Quando uno è disinteressato…

Sei aprile 2009: un terremoto ha praticamente cancellato una città.

L’evento è stato tragico: morti e feriti. Non provo neanche a raccontarlo, lo conoscete tutti. La cosa che più mi ha provocato disgusto è quel che è successo dopo.

Mentre la gente cercava di recuperare le proprie cose e partiva la solita caccia alle streghe per trovare i colpevoli del disastro che, per lo più, erano solo i costruttori stessi, rei di risparmiare sui materiali (con un eccezione : in un caso s’è trovato: chi non ha messo una colonna portante in più in un dormitorio)… beh in tutto quello la cosa peggiore è stata una certa persona che conosciamo bene e che s’è trasferita armi e bagagli lì, fra gli sfollati, a farsi fare fotografie ed annunciare non si sa bene cosa.

Sappiamo tutti di chi parliamo, di quello che annunciava “new town” (ad oggi l’unica cosa che si vede sono le case temporanee coi balconi sigillati perché crollano) e regalava dentiere…

Io, nel mio piccolo, l’ho visto come una specie di avvoltoio (lui e la sua scorta, a partire da un Bertolaso il cui maggior pregio era quello di star bene con la polo della Protezione Civile) perché stava facendosi pubblicità sulla pelle del dolore della gente, promettendo e facendo foto in un posto in cui, per pura decenza, doveva calare un velo… non una censura degli eventi, ma un minimo di riserbo per le tante tragedie umane e familiari che purtroppo la TV di questi anni non rispetta più.

Sono stato contento quando ho saputo che il centrosinistra, che pure era andato a sincerarsi della catastrofe, era andato in silenzio, senza macchine fotografiche, senza cameraman e senza servizi a dodici colonne sui giornali d’area… perché non era il caso.

 

Qualche giorno fa è successa una cosa simile a Genova e per fortuna Renzi, che per molte cose è criticabile, ha fatto la scelta giusta. Anziché precipitarsi sul posto (o comunque andarci con il codazzo di giornalisti e politici) ha preferito tenersi fuori e lanciare un monito, più o meno inascoltato, sul non trasformare un luogo già martoriato in una passerella.

Per me ha fatto bene… ma siccome io sono io ed ognuno è libero di pensarla come gli pare c’è già un sondaggio, ampiamente andato sui talk, sulla sua scelta. Leggetelo se credete che abbia una qualche importanza.

sondaggi

Quello che posso dirvi è che in buona parte i parlamentari nazionali (ed il governo) hanno tenuto una certa distanza dalla città mentre ad intervenire sono stati sia le autorità del posto sia gli organi preposti. In un primo momento, come solito, le istituzioni sono state additate di tutte le colpe legate alla sciagura, ma è normale… nella disperazione si cerca sempre un capro espiatorio… intanto però l’evento si sta rivelando eccezionale e fuori da ogni controllo, tant’è che altre città (fra cui Parma e Trieste) ed altri territori in queste ore stanno subendo la stessa sorte, con fiumi esondati, allagamenti vari e vie di comunicazione interrotte.

La cosa che veramente mi da fastidio è Grillo che, pur essendo genovese per un bel po’se n’è allegramente fregato.

Vediamo di capirci… so che non si può annullare su due piedi un evento come #Italia5Stelle, anche perché farlo è costato tantissimi soldi, ma il fatto resta: mentre Genova veniva invasa dal fango Grillo era al caldo a Roma a fare indigestione di tartufo bianco (non è una leggenda metropolitana, diversi articoli riportano la cosa) ed a fare i suoi show: con la biga sul palco o sulla gru… era lì, a far politica mentre la sua città affondava. Avrebbe potuto chiudere prima, andar via un giorno prima, fare i suoi interventi in collegamento telefonico o in videoconferenza ma niente, è rimasto lì.

Questo è stato disturbante.

