Il duduum

Ma con chi doveva parlare Renzi, con Dudù ?

Tra gli attacchi a Renzi quello più sentito è quello d’aver osato incontrare addirittura Berlusconi, tuttavia nonostante le tante critiche (l’ultima oggi, da parte di SEL) l’amaro calice finalmente ci muove verso la tanto attesa riforma della legge elettorale; l’attuale resa inutilizzabile dalla sentenza della consulta.

Sia chiaro, bene ha fatto la consulta a riconoscere l’incostituzionalità del porcellum, e tuttavia nessuno ama particolarmente il risultato di quella sentenza: vero è che la legge elettorale voluta dal centrodestra infatti era scritta per favorire Berlusconi  e Lega Nord a scapito di tutti gli altri (centrosinistra in primis) ma altrettanto vero è che quella legge risultava infinitamente meglio di quella, mutilata, che ci lascia la consulta.

Il primo obiettivo di quella legge era di rendere ingovernabile il paese in caso di vittoria del centrosinistra e di renderlo facilmente gestibile nel caso di vittoria della destra… ed ha funzionato benissimo: Berlusconi non ha avuto problemi nel 2008 mentre Prodi nel 2006 ha dovuto penare non poco (ed a quanto pare alla fine a farlo cadere è stato un senatore comprato proprio da Berlusconi). E’vero, era una legge schifosa ed incostituzionale, ma almeno a qualcosa serviva ed una maggioranza valida in qualche modo il più delle volte la dava.

 

Il problema vero è più antico: i costituenti quando scrissero la costituzione ebbero paura che si facesse strada un altro duce e per evitarlo fecero del parlamento un percorso ad ostacoli per l’esecutivo tant’è che oggi c’è soltanto un paese in cui sopravvive il bicameralismo perfetto (due camere “gemelle” come funzioni e competenze), e quello è il nostro. Di per sé questo non sarebbe stato un grosso problema se non fosse che la formazione e la durata del governo si trovano a dipendere dalla fiducia, ovvero dal voto favorevole da parte delle due camere al governo…voto che può essere richiesto in ogni momento e che nei fatti indebolisce il governo al punto che ogni voto di fiducia è potenzialmente fatale per un governo, una legislatura, una linea politica e per le leggi e le riforme che questi portano avanti.

Con le modifiche alla costituzione introdotte dal Capo V (ringraziamo D’Alema e la Lega Nord) prima e col porcellum poi a cambiare è stato il modo e la valenza delle due camere per cui non sempre la maggioranza espressa in una camera si ripresenta nell’altra, cosa che può rendere impossibile formare un governo.

C’abbiamo sbattuto in faccia quest’anno con una vittoria di misura del centrosinistra alla camera ed un senato tripartito e sostanzialmente incapace d’esprimere una maggioranza chiara: è stato necessario ricorrere alle larghe intese per poter insediare un governo.

 

Col pronunciamento della corte costituzionale tutto questo non è stato risolto, è solo diventato un problema secondario: con la sentenza s’è tolta l’unica cosa positiva del porcellum (che a sua volta era ereditata dal mattarellum): il premio di maggioranza.

Probabilmente non è facile capire, per ricordare bisogna andare oltre quei vent’anni che sembrano essere l’orizzonte culturale per molti elettori (cinque stelle in primis)… bisogna tornare a prima del mattarellum, alla prima repubblica.

Torniamo a quando c’era il proporzionale in Italia… abbiamo avuto decenni con decine di governi (la media è impietosa : un governo l’anno), tutti retti da maggioranze ingessatissime in cui non si concludeva assolutamente nulla. Perché ?

Oggi i sostenitori del proporzionale parlano, dimostrando d’avere una scarsa conoscenza della storia, di cosa implica quella “rappresentatività” che nominano in continuazione:  è vero, la rappresentatività è importante, ma quanto siamo disposti a sacrificare per la loro visione della rappresentatività ?

La legge elettorale ha un compito importante ed ingrato: tradurre la volontà di decine di milioni di italiani in una lista di un migliaio (ed in futuro speriamo anche meno) di rappresentanti… è impossibile che in questa riduzione, per perfetta che sia non ci sia qualche “perdita”, è una cosa inevitabile ed accettata.

Il problema è che perché un governo s’insedi o perché una legge passi bisogna che a dirsi favorevole sia la metà più uno dei rappresentanti…  e cosa succede per avere quel  50% +1 che conosciamo tutti ci fosse bisogno, da una parte o dall’altra, di correre dietro a questo o quel partito ? dietro a questo o quel senatore ? dietro a questo o quell’interesse particolare ?

