Te la do io la stampante 3D

Grazie al monumentale impegno di Contezero possiamo leggere – senza temuta di smentite – quello che pensa Beppe Grillo – e di conseguenza il Movimento a 5 Stelle – sulle stampanti 3D

è un po’ sgrammaticato, ma lo lascio così parola per parola:

Allora la tecnologia che dico io è vicino, vicino c’è l’avio, vecchia FIAT, ingegneri italiani, questa è l’alta tecnologia: fanno le turbine per i boeing. Come li fanno? Con l’alta tecnologia. Come? Con le stampanti 3D. Quaranta stampanti 3D, io le facevo vedere quattro anni fa la prima stampante, ti ricordi quel-novecento dollari costava… facevo fischietti piccol-quella roba. Bene le stampanti 3D in quattro anni costano cinquantamila dollari, sono nei comuni degli Stati Uniti, i cittadini vanno dentro e ci fanno le cose che vogliono farsi. Pagano e si fanno dalla canoa alla casa alla dentiera, non aspettano de-de-dei de de dei musei che regalano le dentiere.

Chiaro? Ok: domani mattina avremo la stampante 3D che poi è un replicatore di star trek: hai bisogno di un Phaser? C’è la stampante treddì. Ti si rompe il teletrasporto? Stampante treddì. La sartoria non ti ha consegnato il Tight? Sempre la stampante 3D. Le cavallette? 3D anche loro.

Ok andiamo con ordine: prima cosa che potrà stupirvi è che tutti gli esempi citati da Grillo hanno un fondo di verità, ma come al solito le cose sono parecchio più complicate di come le dipinge.

Cos’è una stampante 3D

Per stampante 3D si intendono una vasta gamma di macchine in grado di creare svariati oggetti attraverso un processo di addizione. Normalmente nell’industria le macchine lavorano per sottrazione: ovvero si parte da un blocco e lo si lavora con un tornio e una fresa controllate da un computer fino a fargli ottenere la forma desiderata. Il processo additivo funziona esattamente al contrario: si parte dal nulla e si depositano strati successivi di materiale fino ad ottenere la forma desiderata.

Quale materiale? Dipende dalla macchina. Non esiste infatti un singolo dispositivo chiamato stampante 3d in grado di utilizzare qualunque materiale per stampare qualunque cosa: esistono invece diversi dispositivi che lavorano in modo simile con materiali diversi per ottenere tipologie diverse, a costi naturalmente diversi. Tutte le stampanti 3D partono da un file e tutte procedono in maniera automatica.

Non sono un concetto nuovo, anzi, sono utilizzate in industria dagli anni ’80 principalmente inizialmente per creare prototipi e successivamente per creare parti di precisione o su misura. Negli ultimi anni la diminuzione dei costi ha creato un mercato diretto ai consumatori, come Beppe Grillo appunto, e questo ha cominciato a generare qualche confusione.

Ok, questa è l’idea generale parecchio semplificata: ora passiamo agli esempi di grillo.

Le turbine degli aerei

Allora fammi finire… allora, come fanno a fare le turbine ? C’è -ne- i materiali: polvere di alluminio, polvere di titanio, inseriti: il raggio laser, file, mettono dentro bzz esce la turbina. Questo caccia qua fra due anni non ha più senso. Ci sono i droni. I droni non hai bisogno di portare delle bombe col pilota.

Esatto: per quanto possa sembrare naif il processo funziona così ed è applicato da Rolls Royce per creare alcune componenti estremamente complesse presenti nei motori. Unico dettaglio: non sono andati da Trony a comprare la stampante 3D che posso comprare io, ma si sono comprati direttamente una azienda da 130 dipendenti e li hanno messi ad adattare le loro stampanti per le specifiche esigenze ingegneristiche. Tutto il processo fa risparmiare parecchi soldi all’azienda dato che il processo è estremamente più veloce e ottimale, ma non è esattamente alla portata di tutti, come non è alla portata di tutti costruire un motore di un aereo di linea.

Quanto costano le stampanti 3D?

le stampanti 3D in quattro anni costano cinquantamila dollari

Qui penso che grillo sia un po’ andato insieme: se parliamo delle accessibili al pubblico che normalmente funzionano con la plastica costano dai 1.000 ai 10.000 euro e stampano comunemente in ABS, ovvero il materiale utilizzato per fare il Lego.

