La Democrazia non è la Dittatura della Maggioranza

Il titolo riassume molto bene il post che andrò a scrivere, ma dato che non è il caso di mettere il video di una canzone prima di aver espresso con qualche centinaio di parole il mio pensiero (e il conte ha alzato parecchio l’asticella delle aspettative sulla lunghezza dei post) procederò a spiegarvi perché la democrazia non è “fare quello che dice la maggioranza”.

Bisogna sempre partire da Grillo, altrimenti su questo blog si va fuori tema. Bene Grillo, forte del suo 23.8% in caduta libera si erge a difensore delle maggioranze oppresse in un post nel quale riesce a dire che “I diritti delle famiglie,” alle quale è stato tolto l’IMU, “delle piccole medie imprese,” fatte da imprenditori che sono logicamente una minoranza, “degli studenti,” che tutt’ora usufruiscono di una scuola pubblica di livello discreto e “di quelli che una volta si chiamavano, con una certa fierezza, “lavoratori” ridotti a precari” o per la precisione quella minoranza di precari che insieme all’altra minoranza di “nuovi emigranti, non hanno voce”.

Grillo ci spaccia le minoranze per maggioranze per spacciarci la sua minoranza per maggioranza, ma questo in realtà non è un grosso problema: è solo strategia politica.

Il problema è il messaggio di Grillo, che poi è il mio principale problema con il concetto di democrazia diretta, indipendentemente da Grillo.

Grillo vuole dirci che “le esigenze dei molti contano di più delle esigenze dei pochi, o di uno” e per quanto questo concetto sembra uscire dalla logica di Mr Spock (oh aspetta…) è esattamente contrario al motivo per cui ci raduniamo insieme in quella cosa che si chiama stato.

Lo Stato infatti non deve essere, secondo me, il sistema tramite cui la maggioranza possa prevaricare sulla minoranza, ma deve essere invece il sistema attraverso il quale il singolo – qualunque singolo – possa esprimere al meglio il suo potenziale.

La democrazia diretta vuole che per ogni cosa sia la maggioranza a decidere: dobbiamo bruciare i rifiuti vicino a casa mia? Noooo! Dobbiamo pagare le tasse? Noooo! Dobbiamo uccidere gli assassini? Siiiii! La massa, pardon, la maggioranza tende a pensare allo stesso modo, ovvero, come posso scaricare i miei (nostri) problemi sugli altri? Non sono io a dover pagare, io devo avere i diritti, gli altri – che non sono massa ma sono kasta – non hanno diritti. Sono loro che devono pagare. Lo stato mi deve aiutare. Deve aiutare me e non quei negri (sic) che sono appena sbarcati.

Ma appunto la democrazia e lo stato concepito come strumento per attenuare le differenze non sono questa cosa. Cominciamo il cammino pensando che non siamo “noi” ma che sono “io” singolo all’interno di una società complessa. Io che ho i miei problemi e le mie necessità, io che probabilmente per il solo fatto di avere un lavoro posso essere più fortunato di molti miei coetanei, io che comunque rimango estremamente fragile difronte alla malattia e agli imprevisti della vita e che quindi mi sentirei molto più tranquillo se ci fosse qualcuno (lo stato) che pensasse alla mia salute.

Io, singolo e libero, quindi posso cedere parte della mia libertà e dei miei soldi per tenere in piedi un sistema, chiamato stato che mi garantisce di poter restare singolo e libero. Che mi garantisce la libertà di pensiero, che garantisce la mia proprietà privata, mi garantisce un giusto giudizio di fronte alla legge, che mi garantisce la libertà di fare quello che posso, ovvero una libertà molto diversa da quella di fare quello che voglio: per spiegarmi meglio, io vorrei guidare una Ferrari ma posso guidare una Clio, lo stato non mi deve negare il diritto di guidare una Ferrari, ma non deve certamente garantirmi il diritto di guidarmela questa Ferrari pagandola con i soldi pubblici, pardon, con i soldi di chi paga le tasse.

Quindi in queste 600 parole non volevo spiegarvi nulla di diverso da quello che ho scritto nel titolo: la democrazia non è una dittatura della maggioranza e anzi, al contrario, la democrazia è un continuo compromesso, perché è solo il continuo compromesso che si possono trovare le condizioni eque per chiunque.

Perché alla fin fine a guardarci, siamo tutti minoranze.

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