43 risposte a “Twitter Wars”

  1. Emmanuel Goldstein ha detto:

    Ho pensato un po’ a come commentare il post ma non credo, come riportato nell’articolo stesso, che esistano commenti adeguati, almeno io non ne trovo.

    Trovo preoccupante quanto leggo perche’ mi fa realizzare che la situazione e’ ben peggiore di quanto non pensassi.

    Avrei preferito leggere altri post belli ed edificanti come quello precedente in cui si parla dei “buoni”, passatemi il virgolettato, del M5S…

    • Pallacorda ha detto:

      E a te non è capitato che tale “Fulvio Valsecchi” ti dicesse “vediamoci nella mia città” con tono minaccioso. Mi è capitato sul Fatto Quotidiano un po’ di tempo fa 😛

      • Emmanuel Goldstein ha detto:

        Ah pero’ che gentiluomo sto Valsecchi… dai sei tu a pensar male magari si voleva incontrare con te solo per scambiarsi, democraticamente, idee e visioni sulla situazione politica italiana 🙂

        Scherzi a parte costoro dimostrano sempre di piu’ quanto sono democratici ed aperti al dialogo… so che non tutti sono cosi’ ma la piega e’ quantomai preoccupante.

  2. Antonio Inoki ha detto:

    E’ vero: sono superflui ulteriori commenti.
    Se pensavamo che gli ultimi vent’anni della storia del nostro paese ci avessero insegnato qualcosa e che, toccato il fondo, ci si sarebbe potuto aspettare un riscatto da parte dei nostri connazionali, ebbene ci eravamo illusi.
    Il senso civico e di appartenenza a una comunità sociale, il livello culturale, l’aspirazione al miglioramento di se stessi come persone e come cittadini, il perseguimento di obbiettivi e ideali che vadano al di là del mero interesse personale sono tutte cose che sono andate perdute, si sono disgregate, scese a livelli mai così bassi.
    Recuperarli non sarà nè facile nè breve, ma purtroppo non vedo nessuno a cui questo sembri realmente importare.
    Lo ‘spread’ del livello di sviluppo civile di una società non è calcolato da nessuno evidentemente.

    • Pallacorda ha detto:

      Infatti lo si capisce dalle argomentazioni della “gggente”, ultimamente.
      Usciamo dall’Euro, chi se ne frega che i Tedeschi hanno i loro soldi in giro per l’Europa, le banche devono poter fallire però io voglio i miei risparmi garantiti, colpa del Bilderberg, blabla

      Tutti danno la colpa a tutti meno che a se stessi. Per ora ci si limita alla violenza verbale, ma nei paesi veramente in crisi, come Grecia e Spagna si sta già passando alle mani.
      Il problema però è che sono loro stessi ad aver votato e selezionato i ladri per decenni, e ora si arrabbiano.

      E anche qui facciamo un parallelo col fascismo: il leader ladro e scriteriato osannato da tutti perchè ci vende una balla che ci piace, che quando però le cose vanno male viene appeso per i piedi.

      • Diego Meloni ha detto:

        ma certo, perché nessuno approfondisce come si deve. E ci si aggrappa dove si riesce: il problema è il debito pubblico (falso), no la Germania non ha colpe (falso), se voti politici ladri ovvio che vai in crisi (falso – non è il fatto di rubare, cosa che influisce sul debito pubblico, ad averci inguaiato).
        E poi si ragiona per appartenenza, senza pensare che, non per ultimo, si va a credere a ricerche come quella citata. Che un blog che sta tra i primi 10 del mondo abbia 300mila follower su twitter non è cosa sconvolgente.

        Ma ovviamente è il nuovo nemico, quindi va attaccato perché i guelfi son cattivi. Noi ghibellini, invece!

        • ConteZero76 ha detto:

          Beh, il problema italiano è effettivamente il debito pubblico.

