Is that Evolution?

Per essere grillino non è indispensabile essere stupido. Però aiuta.

Questa battuta (rubata a G.B. Shaw) e mille altre sulla scarsa intelligenza dei grillini sono a ben vedere l’unica vera novità portata dal Mo’ Vi Mento: per la prima volta nella storia della Repubblica un partito politico non si qualifica per ideologia (giacchè loro sono “oltre”) nè per opportunismo come i loro predecessori amici di Zilvio, ma per avere inciso su di sè il crisma dell’idiozia: se credi in Grillo – e credere è il solo termine accettabile per come è strutturato il partito – tutti gli altri ti vedranno come un povero fesso. Non come un ladro, uno che lotta con i denti in ogni modo lecito e illecito per vivere una vita al di sopra delle proprie possibilità. Non come un idealista ancorato a idee cancellate dalla storia e che anche nella versione soft degli stati sociali costano ben di più di quanto rendano. Bensì, come un coglione.

Lo ripeto: come un coglione. Mi piace il suono che questa parola ha quando è riferita a loro, è rassicurante. E’ un’etichetta perfetta: sei grillino? Sei un coglione! Togliti dalla mia vista e lasciami continuare ad arrabattarmi in una vita dura, resa più dura anche da quella politica che stai cercando di distruggere dalle fondamenta, cosa per cui nei miei momenti di rabbia ti potrei anche stimare, se non fosse che ti ritengo, appunto, un coglione.
Se la tua è una setta, non può avere altro nome che Scemology, e solo perchè termini più consoni non fanno assonanza con l’altra setta più famosa. Se C. M. Cipolla ti avesse conosciuto in tempo, il suo libro sulle leggi della stupidità sarebbe stato un tomo di seimila pagine con una ricchissima documentazione di casi pratici. Ogni tua azione è distruttiva, inutile e ispirata a concetti che non posso condividere perchè ogni volta che li esprimi litighi con la logica e la realtà. Non è questione di opinioni: è che sei oggettivamente un coglione.

apperò
apperò

La sensazione di trovarsi alle prese con una razza aliena proveniente dal pianeta Ritardo è potente, ma liquidare qualcuno col proprio disprezzo è il risultato di un processo istintivo interessante che vado prontamente a illustrare: prendiamo un benintenzionato alle prese col suo primo grillino, in genere in una discussione in rete. Dopo qualche fallimentare tentativo di comunicare contestando con dati concreti i suoi sproloqui, Il nostro capirebbe di trovarsi davanti a un invasato la cui rabbia cieca e distruttiva sembra travalicare ogni intento di ragionamento, uno che ci si augura di non incontrare ubriaco fuori da un locale malfamato. Ma – qui sta il bello – di fronte all’atteggiamento minaccioso del grillino, la minaccia non verrebbe presa sul serio. Siamo programmati dall’evoluzione a una reazione immediata del genere fight or flight, combatti o scappa, che ci permette di valutare al volo la consistenza di un pericolo per decidere cosa potrebbe nuocere alla nostra sopravvivenza, e quasi inevitabilmente di fronte a un grillino si sceglie di combattere. Non perchè gli altri siano coraggiosi, ma perchè loro sono istintivamente percepiti come totali nullità.

Le meccaniche dei rapporti di forza sono un argomento molto presente nella vita quotidiana: nei rapporti interpersonali, nelle relazioni sentimentali, nei comportamenti delle società (pensiamo agli americani contro uno stato mediorientale qualsiasi), spesso si può ridurre tutto a una questione molto semplice: chi ha il controllo?

I SHPIRITIIII!!
I SHPIRITIIIII!!!!

Quello che può rispondere “io” è il più forte. Quello che risponde “io no”, è una persona che si comporterà in modo imprevedibile, mostrando una gamma di atteggiamenti che va dall’autolesionistico all’aggressivo, passa per il piagnisteo, e in generale rende la persona un pessimo compagno di bevute.
Insomma, si potrebbe dire che i grillini hanno subito un qualche trauma che li ha fatti diventare così? Che nella percezione di se stessi cercano di ritrovare il controllo su una vita che li sta uccidendo, che il loro slancio vitale, la loro voglia di redenzione e i loro strepiti sono solo un segno della loro infinita debolezza?
In effetti si potrebbe, ma noi non lo faremo. Sarebbe un modo di giustificarli, e poi a noi piace infierire sui più deboli: in questo modo si rispettano anche le leggi della Natura, che mica sono sempre rose e fiori!

Eppure, la medaglia ha un ovvio rovescio.

Sempre C.M. Cipolla: “l’incidenza percentuale dei cretini è una costante in qualsiasi gruppo sociale”. Aggiungerei “sufficientemente numeroso”, perché se siamo in due e la percentuale è, diciamo, il 20 per cento, al massimo vuol dire che a uno di noi è rincretinito un malleolo. L’ottimismo nella stima delle percentuali è sempre stato il mio forte.
Comunque, la sostanza è che ci sono cretini in agguato ovunque, anche tra gli insospettabili, anche tra quelli che normalmente stimi, anche nascosti dietro il tuo specchio in un momento in cui non sei proprio in forma smagliante.