In america stampano nei comuni

Vero, solitamente nelle biblioteche: dato il costo relativamente basso del macchinario è facile capire che con una semplice sponsorizzazione una biblioteca pubblica può mettersi in casa una di queste macchinette e magari farle usare gratis ai cittadini: succede a Sacramento e hanno anche un bel parco macchine, se qualcuno è da quelle parti passi a stampare un bel busto di Casaleggio con il cappellino.

Ma non crediate che in italia siamo poi così indietro: noi quando si parla di design abbiamo infatti qualcosa da dire ancora. Se avete voglia di provare a stampare qualcosa in 3D potete recarvi in uno dei tanti 3D Hubs, “copisterie” più o meno improvvisate che per (non proprio) pochi euro potranno stampare in plastica tutto quello che volete, anche una canoa.

La canoa 3D

Sì, c’è stata una persona che ha stampato una Canoa. Si tratta di un ingegnere che ha preso una stampante di quelle in vendita al pubblico e la ha leggermente modificata per stampare oggetti più grandi, una volta fatto questo ha stampato una serie di blocchi che poi ha unito insieme formando una canoa personalizzata nelle dimensioni e al quanto eccentrica nei colori.

canoa

Il costo dei materiali è attorno ai 500$, il che non mi sembra poi tanto basso. Ah vi ho detto che ci son volute 1012 ore?

Un bell’esperimento, certo, ma appunto solo quello.

La casa

Esistono tanti esperimenti di stampa 3D delle case. Di cosa si tratta? Sostanzialmente di un enorme plotter che deposita strati di cemento per formare dei muri. I cinesi forse hanno l’esperimento migliore nel campo

Il bello è che le case vengono su in un giorno e che sono fatte con materiali riciclati. Il brutto è che sono il tipo di casa che 5 muratori bergamaschi ti tirano su in un giorno: un piccolo prefabbricato a piano singolo. In altri paesi case del genere possono avere una applicazione, ma in italia si pensa sempre a qualcosa di più solido, soprattutto perché vediamo la casa come un investimento.

L’idea comunque rimane intrigante, ma naturalmente non la stampi con la stampante di casa, anche perché appunto stampare la casa con la stampante di casa sarebbe ridondante.

La dentiera

Sì, si possono stampare anche i denti in 3D. Alcune compagnie hanno cominciato a lavorare sul concetto di stampante 3D per la stampa di protesi dentarie e sembrano a buon punto. Le stampanti costano attorno agli 80.000$ e usano un materiale speciale chiamato Veroglaze, che dovrebbe essere molto più simile al bianco naturale dei denti rispetto al colore dei materiali attuali. Inoltre in questo campo i costi del prodotto finale, rispetto alla qualità, sarebbero effettivamente ridotti. Il costo della macchina però probabilmente taglierà fuori i piccoli dentisti favorendo gli studi più strutturati.

Stiamo parlando comunque di novità, quindi non aspettatevi di trovarle immediatamente dal vostro dentista: magari nei prossimi due anni si. Naturalmente anche qui appunto non parliamo delle stampanti casalinghe

Conclusioni

Sono già stato abbastanza prolisso, ma penso che sia chiaro come Grillo – per ignoranza o per sensazionalismo – faccia un bel frullato di tutto quello che ha letto su focus riproponendolo come una cosa rivoluzionaria che solo lui ha valutato.

Il metodo additivo automatizzato è effettivamente una rivoluzione anzi, è potenzialmente potrebbe rivelarsi un passo di rivoluzione industriale comparabile con l’introduzione dei computer negli uffici. Molti lavori potrebbero sparire e altri lavori potrebbero nascere da zero. Ma anche in questo caso non stiamo parlando di una panacea di tutti i nostri mali, è solo uno strumento, come tanti altri.

Una risposta a “Te la do io la stampante 3D”

  1. […] Digressione dall’argomento energia a quello della produzione. La stampante 3D non mette in crisi la vecchia e utopica (?) industria pesante perché il 99% delle cose che ci servono non è personalizzato, e perché le travi di acciaio non si stampano in plastica. La stampante 3D ha un suo ruolo, e ne abbiamo già parlato qua. […]