Questo articolo è di la tigre della malora, ricevo e pubblico.
I numeri mentono?
No, mai; alcune loro interpretazioni sì, soprattutto quando riguardano argomenti come quello che mi accingo a trattare. E per questo premetto, per correttezza mia, anche i miei “presupposti ideologici”: l’emigrazione/immigrazione è un fenomeno naturale che è è sempre esistito e sempre esisterà, si può (quando si può e si è in grado) e si deve governare guardando almeno al medio termine, non affidandosi a “logiche” emergenziali – ossimoro – e che, per quanto riguarda l’immigrazione ‘economica’, bisogna attuare politiche sui flussi che tengano conto della situazione lavorativa. Le crisi – parlo di guerre, regimi dittatoriali et similia – che portano le persone a rischiare la vita pur di raggiungere un’esistenza dignitosa sono altro.
Circoscriviamo il problema?
Ovviamente, non posso pretendere di parlare per il mondo intero, conosco abbastanza bene l’Italia. Gli stranieri regolari in Italia sono circa 5 milioni, un dodicesimo della popolazione, grosso modo. Togliamo dal conto gli europei, che facciano o meno parte di UE (quasi 2,7 milioni) e siamo a 2,3.
Concentriamoci su Africa e Asia (“oggetto del contendere”, come si usa dire) ora: in totale sono 2,1 milioni circa; andiamo più in là? Andiamo: gli originari dell’Africa son un po’ più di un milione. Non penso, onestamente, che si possa affermare che si è “invasi dai negri” (BASTA BUONISMO): una persona su 60 ha la pelle – con varie gradazioni – molto più scura della nostra.
fonte: http://www.tuttitalia.it/statistiche/cittadini-stranieri-2016/
Sono delinquenti?
E qui andiamo sul difficile, dato che possono coesistere diverse opinioni, soprattutto orientate – spesso “malamente” – dai media: si va dal VIOLENTANO LE NOSTRE DONNE E CI AMMAZZANO IN CASA (cfr. il Giornale online e non) a SON TUTTI BUONI. Naturalmente, non è vera né la prima né la seconda opzione: personalmente, penso che la criminalità abbia una diffusione pressoché simile indipendentemente dalla nazionalità.
I numeri – sempre quelli! – ci dicono che la popolazione carceraria nel nostro paese ammonta a circa 53mila persone; di queste, 18mila sono stranieri. Uno dice “eh, allora hanno una maggiore propensione a delinquere” e via minchioneggiando.
Andiamo a scomporre e analizzare i dati: posto che – per fortuna, aggiungo – da noi non si è colpevoli se non con una condanna definitiva, scopriamo che i detenuti “provvisori” italiani sono – arrotondo – 9.400 e quelli definitivi 35.300, per gli stranieri si parla rispettivamente di 3.800 e 10.700.
Non si vede, anche ad occhio, che sono proporzioni un po’ “sbilanciate”? Senza contare il fatto che per gli stranieri vi è un reato in più, quello di immigrazione clandestina.
Per chi voglia approfondire il tema, rinvio a questo articolo:http://www.lettera43.it/politica/immigrazione-irregolare-storia-ed-effetti-di-un-reato_43675248759.htm
fonte: http://www.west-info.eu/it/statistiche-carceri-italiane/ (seguite i link)
Non si integrano?
Sì e no (bella risposta, eh?). A parte luoghi comuni e pregiudizi e aneddotica, esistono le chinatown, ad esempio, comunità che magari interagiscono a livello “istituzionale” con le autorità italiane, ma sostanzialmente sono abbastanza/parecchio ‘chiuse’. Ma secondo me non è un problema, se vi è buonsenso nella ‘gestione’, ovvero: tu sei straniero, però rispetta le norme del nostro paese, lavora ecc. e puoi fare quel che ti pare (lecitamente, s’intende). Che poi esistano le varie mafie, ritengo che tale fenomeno sia ineliminabile.
