La tempesta sta per arrivare velocemente

Il primo omicidio della famiglia Manson

Aaron Stovitz (Vice procuratore distrettuale): “Pensi che uccidere sia sbagliato?”

Mary Brunner (Membro Comune Manson): “Penso che o è sempre sbagliato o è sempre giusto. Non ci sono vie di mezzo”

AS: “Con questo intendi le uccisioni nelle guerre e cose del genere?”

MB: “E le camere a gas nelle prigioni, cose come queste”

(Interrogatorio Mary Brunner per l’omicidio di Gary Hinman, Dipartimento dello sceriffo della contea di Los Angeles, California, 6 Aprile 1969)

Con questa inconsapevole — per l’interrogata — ma emblematica perla nichilista si riesce ad intravedere un altro motivo per cui alcuni membri della famiglia Manson da giocosi e innocui hippie siano potuti diventare “killing machines”. Di motivi che hanno contribuito alla rabbiosa e oscura paranoia collettiva della comune divenuta setta — come ovvio che sia nelle situazioni particolari — ce ne sono stati altri, sia sociali che personali: società americana in trasformazione, guerra in Vietnam, estremismo culturale, giovani oppressi da un fanatismo bigotto presente in molte famiglie americane, situazioni familiari instabili, razzismo dilagante e spesso semi-istituzionalizzato. Insomma come è, perchè sia successa una cosa del genere, non è argomanto banale. Il movente di atti criminali è già difficile da trovare per singole persone figuriamoci per un gruppo. Così come è difficile conoscere gli obiettivi di una comunità molto chiusa. Cercherò di formulare alcune conclusioni nell’articolo finale di questa serie. Perchè poi questa escalation sia potuta succedere proprio in questa comune — anche questo — è un interrogativo interessante. Con molta probabilità il passaggio da comune a vera e propria setta ha fatto sì che gli appartenenti alla stessa “allineassero” acriticamente il proprio pensiero con quello del del loro guru.

Ma passiamo ai fatti.

E’ il 25 Luglio 1969 Charles Manson — sempre bisognoso di soldi per le sue “attività” — si rivolge a tre suoi compagni di comune: Bobby Beausoleil, Susan Atkins e Mary Brunner. Dice loro di andare a casa di Gary Hinman a “prendere dei soldi“. E qua siamo già alla prima divergenza riguardo al movente. Tra interrogatori, interviste, ritrattazioni, inchieste giornalistiche, spesso siamo in presenza di testimonianze diverse, quando non contraddittorie. Da una parte viene affermato che Manson voleva che Hinman — come del resto avveniva per tutti gli altri membri della cosidetta famiglia — cedesse tutti i suoi averi materiali alla comune, e per questo aveva mandato qualcuno a ricordarglielo. Dall’altra si pensa ad un scambio di pillole di mescalina scadente venduta da Hinman a Beausoleil e a sua volta rivenduta al gruppo di motociclisti Straight Satans per una loro festa. Avendo verificato la scarsa qualità delle pillole, i motociclisti si rivolsero a Beausoleil per avere indietro i soldi.

Quale che sia il vero movente fatto sta che i tre — Bobby, Susan e Mary — si presentano alla porta di casa di Gary. Questi ogni tanto si faceva vedere allo Spann ranch e aveva contatti con Manson. Era un musicista e si stava convertendo al buddismo. Inoltre era amico di Bobby in quanto per un periodo di tempo avevano vissuto insieme proprio nella casa dove avvenne l’omicido.

Del tutto tranquillo Hinman, fa entrare i suoi “amici” e cominciano a parlare del più e del meno. E’ venerdì sera.

Ad un tratto Bobby tira fuori la pistola e dice a Gary di dargli tutti i soldi che ha. Hinman però afferma che a casa non ha soldi ma li ha sul conto corrente controfirmato da suo padre e non puoi prenderli senza il suo consenso. I tre aggressori — non sapendo come comportarsi — telefonano al ranch per parlare con Manson e gli dicono che “Gary non sta cooperando“. Verso le due di notte arriva Charlie Manson, accompagnato da un altro membro della comune: Bruce Davis. Dopo pochi secondi Charlie, con una piccola spada, ferisce il povero musicista e in pratica gli apre l’orecchio in due. Dopo questa performance se ne va e rivolgendosi a Bobby dice: “Ti ho fatto vedere come si comporta un uomo. Adesso fatti dare i soldi!“. Manson e Davis escono e tornano al ranch.

Per due giorni i tre rimangono in compagnia di Gary e cercano in tutti i modi di convincerlo. Durante la “prigionia” il musicista tenta una fuga ma viene intercettato e ha luogo un combattimento in cui viene ancora ferito. In questi due giorni la situazione rimane stabile, si potrebbe dire surreale, con Susan che va a fare la spesa (?!) e che risponde al telefono (?!) facendo l’accento inglese per non destare sospetti. Ad un certo punto Susan e Mary cercano di ricucire l’orecchio di Gary con ago e filo. La situazione vira verso l’assurdo — stiamo comunque sempre parlando non di killer professionisti — ma è oramai chiaro che non si sbloccherà in ogni caso. Bobby telefona nuovamente a Manson e indicativamente il colloquio si chiude in questo modo:

Bobby: “Continua a non cooperare. Oramai ha visto troppo. Come mi comporto?