Poi, con comodo, domenica fa sapere che andrà a Genova insieme ai suoi ad aiutare a spalare. Mentre i genovesi sono rimasti lì per tre giorni (e sono ancora lì) a cercare di rendere nuovamente abitabile la città lui domenica pensa che forse è il caso di farsi vedere, dalle parti di casa sua, per “dovere civile”… ma non lui da solo, lui ed i suoi “meravigliosi ragazzi”, quelli che sono stati sul palco a parlare di massimi sistemi a raccattare applausi mentre i loro coetanei, non pagati quindicimilia e passa euro per calcare le scene, armeggiavano fra vanghe, pale e secchi.

I genovesi (anche e soprattutto i genovesi del Meetup di Genova, che a quanto pare non vedono molto spesso i parlamentari nazionali sul territorio) si sentono strumentalizzati (loro e la tragedia di cui sono testimoni) e non la prendono granché bene, tant’è che all’annuncio in “pompa magna” su twitter del grande capo segue un reply non proprio lusinghiero da parte del Meetup locale:

Ouch(si ringrazia IlMerdone per l’immagine ed il tener traccia di tutto questo)

Lunedì Andrea Cecconi, capogruppo M5S alla camera annuncia una richiesta di sospensione dei lavori per potersi recare (i parlamentari “di buona volontà”) a Genova ad “aiutare”:

Andrea CecconiPerché paghiamo 15.000 euro e passa a parlamentare per andare a spalare fango e non per fare leggi che evitino che queste cose succedano, vero ?

Ovviamente a corredo sono arrivate dichiarazioni tipo “noi andremo a Genova a lavorare per la popolazione, vediamo se i parlamentari che ne sono responsabili hanno il fegato di seguirci” e via spavaldeggiando: Di Maio, come al solito, si contraddistingue per i toni legnosi e virili:

DiMaioPurtroppo, a quanto pare, la cosa non va esattamente come ci si aspettava e così da un lato la sospensione non viene data (anche perché il 14 si votava, per l’ennesima volta, per l’elezione di due membri della Consulta e sospendere tutto sarebbe stato alquanto difficile) e dall’altro Grillo ed i suoi s’accorgono che non era esattamente il caso di farsi vedere a Genova visto che oramai la popolazione al più li percepisce come parte di quella stessa casta e non è affatto detto che non arrivino contestazioni anche per loro.

Nel giro di poche ore arriva un laconico dietrofront, motivato dalla volontà di non voler provocare intralci ai soccorritori ma, come sapremo poi, qualche parlamentare andrà comunque a Genova a farsi i selfie mentre spala.

La strumentalizzazione non va a buon fine ed uno dei senatori del Movimento 5 stelle di Genova, probabilmente disgustato da questa ignobile manfrina, decide di lasciare il gruppo e d’andare al Misto. Il 14 ottobre infatti si vota regolarmente (sarà una “fumata nera”), coi grillini che dimostrano la loro avversione alle regole democratiche occupando il gabbiotto in cui si vota per cinque minuti l’uno (prima d’essere portati fuori a forza dai commessi) e spezzando le matite per intralciare le operazioni.

Fino a qui tutto regolare, ma è qui che succede il casino, quello vero.

Quanto segue è frutto di diversi filmati (tutti liberamente disponibili su internet sui siti dei giornali) e comunicati da parte della stampa. A quanto pare Grillo non è riuscito a trattenersi dall’andare a Genova a fare il comizio davanti alla città in ginocchio e così il 14 mattina spunta in viale Brigata Liguria e, con una nonchalance molto calcolata, inizia a girare per i quartieri più colpiti dall’alluvione, per incontrare i giornalisti e fare un “casuale e certamente non organizzato” comizio.

Grillo è di Genova, Grillo vive a Genova ed onestamente la cosa in sé sarebbe stata credibile (anche se qualche dubbio sarebbe comunque rimasto) ma, purtroppo per lui, questa volta è sfortunato: viene “intercettato” all’arrivo da un reporter del Corriere. Cosa c’è di strano ? Grillo lo scambia per uno della sua scorta e mostra il backstage dell’evento.

Ok, fermiamoci un attimo qui. Grillo ha la scorta ? Grillo ha sempre detto di non aver bisogno di un servizio d’ordine, di una scorta o di protezione in generale, fatto stà che il video del Corriere (e quanto avverrà più avanti quella stessa mattina) dimostrano che Grillo una sua “scorta” se l’era preparata eccome, esattamente come s’era preparato, fin nei più piccoli dettagli, il comizietto.

