Ucraina: La Rivoluzione Arancione

Ripartiamo dal Dicembre del 2000: Kuchma viene travolto dallo scandalo delle cassette.

Ucraina senza Kuchma

In seguito agli scandali nasce un movimento di protesta popolare chiamato “Ucraina senza Kuchma” che vede tra i leader della protesta proprio Yulia Tymoshenko, che aveva perso di recente la sua poltrona nel governo Yushchenko.

Durante questa protesta gli studenti occupano le piazze montando tende e accampamenti, che poi rivedremo nella rivoluzione arancione, e dando vita ad una lunga protesta che spiazza il Governo. Cento della protesta è naturalmente la capitale, ma anche Leopoli e altre città a ovest vedono la loro dose di manifestazioni.

Questo movimento popolare racchiude le ideologie più disparate: liberali, socialisti, nazionalisti, e ultranazionalisti mettono da parte le loro differenze per un obiettivo comune.

Se guardiamo il contesto in cui nascono queste proteste è chiaro capire come il pericolo di una svolta autoritaria sia tutt’altro che remoto: Lukašėnka aveva appena iniziato il secondo mandato nella vicina Bielorussia, e in Russia era già salito al potere Putin.

Se in piazza le diverse ideologie hanno fatto fronte comune lo stesso non può dirsi in parlamento: i liberali in particolare non vogliono andare conto il già traballante governo Yushchenko e quindi l’opzione dell’impeachment non si concretizza.

Dopo mesi di proteste il tutto culmina il 9 Marzo del 2001 quando in occasione del compleanno di “Taras Shevchenko” – poeta ottocentesco che da nome all’università di Kyiv – la protesta cerca di interrompere le celebrazioni al quale partecipa il Presidente Kuchma. Ne seguono scontri di piazza, i più violenti fino a quel momento, nelle quali intervengono le Berkut, ovvero la versione ucraina degli OMON russi.

Dopo questi violenti scontri il supporto popolare per la protesta svanisce e le piazze vengono sgomberate.

Qualche mese dopo come abbiamo visto il governo Yushchenko cade e a questo punto l’ex primo ministro si unisce all’opposizione e raccogliendo i frutti della protesta fonda: Nostra Ucraina, di cui abbiamo già parlato nella scorsa puntata riguardo alle elezioni del 2002.

Le elezioni Presidenziali del 2004

La rivoluzione cominciata in piazza, continuata con le elezioni politiche arriva fino alle presidenziali del 2004. Il movimento perde qualche pezzo, in particolare i Socialisti che presentano il proprio candidato.

La campagna elettorale è dura per l’opposizione, che ha un accesso limitato ai media e deve invece incontrare gli elettori faccia a faccia, mentre dalla TV Yanukovich, che è ancora Primo Ministro, può accusare Yushchenko di qualunque cosa, pure di essere un nazista.

Ma è nel Settembre 2004 a pochi mesi dalle elezioni che la campagna elettorale prende una piega drammatica: Yushchenko viene avvelenato con la diossina durante una cena. I mandanti non sono ancora stati accertati, ma possiamo tranquillamente sospettare che ci sia un coinvolgimento Russo.

Già perché quella del 2004 sarà una elezione che porrà l’Ucraina da una parte o dall’altra della “cortina di ferro”: Yushchenko è per riprendere il dialogo con la NATO, e continuare la strada per portare l’Ucraina in Europa mentre Yanukovich è ancora per un drastico avvicinamento alla Russia che supera anche le posizioni “moderate” di Kuchma.

Yushchenko, seppur sfigurato, sopravvive e porta a termine la campagna elettorale prendendo 11 milioni di preferenze e superando Yanukovich di circa 100mila voti.

Si va al secondo turno e Yanukovich vince per 800mila voti, o circa un 3% ribaltando gli exit poll che davano Yushchenko avanti di 11%.

Scoppia la rivoluzione

Gli osservatori dell’OCSE riscontrano diverse irregolarità durante le elezioni; gli osservatori della CSI invece dicono che va tutto bene e Putin si congratula con il neoeletto presidente.

Nostra Ucraina denuncia pubblicamente i brogli e la gente scende in piazza, e sotto la neve il 22 Novembre monta le tende. La protesta segue le stesse tattiche che si erano provate nel 2001, la coalizione è più o meno la stessa, e dietro a Yushchenko il leader più popolare è sempre la Timoshenko, ora bionda e con la cofana che la contraddistingue.

Profile: Yulia Tymoshenko - BBC News

Viene occupata la Maidan dal quale palco i leader politici parlano quasi ogni sera. Cominciano proteste in tutte le città dell’ovest. Nell’est invece si comincia a minacciare di scindere il paese se l’elezione di Yanukovich non venisse riconosciuta. Il simbolo della protesta è il colore arancione della coalizione Nostra Ucraina, e la bandiera con il ferro di cavallo attorno al punto esclamativo e la scritta Tak (Sì).

Tra gli atti di protesta più eclatanti Yushchenko giura come presidente in Parlamento davanti ai suoi parlamentari, che son la minoranza e quindi non hanno il quorum.

Sul piano politico la discussione si interrompe il secondo giorno della protesta quando i risultati vengono certificati dalla commissione elettorale: questo causa un ulteriore aumento delle proteste che includono uno sciopero generale che blocca il paese. Circa il 18% della popolazione Ucraina si unisce attivamente alla protesta.

A questo punto ci si aspetterebbe la repressione, ma secondo quanto descritto dal New York Times, a Kyiv la sera del 28 Novembre successe qualcosa di incredibile. Il Ministero degli Interni aveva dato ordine di reprimere le manifestazioni e 10.000 Berkut erano già sui camion, ma quella notte un gruppo di ufficiali dei servizi segreti Ucraini riuscì a far fare marcia indietro al ministero. Probabilmente avevano prove registrate dei brogli elettorali, ed erano anche politicamente dalla parte di Yuschenko. In alcuni casi questi ufficiali avevano mogli e figli in piazza a protestare.

Il primo Dicembre il parlamento vota la sfiducia al governo Yanukovich, ma Yanukovich non si schioda. Il 3 Dicembre la Corte Suprema dichiara nulle le elezioni a causa degli evidenti brogli, e indice un nuovo secondo turno per il 26 Dicembre.

Vince Yushchenko con più di 15 milioni di voti, e il 23 Gennaio giura davanti al Parlamento, e poi davanti alla Maidan mettendo fine a questa rivoluzione pacifica.

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