Questa non è l’analisi del voto che stai cercando

Di seguito un lungo commento di Brutal Deluxe.

Premessa. L’articolo che segue non e’ un articolo. Cioe’, si’, ora e’ un articolo, ma prima era un post sul blog, facente parte di una discussione tra me, Loricas e altri.
Io affermavo che la sinistra non ha, attualmente, una ricetta basata sui suoi metodi “classici” per uscire dal disastro economico e sociale nel quale siamo precipitati e, successivamente, lo invitavo a suggerire la sua “ricetta”, posto che tutto cio’ che sta facendo il governo attuale gli fa piu’ o meno ribrezzo.
Le parti in corsivo comprendono integralmente la risposta di Loricas. Mi scuso per il diverso risalto dato alla mia replica, ma mi hanno chiesto diverse persone di farla diventare un articolo in quanto ricca di spunti da discutere. Spero in una controreplica da far diventare a sua volta un articolo.
Ora veniamo al punto.

Come non esistono per i metodi classici della destra. e chi ha detto che debbono essere i metodi classici della sinistra?

Esistono alcuni, boh, chiamiamoli pregiudizi su quelle che sono le ricette economiche classiche della “destra” (tassazione scarsamente progressiva, insistenza particolare sulla tassazione dei consumi, riduzione della presenza dello stato nell’economia, ecc…) e quelle della “sinistra” (forte progressivita’ della tassazione, aumento della presenza dello stato nell’economia, ecc…). Ed infatti le idee che proponi sotto sono fortemente di “sinistra”. Va da se’, invece, che le ricette della destra liberale non le propone a voce alta nessuno, perche’ i liberali, in questo paese, praticamente non esistono.

E’ lo stesso errore di ragionamento dell’ attuale governo: da una crisi straordinaria non si esce con metodi ordinari e certamente non facendo le stesse scelte che in crisi ti hanno portato.

Ci sarebbe da discutere su quali sono state le scelte che ci hanno portato nella condizione attuale. Ci sono teorie del tutto opposte.
Ci sono idee molto varie anche su quali siano i veri marchi della crisi. Ad esempio, la Gran Bretagna e’ piu’ o meno in crisi dell’Italia? Se il problema e’ la possibilita’ di essere licenziati da un momento all’altro o la diseguaglianza economica allora gli inglesi sono messi infinitamente peggio di noi. D’altro canto vedo che tanti italiani vanno a vivere e lavorare la’, mentre di inglesi immigrati ne vedo gran pochi.

1) cominciamo dal riportare il peso fiscale direttamente sui redditi, invece che sui consumi: aliquota fiscale marginale massima all’ 80%, un paio di punti di pil li recuperiamo cosi: alcuni piangono ma numericamente non sono tanti…

L’ha fatto Hollande, ed ha fallito miseramente. Pochissimi ricadono nello scaglione piu’ alto e quei pochi possono, solitamente, svolgere la loro professione da un’altra parte. Puoi pero’ includere nello scaglione dell’80% anche chi guadagna piu’ di 200mila euro. In tal caso prenderai dentro magistrati e notai. Numericamente non sono tanti, ma e’ tutta da ridere.
In ogni caso, economicamente, la tua proposta e’ una fucilata sul piede. L’IVA e’ di fatto l’unica tassa che si paga sui prodotti cinesi. Alza le tasse sul reddito ed i prodotti italiani usciranno dal mercato piu’ di quanto non siano gia’. Abbassa l’IVA ed i consumi, almeno all’inizio, riprenderanno. I cinesi ringraziano, visto che fanno tutto loro.

2) con una serie di norme si penalizza pesantemente il trasporto individuale di merci e persone su gomma e si spinge per il trasporto collettivo, che torna ad essere conveniente rispetto all’ auto privata (tanto le probabilità che non ci tocchi comunque sono minime)

Economicamente il treno e’ gia’ conveniente. L’unico problema e’ che e’ scomodo per raggiungere qualsivoglia destinazione che non sia al centro di una citta’ ben fornita di mezzi pubblici. Tassa ancora di piu’ l’auto e semplicemente renderai gli italiani piu’ poveri, perche’ tanti ne hanno bisogno per andare al lavoro.

