il pensiero magico


Il pensiero magico, cito wikipedia, è “un tipo di elaborazione cognitiva in cui manca una relazione causale tra soggetto e oggetto”. Tradotto for dummies, si dà valore di causa a un fatto che non c’entra nulla con l’effetto: un gatto nero mi attraversa la strada e due giorni dopo faccio un incidente con la macchina. Colpa del gatto, si sa che porta sfortuna.
Analizzando le correlazioni che dal gatto portano all’incidente, ci si rende conto che nel percorso si sono saltati molti passaggi logici che avrebbero dovuto essere verificati a uno a uno: il gatto porta sfortuna perchè “si sa” che la porta. La sfortuna esiste come forza reale agente sul destino degli uomini. L’incidente è dovuto proprio al passaggio del gatto (e non, per esempio, all’aver rovesciato il sale sul tavolo il giorno prima: per quello sono infatti state prese opportune contromisure gettandosi tre pizzichi dietro la spalla). Eccetera.

Per quanto razionali ci possiamo credere, siamo impregnati di pensiero magico come condizione pressoché fisiologica: trovare la via breve nelle relazioni di causa-effetto ci permette infatti di stare al mondo con un certo margine di noncuranza, in mancanza della quale dovremmo riflettere su ogni azione e su ciascuna delle sue conseguenze possibili, finendo col non fare più nulla o col farlo meccanicamente. Ci riteniamo comunque capaci, applicandoci, di poter distinguere la fantasia dalla realtà, ovvero: se sono sincero con me stesso lo so che non è colpa del gatto ma più probabilmente del fatto che ero ubriaco. E’ qui che si rivela la potenzialità del pensiero magico: serve da scarico della tensione psicologica durante una situazione di disagio, ci assolve dalla responsabilità e ci permette di superare l’impasse anche se il problema, di fatto, resta irrisolto. A mente fredda potremo affrontarlo, ma per il momento il povero gatto ha da murì.
Ma questo momento quanto dura? Eh, dipende da tanti fattori: scolarizzazione, abitudine al pensiero critico, intensità del carico emotivo, capacità di relazionarsi con l’altro da sè: se ti molla la morosa ci puoi mettere dei mesi a fartene una ragione e concludere alla fine che è successo perchè le donne sono tutte zoccole, ovvero non uscire mai dal loop; se ti pesti un dito col martello concludi quasi subito di avere una mira penosa (ma, per sicurezza, controlli dove si è nascosto il gatto).

Bene, ora il domandone: qual è la causa dei mali dell’Italia? Solo e soltanto i politici ladri, è ovvio. Pertanto diventa giusto e dovuto rimuovere la causa radicalmente, segando via tutto il tumore e metà del corpo sano per evitare metastasi, perchè l’effetto scompaia. L’idea che il cittadino possa avere una parte di responsabilità, ad esempio nella sistematica evasione delle tasse, nell’utilizzo di servizi di welfare oggettivamente costosi (oltre che gestiti malissimo, va bene), nella pretesa che lo stato abbia il dovere di mantenere tutti in un dignitoso benessere che siano o meno produttivi, scompare dal proprio orizzonte mentale. Il politico non viene più considerato espressione della società (come in effetti è), ma diventa una specie di marziano venuto dal nulla che lavora sistematicamente a danno del cittadino per proprio interesse.

Vi suona qualche campanello?

Nella fenomenologia del grillino non si può non tenere conto della persistenza del pensiero magico in quasi tutte le manifestazioni d’opinione degli attivisti pentastellati e dei semplici simpatizzanti. L’atteggiamento scade talvolta nella vera e propria paranoia (mentre sto scrivendo, il Grillo Quotidiano parla della caduta del server gestito dal genio informatico Gianroby, e già si sprecano i commenti sui servizi segreti ostili, ciascuno premiato da almeno una buona dozzina di like), ma si può ritrovare praticamente in tutti gli aspetti del quotidiano su cui sia possibile esprimere un’opinione.
Il pensiero magico non è complottismo, sebbene ne costituisca una componente indispensabile: il complotto prevede un disegno intelligente di umani a danno di umani, quindi in teoria si può smascherare e combattere, il PM è applicabile a tutti i campi dell’esistenza secondo legami casuali. Il complottismo è in sostanza pensiero magico applicato a un tentativo di strutturazione nel campo del reale.

