La Teoria Del Complotto

– Ti giuro! –
– Oh, ma ti prego… –
– Ti giuro, di dico che è così! –
– Senti, non puoi pensare che tutto quello che dice sia vero, non è mica Gesù… –
– Sì, ok, ma tutto così torna! – Detto questo Davide sorseggiò ancora un poco il suo caffè, Simone sfogliava distratto il giornale approfittando di quella pausa per riflettere su come controbattere al suo amico.
Davide riprese- Ti dico che tutto torna! –
– Ascolta, ma a che ti serve farti queste seghe mentali, ormai… –
– Dobbiamo capire cosa ci circonda, no? Chi muove i fili per noi, no? –
– E tu dici di aver capito, giusto? –
– Senti, è facile: hanno combinato tutto con Marcheselli, il difensore della nostra Avignana. Gli dicono, loro, di fare autogol, così che… – si fermò un attimo, guardò il soffitto e subito riprese- era il 90esimo no? Quindi a fine dei giochi. Ecco, gli dicono “al novantesimo tu fai autogol, così pareggiano, e ti becchi” chessò “venti milioni.” –
– Venti milioni? –
– Chessò, l’ho detto così, per dire, non lo so. Comunque: arriva il novantesimo o giù di lì e il Terrasini è tutto in difesa, Marcheselli l’autogol non lo può mica fare da solo e preso dall’ansia commette quel fallo da ergastolo su Belleri, rischiando il rosso. –
– E infatti… –
– Aspetta, aspetta! Era disperato no? Insomma: l’arbitro gli dà solo giallo( magari c’entra pure il cornuto, non lo so, ci sta ), e Marcheselli approfitta del gioco fermo per parlare con Belleri: gli dice di spingere come un posseduto verso l’aera, al resto( l’autogol ) ci penserà lui( che è feccia mica da poco, lui ), dopo la partita si divideranno la torta. –
– Venti milioni. –
– Non lo so, l’ho detto così prima, non lo so quanti sono. Comunque: Belleri ovviamente ci sta, c’ha quarant’anni suonati, un bel gruzzoletto come premio alla carriera non lo schifa mica, e così parte palla al piede come un pazzo. Lo dicono tutti in questi giorni no? I cinque minuti più ispirati della carriera di Belleri di s-e-m-p-r-e, una roba mai vista. Recupera palla, dribbla, fa le finte, a fine partita gli fanno l’anti-doping due volte e il Presidente del Terrasini va in TV per dire che “a meno di venti milioni non lo dò neanche a Gesù” quando fino ad una settimana prima l’avrebbe dato via per una cassetta di asparagi. –
– Ecco da dove arrivano i venti milioni! –
– Che dici scusa? –
– I venti milioni che dicevi prima no? Li avevi inconsciamente ricollegati alla partita ma avevi sbagliato il contesto! – In quel momento Simone si sentì come Freud nella “Psicopatologia della vita quotidiana” quando svela, neanche fosse la Signora In Giallo, il nesso tra il miracolo di San Gennaro e il ciclo delle donne a quel suo conoscente, roba da cardiopalma!- Sì, sì – lo liquidò Davide- dev’essere così. Fatto sta che Belleri ad un certo punto recupera palla a centro campo( siamo all‘89esimo mi sa ), e come una gazzella inseguita da 10 leoni fidanzati con 10 vegane da sei mesi parte al galoppo verso la porta. –
– Le gazzelle galoppano? –
– Penso di sì. –
– Non lo so… –
– Boh, cioè: chissenefrega, insomma: dopo aver scartato due centrocampisti come fossero birilli inanimati si trova uno contro uno con Marcheselli, il quale s’atteggia in modo sospetto, aggirandosi nell’area piccola come un insetto rintronato da una lampada alogena. Belleri sgancia un missile terra-aria, uno schioppo che si sente echeggiare in tutto il quartiere mobilitando metà dei carramba di Avignana riversi per le strade alla ricerca di un maniaco armato di fucile a canne mozze. Marcheselli, il quale è famoso per l’irragionevole lentezza con cui prende decisioni fatali vicino alla porta, si scaraventa sul pallone effettuando un capolavoro unico di simulazione e coordinamento, un ballerino classico non avrebbe saputo far di meglio. E con il tacco del piede sinistro riesce a deviare il pallone il quale sfortunatamente( per lui ) prende in pieno la traversa: ed è qui che Marcheselli si tradisce definitivamente! –
– Vorresti dirmi che dopo che il pallone ha preso la traversa, è ricaduto in campo, Marcheselli finge di volerlo recuperare per bloccare l’altro difensore ma dà tempo a Vorattini per far segnare il gol del pareggio al Terrasini, il tutto per far sembrare plausibile l’intera azione? – Davide guardò Simone dritto dritto negli occhi, con uno sguardo che secondo lui era tale e quale a quello ipnotico di Orson Welles ma che nella mente di Simone pareva proprio identico a Kermit la rana- Ebbene sì. È andata così. –
– E questa teoria è partorita dal solito pseudo-giornalista? –
– Dalla illuminata penna di Giulio Chiesa, l’articolista del Gazzettino Sportivo a 5 Stelle. –
– Mah… –
– Che? “Mah” che? Ma non lo vedi? Non lo capisci ora? Era tutto orchestrato Simone, era una messa in scena per imbambolarci! Un velo di Maya ci divideva dalla Verità, ma ora tutto ha un senso, c’ha fregati di brutto Marcheselli, quel figlio di… –
– Oh! Piano che in questo bar mi conoscono eh! –
– …quel figlio d’una donna venuta male, ecco! È tutta colpa sua se abbiamo mancato la promozione! È un venduto, capisci? Venduto alla Bet, alla Fifa, al gruppo Bilderberg, ai Rothschild! –
– Magari è pure ebreo… – commentò palesemente ironico Simone.
