Le 5 Proposte del M5S sulle PMI

Il nostro affezionatissimo qualche giorno fa ha aperto uno dei suoi momenti di democrazia diretta (ovvero un sondaggio del cacchio sul web) per stabilire quali sono le 5 proposte più urgenti a favore delle piccole e medie imprese.

Commentiamo un po’ cosa è saltato fuori:

Pagamento dell’IVA solo a fattura incassata

Già possibile dal 2 Dicembre scorso

Attribuzione del “Made in Italy” solo alle aziende che producono in Italia

Già così per le “ultime trasformazioni sostanziali” e per i vestiti e pelletteria per le “ultime due trasformazioni sostanziali”. Tutelati i prodotti tipici dai relativi consorzi e dalla certificazione 100% made in italy.

Per tutto quello che non è artigianale è impensabile che tutti i semilavorati siano italiani, per i vestiti appunto bottoni e cerniere sono quasi sempre provenienti da due multinazionali, una tedesca e una giapponese.

In ogni caso: il tema è acceso e controverso, vedevo Salvini ad Anno Zero fare discorsi simili a quelli degli stellati e quindi vorrei approfondirlo. Mi sono studiato un po’ la legislazione vigente e mi sembra abbastanza stringente quando si tratta di mettere le parole “made in italy” su una etichetta, mentre è meno stringente (o non lo è appunto) quando si tratta di non mettere alcuna etichetta su un prodotto evidentemente di un brand italiano (o che suona italiano, per le aziende all’estero).

Quindi vi invito ad inserire esempi di possibili prodotti marchiati Made in Italy che secondo voi non sono fatti in italia: in questo modo potremo vedere se la legge ha delle scappatoie (e non lo escludo) o se la legge non viene applicata (e mi sembra strano se stiamo parlando di prodotti diffusi e non di contraffazioni).

Io al momento le scappatoie non le vedo, ma son qui apposta per imparare.

Crediti dallo Stato in pagamento entro 60 giorni

Dallo scorso dicembre il Pubblico è tenuto a pagare in 30 giorni, o con deroga a 60 in casi particolari. Occorre attuare queste regole.

Accorpamento e semplificazione degli adempimenti fiscali

Corretto. Unico appunto: se volete lanciarvi nella semplificazione del codice vi toccherà prepararvi a scrivere tante modifiche al “Il paragrafo 5 del comma 7” perché – può sembrare paradossale – per semplificare dovrete scrivere qualcosa di complicato.

Ci aveva provato un Ministro della semplificazione ad abrogare le leggi con il lanciafiamme ma poi per errore si son trovati con il Veneto Austro Ungarico e con chissà quanti altri disastri.

Diminuzione graduale della tassazione sul reddito di impresa con adeguamento alla tassazione europea

No se non si è prima detassato il lavoro dipendente. Occorre prima mettere in campo gli strumenti per rilanciare l’occupazione. In un momento come questo deve essere conveniente assumere piuttosto che aprire l’ennesima partita iva personale.


Grande assente in questa lista è una proposta sugli studi di settore: non ho la partita IVA e quindi non posso essere sicuro, ma gli studi di settore non sono ancora tra i problemi principali di un imprenditore ed il fisco?

(ps: ho scelto per questo post l’immagine del compianto Guido “Zampetti” Nicheli perché penso che ancora oggi sia l’archetipo perfetto della piccola media imprenditoria italiana. Per quanto io riconosca (con un po’ di invidia) ed ammiri il coraggio e l’impegno di chiunque provi a mettere su una azienda in italia non posso non vedere quanto ancora gran parte dei problemi di molte PMI Italiane siano dovuti alla mentalità degli imprenditori che pur restando degli onesti ed abili artigiani non hanno le capacità necessarie di confrontarsi con il mercato globale contemporaneo. Purtroppo questi problemi non li può risolvere solo lo stato e i dazi sono sempre la risposta sbagliata.)

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