Magari ti mando un link

A due giorni di distanza da quel “magari ti mando un link” che ha fatto entrare Gianroberto Casaleggio nell’Olimpo dei wanna-be-your-nerd (vedi Realtà contro incompetenza), Beppe Grillo elenca in un post del suo blog quali e quanti tagli alla macchina dello Stato si dovrebbero fare per perseguire il welfare a 5 Stelle da lui promesso.

Andiamo ad analizzarli.

Una premessa: molte delle proposte di Grillo sono da appoggiare nel merito a prescindere dai risparmi che porterebbero, semplicemente perché giuste. Il merito della questione però va affrontato.

  • Insieme ai tagli elencati va inserito il reddito di cittadinanza presente in molte nazioni europee, come la Germania, per chi non abbia un lavoro.

In Germania Hartz IV è un sussidio di disoccupazione “allargato”, non è un reddito minimo di cittadinanza. In ogni caso dare un sussidio di mille euro al mese ciascun disoccupato costerebbe 34,5 miliardi  l’anno, mentre un reddito vero e proprio di cittadinanza, anche dimezzato nell’importo, costerebbe molto di più (probabilmente intorno al doppio).

  • Accorpamento dei comuni sotto i 5.000 abitanti

Una proposta che non è nuova, anzi. E che è stata ripresa da molti partiti. L’Associazione nazionale dei piccoli comuni dice però che il risparmio sarebbe di 11,6 milioni di euro . La Cgia invece parla di 1,5 miliardi, ma lo stesso Bortolussi dice che si tratta di una stima per deduzione.

  • Modernizzazione e informatizzazione della macchina dello Stato centrale con un taglio del 30% dei costi 

Non c’è alcuna specificazione su quali siano i costi da tagliare e quale sia la modernizzazione che permetterebbe di risparmiare il 30% dei costi. Una bella proposta, senza alcuna copertura.

  • Cessazione di ogni missione di pace, in realtà vere missioni militari, all’estero

Idea che trova d’accordo molti, sia a sinistra che a destra. Il costo totale delle missioni militari all’estero, nel 2012, era di 1,4 miliardi.

  • Eliminazione Province

L’idea, secondo l’Istituto Bruno Leoni, porterebbe a 4 miliardi di euro di risparmi. Secondo la Cgia di Mestre si risparmierebbero invece solo 500 milioni.

  • Stop alla costruzione di opere inutili come la Tav in Val di Susa, la Gronda a Genova, la Pedemontana in Lombardia

Difficile calcolare l’impatto di una scelta del genere, considerando che strappare contratti già in essere porterebbe a dover pagare penali-monstre (citofonare Pizzarotti se non ci credete).

  • Eliminazione contributi all’editoria

Però i risparmi ammonterebbero a 150 milioni di euro.

  • Eliminazione di ogni auto blu tranne per il presidente della Repubblica e del Consiglio

Si risparmierebbero 1,85 miliardi l’anno.

  • Eliminazione contributi elettorali ai partiti

Ma i contributi elettorali sono costati 2,5 miliardi negli ultimi 18 anni. Se si contano anche i gruppi parlamentari, si riuscirebbero a risparmiare circa 180 milioni l’anno.

  • Riduzione di almeno la metà delle consulenze esterne per lo Stato e per gli enti locali

Giusto, ma di difficile attuazione. Impossibile calcolare il costo totale perché non si indicano quali tagliare (ed eliminarne la metà non vuol dire eliminarne l’importo per metà).

  • Recupero dei 98 miliardi di euro evasi dalle società di slot machines

La cifra di 98 miliardi si riferisce a un’evasione ipotizzata dalla Guardia di Finanza in sede d’indagine. Purtroppo una cifra-monstre del genere difficilmente si potrà recuperare, tra ricorsi e controricorsi.

  • Adozione di software open source per la Pubblica Amministrazione

Nessuna specifica di costi. Una stima che risale a molti anni fa: “Assinform nel 2003 stimava una spesa globale in Ict pari a 3 miliardi di euro (1,7 per quella centrale, 1,2 per la periferica) di cui circa 675 milioni in software con licenza. Statistiche più aggiornate non ce ne sono.

  • Adeguamento stipendi dei parlamentari a media europea

La Voce ha pubblicato qualche tempo fa una stima che va esattamente in questa direzione. C’è da ricordare anche che “la spesa per le retribuzioni dei parlamentari in carica e in quiescenza è pari a poco più di un quinto del totale del bilancio 2011 di 1,66 miliardi di euro. Ovvero 332 milioni di euro. Ridurre all’80% gli stipendi attuali vorrebbe dire portare la spesa a 265 milioni. Risparmiando 67 milioni.

  • Diminuzione del numero parlamentari del 50%

Vale lo stesso discorso. Si possono ipotizzare risparmi per 166 milioni.

  • Rinuncia all’acquisto dei cacciabombardieri F35

La rinuncia all’acquisto, come quella alla realizzazione delle opere pubbliche, porterà comunque a pagare delle penali.

  • Efficienza/risparmi acquisti per la Sanità per un 1/5 della spesa

Un obiettivo presente in tutti i programmi dei partiti. C’è però chi indica davvero in che modo si possono risparmiare; in totale si spendono 115 miliardi di euro di sanità pubblica . Ma senza che si spieghi come risparmiare, è impossibile stimare se il risparmio del 20% è un obiettivo possibile o meno.

  • Taglio/vendita di due canali RAI nazionali

O si taglia o si vende.

  • Taglio Expo 2015

Costerebbe 1,7 miliardi, l’annullamento dei contratti costerebbe 51 milioni . Da fare subito, quindi, visto il risparmio di 1,6 miliardi.

  • Dimezzamento stipendio e numero consiglieri regionali

Anche questa non è una proposta nuova. Qui si parla di 1111 consiglieri regionali: ciascuno di essi costa 743mila euro per un totale di 825 milioni. Riducendo il tutto al 25% si spenderebbero 206 milioni, risparmiandone circa 600.

  • Taglio delle pensioni sopra i 5.000 euro lordi mensili

Difficile, visto che si tratta di diritti acquisiti e un taglio porterebbe a ricorsi giudiziari. In ogni caso una stima totale è impossibile.

E questi numeri sono da prendere assolutamente con beneficio d’inventario, anche se servono a dare l’idea di massima del valore di talune istanze dal punto di vista economica. La Stampa, qualche giorno fa, sottopose a fact checking le proposte, e non è andata molto bene.

Considerare coperture vere per le proposte di Grillo questa accozzaglia di provvedimenti senza specificazione è impossibile.

Magari non ti mando un link.

Però una calcolatrice .

Da Giornalettismo (Alessandro D’Amato)

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