Non chiamatela libertà di coscienza

Lo so, tecnicamente si chiama così ma quella concessa (più che altro obbligata) da Gianroberto Casaleggio non è “libertà di coscienza”: è una scelta di marketing.

Il Movimento 5 Stelle non aveva alcun bisogno di dire “ognuno voti secondo coscienza”: sugli emendamenti alla stepchild adoption (che è il punto chiave della battaglia sulla Cirinnà) ci sarà sicuramente il voto segreto e lì se i senatori del Movimento avessero voluto votare contro avrebbero potuto farlo in libertà; avrebbero mentito “noi abbiamo votato a favore” e tutto sarebbe passato in cavalleria nei continui “no, è colpa vostra” tipici del senato (peraltro i grillini sono abbastanza ferrati nell’arte dello scaricabarile). Anche i vertici del Movimento avrebbero potuto pilatescamente dire “i voti che sono mancati sono quelli del PD” ed uscirsene puliti.

 

La questione, amici miei, è ben diversa e molto più squallida: il blog di Grillo ha dato “libertà di coscienza” per ragioni squisitamente politiche che con la “coscienza” in senso stretto non c’entrano un piffero.

La verità, cari miei, è che Casaleggio tiene più all’elettorato di destra (dove, grazie alla frammentazione attuale, c’è qualche margine di crescita) che a quello di sinistra, già eroso da Renzi e decisamente più difficile da soddisfare… questo ovviamente al netto di quello che i due capi pensano realmente di diritti, gay e compagnia bella. E’solo una questione di marketing: l’impressione è che ci siano più voti fra quelli che le unioni civili non le vogliono che fra quelli che invece le vogliono, e quindi si vira decisamente a destra.

 

Qualcuno potrebbe aver pensato che il Movimento 5 Stelle fosse molto interessato alle unioni civili perché nelle scorse settimane i suoi esponenti lanciavano moniti tipo “se la legge cambia, anche di poco, noi non la votiamo”, beh si sono sbagliati… la verità è un’altra: come nel poker i grillini giocavano ad alzare la posta bluffando clamorosamente. Il gioco dei grillini era quella di mettere sotto pressione il Partito Democratico (che sull’argomento s’è spaccato) per far cambiare legge; se il PD avesse ceduto modificando anche di poco l’architettura della legge (per questioni di quieto vivere, governabilità o per le pressioni da parte del Vaticano) i grillini avrebbero potuto affossare definitivamente il tutto e dare la colpa a Renzi mentre visto che il PD è riuscito a portare avanti la Cirinnà Casaleggio è stato costretto a svelare il bluff.

 

La questione poi non è neanche così complicata; semplicemente al Movimento di gay, diritti civili, gente che sta peggio, poveri e via dicendo non è mai fregato niente né mai niente gliene fregherà: il Movimento 5 Stelle non ha nulla a che fare con la politica, è un prodotto di marketing. I grillini fanno quello che rende di più dal punto di vista elettorale.
Il problema (loro) è che chi si occupa del marketing si sopravvaluta: si crede un genio mentre è solo un azzeccagarbugli ed il risultato è che anziché darsi dei punti fermi (cioè due o tre argomenti “non trattabili”) per coprire quest’evanescenza e dare l’impressione che ci sia un minimo di consistenza intorno a due o tre punti fermi si continua a stravolgere tutto a seconda di sondaggi e situazione col risultato che più vanno avanti e meno sono credibili.

“La rete”, “il voto da casa”, “uno vale uno”, “facciamo le primarie”, “aperti a tutti”, “gli elettori valutano e fanno dimettere gli eletti” e via dicendo sono tutti cavalli di battaglia che Casaleggio ha cavalcato quando gli ha fatto comodo per poi abbandonarli con un laconico post del blog di Grillo (quello che ha fatto un passo… di lato) quando in quel momento conveniva una posizione che, fosse stato coerente, non avrebbe potuto abbracciare.

Una cosa comunque è chiara: questa volta i grillini si sono fatti più male di quanto pensassero. Non fatevi raggirare dai commenti a difesa dell’ultima giravolta del Movimento: per lo più si tratta di gente che col Movimento non c’ha nulla a che fare (tipo tizi di destra che erano disperati perché per loro le unioni civili sono fumo negli occhi) ed influencer di Casaleggio… prova ne è il fatto che finanche sul blog ci sono parecchie persone tutt’altro che contente del dietrofront (e chissà quanti saranno i commenti censurati).