– Purtroppo dicono sia cattolico e pure professante, quindi doppiamente traditore! –
Visibilmente seccato Simone mise via il giornale, e fissò Davide con tanta durezza la indurlo alla paralisi spontanea di ogni arto- Davide – cominciò, con voce bassa- amico mio, hai mai pensato che magari, e dico magari, stavolta non c’è nessun complotto? E passi che le scie chimiche ci hanno rovinato il campo da gioco e resi sterili i giocatori( seconda opzione che fra l’altro sarebbe solo un bene per il progresso dell’umanità ), ma questa partita l’ho vista allo stadio e l’ho percepita in modo leggermente diverso.
Dopo ottantanove minuti di corsa e sacrificio i nostri giocatori hanno iniziato a perdere un po’ la concentrazione: Lorenzoni che scambia il quarto uomo per l’allenatore, Cocci che dribbla i suoi compagni, Marcheselli che al quarto cambio di modulo non sapeva più se era un centrocampista, un terzino o un difensore centrale, metti il tutto con gli ultras della Nord che minacciavano di morte i giocatori se non vincevano quella partita, capisci in che stato stavano giocando?
Belleri: quarant’anni all’anagrafe ma gliene daresti sessanta a vista, una vita di alti e parecchi bassi, dalla Champions nel 2003 alla Coppa del Nonno nel 2006, capisce che l’Avignana va avanti ormai per inerzia e tenta il tutto per tutto. Corre, dribbla, urla ai suoi come un matto, e a ben dire dato che nei primi 85 minuti aveva distrattamente trottato in mezzo al campo, probabilmente tentando di farsi passare l’ennesima sbronza. Ad un certo punto si ritrova nei pressi dell’area, scartando Cocci e Stanga che non sapevano più manco come si chiamavano, non guarda neanche Belleri: tira verso la porta una mina vagante destinata molto probabilmente( data la traiettoria sghemba visibile nella moviola ) a uccidere impietosamente Gaspare, il bibitaro del secondo anello.
Ma Dio volle che quella chiavica umana di Marcheselli tentasse, per la prima volta in tutta la stagione, di fare il suo dovere di difensore! Con un balzo suicida crolla letteralmente sul pallone, trasformandosi in un vero e proprio flipper umano, deviando la palla sulla traversa, disperato per l’enorme cazzata commessa cerca di riagguantare il pallone vagante dimenticandosi però che là vicino c’era Moro, l’altro difensore centrale, il quale vista la foga con cui Marcheselli sembrava puntarlo si è imbambolato indeciso sul da farsi, dietro di lui c’è Vorattini fresco come una rosa( perché non aveva fatto un cazzo per tutta la partita ) e approfitta di questo momento di puro cabaret per lui, ma di tragedia greca per noi, per segnare uno dei gol più facili che la storia del calcio contemporaneo annoveri.
Ma dico: non è più facile pensare che siamo solo degli idioti che tifano 11 carciofi troppo cresciuti, invece che immaginare complotti mondiali dietro ogni cacchio di cosa??? – Simone non se ne accorse, ma stava urlando in piedi tutto paonazzo e sudato contro il povero Davide, il quale somigliava pietosamente ad una stella marina essiccata al sole.
Simone si ricompose, si sedette di nuovo e sorseggiò il suo caffè ormai freddo, tra il silenzio irreale di tutto il bar. Ad un certo punto, con artificiosa naturalezza, chiese- Che ne pensi? –
– C-c-come scusa? –
– Che ne pensi della mia versione. – Davide saggiò bene le parole da usare, prese un bel respiro e sommessamente disse- Plausibile. –

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