Se poi andiamo a vedere altri dati, curiosamente si scopre che da noi praticamente non esistono le tristemente famose banlieue:
http://www.lastampa.it/r/Pub/p4/2016/05/01/Esteri/Foto/RitagliWeb/ITA3GR1Y_1462054849_20160501002243-kSs-U108046361563EfD-680×478@LaStampa.it.png
con tutti i nostri difetti, e pur approssimativamente in certi casi, basandoci sul “fai da te” italico (lasciatemi questo luogo comune, per favore) l’immigrazione è diffusa, almeno nelle grandi città.
Ok, appuriamo, già che ci siamo, che non esistono (e non sono mai esistite, anche al di fuori dei nostri confini) le leggendarie “no go zone”, come asserito da alcuni
https://swedenreport.org/2015/05/18/police-yes-there-are-no-go-zones-in-sweden/
immediatamente portato quale PROVA di un complotto islamico da altri che non sanno che differenza passa tra una dichiarazione e un fatto. O tra un’invenzione bella e buona – anzi: cattiva – come gli immigrati che rifiutano il cibo perché “NOT HALAL” (?) o i tifosi turchi che inneggiano “ALLAH AKBAR”.
https://www.youtube.com/watch?v=UeMIX90-594
http://www.ilpost.it/2015/08/25/debunking-migrants-video-red-cross-macedonia/
https://www.youtube.com/watch?v=prjIEcVYPzQ
Sulle no go zone invito alla lettura di questo articolo serio
http://www.theatlantic.com/international/archive/2015/01/paris-mayor-to-sue-fox-over-no-go-zone-comments/384656/
poi, in particolare per la Svezia, questa divertente – e vera – rassegna di no go zone a Stoccolma
http://www.thelocal.se/20160204/the-eight-real-no-go-zones-in-stockholm
Li manteniamo noi?
Sì e no (più sul no). Grandissima parte degli immigrati regolari ha un lavoro, manda i figli a scuola, paga imposte e tasse e contributi (e – importante, rammentiamolo – non avrà diritto ad alcuna pensione) anche per noi: il denaro versato non è nominativo.
Ho detto pensioni? Ecco, da noi il nostro sistema previdenziale è strutturato in modo da garantire ai nostri concittadini un’entrata “post-lavorativa”: sottolineo ‘ai nostri concittadini’, dato che l’unica pensione che viene praticamente riconosciuta agli stranieri è quella sociale, che viene erogata su richiesta, a chi ha oltre 10 anni di residenza continuativa, ammonta (dati INPS) a 448,07 € mensili per 13 mensilità.
Va bene, vi è anche la possibilità di di ottenere la reversibilità, ma vi sono limiti ben precisi riguardanti anche la differenza di età tra i due ex sposi, anche per evitare i “classici” (e ci sono) matrimoni di comodo tra la badante slava di 30 anni e il vecchietto rimba di 80.
E no, non penso proprio che somali o nigeriani o quel che è magari perseguitati nei loro paesi siano sintonizzati sulle nostre tv che magnificano il nostro welfare (chissà perché, poi) – e passino parola per tutto il continente – o siano aggiornati sulle novità INPS in materia pensionistica e passino settimane di stenti e rischino la vita tra Sahara e Mediterraneo trattati come schiavi perché si facciano mantenere a spese nostre. O lo credano fermamente.
https://www.inps.it/portale/default.aspx?itemdir=10018
Andiamo ora a considerare i cd. migranti/risorse?
Andiamo. Una della messe di “accuse”, è che si spendono fantastiliardi, che alloggiano in hotel a 5 stelle, piscina, idromassaggio e annessi e connessi. È vero? Tralasciando le idiozie sui famosi – da decenni – 35 €/die regalati (ricordo che prima del 2002 erano 30mila lire, anche le minchiate si aggiornano) agli immigrati, vediamo come stanno realmente le cose: tale denaro va a pagare una retta giornaliera per l’ospitalità di richiedenti asilo e non magari arrivati in barconi, in attesa che siano vagliate le domande di asilo, appunto.
http://www.ilpost.it/2015/06/17/immigrati-alberghi-di-lusso-salvini/
[…] La I parte è qui. […]