Piccolo off topic: sì perché la Casaleggio associati è una società di pubblicità e gli influencer internet sono il core business di questo genere di società: quando i grillini anni fa hanno preso a parlare di Giuntella e degli “spartani” (tirando fuori una cosa del tutto diversa e che s’è chiusa anni fa) hanno fatto come le galline che si dice che la prima che canta è quella che ha fatto l’uovo. Visto che una delle principali “coperture” del Movimento è “facciamo quello che vuole la rete” (cioé quei quattro iscritti al blog di Grillo) ci vuole poco ad arrivare alla conclusione che la posizione del capo è surrettiziamente imposta alla “base” per mezzo di un gruppo d’influencer pagati… così si decide tutto “in casa” e si da l’impressione d’essere “democratici” “dal basso”.

Magrissima figura anche per i parlamentari (in particolare quelli del direttorio) che fino a ieri (letterale) dicevano “noi voteremo la Cirinnà com’è” ed oggi si trovano a fare dei contorsionismi incredibili, costretti fra l’imposizione del capo che gli è arrivata fra capo e collo a tre giorni dal voto e quel che avevano (incautamente) annunciato prima.
E’così che mentre Ruocco si esercita in una supercazzola degna delle olimpiadi sugli schermi RAI il cartonato dal volto umano Di Maio cerca disperatamente di dimostrarsi coerente fallendo miseramente e dimostrando una volta ancora che lui è l’uomo col “si, ma alla fine Beppe ha sempre ragione” incorporato.

Ci sarebbe molto altro da scrivere ma non credo che servirebbe: quel che è il Movimento è chiaro… sono passati anni e dovreste averlo capito; se non ci riuscite manco adesso è inutile parlare con voi ed onestamente non vedo che ci stiate a fare qui mentre per gli altri “coraggio, ci siamo passati tutti”.

Lo so, tanti alle elezioni votarono il Movimento 5 Stelle per “mandare un segnale” ed è duro pensare che molte delle cose che non si fanno oggi è perché non c’è la giusta maggioranza in parlamento… che non si fanno perché maggioranza manca grazie al Movimento, grazie al voto di gente che ha espresso un voto “di sinistra” nel modo sbagliato. Lo so io, lo sapete voi e lo sa anche Renzi che sapeva già da un po’che sarebbe finita così, non a caso c’ha cominciato già la settimana scorsa a dire che sulla Cirinnà il Movimento avrebbe ceduto.

Casaleggio nel tentativo di salvare il suo elettorato di riferimento (che oramai è di destra) ha regalato a Renzi un paio di gol a porta vuota: se le unioni civili dovessero passare il Movimento non potrà attribuirsene il merito, che invece (giustamente) andrà alla Cirinnà ed al PD che ha portato avanti il disegno di legge… mentre se dovesse andar male potrà semplicemente impegnarsi affinché la proposta venga ripresentata al prossimo giro, accludendoci un sacrosanto spot sulla riforma costituzionale e l’Italicum perché, sarebbe ovvio, con un parlamento bicamerale e “proporzionale” non si riesce neppure a garantire i diritti che oramai sono universali fra i paesi civili.

Altro ? Resta la pochezza d’un movimento che fino a ieri chiedeva il vincolo di mandato ed oggi parla di libertà di coscienza… bassezze d’un marketing da quattro soldi. L’unica speranza (ed io, vi dico la verità, ci credo) è che i sondaggi, come al solito, siano sbagliati, che il Movimento stia sbagliando tutto e che alle prossime elezioni questi ladri di consenso che hanno tentato di paralizzare il paese come e peggio dei peggiori dorotei tornino al nulla che li ha generati.
Li voglio vedere mentre tornano a fare gli insegnanti, i commessi, le cameriere e soprattutto i disoccupati: voglio che queste nullità (e sto combattendo per non passare agli insulti) che hanno in mano un pezzettino del nostro futuro e lo stanno distruggendo per mero calcolo, per giunta sbagliato, tornino da dove si son generati… e allora sì che li vorrò vedere, nel fango da cui sono spuntati, ritornati al niente che erano… loro e la loro supponenza, i loro giri di parole, le loro supercazzole e le loro arie da “noi siamo meglio di tutti gli altri”: traditori di tanti elettori, di tanti italiani, di tante speranze. In una parola “grillini”.

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