Insomma, sei una persona normale: normalmente organizzata, normalmente egoista e indulgente con le tue piccole trasgressioni (tanto… siamo in Italia, no?) ma di massima onesto, normalmente competente su qualche ristretto campo dello scibile che è quello di cui ti occupi ogni giorno e piuttosto ignorante su tutto il resto. Come tutti, sei stanco di una situazione di crisi che senti anche sulla tua pelle, sei schifato da cosa è diventato questo paese negli anni dopo quel momento di catarsi chiamato Mani Pulite che sembrava avrebbe ripulito tutto il marciume politico che invece è diventato peggio di prima. Ti manca giusto quel quid per chiederti cosa hai fatto tu in questi anni per cambiare le cose ma si sa, coi politici che rubano miliardi proprio tu devi metterti a fare lo scontrino? Però il bisogno di cambiare lo senti: qualunque cosa è meglio di questo. Sarebbe bello se tutti fossero costretti a fare la loro parte, cominciando da quelli che fino ad ora non hanno fatto nulla.

Arriva Beppe e ti dice esattamente quello che pensi (in realtà dice anche tante cose di cui non sai un tubo, ma non importa: come le cartomanti, Beppe è credibile perchè se ne azzecca una su cento che tu sai essere vera, anche le altre 99 saranno vere). Cos’hai da perdere a credergli?
Senza accorgertene, in perfetta buona fede e con la seria voglia di essere utile alla società, ti trovi dentro fino al collo in un sistema che tu stesso hai contribuito a creare, con tante altre persone oneste e benintenzionate come te. Sei a un passo dall’essere felice: stai riprendendo il controllo della tua vita, e se per farlo si dovrà rompere qualche testa, sarà comunque Giustizia.

Ma ecco che succede il guaio inaspettato: nessuno degli “altri” ti prende sul serio, anzi, ti danno pure dell’imbecille, e tu sai di non esserlo. Non più di tanti altri, almeno, e se la percentuale è costante ci sono tanti imbecilli anche tra i non grillini. Come reagisci?


ti incazzi a morte, ecco come

A questa domanda, la parte di popolazione che non ha aderito al grillismo si è goduta varie risposte che, pur non avendo fatto cambiare idea a nessuno sull’idiozia degli interlocutori grillini, sono in qualche modo vicine alla reazione che avrebbe chiunque se sapesse di essere considerato un cretino tout court per una sua lecita, per quanto sbagliata, opinione: rabbia, rifiuto, ostilità… Io da più giovane andavo letteralmente nel panico, se una mia azione o opinione veniva fraintesa. Poi sono diventato adulto, ma rendiamoci conto che chi è convinto di essere nel giusto è molto poco disponibile al confronto, e chi non è tanto convinto cercherà in ogni caso di portare acqua al proprio mulino.

Quindi l’errore vero dove sta? In gran parte è colpa di Grillo e Casaleggio: la loro strategia si basa totalmente sulla contrapposizione noi-loro, sul “siamo in guerra” e squisitezze del genere. A furia di sentirtelo ripetere, in un ambiente che è parecchio autoriferito e si basa su un circolo chiuso di informazioni – FQ, tzetze, byoblu e altri pallisti certificati che si rimandano l’uno all’altro seguendo una precisa strategia di isolamento – ci credi. Credi al gomblotto, agli oppositori pagati dal piddì, al fatto che se nessuno ha fatto niente finora è perché ne hanno dei vantaggi che tu, onesto ma sfigato e non ammanicato, non puoi nemmeno immaginare. D’altronde lo vedi che la situazione fa schifo, e se ci sono persone che questo schifo lo tollerano o addirittura lo difendono, quali altri motivi possono avere se non che anche loro sono parte della corruzione? L’idea che le risposte che propone il tuo amato Beppe siano delle solenni incredibili cazzate non ti sfiora: LUI ha in mano la luce e tu l’hai vista grazie a lui, quindi a sbagliare sono gli altri.

In parte, potrebbe essere colpa degli “altri”. Certo, per sopportare le menate dei grillini con un sorriso e cercare comunque un confronto costruttivo devi essere come minimo Giobbe o uno che ha da perdere tutto il tempo del mondo, e il muro contro muro è l’unica risposta ovvia quando ti rendi conto che stai cercando di svuotare il mare, però questa manica di idioti è una percentuale consistente della popolazione, e se ne deve tenere conto. Magari riformando la scuola per rendere la cittadinanza un tantino più istruita, altro che pedagogia e diritti degli studenti: poesie a memoria, equazioni a cateratte e a chi non studia giù nerbate. I vantaggi si vedranno dopo appena una o due generazioni.

In parte, diamo pure la colpa alla società: non c’entra nulla, ma non avevo la più pallida idea di come concludere questa tirata e dare la colpa alla società è sempre cool.
(Bentornati. Avete fatto buone vacanze? Ricordate che i cattivi a volte riposano, gli imbecilli, MAI)

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