Vi racconto una storia

A giugno dello scorso anno mi viene presentata una cliente, una giovane donna straniera con un grosso problema: il suo ex padrone di casa le ha appena notificato un decreto ingiuntivo per circa 19.000 euro.

La ragazza vive facendo un BB a Roma, quindi non dispone di una somma del genere.

La sua storia era questa.

Dal 2014 al 2018 aveva tenuto un appartamento in affitto, che usava come BB. Pagava un canone da contratto di 900,00 euro al mese, più altri 900 in nero.

Nel 2018 cambio di contratto: dopo un periodo di nero totale a 1.800 al mese, contratto regolare da 1600 al mese.

Arriva il 2020 con il Covid: praticamente non lavora per tutto l’anno, e comincia a chiedere alla proprietà una riduzione temporanea, che però viene rifiutata.

Alla fine smette di pagare, le arriva lo sfratto a dicembre e ad aprile riconsegna l’immobile spedendo le chiavi per raccomandata, visto che la controparte non comunicava come e quando restituire il bene.

Si arriva a giugno ed ecco il decreto ingiuntivo.

La situazione sembra disperata: la morosità c’è, quindi sembra che non ci sia nulla da fare e così il precedente avvocato le aveva detto, limitandosi a tentare una riduzione del canone.

Io invece decido di adottare un approccio aggressivo: propongo opposizione al decreto ingiuntivo, chiedendo la riduzione dell’importo perché i proprietari si sono dimenticati del deposito cauzionale di 3200 euro e poi, con domanda riconvenzionale, chiedo il rimborso di tutti i canoni in nero, per un importo pari a 52.000,00 euro.

Ho le prove? Si: un’email inviata dalla proprietà e una registrazione audio in cui si ammette esplicitamente la sussistenza del nero.

In prima battuta ottengo la riduzione dell’importo ingiunto a 16000 circa per compensazione con il deposito cauzionale.

Poi il giudice ci manda in mediazione: qui io propongo di chiudere la causa con il pagamento da parte della mia di 6000 euro, compreso il deposito cauzionale.

Proposta respinta.

Riprendiamo la causa.

La proprietà è difesa da un collega che probabilmente nella vita fa altro e si vede.

Arriva la sentenza a novembre: la mia è ovviamente condannata a pagare i 16000, ma loro vengono condannati a rimborsare alla mia 43000 euro di canoni in nero, quindi, effettuata la compensazione giudiziale, dovranno pagare circa 26000 euro oltre interessi e spese legali, per un totale, ad oggi, di circa 32000 euro.

Non solo: ha ordinato la trasmissione degli atti alla Guardia di Finanza per gli accertamenti del caso.

A voi il compito di trovare una morale a questa storia.

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