Applaudire, grazie.

Finalmente è finito questo benedetto  #Italia5Stelle, ed ovviamente ora vi tocca il riassunto del sottoscritto… iniziamo quindi con un paio di precisazioni : non ho seguito tutto l’evento, anche perché sentire quel che avevano da dire i vari sottoposti non aveva molto senso ed anche se ce l’avesse avuto non sono ancora così masochista, quel che posso dirvi è che in sé l’evento è stato una lunga, pesante, interminabile messa autocelebrativa per un movimento che non ha combinato assolutamente nulla, ma ci tiene a rivendicarlo con orgoglio.

Proprio a causa di questa loro “attitudine” ad imbrodarsi di chissà quali risultati, designarsi “difensori” di chissà cosa, “attaccanti” di chissà cos’altro, unica opposizione e via dicendo l’intera kermesse è riassumibile in un grottesco (e per certi versi comico) pride: il M5Pride.

Di trecento gazebo che dovevano ospitare i vari rappresentanti del Movimento di mezz’Italia ci si è ridotti a duecento, poi limati ancora a centosettantasette… tanti sono bastati per riempire un po’gli spazi immensi del Circo massimo (sono stati tatticamente disposti per costruire la sagoma dell’Italia, cosa che ha creato un “corridoio” centrale che di fatto riduceva ad un terzo lo spazio “disponibile”) e migliorare l’aspetto scenico.

I tre giorni (che nella pratica sono stati poco più che un giorno e mezzo, visto che l’evento è partito venerdì sera e si è concluso domenica pomeriggio) sono passati senza eventi degni di nota, gli unici momenti in cui in effetti “succedeva” qualcosa sono stati quelli in cui Grillo si esibiva, ed anche lì di veramente nuovo e degno di nota c’è stato ben poco visto che al di fuori di qualche cambio “scenico” s’è rimasti sempre sugli stessi toni, sugli stessi temi e sulle stesse rivendicazioni e bugie… ma di questo parlerò dopo.

Una prima nota va al venerdì, giornata nera in cui gli accorsi erano così pochi che gli organizzatori li hanno quantificati in 4.000; il dato in sé non vuol dire molto anche perché sabato sono arrivati in molti (e, soprattutto, sono arrivati i pullman dal resto d’Italia) e domenica fra tempo libero e bel sole la gente c’è stata, ma la dice lunga su quant’è sentito il Movimento 5 Stelle a Roma. Per aiutarvi a fare un paragone sappiate che alle comunali romane il “flop” del Movimento 5 Stelle si concretizzò in 130.000 voti, e venerdì sera solo un 3% di quegli stessi elettori ha pensato d’andare al Circo massimo a sentire Grillo ed i vari parlamentari.

Insomma niente d’eccezionale da quel punto di vista, al punto che la cosa che ha avuto maggior risalto dell’intera giornata è stato il malore di Grillo che s’è scoperto essere dovuto ad un indigestione da tartufo bianco (che, molto probabilmente, ha pagato l’organizzazione).

 

Ed ora passiamo ai fatti: il “meraviglioso” evento è riassumibile in una distesa di gazebo in cui gli amministratori comunali hanno spiegato quello che non hanno combinato dalle loro parti visto che ad oggi i comuni a maggioranza 5 stelle sono dieci, di cui giusto un paio maggiori… ed uno dei due sindaci (Pizzarotti) è pure in rotta con la direzione. Non oso pensare a quanto dev’essere stato “orgoglioso” il grillino medio a girare in una landa piena di consiglieri comunali e regionali che parlavano di quello che gli è stato bocciato e delle loro battaglie perse nelle rispettive amministrazioni: 167 gazebo con gente che inorgoglita faceva sapere che s’è opposta (invano) a questo o quel provvedimento. Roba da darsi alle droghe.

