Quest’incontro non s’ha da fare

A quanto pare Renzi ha preferito giocare d’anticipo ed anziché discutersela al tavolo ha semplicemente disdetto l’incontro in quanto mancavano dei punti programmatici intorno ai quali intavolare un discorso.

Prima di parlarne però una cosa vorrei dirla : questo decisionismo, che da molta forza all’attuale segretario, è un qualcosa di completamente avulso dal DNA di sinistra. Un qualsiasi altro segretario (tipo Bersani) avrebbe stoicamente accettato qualsiasi incontro con chiunque, sentito tutte le rivendicazioni (che nello specifico, come sappiamo, sarebbero servite più che altro a far pubblicità al M5S) e tirato avanti il percorso del dialogo anche se ultimamente sterile.

L’avrebbe fatto perché s’è sempre fatto così e perché è considerato giusto così mentre Renzi, con un piglio più decisionista ha visto che non c’erano le basi per poter portare avanti un qualsiasi  accordo e quindi ha strappato prima che a farlo fossero i grillini, lasciandoli, nella pratica in mezzo al guado.

E’stata una scelta giusta ? Probabilmente a molti questo modo di fare sarà piaciuto (anche perché era evidente che il M5S su questa storia ci giocava parecchia) ma, a voler essere del tutto sinceri, la cosa ha un che di alieno che disturba la sensibilità di parte degli elettori di centrosinistra storici.

 

Detto questo il fulcro del discorso è che Di Maio (o chi per lui) ha pensato bene che la cosa migliore da farsi fosse rilasciare un intervista al Corriere della Sera (Il Fatto Quotidiano, quasi-giornale di partito a quanto pare non è abbastanza prestigioso) in cui diceva d’essere d’accordo con otto punti su dieci. Quali otto non viene detto.

L’intera intervista sembra congegnata giusto per far fare un figurone al Movimento 5 Stelle, con tanto di “sarà una svolta che non potranno rifiutare”, il tutto continuando a tirare in ballo come base di partenza quel democratellum che Renzi gli ha detto, chiaro e tondo, che non va bene.

Renzi (ed a quanto pare anche il resto della segreteria del PD) non hanno gradito l’incontro “al buio” e quindi hanno detto esplicitamente (anche se tardivamente) che a meno di un documento ufficiale che spiegasse in modo puntuale la loro posizione sui dieci punti era inutile vedersi. Il Movimento 5 Stelle non ha, almeno all’inizio, presentato questo documento e quindi l’incontro è saltato.

Ovviamente il Movimento 5 Stelle non l’ha presa bene e sono subito iniziate le rivendicazioni e gli attacchi… insomma il solito, ma Renzi non si tira indietro ed anzi attacca a sua volta:

…e, non soddisfatto, con un rapido follow-up chiarisce la posizione del Partito Democratico:

Grillo in un primo momento pubblica sul blog un articolo in cui attacca in modo secco e violento il PD e Renzi, poi capisce d’aver esagerato (o s’accorge che uscite così crude non gli fanno gioco) ed edita il post ammorbidendo la sua posizione.

Intanto la segreteria del Movimento 5 Stelle (che è una creatura mitologica, nel senso che nessuno sa se esiste davvero) partorisce questo benedetto documento sui dieci punti che viene postato sul blog di Grillo.

La prima sorpresa sta nel fatto che dagli otto su dieci di Di Maio s’è passati, in meno di ventiquattr’ore, a dieci su dieci, per cui qualcosa è cambiato (che cosa non lo sapremo mai) anche se, nel suo insieme, anche così il documento è deludente ed in pratica non è altro che uno spot al Toninelli-bis con alcune striminzite concessioni.

Ne cito una, giusto per spiegarvi:

– in caso di superamento della soglia del 50% + 1 dei seggi al primo turno, prevediamo un premio di governabilità minimo, che consegnerebbe al vincitore il 52% dei seggi;
– nel caso in cui nessuno raggiunga la maggioranza al primo turno, è previsto un secondo turno tra i due partiti più votati, al cui vincitore viene assegnato il 52% dei seggi.

Quindi se un partito (o coalizione ? non è dato saperlo) raggiunge il 50% + 1 (quindi 316) dei seggi (seggi ? i seggi di norma si assegnano ad elezioni concluse) al primo turno allora viene concesso un premio di governabilità di 12 seggi: praticamente niente. Se non s’arriva al 50% +1 (sempre dei seggi) invece si fa il ballottaggio ed al primo classificato vanno 328 seggi.

L’attuale Italicum il premio di maggioranza lo da a partire dalla soglia del 37% (che si vuole innalzare al 40%) per la coalizione (e porta il primo classificato al 52% dei seggi) mentre col ballottaggio il vincitore prende il 55% dei seggi.

Questo (che è solo una delle criticità) ed altri problemi sono già stati evidenziati da molti (a partire dal giornale del PD stesso: Europa Quotidiano) e mettono in chiaro come queste aperture siano essenzialmente un bluff teso ad ottenere un altro incontro che, verosimilmente, servirebbe solo per rimettere il M5S in condizione di “disturbare” il già delicato iter delle riforme.

 

Nella pratica sembrerebbe che Renzi ed il PD in generale si siano stufati di correre dietro al Movimento 5 Stelle, e non sembra che l’ennesima apertura (tanto per cambiare fuori tempo massimo) possa fare il miracolo.

Grillo ed i suoi continuano a fregarsene baldanzosamente delle regole anche quando sono a casa d’altri, magari riusciranno a riportare il PD al tavolo per l’ennesima volta ma la credibilità degli stellini è sotto le scarpe, specie dopo aver “cambiato” la loro posizione da 8/10 a 10/10 dimostrando che loro non si sono confrontati coi dieci punti del PD (che sono online dal primo luglio) fino a quando non sono stati costretti dalla decisione plateale del PD.

E si dovrebbe credere che “fanno sul serio” ? E si dovrebbe credere che gli interessa qualcosa ?

 

Più semplicemente a quanto pare il loro interesse attuale è solo quello di trascinare per le lunghe il Partito Democratico mentre la fronda contro l’abrogazione del Senato si rafforza (siamo all’assurdo, con Chiti e Mineo che fanno fronte comune, in conferenza stampa, con gente del calibro di Minzolini, Brunetta, Maroni e Scilipoti) e Civati se ne esce con l’ennesima critica che potrebbe aver partorito un grillino qualunque:

…e che i suoi difendono con le unghie e con i denti. Ma di Civati e dei suoi ne parlerò un altra volta.

 

Il punto comunque è e resta quello: Renzi stiracchiato fra posizioni, impegni e direzioni non ha né tempo né voglia di tenere in vita un Movimento 5 Stelle assetato di ribalta a spese sue… soprattutto considerando che è evidente che questa manfrina è tutto fumo e niente arrosto.

 

PS : Salutiamo Eleonora Evi del Movimento 5 Stelle, candidata dell’EFDD come commissario commissione PETI (petizioni) ed ivi bocciata anche come vice-commissario. Si conclude così l’iter d’assegnazione degli incarichi europei: il M5S (ed EFDD in generale) ha ottenuto zero cariche.

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