Per tenere in piedi Prodi bisognava tenere insieme tanti appetiti differenti, e non tutti ispirati al bene della collettività: si pensi a Mastella.

Vi pare una cosa nuova o limitata alla seconda repubblica ? Non vi ricordate di quando in parlamento per governare bisognava fare improbabili raggruppamenti di tre, quattro o cinque partiti ? Di quando un partito bello grosso e che rappresenta milioni d’italiani era costretto a prostrarsi agli interessi di un partitino di amici e parenti che, rappresentando solo una minoranza, risultava essenziale per esprimere questa o quella maggioranza, facendo da ago della bilancia ed essendo necessario per assicurare la maggioranza ad un qualsiasi schieramento ?

Chiedete pure a Casini, che ancora ricorda (sognante) la politica dei due forni per cui uno zerovirgola andava dato a questo o quello in funzione di cosa si poteva ottenerein cambio di esso.

Questo è il proporzionale “rappresentativo” che tanti oggi invocano. Volete tornare a quei tempi ? Vi manca così tanto il CAF (Craxi-Andreotti-Forlani) ? vi manca Mastella ?

 

Di contro il maggioritario distorce (funzionalmente) il voto; il ragionamento di fondo è che la cosa più importante è la governabilità, e quindi assicurare che un partito o una coalizione più votata il giorno dopo il voto sia in grado d’esprimere un governo e governare per davvero, assumendosi le sue responsabilità senza i freni a mano dei partitini e dei loro appetiti per poi tornare alle urne a fine legislatura e sottoporsi al giudizio degli elettori  rispondendo pienamente di quel che s’è voluto fare e non di quello che s’è riuscito a fare nonostante questo o quello.

La ragione del maggioritario sta tutta in quel “la maggioranza degli elettori ha diritto a decidere chi governa” e, nel caso di doppio turno, la legittimazione a chi vince è data da un voto suppletivo con cui la maggioranza dell’elettorato indica apertamente chi vuole che lo rappresenti. E questo è il miglior sistema elettorale che possiamo sperare d’avere in questo momento.

 

Perché sono così inflessibile su questa cosa ?

La ragione è semplice, perché qui ed ora ne abbiamo bisogno. Presi come siamo dai giochetti di palazzo non riusciamo ad esprimere una classe politica seria,  non riusciamo ad avere una politica nazionale, tanto economica quanto sociale, che abbia un minimo di continuità e sul versante estero siamo ridicoli. Lo siamo perché nessuno dei rappresentanti, per bello, bravo, buono ed autorevole che sia può parlare come una Merkel o un Cameron, perché nessuno ha la possibilità di dire “io rappresento l’Italia e la rappresenterò fino alla fine del mandato”.

Letta rappresenta l’Italia ? Oggi sì, ma domani (e non intendo “un domani”, parlo proprio di “a ventiquattr’ore da adesso”) dipende da come gli gira a Renzi, ad Alfano, a Casini, a Monti… chi volete che lo prenda sul serio all’estero uno che oggi c’è e domani chi lo sa.

L’Italia è stata forte quando in forza all’inerzia la DC e chi stava al governo poteva, nonostante tutto, rappresentare l’Italia in pianta stabile… ma quello era prima, quello era quando c’era un parlamento immobile. Ora ?

 

Io non voglio che torni l’immobilità parlamentare, io voglio che il parlamento torni ad essere un parlamento, non voglio un legislativo che sia solo un precursore ed una spada di Damocle sull’esecutivo.

Voglio che il governo faccia l’esecutivo e che il parlamento faccia il legislativo… e voglio che una volta nominato il governo questi nel bene e nel male rappresenti il paese in pianta stabile dal primo all’ultimo giorno della legislatura. Oh, e se non è troppo disturbo voglio votare per il parlamento solo una volta ogni cinque anni e non quando qualcuno decide che gli conviene tornare alle urne perché se fa cadere il governo in quel momento esatto potrebbe prendere una manciata di voti extra.

 

Per questo voglio il maggioritario e per questo voglio che chi ama parlare del proporzionale (dicendo anche fesserie assolute, vedasi Di Battista) si faccia un attimo i conti di quel che vuole, perché con tre partiti “grossi” il proporzionale significa larghe intese a vita.