Per fortuna per rinfrancarsi l’organizzazione ha pensato bene d’organizzare un servizio ristoro dove, ad offerta libera, si poteva ottenere un piatto “biologico” di non so quale natura (mi dicono pasta coi ceci a km zero, i famosi campi di grano del Circo massimo) e qualche altro manicaretto “vegan approved”. E se a questo punto non vi viene voglia di darvi alla droga ci penseranno i parlamentari a cinque stelle, strategicamente disposti per essere sempre a favore di camera nei punti più “centrali” a rovinarvi quel poco di buonumore che v’è rimasto, in particolare Di Battista che,  messo alle strette da un attivista, ha detto che quando parlava di “ergere i terroristi ad interlocutori” (penso vi ricordiate quella storia) si riferiva non all’Isis ma ad Hamas… ora potete pure fare finta di crederci.

A completare il quadro c’era pure una colonna sonora da urlo (e fuga) affidata a relitti della vecchia cultura musicale di sinistra (tipo tali “Vallanzaska”) e relitti e basta, e non vi cito i nomi solo perché non li conoscereste… assente anche il nuovo idolo di noialtri Fedez (il gangsta del CEPU) che in questi giorni vagava fra i salotti televisivi ed ha quindi disertato l’evento. Unica mosca bianca è Bennato che, stando a Grillo, è stato l’unico fra quelli da lui contattati che ha avuto il fegato di mettere a rischio la sua carriera per intervenire ad un evento così politicamente scomodo (e forse è perché oramai Bennato una carriera non ce l’ha più… da almeno dieci anni).

E basta, finisce così… veramente, non c’è nient’altro da dire, c’erano i grillini sul palco che parlavano nel disinteresse generale, i parlamentari che dicevano quant’erano stati fighi a fare cose tipo ancorarsi alle sedie o fare lo schiocco di dita sincronizzato, Grillo che sparava le solite fesserie ed una torma di grillini che vagava in quello scenario spettrale (perché tale era, affollato o meno) alla ricerca di un perché.

 

Ed il perché ovviamente non s’è trovato, semplicemente c’era. Ho lasciato per un secondo momento la questione di quel che s’è detto e quel che s’è fatto, è stata una scelta stilistica perché volevo esprimere la desolazione dell’evento senza tirarci dentro le poche sparate e sceneggiate aggiunte (male ed inutilmente) per cercare di dare spessore all’insieme. Seriamente, nel riguardare le scene (non i montaggi del M5S, dove fanno vedere solo il palco e quei pochi assiepati lì davanti) l’atmosfera era quella della fiera di paese, con la differenza che nelle fiere si canta, si balla, la gente vende cose “buone” (non tanto per la salute, ma per la bocca sì) e ci si diverte… qui invece l’atmosfera era lunare, poca la voglia di parlare e di parlarsi, molti erano lì per “fare da testimoni”, perché “che figura facciamo se non c’andiamo” e se è vero che davanti alle telecamere i sorrisi (stirati) spuntavano è anche vero che non c’era più la grinta, la voglia di cambiare il mondo e la speranza di farcela dei partecipanti.

Non è che il Movimento 5 Stelle è finito, semplicemente dopo aver “spaccato il mondo” come direbbero loro si sono accorti che non hanno fatto abbastanza, che alla fine tutto era più difficile e che in questi anni i loro sacrifici (tenete presente che i partecipanti al Circo massimo erano gli attivisti duri e puri, gli irriducibili) sono serviti a poco: che la strada d’ora in avanti, perso l’effetto novità, sarà ancora più aspra.