Charlie: “Sai quello che devi fare!

E’ domenica. Beausoleil si avventa contro Hinman e lo accoltella al petto. Due volte. Scrivono con il sangue della vittima “Political Piggy” (maiale politico) e disegnano una zampa di pantera, ovvio rimando al simbolo dei Black Panther.

(Le scritte all’interno della casa di Gary Hinman, 1969)

Prima di uscire di casa sentono la vittima rantolare rumorosamente. Prendono un cuscino e lo mettono sopra il viso per far sì che nessuno potesse sentire i rumori da fuori. Gary Hinman muore. I tre aggressori, una volta usciti, tornano al ranch.

Arresto di Bobby Beausoleil

Come già scritto, non essendo killer professionisti, la confusione regna sovrana. Bobby torna due giorni dopo nel luogo del delitto per cancellare l’eventuali impronte lasciate dopo il primo “lavaggio” della Domenica. Cerca — non riuscendoci del tutto però — di cancellare anche le scritte col sangue sul muro che aveva fatto insieme alle due fanciulle. Il 31 Luglio alcuni amici di Gary scoprono il cadavere ed avvertono la polizia.

Qui c’è un video che mostra la casa e il suo accesso. Nella breve intervista viene appunto detto della scoperta della vittima e che all’interno sono distinguibili evidenti segni di lotta.

(Ritrovamento del cadavere di Gary Hinman, Associated Press, 31 Luglio 1969)

L’arresto di Bobby avviene il giorno 6 Agosto 1969. E’ un evento tra il comico e il tragico.

I tre aggressori, dopo aver ucciso Hinman, avevano rubato le tre macchine in possesso della vittima. Il musicista — che non aveva di certo problemi economici — aveva anche una FIAT Station Wagon del 1965. Nei vari atti del processo non ho trovato il modello esatto. Comunque sia, Bobby utilizza la FIAT per i suoi spostamenti nei giorni successivi. Questa è una foto del presumibile modello della macchina.

(FIAT Station Wagon Modello 1100-D, 1965)

Beausoleil ferma la macchina e si addormenta. All’interno c’è ancora il coltello utilizzato per l’omicidio. Si accosta un’auto della polizia. Veloce controllo: la macchina risulta rubata e il proprietario è stato ucciso pochi giorni prima. Viene trovato un coltello e una carta di credito che Bobby dice essere di un amico ma che risulta anch’essa rubata. Alla domanda sul perchè si trova alla guida di una macchina non sua, risponde che due persone di colore gliel’hanno venduta per 200 dollari.

Dopo questa conversazione, Bobby viene portato subito alla stazione della polizia per accertamenti. Durante gli accertamenti si scopre che ha dato anche un nome falso: Jason Lee Danials.

Il giorno dopo viene arrestato. Nella sua prima dichiarazione afferma che era andato a casa di Gary, che lo aveva trovato ferito e che lo stesso gli aveva riferito che erano stati tre uomini di colore ad aggredirlo. Si era fatto dare le chiavi della macchina. Infine se n’era andato.

A parte l’assurdità di una persona che entra a casa di un amico, lo vede ferito e si fa prestare le chiavi della macchina, è interessante notare come il lavaggio del cervello di Charles Manson sull’Helter Skelter e sulla guerra tra razze fosse introiettato già nella coscienza dei membri della comune. Oltra all’evidente volontà di far ricadere l’omicidio sulle Pantere Nere, si nota come la carta razziale viene giocata continuamente da Beausoleil. Prima dichiarando di aver acquistato l’auto rubata da due persone di colore e poi affermando di aver sentito dall’amico Gary che l’aggressione era stata fatta da tre neri. Inoltre c’è da dire che durante l’interrogatorio di Mary Brunner, la stessa confermerà che le scritte sui muri erano state fatte con l’esclusivo scopo di sviare le indagini ed indirizzarle verso l’organizzazione politica delle Black Panthers. Mary diventerà in seguito la testimone principale che, dopo essersi garantità l’immunità per i soli fatti legati a Gary Hinman, sarà fondamentale per la condanna di Bobby al processo.

(Mary Brunner intervistata durante il processo Hinman, 1970)

Che Manson credesse veramente alla teoria Helter Skelter o che la utilizzasse al solo scopo di soggiogare e manipolare i compagni della sua comune non sembra essere importante. La paura di essere circondati e di essere prossimi ad una guerra razziale che lascierà ben pochi sopravvissuti sarà comunque il movente principale utilizzato dalla procura per provare la cospirazione ed includere in tutti gli omicidi Charles Manson come capo della comune e mandante degli omicidi.

Visto che se n’è parlato molto, non posso non mettere la canzone. Il pezzo è del 1968, si chiama naturalmente “Helter Skelter” e fa parte dell’album “The Beatles“, anche conosciuto come white album, il nono registrato dal gruppo.

(Helter Skelter – The Beatles, 1968)

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