          • Pallacorda ha detto:

            Noooo cos’hai fatto XD
            Buona fortuna XD

          • Antonio Inoki ha detto:

            Avevi ragione, hai visto? XD

          • Antonio Inoki ha detto:

            Ti dirò che anch’io ero convinto che questo fosse il nocciolo del problema, nonostante tutto.
            Ho però letto dei pareri contrari che mi hanno fatto cambiare alquanto opinione. E’ senza dubbio un problema fondamentale nel momento in cui dobbiamo osservare scrupolosamente certi vincoli di bilancio, così come ci impongono le regole europee da noi sottoscritte e accettate, l’ultima delle quali il noto fiscal compact.
            Per economie di paesi che meno masochisticamente di noi certi stretti vincoli non se li sono imposti, quello del debito non è un problema così imprescindibile. Casi paradigmatici quello del Giappone, che viaggia verso un 250% di debito/pil, cioè il doppio di noi, o gli Usa, che viaggiano sul 100%, non troppo distante dal nostro quindi. Le valute di questi paesi non vengono prese di mira dalle manovre speculative dei mercati nonostante i debiti. Inoltre si possono permettere margini di manovre più ampi per politiche economiche di crescita o se non altro sono costretti meno di noi a ricorrere ai tagli draconiani che stiamo sperimentando sulla nostra pelle.

          • ConteZero76 ha detto:

            Queste controargomentazioni le ho lette spesso, e se decontestualizzate sembrano valide, ma devi anche esaminare i casi specifici.

            Il Giappone ha iniziato ad imballarsi (crescita zero) quando il suo rapporto deficit/pil era all’80%, da allora ha provato a rimettere in moto l’economia diverse volte, con lo stimulus keynesiano (investimenti pubblici dal debito) senza mai tirare fuori un ragno dal buco… in dieci anni ha triplicato il suo debito ed è ancora imballata.
            Se non c’è stata la speculazione è perché i giapponesi sono… “giapponesi”, il debito giapponese è comprato quasi interamente da giapponesi che supportano attivamente la loro economia e comprano titoli di debito giapponesi nonostante la scarsa resa “di targa”, per “il bene della nazione”.
            Fra essi ci sono interessi anche poco puliti (la yakuza investe pesantemente nei titoli di debito, in cambio i governi sono sempre moooolto permissivi)… ma il risultato è che fino a quando i soliti giapponesi continueranno a comprarsi il debito nulla andrà male visto che il giappone non è esposto all’estero.

          • Antonio Inoki ha detto:

            Non sono certo un esperto di economia. I tuoi argomenti mi sembrano convincenti ed effettivamente gli Usa e il Giappone sono due casi particolari. Gli Usa perchè sono la più grande potenza mondiale, hanno un’economia cui tutti fanno riferimento e la loro valuta è la base degli scambi. E’ risaputo per altro che se tutti adottassimo il comportamento Usa, in un paio di decenni avremmo esaurito un paio di Terre! Il Giappone ha dalla sua, oltre a quello che dici tu, il fatto che è il leader mondiale per la tecnologia, mentre noi siamo lì a barcamenarci tra il decidere se è meglio fare i ponti, lavorare nelle feste o tenere aperti i negozi 🙂

            La cosa che mi preoccupa è che adesso ormai ufficialmente, anche se lo era già praticamente, la Grecia viene dichiarata fallita e probabilmente uscirà dall’euro (magari non dovevano farcela entrare, se avessero applicato a suo tempo un pò più dei criteri stringenti che adesso ci fanno digerire).
            La Spagna è messa malissimo, alcune regioni sono già in bancarotta. Noi seguiamo a ruota: nella stessa situazione è già la Sicilia e ci scommetto che nel giro di pochi mesi ne saltano fuori altre 3-4 di regioni nella stessa situazione.
            Resto dell’idea che aver approvato i criteri del fiscal compact per noi, con il nostro mega debito, è troppo penalizzante, perchè significa un 50-60 miliardi di euro l’anno di riduzione del debito oltre alle manovre consuete per il deficit di bilancio. Avremmo dovuto richiedere delle condizioni meno penalizzanti, più tempo per rientrare. Ma all’epoca c’erano Berlusconi e Tremonti che non erano in condizioni di trattare un bel niente….

          • ConteZero76 ha detto:

            Guarda, il problema è che l’euro non è la pillola magica… l’euro può fornire (limitatamente) degli aiuti ma se un paese è marcio dentro l’europa non può caricarselo sulle spalle a spese della collettività.
            La Grecia è entrata facendo carte false, ha imbrogliato i conti e non ha fatto praticamente niente (neppure post bailout) per abbattere l’indebitamento.
            La Spagna è vittima della bolla immobiliare e di una gestione “allegra” delle banche… ma almeno sono la Spagna “ci sta provando”, come ci stà provando l’Italia.

