scontato affatto).

 

 

caravanserraglio caravanserraglio fortificato ; struttura di tipo turco e non persiano. la grande porta diventa un modo per rinforzare le mura. le strutture erano molto grandi, perchè comportavano anche i ricoveri per gli animali.

caravans. fighetto interno di caravanserraglio, ma versione moderna per turisti. Non tanto diversa però da quello che spesso erano, la grande fontana, le luci,  la schermatura per il sole per chi si fermava di giorno…erano però spesso assai più grandi di questo, che è quasi una locanda cittadina. l’acqua era fondamentale però sempre, e la struttura, come sempre nel mondo musulmano, era fatta per valorizzare anche il suo gorgogliare, studiando l’acustica del cortile interno.

56308298_5fc55b4384 che poi uno dice: ecco da dove hanno preso l’idea…dal Colosseo.

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