Fascismo buono, fascismo cattivo?

L’articolo non è mio, ma di un anonimo caprone.

Come direbbe il saggio, “ricevo e pubblico”.

“Perché la cittadina Lombardi mi fa arrabbiare? Estrapolo forse le parole dal loro contesto? Vediamo cosa ha detto

Da quello che conosco di Casapound, del fascismo hanno conservato solo la parte folkloristica (se vogliamo dire così), razzista e sprangaiola. Che non comprende l’ideologia del fascismo, che prima che degenerasse aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello stato e la tutela della famiglia.

Per iniziare la critica (e sforzandomi di sorvolare sulla sintassi), infastidisce innanzitutto che la neoeletta si professi poco competente in materia per poi dare subito il suo giudizio. E’ un gioco retorico inaugurato con la formula del “parlo a titolo personale” e che Lombardi riprende in una sua originale versione. Ci si mette al riparo dalle critiche e subito dopo si cala la bomba.
O si approfondisce l’argomento per dare una propria opinione o ci si astiene dal giudizio, sono personalmente stufo del vizio (italiano?) di sentirsi in diritto di spiegare con quale schema dovremmo vincere il mondiale in Brasile, quali sono le ricette per uscire dalla crisi e quale farmaco prendere contro la tonsillite tutto nello stesso discorso. Bene l’onestà, ma senza la competenza non si va da nessuna parte. La competenza costa fatica, ma Colei che scrive è una deputata della Repubblica, da Lei la pretendiamo.
Poiché ci tengo ad avere parlamentari informati però, segnalo alla Deputata che CasaPound, come ogni fascismo che si rispetti, è molto attivo nel sociale con interventi equamente divisi tra aiuti ai cittadini italiani in difficoltà e, a quanto si direbbe, spedizioni punitive. Lo poteva leggere anche sul loro sito (eventuali spedizioni punitive a parte), ma non lo devo certo dire ad una rappresentante di un movimento che ha basato tutto sul World Wide Web, giusto?

Ma passiamo al succo del discorso, che si dimostra fallace in due punti interconnessi:
-la divisione fra il fascismo folcloristico e il fascismo ideologico, come se la violenza fosse un fatto di costume scindibile dal fascismo.
-la divisione temporale tra i fascismi, come se ad un fascismo si fosse in un secondo momento sostituito un fascismo cattivo.
Due volte male

Sintetizziamo quali sono i concetti fondamentali che identificano il fascismo, per la Cittadina a cinque stelle e per ricordarli a noi stessi.
-Il fascismo è universalistico: non rappresenta un ideologia, non rappresenta una classe sociale, vuole rappresentare tutti quelli che vogliono il Bene (nel caso del fascismo italiano, il bene dell’Italia) e la Verità. Bene e Verità che il partito conosce e persegue.
-Nemico è chi è fuori dal partito. Non si configura come nemico del partito però, bensì come nemico del popolo.
-Il nemico va rimosso. Chi si oppone al partito/popolo italiano lo fa per i suoi interessi ed è quindi nemico della Patria.
Ribadisco il terzo concetto, il nemico va RIMOSSO, questa è la base ideologica violenta del fascismo.
In questa ottica bisogna leggere ad esempio l’abolizione dei sindacati: non c’è nessun bisogno di uno scontro tra padroni e proletari perché il loro interesse più alto è il bene dell’Italia, quindi è sufficiente il partito fascista, che conosce quale è il Bene dell’Italia, per rappresentare gli interessi di tutti e far regnare la pace, con perfetta soddisfazione delle richieste da entrambe le parti. La verità, come dimostrato dalla storia, è invece che gli interessi delle diverse classi sociali non collimano e vanno mediati, anche con uno scontro (democratico); nel fascismo però, l’insoddisfazione e la protesta per il suo operato diventano automaticamente ribellione a quello che è il Bene del popolo (per i punti che abbiamo visto all’inizio). Uno dei due portatori di interessi deve quindi per forza essere additato come nemico, e il manganello ha quasi sempre scelto di reprimere il dissenso dei poveri, piuttosto che quello dei ricchi. Ma questa è una diretta conseguenza di quelle che sono le tre premesse iniziali e fondanti del fascismo.

Qui arriva il secondo punto e cioè la negazione di causa ed effetto. La frase della Lombardi (“prima che degenerasse”) lascia intendere che il fascismo fosse un ottimo meccanismo, un corpo perfetto assaltato d’improvviso da un virus imprevisto che lo ha portato a compiere atti barbarici. Questo è falso, la repressione è la logica conseguenza delle premesse con cui il fascismo si pone. Se all’inizio sembra più mite lo si deve solo al fatto che inizialmente la lista dei nemici è corta e composta da personaggi oggettivamente attaccabili, col passare del tempo (a causa del meccanismo non-accetti-ciò-che-il-partito-vuole-ergo-sei-nemico) la lista si allunga e ci può finire dentro chiunque, anche chi era sicuro di essere al sicuro.

Ma questa relazione causa effetto i più non la vogliono vedere, né la nostra neodeputata né la maggior parte degli italiani, e non credo nemmeno che verrà messa in luce da molti commentatori, perché alla nostra coscienza di popolo fa comodo continuare a pensare che tutto sommato non abbiamo fatto niente di male, che tutto ad un tratto un bellissimo sogno si è trasformato in un incubo perché il nostro saggio condottiero ha dato di matto, invece di ammettere che per vent’anni la nostra dignità di nazione ha ceduto fino ad arrivare a strisciare al livello dei vermi. Per non ripetere gli errori, al contrario, è necessario e obbligatorio ammettere che tutto quello che è successo è stato la diretta conseguenza del linguaggio usato e delle basi con cui il fascismo è nato e si è posto. Non è stato il verificarsi di uno dei possibili scenari, ma dell’unico possibile.

Essere antifascisti per concludere, significa innanzitutto:
-riconoscere di essere portatori di un interesse particolare, storicizzato e passibile di cambiamento.
-riconoscere legittimità e dignità a chi non è portatore di interessi affini ai nostri, cioè l’avversario politico
-affrontare l’avversario politico nello scontro democratico, mediando la soddisfazione dei nostri bisogni ed interessi

Questa è la base minima dell’antifascismo da cui si deve partire, poi ad ognuno potranno stare più simpatici i partigiani bianchi o quelli rossi, oppure si potrà pensare che la più furba è stata la propria nonna che se ne è stata in disparte senza dare nell’occhio, ma ha meno importanza: comprendiamo lo sbaglio di quella generazione, ringraziamoli per averci fornito gli strumenti e l’esempio per non sbagliare più. E non sbagliamo più.

Nota: a questo punto avrò perso tutti i filoGrillo e anche la maggior parte degli ospiti della Stalla, ma ci tengo a sottolineare che ho volutamente evitato di trarre altre conclusioni che non fossero di semplice analisi storica. I più critici potranno giocare a sostituire Partito Fascista e fascismo con M5S, notando come il MoVimento pretenda, nei suoi fondamenti, di rientrare nei solchi del fascismo. Il pericolo, a mio avviso c’è; riusciranno a capire i filoGrillo che è il metodo con cui sono promosse le idee ad essere fascista e non le idee stesse?”

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