Opacità a 5 stelle

da l’Huffington Post

Tutte le strade portano a Enrico. Il nome dell’avvocato Enrico Grillo, nipote di Beppe, spunta sempre fuori. Non solo è vicepresidente e co-fondatore del Movimento 5 Stelle, come scoperto dall’Huffington Post, che ieri ha pubblicato l’inedito Statuto del partito (da non confondersi con il “Non-Statuto” presentato ufficialmente agli elettori). Ma è anche il fiduciario dei finanziamenti del partito, destinati allo studio legale in via Ceccardi, a Genova: oltre mezzo milione di euro raccolti in tre mesi.

A partire da dicembre sul blog di Beppe Grillo è comparso un appello per finanziare la campagna elettorale con libere donazioni. La raccolta fondi è tuttora in corso. Il sito però è povero di informazioni, si vede solo un codice Iban e il nome di un destinatario: il Comitato Promotore Elezioni Movimento 5 Stelle. Su quella pagina non c’è altro, neppure un indirizzo o un codice fiscale. Inutile cercare anche su Google: non si trova nulla.

Il Comitato Promotore, in compenso, compare in un documento del Garante delle Comunicazioni, un modulo per la richiesta di trasmissione degli spot elettorali gratuiti. Stavolta accanto al nome c’è anche l’indirizzo: proprio lo studio legale del nipote di Grillo.

Lo abbiamo chiamato per avere informazioni sul Comitato e sull’iniziativa di raccolta fondi, poiché l’avvocato è l’unico rappresentante di cui si abbia ufficialmente notizia. Ma Enrico Grillo non ha mai risposto personalmente al telefono e non ha voluto concedere appuntamenti. Avremmo sperato perlomeno in un “no-comment”, ma dopo i primi approcci perfino le segretarie ci sbattono il telefono in faccia.

Eppure il Comitato, avendo avviato una colletta pubblica, dovrebbe rispondere a qualsiasi richiesta di informazioni, non solo per correttezza, ma per obbligo di legge. Alcuni aspetti della raccolta fondi, oltretutto, non sembrano del tutto chiari.

Per non lasciare niente di intentato il 12 marzo abbiamo spedito una mail con le richieste di chiarimenti a Enrico Grillo e a un generico indirizzo del Comitato (che risulta dal documento dell’Agcom). Ad oggi non abbiamo ricevuto risposta.
Sarebbe opportuno sapere, in particolare, come sono stati utilizzati i 568.657 euro ottenuti da 14.646 donatori. Infatti, alla voce “spese sostenute”, sul sito si legge: “zero euro”.

zerospese

Per la campagna elettorale, quindi, nemmeno un soldo sarebbe stato speso. Ma allora perché raccogliere mezzo milione di finanziamenti? Sembrerebbe un errore, se la pagina non fosse quotidianamente aggiornata.

Nella stessa pagina, fra l’altro, è scritto che i fondi servono per “pagare le spese legali e per la promozione del M5S nel periodo pre-elettorale”, per lo Tsunami Tour e per il “supporto on line agli attivisti”. La legge sui comitati e sulle fondazioni chiarisce che le somme non possono essere utilizzate a piacere, devono essere impiegate solo per lo scopo annunciato. La campagna elettorale e lo Tsunami Tour sono conclusi da un pezzo, eppure la raccolta di fondi non si è interrotta, anzi, la somma lievita di giorno in giorno. A cosa serve quel mezzo milione di euro?

“L’eventuale residuo” dei fondi, si legge ancora sul sito, “sarà destinato al conto corrente per i terremotati dell’Emilia”. Il residuo, ad oggi, corrisponde all’intera somma, e dalle elezioni sono trascorse più di due settimane: per quale motivo i soldi non sono ancora stati trasferiti? Esistono validi motivi per continuare a raccogliere fondi? E quando, esattamente, questi motivi saranno pienamente soddisfatti? E quando il denaro, finalmente, offerto in beneficenza?

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