          • Antonio Inoki ha detto:

            Pare però, la mia fonte è attendibile (radio24 la trasmissione Focus economia che seguo con una certa regolarità), che il fatto che i conti greci fossero truccati era più o meno noto a tutti, ma allora non si è ritenuto così fondamentale.
            Non ci fosse stata la crisi, ricordiamo non provocata dai debiti degli stati ma dall’economia folle dei derivati (che pare stia continuando imperterrita), probabilmente non sarebbe successo nulla di così drammatico.
            Nessuno pretende che siano altri stati a pagare i debiti italiani, ma c’è modo e modo di rientrare. Quello impostoci è un modo lacrime e sangue, tutto tagli, che provoca l’avvitamento dell’economia.
            Sarebbe auspicabile un piano più graduale.
            Se poi si è deciso che l’evasione, l’elusione, il sommerso e la corruzione sono intoccabili…..

          • ConteZero76 ha detto:

            Lo sapevano tutti, ma che potevano fare ?
            Non è un caso se oggi si stanno mettendo sistemi “antifurbo” ovunque.

          • Diego Meloni ha detto:

            no no, leggiti questo: la crisi che ha inchiodato il Giappone è di tipo patrimoniale, non di debito pubblico.
            http://www.gustavopiga.it/2012/recessioni-patrimoniali/

          • Pallacorda ha detto:

            Beh oddio, le due visioni si accordano, a dire il vero. ConteZero diceva del debito, che però non è riuscito a sbloccare la situazione del tutto. Tu hai aggiunto il motivo per cui spendevano a debito.

            Le conclusioni sono le stesse tracciate qua, un anno fa http://www.dbresearch.de/PROD/DBR_INTERNET_DE-PROD/PROD0000000000279906/Euroland%E2%80%99s+hidden+balanQ-%C3%87of-payments+crisis.pdf

            Certo è però che il Giappone può inventarsi i soldi e ha un debito pubblico comprato dai giapponesi-kamikaze, qui non abbiamo una BCE “seria”.

          • Diego Meloni ha detto:

            No, no. Io ho aggiunto che il debito fatto non è riuscito a sbloccare la situazione perché non è stato fatto abbastanza.
            Il Giappone può indebitarsi perché comunque un po’ di reddito lo crea e i debiti privati esteri non sono alti.

          • Pallacorda ha detto:

            Sì è vero. Però sai, sei un governo, non sai se quello che stai facendo è corretto, è normale che gli interventi rischino sempre di essere un po’ troppo prudenti, prima di ribaltare tutto quanto con una manovra azzardata.
            E nemmeno sai se il tuo popolo è kamikaze sul serio e comprerà debito in ogni caso.

          • Diego Meloni ha detto:

            aridaie co’ sta storia dei kamikaze. Ma che discorsi fate?

          • Pallacorda ha detto:

            Se la popolazione acquista debito pubblico nonostante renda poco o possa fare altri investimenti, mantenendo bassa l’esposizione con l’estero, è molto “dedito alla causa”, un po’ come i kamikaze 😛
            Anche se ovviamente qua non si richiede di saltare in aria, ovviamente…

          • Diego Meloni ha detto:

            quindi quelli che comprano i bund a rendita negativa sono c****i proprio? No, vabbeh quelli scommettono sul fatto che il bund sarà rivalutato.
            No, abbi pazienza: i cassettisti ci sono in tutto il mondo, e quindi i giapponesi risparmiano, perché il loro governo non li ha ficcati nei guai, e piuttosto che tenerseli in banca o sotto il materasso si prendono titoli sicuri ma con poco guadagno.

          • Pallacorda ha detto:

            Certo, però potrebbero tranquillamente scegliere altri investimenti, ma non lo fanno. Non è che gli sono preclusi.

          • Diego Meloni ha detto:

            e allora perché chiamarli kamikaze? Capisci che porta ad una stortura nel ragionamento? Il pensionato giapponese immagino sia identico al pensionato italiano: ha pochi e maledetti yen e vuole rivederli magari con qualche banconota in più. Tutto qui,

          • Pallacorda ha detto:

            Ancora? Cioè il fatto di poter comprare titoli esteri invece che quelli Giapponesi è vietato in Giappone, mi pare di capire dal tuo discorso.
            Mah…

          • Diego Meloni ha detto:

            io non ho mai detto che è vietato.