 

Ok, se vogliamo fare tutto il discorso “serio” possiamo partire dalle tante spigolature che descrivono l’evento, da “il capo dal palco dice che il Movimento non ha un capo” a “Di Maio e Di Battista in TV dicono che il Movimento non va in TV” passando per “uno vale uno ma uno mangia tartufo bianco in un hotel a 5 stelle a spese dell’organizzazione mentre tutti gli altri hanno pasta e ceci ad offerta libera”: ce ne sono migliaia ed alcune sono decisamente più pesanti di questa, il punto è che non descrivono la vera essenza dell’evento ed il vuoto palpabile che serpeggiava… vi spiego:

Vedete, questo evento più che un pride vero e proprio per molti attivisti era un oasi, una sosta in cui rinfrancarsi e rifocillarsi nel mezzo del deserto, e molti hanno partecipato (di presenza o in spirito) con quella aspettativa: qui ci si incontra, si discute, si fa il punto e ci si prepara per andare avanti. E qui che #Italia5Stelle ha fallito… e non di poco, ha fallito miseramente. Molti, dopo anni di giri, di posizioni dure da una parte e di cambi di prospettiva dall’altra pensavano che finalmente sarebbe arrivata la svolta, una “fase due” in cui, mettendo da parte l’aspetto più assordante e psichedelico del Movimento, si cominciasse a delineare una visione d’insieme, si cercasse un’identità che rappresenti il Movimento e lo descriva.

In pratica sì, i grillini cercavano un identità propria. Non è arrivata. Non lo diranno mai e forse alcuni di loro a livello conscio non l’hanno neanche capito, ma nel profondo questa tappa più che una “ricarica” alle pile gli ha messo la morte nel cuore… la morte perché dopo mitizzazioni, lavoro, giri e quant’altro Grillo s’è svelato identico a sé stesso, e questo ora non va più bene.

Immaginate d’essere degli attivisti, immaginate d’esservi fatti in quattro per il Movimento: il Movimento è duro, non paga niente a nessuno, tutto è fatto “da sé” coi propri soldi, la faccia si mette in solitaria e spesso le posizioni sono controverse… specie negli ultimi mesi essere dei movimentisti è anche impopolare e questo vuol dire avere rapporti conflittuali o comunque tesi con chi ti sta intorno… inoltre da quando c’è Renzi, da quando Grillo ha perso le europee, da quando il M5S sta con Farage… beh, non è facile.

Siete stanchi, siete arrivati lì e sperate che vi diano più che qualche risata ed un piatto di minestra (che vi dovete pagare voi, come tutto il resto), sperate in una visione, in un qualcosa che giustifichi tutto questo e vi dia lo spirito per andare avanti visto che il governo Renzi tirerà avanti ancora per molto e come consenso non è che vada benissimo… ed invece non c’è nulla di tutto questo. Grillo è sempre meccanicamente identico a sé stesso. Stesse battute, stesse storie, stesse idee, stesse bugie.

Ancora la storia del “un altro c’avrebbe dato il mandato per fare il governo”, ancora fesserie su Napolitano, banche, soldi, economia… basta, davvero, basta. Se volevano sentire quello stavano a casa loro col DVD (a pagamento) dei Vday precedenti. Grillo ma non hai niente di nuovo da dire ?

La cosa più innovativa sul palco è stato il passaggio alla romana biga stilizzata… al prossimo giro ci toccherà il fascio littorio ma al di fuori di quello e di qualche scelta stilistica (di poco conto visto che Grillo va sempre “a braccio”) non c’è carne sul fuoco.

L’euro, il reddito di cittadinanza… discorsi sentiti mille volte e mille volte rifatti, sempre uguali, sempre gli stessi, sempre più meccanici e sempre meno credibili. Un anno fa Grillo era credibile, uno poteva ancora voler credere che quando dice “doveva darci il governo a noi” lo dicesse perché non sapeva o non capiva che il governo per essere tale deve avere la maggioranza in entrambe le camere (ed il Movimento 5 Stelle non ce l’ha) ma oggi ? oggi ?

Niente, non c’è un solo passo avanti, è sempre lo stesso disco… ed a questo punto è palese che Grillo o è scemo (nel senso che non arriva manco a leggere e capire la Costituzione, che non è esattamente un testo difficile) o sta prendendo per fessi i suoi, che per continuare ad essere “i suoi” devono continuare a fingersi fessi. Ed i fessi hanno fatto i fessi ed hanno applaudito: applausi meccanici e sorrisi tirati, gente che si sente ridire le stesse cose e pensa che è davanti allo stesso pezzo di cabaret dell’altra volta.