 

Renzi ha fatto l’unica cosa che poteva fare, ha chiesto a tutti ed ha contrattato quel che c’era da contrattare, ma siccome le domande sono tante ecco un breve riassunto dei vari perché:

 

Innanzitutto chi è Renzi per contrattate ?

Renzi è il segretario democraticamente eletto dal PD, e come tale è legittimo che vada lui, in quanto rappresentante del Partito Democratico, a contrattare. Ad oggi Renzi è l’unica persona, all’interno del PD, a cui è riconosciuta l’autorità e la legittimazione d’andare a discutere un argomento delicato come la legge elettorale.

 

Ha ottenuto il massimo o ha pensato solo ai suoi interessi ?

Renzi è il segretario del PD e quando contratta lo fa in veste di segretario del PD; quale che sia il suo fine questo non cambia la realtà oggettiva dei fatti, e cioè che lui era l’unico nel PD che poteva contrattare una legge elettorale.

 

Vuol dire che gli altri devono inginocchiarsi e concedergli quel che vuole ?

No, vuol dire che ha il diritto, come ogni segretario o rappresentante o capo politico assoluto di un partito di discutere con i suoi pari (altri “capi politici”) eventuali iniziative di legge. Non è una forzatura, lui ha il diritto di negoziare la legge, ed ha l’obbligo (tra l’altro mantenuto) di tornare in seno al PD e far votare l’accordo per vedere se portarlo avanti o rigettarlo… ma è sua prerogativa quella di negoziare, al massimo il PD può sfiduciarlo o bocciargli l’accordo.

 

Perché fuori dal parlamento ?

Per tanti motivi, il primo dei quali è che Renzi non ha titolo per andare in parlamento visto che non è un parlamentare. Nulla impone l’obbligo di fare o discutere le leggi in parlamento… in passato le leggi arrivavano in parlamento già fatte (tanto nella prima quanto nella seconda Repubblica) ed ancora oggi c’è chi discute e scrive le leggi altrove per portarle in parlamento belle e pronte (e non solo in Italia), si veda il Movimento 5 Stelle e la sua “piattaforma”. La cosa importante ed imprescindibile è che le leggi vengano discusse in parlamento ed approvate dal parlamento, ma quello è dettato costituzionale.

 

Perché parlare con Berlusconi ?

Berlusconi è il capo politico, ed universalmente riconosciuto come tale, di Forza Italia… se si vuole discutere un accordo con Forza Italia con chi bisogna parlare ? Con Dudù ?

 

Perché tanta fretta ?

Sono passati anni da quando s’è cominciato a parlare di cambiare il Porcellum. Durante il periodo Prodi (2006-2008) non s’è potuto fare perché il governo e la maggioranza erano troppo deboli per farlo, nel governo Berlusconi non s’è voluto fare, il governo Monti è caduto (su volontà di Berlusconi stesso) poco prima di provarci e fino all’arrivo di Renzi tutto era fermo. In pratica ci si prova dal 2006, direi che di tempo ne è già passato abbastanza.

 

Perché non lasciare che ci pensi il governo ?

I governi di norma non agiscono mai direttamente sulle leggi elettorali perché le leggi elettorali concorrono alla formazione dei governi per cui un governo che agisse per imporre una legge elettorale sarebbe, se non illegale, quantomeno sintomo di qualcosa di profondamente sbagliato a livello di tripartizione dei poteri. Oltre a questo c’è da dire che anche volendo il governo Letta non sembra granché capace d’agire in questa materia in questo frangente. Più importante ancora, perché una legge elettorale va discussa, concordata e votata dal parlamento con l’accordo di tutti (nei limiti del possibile) e non a colpi di maggioranza o di fiducia.

 

Perché non ci s’accorda con il Movimento 5 Stelle ?

Perché il Movimento 5 Stelle è contrario a qualsiasi accordo e l’ultima volta che s’è provato coinvolgerlo in qualche maniera per la stesura di una legge elettorale (da marzo in Senato) questi s’è limitato a tenere tutto fermo il più a lungo possibile per poi bocciare il tutto alla prima occasione utile.

 

Perché non si vota la legge del Movimento 5 Stelle ?

Per la stessa ragione: perché è inaffidabile. Oltre a questo il Movimento 5 Stelle non è interessato a mediare su nulla e non si può votare una legge (per di più basata sul proporzionale) che viene presentata con “questa è, prendere o lasciare”.