          • ConteZero76 ha detto:

            Certo, i debiti privati esteri non sono alti perché i giapponesi continuano ad investire in giappone e sui bond giapponesi… in Italia gli italiani investono dove gli conviene e le società delocalizzano, ed ecco che la situazione è completamente diversa.
            Non è un caso se quando è scoppiata l’Argentina tantissimi piccoli risparmiatori sono rimasti con le natiche per terra… invece i giapponesi continueranno ad investire “alla kamikaze” sul Giappone fino a quando non affonderà del tutto il paese, e nel loro caso sarà un colpo deciso… milioni di risparmiatori “giustiziati” in un colpo solo.

          • Diego Meloni ha detto:

            fanastico,quindi i Giapponesi sono kamikaze, quindi sostanzialmente pazzi, perché investono tutto in casa e stranamente loro non vanno in default, mentre gli italiani che sono così intelligenti da indebitarsi a nastro con l’estero vanno in default.
            Scusami, ma nel tuo ragionamento manco quei 100-200 passaggi logici che forse dovresti provare ad approfondire.

          • ConteZero76 ha detto:

            Gli USA poi sono un caso completamente esterno… la loro è la moneta globale di scambio, il che vuol dire che le materie prime sono contrattate (comprate e vendute) in dollari.
            Gli USA, a differenza di tutti gli altri (tipo noi), sanno che la loro valuta sarà sempre accettata all’estero perché se si vuole comprare cobalto, oro, petrolio, armi o altro il prezzo sarà in dollari.
            Questo ha permesso agli USA di continuare a spendere e spandere per anni… solo che ora che il mondo s’è “depolarizzato” la situazione ha preso a scricchiolare.

            E qui ci vuole una digressione…
            Nel mondo si suppone ci siano diversi trilioni di dollari, molti dei quali in conti digitali ed in casseforti sigillate… i proprietari sono i primi a spaventarsi per i loro soldi…
            Oggi con 90 dollari compri un barile di petrolio, ok ?
            Gli USA per continuare a sostentarsi stampano in continuazione dollari… ed il dollaro regge perché c’è una quantità di gente (a partire dalle banche cinesi) che compra (cioè prende dal mercato e mette fuori mercato) i dollari che stampa la FED… e lo fa perché ne ha già tanti.

            Questo è un po’triky, ma ci si arriva…
            Un proverbio dice “se hai uno scoperto di 100 euro hai un problema, se hai uno scoperto di 100 milioni di euro la tua banca ha un problema”… se ho 80 milioni di euro posso comprare oggi 1 milione di barili di petrolio, ma se non tiro fuori in fretta dal mercato i dollari che la FED stampa ed immette nel circuito la svalutazione porterà il barile a 160 dollari, ed il mio patrimonio si dimezzerà di botto.

            E questa è l’attuale situazione USA-Cina in cui i cinesi sono costretti a fare incetta di dollari per non svalutare i propri patrimoni e gli americani sono costretti a tenersi buoni i cinesi perché se le banche cinesi iniziassero a liberarsi dei loro dollari l’economia USA collasserebbe e la FED non potrebbe più stampare valuta per finanziare lo stato.

          • ConteZero76 ha detto:

            Ora chiediti piuttosto quale paese con un indebitamento come il nostro è esposto “all’estero” (ovvero non ha dei giapponesi disposti a comprare BTp-spazzatura con rendimenti ridicolmente bassi) e non può contare sul fatto che le tutte le transazioni sono fatte nella sua valuta.

          • Diego Meloni ha detto:

            il debito pubblico è lo stesso da 20 anni………………………………………………………………………..

          • Pallacorda ha detto:

            Ops…intendevi in percentuale 😛
            Intendevo il valore assoluto 😉

          • Diego Meloni ha detto:

            allora, in senso assoluto è salito, ma quel che conta è debito/PIL.
            Se vogliamo possiamo discutere sul fatto che sarebbe potuto scendere, che sono state fatte politiche del menga. Però insomma, debito/PIL è rimasto lì.
            E guarda che sono antiberlusconiano fin nell’osso.

          • Pallacorda ha detto:

            E’ vero, però solitamente gli effetti del governo si sentono dopo.
            Non sono il solo che parla del “decennio perduto” italiano, anche l’articolo di Piga che hai linkato lo dice, all’inizio.
            E appunto, sarebbe potuto scendere.

          • ConteZero76 ha detto:

            Quello è il rapporto deficit-pil, che è una cosa LEGGERMENTE diversa.

