I vegan-grillini

Non ho niente contro la filosofia vegana… voglio dire, dal punto di vista logico mi rendo conto che è priva di razionalità, la nostra natura è quella degli onnivori e la nostra dieta riflette quella natura (anche a livello di come assumere questo o quel componente necessario per la nostra sopravvivenza) ma a livello emotivo ed empatico percepisco il problema e posso capire la loro scelta; anch’io nel mio piccolo ho qualche problema a mangiare qualsiasi cosa che ancora somigli agli animali… non perché se non c’assomiglia non lo sia ma perché mi fa comunque impressione.

Il problema si pone quando il vegano si presenta come uno strafigo superiore, quando viene a dirmi tante cose (molte delle quali false, esagerate o volutamente distorte) per giustificare il suo stile di vita e possibilmente convincermi. Ognuno è libero d’essere quel che vuole, non è che perché mangio carne rossa sono un serial killer e se già di mio ho qualche remora nel consumare carne (lo faccio lo stesso, ma mi rendo conto del tuo punto) non è che tu, per puro desiderio di rompermi le scatole, devi aprire la “ferita” e buttarci sale solo perché il tuo credo t’impone di convincere il prossimo a nutrirsi di verdurine.

Forse da piccolo sarei stato anch’io vegetariano se non avessi avuto una madre ed una nonna robustamente carnivore (e d’origine campagnola) che un piatto di pasta col ragù (parliamo di 120gr di pasta più condimenti affogati nell’olio) come primo me lo facevano trovare quotidianamente sul tavolo. La vita politica è come andare a tavola da mia madre, nel senso che la roba nel piatto te la mette lei e ti tocca mangiare, altrimenti c’è dieta perché le verdurine solo per te non le fanno.

Non che non si possa discutere con la madre (infatti se non altro pesce, pollo ed agnello di solito riuscivo ad evitarli) ma quando ti siedi a tavola ti tocca quel che c’è nel piatto e se non mangi stai a digiuno… e se stai a digiuno per troppi giorni finisce che muori.

In politica accade qualcosa di simile : il destino (cinico e baro ça va sans dire) ti scodella qualcosa e ti tocca fartelo piacere, ti tocca mangiare quel che ti ritrovi davanti. Se non ti piace le alternative sono due, o rinunci a far politica o gli elettori, prima o poi, ti mollano.

In questi giorni Renzi, da bravo furbetto, sta facendo le veci di mia madre col Movimento 5 Stelle: gli ha piazzato davanti un piatto di lasagne (nella “sfortuna” ai grillini sta andando di lusso) chiamato “legge elettorale”. Loro dal loro punto di vista hanno due possibilità, o mangiano o cominceranno presto a sentire i morsi della fame…

La cosa è estensibile a più o meno ogni atto della politica… non sta ai politici decidere cosa trattare e cosa no, la buona parte del tempo un parlamento è chiamato ad esprimersi su questioni pressanti, urgenti ed anche abbastanza controverse… sono lì per quello.

Non ci sono solo i piatti vegan-friendly come le patate bollite con fagiolini o i cuori di carciofo su cui tutti possono sbizzarrirsi senza preoccuparsi di questioni “etiche”, spesso arriva una cotoletta, una coscia di pollo, le polpette al sugo o le uova fritte… ogni tanto si può saltare una portata ma se sei seduto al tavolo è per mangiare, e se non mangi muori.

La dieta dei grillini li ha portati senza troppi problemi all’opposizione, i posti a tavola dove non c’è l’obbligo di assaggiare ogni pietanza ma ogni tanto qualcosa bisogna mangiare anche lì, ed ora il loro stomaco borbotta.

 

Siamo chiari, se non gli piace parlare di razionalizzazione delle risorse perché non hanno il fegato d’andare a tagliare i conti qua e là ci può stare, se non vogliono parlare d’immigrazione per non far scoppiare un putiferio al loro interno anche, se sulle droghe non hanno una posizione ufficiale va bene, se non si pronunciano sulla lotta all’evasione è una loro scelta… ma a forza di stare a digiuno stanno schiattando… e a questo (non bastasse questo) si aggiunge il fatto che da mesi questi vegani d’assalto rompono le scatole ad area, criticando chi invece si trova a dover fare i conti con piattini ben più pieni dei loro, pontificano sulla bontà dei broccoletti, sull’utilità degli spinaci in una dieta variegata (ma entro certi specifici limiti) ed esaltano le proprietà nutrizionali della soia, il tutto mentre l’unica cosa che c’è in casa è un panino col prosciutto.

 

Vedano loro che fare, io personalmente ho deciso di mettere tutte le cose in prospettiva ed ora sono un “onnivoro consapevole” che si rende conto che la sua vita dipende dalla sofferenza e dalla morte di altri animali, che se ne dispiace… ma questa è la natura del mondo in cui sono nato e di scelte almeno per me non ce ne sono (e questo anche ora, anche potendo decidere cosa cucinare a casa mia).

E loro ? Già è tanto se sono arrivati al panettone senza morir di fame.

 

G.D.E.

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