3) per via del punto due devi investire in infrastrutture, che pero’ non possono essere la solita rotonda e vanno in una direzione coerente con la scelta politica del punto 2.

Sono anch’io un fan del trasporto pubblico e ti faccio i miei auguri. In particolare nel costruire e far funzionare dette infrastrutture con le attuali leggi sul lavoro. Sara’ una festa lo sciopero dei ferrovieri o dei tramvieri in un paese in cui tutto dipende da ferrovie e autobus. E d’altra parte, visto che il diritto di sciopero e’ sacro, come te li vorresti tenere buoni se ti chiedessero uno stipendio di un milione di euro al mese?

4) i servizi essenziali e strategici, e solo quelli, tornano a essere pubblici.

Tipo cosa? Le banche? Le assicurazioni? La telefonia? Le autostrade?
E come si procede alla nazionalizzazione? Esproprio senza indennizzo? Perche’ mi sa che per comprare a prezzi di mercato i soldi non ci sono.

5) la pensione è per tutti 1.000 euro al mese e pedalare, indipendentemente dai contributi versati. vuoi di più vai dai privati. io stato ti garantisco un minimo, ma quel minimo a tutti.

Sarei d’accordo. Sarebbe una riforma di sinistra e non sarebbe neppure suicida.
Ah, non sarebbe suicida economicamente. Politicamente, invece, lo sarebbe eccome. E poi la Corte Costituzionale ti romperebbe il culo, sempre che non ti abbiano ancora impalato le folle inferocite di vecchiacci che non mollano l’osso.

6) Marchionne campa con i fondi di mamma stato da tempo: sono quelli gli imprenditori da ricompensare e lodare?

Davvero? Non lo sapevo.
Che fondi sta versando lo stato italiano alla FCA? E lo fa in cambio di nessuna contropartita?
Perche’ io ero rimasto che la FIAT e’ una delle poche grandi aziende italiane in grado di stare sul mercato e sfornare prodotti all’altezza dei concorrenti crucchi e giapponesi. QUASI all’altezza.

7) ovvio che sono semplificazioni per sintesi ma se vuoi continuo: in direzione contraria a quella che qui ti ha portato…

E’ tutto da dimostrare che quello che proponi sia in direzione “contraria” a cio’ che ci ha portati dove siamo. Secondo me, invece, quello che proponi e’ in direzione ortogonale, rispetto alla strada che ci ha portati qui. Nel senso che e’ ininfluente rispetto al problema da affrontare.
Mi spiego: il problema principale non e’ se un determinato servizio dev’essere pubblico o privato. Se aziende formalmente private, come la Telecom, sono infestate da parassiti di ogni ordine e grado queste aziende andranno MALE. Forniranno un servizio schifoso a costi esorbitanti o, bene che vada, si limiteranno a galleggiare facendo lo stretto indispensabile.
Rendi pubblica un’azienda cosi’ e cosa cambia? Un cazzo di niente.
Perche’ il problema non “pubblico o privato”. Il problema e’ motivare i singoli, mandare a casa chi non ha voglia di impegnarsi, assumere giovani che se ne stanno a languire 5 o 10 anni prima di trovare un santo in paradiso. Rinnovare la societa’ in forma fortemente meritocratica. Riattivare l’ascensore sociale. Chi e’ povero e si da’ da fare ha il diritto di vivere in un relativo agio, chi e’ ricco e cazzeggia deve poter finire sotto un ponte da un giorno all’altro.
Tu queste questioni non le hai nemmeno sfiorate. Per te non sono un problema e cosi’ e’ anche per la sinistra post-68, che notoriamente non vale una cippa, nonche’ per la destra fascistoide mediterranea, che della conservazione del privilegio ha fatto la propria bandiera.
Ecco perche’ siamo nella merda.

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