Fino a qui ci siamo ?

Il video in oggetto è questo. Prendetevi due minuti e guardatelo tutto.

Grillo arriva in un punto prestabilito con un gruppo di persone (tutti insieme, c’è anche un addetto alle riprese con apposito tablet), si toglie il casco, si pettina e dice a questa gente (che ovviamente non è lì per caso visto che l’aspettano, lo salutano ed attendono le sue direttive, che non tardano ad arrivare) come si devono comportare.

Il privato cittadino di Genova che passava lì per caso dice ai ragazzi “lì per caso” come devono comportarsi davanti alle telecamere ed ai giornalisti, gli illustra la scaletta degli eventi, li redarguisce su cosa non vuole (ovvero che le telecamere gli arrivino troppo vicino) e spiega che durante l’incontro (a quanto pare inevitabile) con la stampa farà vedere l’IBAN di un conto (suo!) in cui versare duemila euro (da destinare agli alluvionati, e qualcuno scherza “facciamo un po’per uno”) per un intervista.

Si parte: Grillo inizia a girare per le strade, dice ad uno dei “cameraman” cosa filmare (immagino: probabilmente scene di devastazione da usare per commuovere e fare incavolare i telespettatori) e cerca le direzioni per beccare quanti più giornalisti possibili… sembra essere a caccia di telecamere. Molto comicamente dice più volte al cameraman del Corriere di non farsi non dare nell’occhio, di tenere un basso profilo e non farsi notare: pare evidente che Grillo vuole farsi vedere dai giornalisti come se fosse lì “per caso”, come se “non sono io che vi cerco, siete voi che venite da me”… i suoi cameraman quindi devono essere discreti e non far notare che lo stavano filmando, altrimenti va all’aria la pretesa di “oh, ma che ci fate voi qui ?”.

Il filmato ovviamente termina quando il reporter dice d’essere chi è: uno del Corriere della Sera. Immediatamente Grillo (che prima gli diceva cosa fare e come porsi) cambia atteggiamento e lo manda a fare in culo. (letterale)

Che è successo ? Grillo pensava d’essere in giro col suo “staff” e non appena ha visto che quel reporter non lo era l’ha allontanato.

E’evidente che Grillo ha un suo staff (che, come vedremo, gli fa da claque, security e regia) e che questo “entourage” se l’era chiamato dietro proprio per andare a Genova a farsi fare il servizio.

Andiamo avanti. Grillo a forza di girare i giornalisti ovviamente li trova, ed ovviamente fa il suo bel comizietto, durante il quale (e questo probabilmente non se l’aspettava) viene contestato da chi a Genova lavora ininterrottamente da giorni, da uno di quelli che vengono chiamati “angeli del fango”.

Qui trovate un articolo in cui si mostra tutta la scena, ed in basso a destra c’è anche un intervista col ragazzo che l’ha contestato.

Cosa si nota di particolare ?

Intanto le cose evidenti sono che Grillo, richiamato a fare la sua parte “vieni qui a spalare” prende il motorino e va via. A quanto pare non è affatto interessato (almeno in quel momento) a fare effettivamente qualcosa, era lì a fare la passerella e presentare il comizietto, a far vedere l’IBAN e guadagnare qualche prima pagina. Alla domanda diretta l’unica cosa che sa dire è “perché non ci viene” nome a caso “a spalare”.

E’evidente che tutta questa storia è pensata per prendersela con qualcuno e fare un po’di sciacallaggio politico: manco a farlo apposta infatti attacca il sindaco Doria, in quota PD ma non fa alcun appunto (ad oggi almeno non ne risulta nessuno) a Pizzarotti, sindaco di Parma, un’altra città allagata dalle piogge torrenziali di questi giorni.

Grillo, sentendosi dire “vieni a lavorare” inforca lo scooter e va via bofonchiando “ci sono i parlamentari M5S a spalare” come a dire “ho mandato i sottoposti, faranno la mia parte”. Qualcuno gli risponde che non si sono visti e lì, climax assoluto, Grillo rilancia : “guardate sui social network”.