          • ConteZero76 ha detto:

            Sicuro sicuro ?

            http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/aa/Debito_pubblico_Italia1997-2005.png

            Il grafico si ferma a 1.500 nel 2005, oggi siamo oltre i 1.900…

    • Emmanuel Goldstein ha detto:

      La storia purtroppo non ha mai insegnato nulla all’homus italicus. Io me ne sono andato tanti anni fa e crescendo, me ne sono andato a 19 anni, e facendo esperienze in varie parti del mondo ho modificato il mio modo di pensare o comunque ho iniziato a vedere le cose da diverse angolazioni, la conclusione alla quale sono arrivato e’ appunto che gli italiani hanno difficolta’ ad imparare dai propri errori.. .o dalla storia che dir si voglia.

      Il livello culturale, l’appartenenza ad una comunita’ e gli altri argomenti che, giustamente, citi sono stati minati e demoliti piano piano, giorno dopo giorno e la gente spesso non se n’e’ accorta o semplicemente ha detto “vabbeh poco importa” e se proprio vogliamo cercare dei colpevoli non abbiamo che da guardarci allo specchio solo e’ piu’ semplice puntare il dito, incolpare i “poteri forti” “gli alieni” o “chi ha paura del cambiamento”.

      La violenza e’ solo verbale… al momento, ma non dimentichiamoci quante pagine nere della storia sono iniziate con una violenza solo verbale e con un livello di “ignoranza” cosi’ basso. E’ questo che mi preoccupa sinceramente.

      Pallacorda sotto porta un buon esempio/parallelo e non posso che essere d’accordo con lui.

  3. Parassite99 ha detto:

    Certo che per essere un movimento non violento, lo MS5 mi sembra abbastanza iracondo. La violenza verbale di alcuni seguaci del movimento e’ evidente dai commenti sul fq e gli slogan ormai non sono troppo distanti da quelli di certi gruppi di neofascisti o di autonomi. Spero per ora siano solo delle persone frustrate che si sfogano su internet. Sono pero’ anche sicuro che ogni 1000 frustrati che urlano sui blog, ce ne sia almeno uno realmente violento. Ed e’ quasi matematico che presto o tardi avverranno i primi episodi di violenza.

  4. Capro Espiatorio ha detto:

    Le ctitiche ai Pasdaran (che sono effettivamente abbastanza) del M5S mi trovano d’accordo. Però seguite questo ragionamento, dato che sono una pecora infiltrata del M5S. La Grillomedia pubblica una ricerca che apparentemente mostra che su twitter I Caproni sono pieni di Pecoroni. La ricerca della Grillomedia viene ripresa da vari influenti quotidiani italiani, con titoli tra cui “Caprone, il Cialtrone di Twitter”, Caprone su Twitter? «Sono fasulli il 54% dei capro-followers, sono tutti Pecoroni». La ricerca usa un algoritmo proprietario che a detta della Grillomedia è in grado di individuare il 95% dei Pecoroni (quindi un margine di errore comunque alto), il che però è indimostrabile dato che l’algoritmo non si conosce. La ricerca riceve molte accuse indipendenti di essere improponibile da un punto di vista scientifico. Però comunque i seguaci di Grillo chiedono che i Caproni spendano soldi per produrre una ricerca indipendente per dimostrare che non ci sono i pecoroni… è così che deve essere? Se così fosse, coloro che usano tecniche di Marketing scorrette farebbero i salti di gioia… però lascio a voi le considerazioni…

    • Caprone ha detto:

      che ci sono pecoroni che seguono Leader Capra su twitter è vero, secondo me ci stanno sabotando, li segnalo per spam ma se ne aggiungono altri.

      Cmq qui ci sono i dati della ricerca http://www.camisanicalzolari.com/MCC-Twitter-Grillo.pdf
      ed effettivamente i parametri dell’algoritmo mi sembrano insufficienti per stabilire se si tratti effettivamente di bot o meno.
      Ma comunque la reazione di Grillo e del movimento è sbagliata, Camisani ha detto che la ricerca non riguarda solo Grillo ma anche altri politici, anche se per ora sono stati diffusi solo i dati su grillo e non è la prima ricerca del genere che fa ma ne ha fatta anche una sulle aziende utilizzando lo stesso algoritmo http://www.camisanicalzolari.com/MCC-Twitter-ITA.pdf

  5. Antonio Inoki ha detto:

    Che figata!

    Sta diventando un blog serio: abbiamo anche noi il nostro bel dibattito sui temi economici.
    Comunque ditemi quello che volete, ma per me: W Keynes!