La relazione tra PM e grillini è di necessità ma non di sufficienza: la tendenza ad assumere la modalità di pensiero magico non significa per forza essere portato a diventare grillino, ma se sei grillino ce l’hai.
Quali altri aspetti rendono quindi il pensatore magico un grillino D.O.C.G.?

L’approccio emozionale

Il movimentista è rabbioso, e la sua rabbia è costantemente alimentata dal guru strillante. Ma a dare forza alla rabbia e a canalizzarla causando il superamento dell’approccio critico interviene una struttura secondaria, quella che una certa corrente di psicologia (transazionale) definisce “comitato”. I membri del comitato (che possono essere anche solo due) si radunano per un solo scopo, la deplorazione di determinati aspetti della realtà su cui sentono di non avere controllo. Frase simbolo del comitato è “ma si può?” detto con tono scandalizzato: dietro di essa si cela la ricerca di approvazione e rassicurazione: non sei tu ad essere matto, è il mondo che è sbagliato.
Il blog di grillo è un comitato che finchè rimane chiuso in se stesso farebbe poco male, anzi, avrebbe la funzione terapeutica di tenere ben chiusi e lontani dal mondo personaggi incapaci di viverci dentro. Il Fatto Quotidiano invece è un comitato enorme, con pretese di universalità, che dall’originario intento di denunciare il malaffare come processo indispensabile alla società civile si è presto trasformato in comitato (appunto) di salute pubblica. Attendiamo ansiosi il periodo del terrore con ghigliottine e tutto, io per prudenza mi tengo lontano dalle vasche da bagno.

Internet

Il legame tra internet e grillini è ovvio. Tra internet e il PM, altrettanto: nella diffusione del pensiero magico la rete si rivela un megafono molto efficace per l’oggettiva difficoltà a scremare le informazioni veritiere da quelle farlocche, in un apparente spianamento del processo cognitivo per cui la mia opinione di profano vale almeno quanto la tua di specialista, ma probabilmente di più. Come mai? Perchè la mia opinione è lontana dal pensiero comune, quindi giusta per forza: paradossalmente un eroe dei pensatori magici è una persona che avrebbe sputato loro in faccia, Galileo Galilei, o almeno il Galileo che nella vulgata popolare sfidò la chiesa e venne ridotto al silenzio per avere osato tanto, ma che venne riabilitato dalla Storia, incarnazione della Giustizia Superiore. Che le cose siano andate un po’ diversamente è un’idea che non li sfiora, Galileo è un eroe puro e intoccabile, punto.

Il pregiudizio sociale

La comparsa del pregiudizio è tipica di qualsiasi gruppo si compatti intorno a un polo di aggregazione (sono stati fatti studi a riguardo formando con criteri del tutto arbitrari due gruppi da un gruppo originario e dando loro un’identità qualsiasi, es. “Rossi” e “Gialli”: immediatamente gli uni cominciano a parlare male degli altri). La conseguenza è porsi in posizione antagonista: noi siamo i buoni e portiamo il nuovo verbo contro il pensare comune superato, voi i cattivi che lo rifiutate per mantenere i vostri privilegi. Nel processo di coesione la presenza di un nemico, una minaccia, è un catalizzatore fortissimo ed è sostanzialmente in questo momento che interviene la coppia grilloleggio, indicando il nemico di volta in volta più adatto. Il PD, le multinazionali, la politica dei professionisti, le banche… L’elenco è virtualmente infinito: per fare una prova ho provato a vedere sulla mia scrivania cosa potesse essere oggetto di strali grillini e ne ho beccate tre: una bottiglia d’acqua (per la verità del rubinetto) che è notoriamente minacciata dai biechi investitori che la vogliono privatizzare. Una scatola di fermenti lattici, sono schiavo di big pharma. Un telefono cellulare: echelon mi controlla e la questura sa sempre dove sono.

Non è uno stato di cose che vorreste cambiare anche voi?

Nota: non intendo mettermi a flooddare il sito (anche perchè so di essere verbosissimo), solo che ‘sti grillini malefici mi affascinano dal punto di vista umano come rappresentanti di qualcosa da cui sono talmente lontano che fatico a concepirne l’esistenza. Ne conoscevo già di simili come casi isolati, ma come aggregato coerente sono un campione di studio davvero interessante.

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