 

Perché il maggioritario ?

Credo d’essere già stato abbastanza chiaro in merito.

 

Perché le liste bloccate / gli sbarramenti / altro ?

E’un accordo fra più parti, ci si aspetta che ogni parte manterrà fede alla sua parte dell’accordo se le altre parti faranno lo stesso e per questa ragione nessuna parte può modificare la proposta di legge senza che le altre parti ripudino l’accordo.

 

Entriamo nel merito di quest’ultima questione, che mi sembra la più importante…

Tutto si  può fare, contrattare e discutere… l’importante è farlo restando all’interno di un accordo che assicuri che tale legge venga approvata, se poi Berlusconi fa saltare il tavolo si vedrà, ma coi tempi così contingentati non ha grandi margini di manovra e deve mostrare presto (due settimane al più) se l’accordo è serio o un bluff.

Il PD e Renzi in primis sono disposti ad accogliere modifiche (specie per gli sbarramenti, specie per aiutare SEL) ma i paletti ci sono e li ha imposti Berlusconi per cui il loro potere contrattuale è limitato e prendersela col segretario per una cosa che esula dalle sue competenze è inutile e scorretto.

E poi ?

C’è sempre tempo, varata una legge elettorale, per vararne un’altra… nulla vieta ad Alfano, Renzi e chiunque altro voglia sedersi al tavolo delle trattative di farlo un minuto dopo aver varato l’italicum e contrattare una legge elettorale migliore… però intanto una legge elettorale che limita il frazionamento ed assicura la governabilità bisogna farla visto che se dovesse terminare questa legislatura poi si torna al voto col maggioritario puro, ed a quel punto sarà tutto infinitamente più complicato.

Berlusconi è a fine corsa; ho idea che questa sua idea sia una specie di lascito a chi verrà dopo (lui oramai è fuori dei giochi per sei anni, lo sa e sa che fra sei anni sarà troppo malandato per riprovarci): evitare di distruggere il paese (che senza un governo forte rischia seriamente) e consegnare ai successori un centrodestra (del centrosinistra se ne frega abbastanza) più coeso di quello attuale: far seccare i partitini minori (che lo hanno quasi salvato nel 2013 ma che renderebbero la coalizione troppo instabile se andasse al governo) e ricreare l’unità del centrodestra della primigena Forza Italia.

Secondo me è probabile che Berlusconi faccia sul serio e bisogna comunque rischiare.

Per il resto Renzi è un segretario forte e non saprei dargli torto se, fallendo questo tentativo (magari perché nel PD qualcuno si mette a giocare al rialzo), decidesse di chiudere la legislatura (è sua facoltà farlo visto che senza i voti della Camera nessun governo è possibile) e costringere di nuovo tutti alle urne… col proporzionale.

 

In tutto questo Grillo gioca al “tanto peggio, tanto meglio” e spera che il PD e Renzi falliscano. I parlamentari, al solito divisi in correnti, cercano di boicottare l’uomo forte al comando senza pensare che su questa specifica questione c’è in ballo il governo, la legislatura e possibilmente il futuro dell’Italia.

 

Per il resto nel PD c’è anche chi voleva questo governo (e Renzi li tiene a bada minacciando di riportare tutto alle urne) e chi vuole Renzi fuori dai piedi perché “oggetto estraneo” alla segreteria… c’è una guerra intestina che è tipica del centrosinistra… una guerra in cui “amici” delle varie fazioni agiscono (la Serracchiani contro Zanonato per esempio) per stabilire i rapporti di forza.

Tutto verrà deciso nei prossimi giorni e non è detto che tutto vada bene… quel che è certo è che i tanti che amano lamentarsi, che parlano dell’incostituzionalità dell’italicum (spesso a sproposito) e che vorrebbero questo o quello (chi è che si è sempre detto a favore delle preferenze ? solo il M5S, gli altri sanno bene che è la scorciatoia per il voto di scambio e per un parlamento pieno di mafiosi e collusi) dovrebbero fermarsi un attimo e pensare a quel che potrebbero fare.

Alla fine “Ro-Do-Tà” sembrava meglio di Marini… ma alla fine per non volere Marini ci siamo ritrovati con Napolitano. Non che Napolitano sia il male, ma di sicuro non è quello che auspicavano quelli che avendo offerto qualcosa di passabile preferirono dire “passo” perché volevano “di meglio”.

 

Il meglio è spesso nemico del bene.

 

G.D.E.

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