Ma quindi Grillo non è un politico, è un cabarettista, ed un cabarettista che recita sempre lo stesso pezzo, lo stesso identico copione… e loro lì prendono atto e sanno che gli tocca tornare alle loro vite (a fare lo “scudo umano” del Movimento) tirando fuori ancora gli stessi argomenti lisi, le stesse discussioni, le stesse posizioni… che devono continuare a fare i fessi per altri sei mesi, per un altro anno, per altri non so quanti anni nella speranza che un domani Grillo sveli quel che c’è dopo. Ma c’è qualcosa dopo ? C’è qualcosa oltre ?

Il Movimento 5 Stelle è altro ? C’è una seconda parte di questo canovaccio o c’è solo un cambio di scenografia ? Questa volta c’era la biga e Grillo che parlava da una gru. Se la prossima si facesse sparare da un cannone sarebbe nuovo, ma senza un progetto, un idea, un evoluzione… quanto possono continuare i “suoi” a fingere, a fare gli ingenui, a “combattere” in trincea per un qualcosa di cui non gli viene condiviso nulla ? Uno vale uno, ma solo per la carne di cannone.

 

E’arrivata anche la nuova direzione, travestita da “annuncio epocale” e passata sottogamba come tutto l’evento (complici i  disastri di Genova, dove ragazzi di tutt’altra pasta stanno spalando il fango), la nuova direzione è quella di tirare fuori i vecchi (ed insostenibili) cavalli di battaglia come il reddito di cittadinanza ed andare contro l’euro come tanti leghisti, perché la Lega è in crescita al 9% e quei voti fanno comodo. Barra a destra quindi.

Due referendum (per loro natura inaccettabili a norma di costituzione) sono stati lanciati da Grillo: raccogliere le firme per uscire dall’euro e creare il reddito di cittadinanza (che, in quest’ultima incarnazione, è un sussidio di disoccupazione di €600, in cambio della quale il disoccupato deve fare tutti i lavori che l’ufficio di collocamento gli ordina, altrimenti addio assegno). La montagna ha partorito il topolino visto che questi argomenti li abbiamo già sentiti minacciare più e più volte, ed anche lì oramai lo sapevano anche quelli sotto il palco, quelli che battevano le mani, che non portano a nulla… l’unica apertura l’ha data Grillo : speriamo che gli altri che hanno fatto campagna contro l’euro (la Lega nord) ci diano la firma o il voto o qualcosa… qualcosa così quando siamo insieme chiudiamo il Parlamento (sic.) ed andiamo al Governo… un senso delle proporzioni degno della matematica di Giulia Sarti.

Altro ? Sì: “speriamo che Renzi si sbriga ad affondare il paese, così la gente si decide a votarci”… e quelli sotto ad applaudire, applaudono alla speranza che l’Italia vada in rovina, nella loro stessa rovina… e questo perché così poi toccherà a loro, cioè a lui, così forse poi tirerà fuori il copione nuovo, sempre nella speranza che ci sia qualcosa di buono per loro nell’inedito seguito. Intanto si applaude: applaudi, sorridi, mangia la minestra a km zero vegana, torna a casa e continua a fare quel che hai fatto fino ad oggi… anzi, di più perché così non basta.

 

Di più non si dice, e non ho intenzione di scrivere perché molte altre cose verranno da se nei giorni a venire, rivedendo ed analizzando questo o quell’aspetto… inutile sforzarsi di mettere tutto insieme, di fare un unico polpettone.

Che evento gramo, che tristezza vedere un partito di cinque milioni di persone (stando alle europee) che spera nella bancarotta del paese, nel caos, nella disperazione generalizzata… no, non è una parafrasi “al peggio”, l’ha detto davvero, e l’ha detto più e più volte. O tempora, o mores!

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