Il momento è catartico.

Ci sono e li trovate sui social media. L’importante è quello: si stanno facendo i selfie mentre lavorano. Non si sono visti ma stanno lavorando e mandano immagini di disinteressato aiuto alle popolazioni: non è un atto altruistico, è un operazione di marketing studiata a tavolino.

Basta questo, se volete potete fermarvi qui perché già qui c’è di che indignarsi per qualche mese almeno. Ovviamente non è tutto ma se non avete stomaco forse è meglio che chiudiate la pagina.

La storia invero è più complicata, e la potete vedere, di sfuggita, nel secondo video. Risulta infatti che durante l’intervento dell’ “angelo del fango” la “non-scorta” finisce per aggredire abbastanza pesantemente la troupe del Secolo XIX, qui il comunicato della redazione.

La cosa si fa pesante visto che la notizia viene caricata dal clamore della contestazione e così Grillo corre ai ripari e nel post del 14 aggiunge, in calce:

P.S.: Il MoVimento 5 Stelle si dissocia da alcuni comportamenti violenti avvenuti a Genova questa mattina durante la visita di Beppe. Beppe Grillo non era accompagnato da nessuna guardia del corpo. La violenza non è nel DNA del MoVimento 5 Stelle e agli operatori coinvolti va la nostra solidarietà e li invitiamo anzi a denunciare i fatti.

Fatemelo dire con un immagine:

RlyA giudicare dal filmato del Corriere le cose non stanno affatto così, anzi Grillo quella gente se l’è proprio preparata dicendogli esattamente cosa fare, ma la cosa non finisce neppure qui perché i soggetti della scorta sono persone note, vecchie conoscenze del M5S e, a quanto pare, della questura.

In particolare uno è Daniele Tizzanini di cui si parla un po’qui.

Tale Daniele Tizzanini a quanto pare è anche lo stesso “Dani” che qualche mese fa fece irruzione nella redazione del Secolo XIX per chiedere conto e soddisfazione di un articolo critico sul Movimento 5 Stelle: la stessa persona (peraltro pregiudicata con una condanna di due anni e due mesi sulle spalle)… e pare pure che non abbia preso bene l’attenzione da parte dei media:

genoamarassiCi vorrebbe scambiare due parole, se mettessero nome, indirizzo, e magari si facessero trovare in una strada buia senza testimoni.

Ma ricordiamo che Grillo “non era accompagnato” e che gente violenta non ha nulla a che fare col Movimento 5 Stelle (eppure il tipo sembra essere in contatto con tanta gente, incluso il senatore Giarrusso, in foto sopra).Poi, ovviamente Grillo è tornato (sempre con Tizzanini a fare da “non servizio d’ordine”) a farsi fare qualche altra foto:

galosce

…per concludere l’evento, e sicuramente avrà lavorato tantissimo per aiutare i concittadini, come si vede dal modo (esattamente corretto) in cui ha indossato i pantaloni con le galosce.

 

E siamo alla fine, la parte in cui dico la mia… solo che non c’è molto altro da dire: Grillo è andato a farsi vedere, a lanciare una raccolta fondi su un suo conto personale (questo pare essere) ed a sciacallare un po’sulle sventure della sua città dopo essersene allegramente stato alla larga nei momenti più gravi…

Per di più a quanto pare, alla faccia dello spontaneismo, si circonda di una security tutt’altro che tranquilla e ragiona gli eventi pensando solo a come fare per avere il massimo impatto mediatico.

Basterebbe meno per mandare deserto il suo partito (perché è suo, come s’è visto ad #Italia5Stelle) ma chi c’è dentro è resistente a qualsiasi tipo di ragionamento e pure alla realtà oggettiva. Ieri i grillini online osavano dire che il contestatore era uno solo, probabilmente elettore del PD ed invidioso e che Grillo stava facendo una cosa buona per la città… ce ne fossero di persone come lui che si spendono (in motorino) per il bene di Genova.

 

Poi chissà, magari oggi distribuirà dentiere.

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